Karla aveva 12 anni quando hanno iniziato a farla prostituire. Mentre le ragazze della sua età entravano al liceo entusiaste di incontrare nuovi amici, lei era costretta a soddisfare sessualmente 30 uomini al giorno. Per soddisfare la quota giornaliera che il suo pappone le chiedeva per non essere picchiata, doveva sottomettersi a tutte le richieste sessuali da parte di uomini sconosciuti, che per lei ovviamente non erano clienti ma stupratori.
quando è stata liberata, Katia era stata violentata più di 43mila volte, e sebbene ogni giorno fosse un inferno, alcuni erano peggiori, come per esempio il 14 febbraio
L’incontro con Gerardo
Tutto è iniziato fuori dalla metropolitana di Pino Suárez. Dato che non voleva stare a casa a causa degli abusi di cui era vittima, si incontrava nel fine settimana con gli amici in una delle piazze. Quasi tutti pattinavano, ma a lei piaceva uno stile un po’ più dark. Lì ha trascorso la maggior parte dei suoi pomeriggi per sfuggire alle percosse di sua madre, osservando come si eseguivano i numeri di skateboard. Un giorno, le sue amiche non si sono presentate. Aspettò a lungo, ma non sono arrivate. Arrivò invece Gerardo, un giovane di dieci anni più grande di lei, che le parlò e la invitò a prendere un gelato vicino all’Alameda.
Per ottenere la fiducia di Karla, Gerardo le raccontò di tutte le sofferenze che aveva patito in famiglia. Le disse che fin dall’infanzia era stato maltrattato, che aveva interrotto gli studi per aiutare in casa e che suo padre picchiava sua madre. Quasi immediatamente Karla si sentì vicina al ragazzo. Lo stesso giorno la invitò a Puebla, ma lei non acconsentì. Una settimana dopo si incontrarono ancora, questa volta Gerardo le diede un orsacchiotto e una scatola di cioccolatini, dei regali che Karla non aveva mai ricevuto. Il giorno dopo andarono da Puebla. Quando tornò a casa, sua madre la rincorse per essere tornata all’alba, così Katia decise di andare a vivere con lui. Dopo tre mesi di dimostrazione di amore, affetto e dolcezza, cominciò l’orrore.
Gerardo la avvertì che era venuto il momento di lavorare e che lui sarebbe stato il suo pappone: a 12 anni Karla non sapeva neanche minimamente che cosa significasse
L’inizio di un incubo a 12 anni
“Sono quelli che si prendono cura delle prostitute. Però non ti preoccupare, tu diventerai la mia principessa, ti sposerò e avremo una famiglia”, le diceva Gerardo spiegando nel dettaglio come avrebbe funzionato: le posizioni, la durata del servizio, l’importo e persino come mettere un preservativo. Il suo corpo aveva appena cominciato a svilupparsi e lei sembrava ancora più piccola della sua età, e per questo il proprietario del primo hotel dove la portarono a lavorare, la respinse. Ma quella mancanza di massa muscolare divenne la fantasia ideale per i clienti di una casa di appuntamenti a Guadalajara dove fu presa. Karla ha lavorato in tre città: Puebla, Irapuato e Guadalajara.
Tra il venerdì e il sabato svolgeva una giornata di prestazioni sessuali di 44 ore, con 4 ore per dormire. uno sfruttamento disumano di un corpo che operava dalle 10 del mattino alle 6 del mattino successivo
Per ogni prestazione sessuale, chiedeva 150 pesos, per un totale di 5.000 pesos. Era così stanca che si sentiva morire quando tornava a casa. Il giorno seguente, sempre la stessa routine, con il corpo completamente dolorante. La zona migliore per Gerardo era Irapuato, poiché molti “gringos” della zona industriale venivano a cercare ragazze con la carnagione di Karla e pagavano in dollari. Ecco perché, nei “bei giorni”, come Natale o il 14 febbraio, veniva mandata a Irapuato per fare più soldi. Era disgustata. Se già odiava le giornate cariche di lavoro, i giorni di festa erano una vera e propria tortura.
Un giorno terribile: San Valentino
Non sa quale di quei giorni era quello in cui c’era il maggior numero di clienti. Quello che sa, è che ogni 14 febbraio, arrivavano molti più clienti del solito per fare sesso con lei e è per questo che ha preferito non contarli. Decine di uomini facevano fatto quello che volevano col suo corpo, in cambio della cifra equivalente a una pizza.
le regalavano giocattoli, peluche e cioccolatini, come se quella ragazza sotto i 15 fosse la loro fidanzata. e Non era neanche l’unica
Regalavano oggetti anche alle sue compagne, forse per compensare in qualche modo l’abuso a cui le sottoponevano. Con il passare delle ore, le sedie dove aveva lasciato i vestiti hanno iniziato a riempirsi di orsetti, coniglietti, palloncini, caramelle e rose. Il loro posto di lavoro era stato adornato con dei miseri dettagli, a differenza degli altri 364 giorni in cui era rimasto vuoto. Era come essere in classe durante il giorno dello scambio dei doni. Ma non avevano la possibilità di goderseli: non si poteva perdere tempo in un giorno in cui i loro papponi continuavano a sovraccaricarle di lavoro per raddoppiare la tariffa giornaliera.
Karla, inoltre, non poteva arrivare con dei regali a casa sua. Non perché Gerardo la colpisse, perché lo faceva già ogni giorno anche con dei bastoni, ma perché la colpiva più duramente e non voleva dargli scuse per un pestaggio in piena regola. Ecco perché gli animali di pezza e i cioccolatini venivano dati ai bambini per strada mentre le rose le gettava via. Il 14 febbraio la maggior parte dei clienti la trattava come se fosse la fidanzata. Alcuni gli preparavano qualcosa di speciale, come dei brani musicali o le davano della lingerie da indossare. I dettagli e la finzione di essere la loro fidanzata, rendeva tutto ancora più squallido.
A lei importava solo di essere pagata bene, affinché il suo pappone la lasciasse in pace e non la picchiasse. Ne aveva abbastanza di maltrattamenti ai genitali in uno dei giorni più complicati dell’anno
Fingere di essere la fidanzatina
Alcuni dei tizi che usufruivano dei suoi servizi le dicevano che preferivano pagare lei piuttosto che farlo con la loro moglie. “È che la mia vecchia non è più attraente, non si veste più né si mette minigonne come te e nel sesso posso fare più cose con te che con lei e quindi per non tradirla con un’altra persona, me la prendo con te”, le dicevano. La maggior parte degli uomini che frequentava erano tristi e si sfogavano. Alcuni piangevano. Pagavano anche per stare con lei più a lungo, pur di essere ascoltati. Karla fingeva di interessarsi a ciò che le veniva detto e così otteneva più soldi.
A San Valentino alcuni clienti hanno dichiarato il loro amore e le hanno chiesto formalmente di essere la loro fidanzata. Altri, si sono offerti di pagare una grossa somma di denaro per stare con lei tutto il giorno, festeggiare il 14 febbraio e presentarla alla famiglia come partner.
Le hanno anche comprato dei vestiti così che non attirasse l’attenzione e le hanno mostrato delle foto dei genitori o dei fratelli per incoraggiarla a fingere per qualche ora. Ma lei non avrebbe mai potuto farlo perché gli era proibito uscire con i clienti oltre l’hotel. Così passava il giorno fingendo l’amore con uno, un altro e un altro uomo, rinchiusa tra quattro mura, facendo l’impossibile per raggiungere la quota. A differenza di altre adolescenti che si scambiavano bigliettini con i loro fidanzati o che erano entusiaste di passare quel giorno con il ragazzo che per cui avevano una cotta, lei soffriva di schiavitù sessuale tutto il giorno.
Più volte è stata picchiata dagli uomini che pagavano i suoi servizi. Poi è rimasta incinta di Gerardo, che l’ha costretta a lavorare fino a otto mesi di gravidanza
La fuga verso la libertà
Ironia della sorte, uno dei suoi clienti l’ha aiutata a fuggire da quel mondo e a riprendersi la vita che aveva perso quando aveva 12 anni. A quel tempo, Karla era diventata un automa. Riceveva solo ordini e non aveva alcuna speranza di cambiare la sua situazione. La sua volontà era stata spezzata. Aveva accettato di essere sottomessa al quel calvario.
Secondo le stime, durante i quattro anni di sfruttamento sessuale, è stata violentata più di 43.000 volte: 30 clienti al giorno per più di 1.400 giorni
Quando è stata finalmente salvata, ha trovato rifugio nella Organizzazione contro la tratta, dove ora è la direttrice esecutiva. Si tratta di un’organizzazione che protegge le vittime della tratta di esseri umani e che cerca di incidere sulle politiche pubbliche per sradicare un crimine che genera 150 miliardi di dollari all’anno e che schiavizza 45,6 milioni di persone in tutto il mondo, secondo le cifre dell’Organizzazione internazionale del lavoro.
Nel 2016 Karla Jacinto è stata nominata una delle 100 messicane più potenti su Forbes come riconoscimento della sua attività a favore delle vittime della tratta
La rinascita
Il suo attivismo l’ha portata a conoscere diversi continenti e stati della Repubblica. Ora ha 26 anni e sta per finire il suo diploma online al Tec di Monterrey. Sono passati dieci anni da quando è uscita dall’inferno. “Cosa ne pensi ora del 14 febbraio?”, le chiedo. “Non mi piace. In primo luogo perché ho sempre odiato quel giorno perché in quella data arrivavano più uomini per fare sesso con me. Secondo perché mi sembra sia una celebrazione molto stupida: l’amore non deve ricorrere in una data. Terzo perché tutte le persone si regalano rose e a me ricorda molto le rose che mi hanno regalato gli uomini che hanno pagato per quattro anni per il mio corpo”.
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Questo articolo è stato scritto da Roger Vela il 14 febbraio 2019 e pubblicato da VICE México.