“Cosa è per te la sessualità? Pensi che la violenza sia una componente della sessualità maschile più che di quella femminile? Cosa provi quando leggi di uomini che violentano le donne? Ti senti coinvolto, e come, quando si parla di calo del desiderio? Essere virile: che significa? La pornografia influisce, e come, sulla tua sessualità?” Sono le sei domande, apparentemente semplici, che rivolsi dal mio primo blog sul Fatto quotidiano nel 2012. Risposero alla mia mail, come chiedevo nel post, in trecento.
Mentre gli oltre 800 commenti, quasi tutti malevoli al limite dell’hate speech, invece sono sul blog, motivati dal mio definirmi “femminista” nella breve biografia
Le risposte degli uomini
Le 1800 risposte, tutte di uomini curiosi di rapportarsi, pur virtualmente, con “la femminista”, sono state raccolte in un libro, “Uomini che odiano amano le donne – virilità sesso violenza: la parola ai maschi”. L’anno successivo l’autore teatrale Ivano Malcotti lo legge: è bastata una sua telefonata e in poco tempo è nata la piece, già rappresentata nel 2013 da oltre 400 uomini (poliziotti, baristi, insegnanti, studenti, pensionati, due sacerdoti, sportivi, ecc.) in 15 regioni e 35 città grandi e piccole, con il contributo e il coinvolgimento di centri antiviolenza, associazioni di donne e miste, sindacati, istituzioni pubbliche locali. Macomer, Modena, Pinerolo, Atzara, Bagnacavallo, Sanluri, Bassano Del Grappa, Sussisa, Recco, Torino, Imola, Saronno, Genova, Milano, Asolo, San Giorgio di Mantova, Locca di Concei (TN), Ravenna, Marsciano (PG), Valdagno (Vi), San Polo D’Enza (Re), Nova Milanese (MB), Soverato (CZ), Trento, Forlì, Mestre, Aosta, Gallarate, Vigliano Biellese, Albenga, Fano, Sanremo, Montecchio, Suzzara, Senigallia, Sestri Levante e on line dalla Romania tradotti in lingua romena con la partecipazione di una associazione di giovani nel 2020, durante il lookdown. Per il 2021 sono previste, il 21 e il 27 novembre, due rappresentazioni a Campagnola Emilia e a Chieri.
Mettersi in gioco
Per una volta, invece che parole di donne sulla sessualità e la violenza, si è chiesto agli uomini di esporsi, di mettersi in relazione, di soffermarsi a pensare su di loro, il loro corpo, il loro desiderio, i lati oscuri del loro genere, assumere il punto di vista di altri uomini, anche in disaccordo con le loro parole, facendosi portavoce del loro sesso. Con la prima rappresentazione, costruita nella gioia dell’incontro con l’autore teatrale Malcotti, non avevo colto la portata potenziale della proposta di teatro sociale per uomini.
creare un copione dal libro, non inventando nulla ma attingendo da esso per le frasi, le risposte più incisive ed emozionanti, era ciò che doveva essere fatto
Era l’evoluzione necessaria di un percorso di relazione che prendeva il largo, verso approdi inediti. Il libro è la restituzione scritta senza mediazione delle risposte, la piece è il suo lato fisico, l’acting out materiale del flusso emotivo che il testo offre, il corpo reale dell’emotività che le parole scritte sono impossibilitate a fisicizzare. Prendetevi qualche momento per ascoltare qualche momento degli spettacoli, tutti registrati e resi disponibili.
La piece teatrale
Si è realizzato qualcosa che in Italia non era mai accaduto: uomini comuni, la cui maggioranza non fa teatro e non si è mai rapportata con il lavoro di una femminista hanno coinvolto, oltre a loro stessi, altri uomini, le loro famiglie, pezzi di collettività della quale fanno parte. Più difficile, ma importante perché se non si affrontano questi temi a scuola le giovani generazioni di uomini raramente vengono in contatto con il pensiero femminista, è il percorso dell’analogo progetto Manutenzioni-Uomini a nudo young partito nel 2018 dall’elaborazione dei materiali del libro Crescere uomini-le parole dei ragazzi su sessualità, pornografia, sessismo.
Se è vero che la politica è tale se comprende e si nutre della relazione con i corpi allora “Manutenzioni-Uomini a nudo” è il frutto politico di questo intreccio, che continua a dare i suoi frutti dal 2013. Uscire dal silenzio maschile, dalla tradizionale reticenza degli uomini a confrontarsi con le emozioni e l’empatia con l’altra da sé, con la tentazione di svicolare dagli oneri che la relazione e il dialogo chiedono, questo e molto altro significa la scelta di far parte del progetto della piece teatrale.