Oggi Marta Cartabia è stata eletta presidente della Corte Costituzionale: la prima donna a ricoprire l’incarico che nel suo discorso di ringraziamento ha dichiarato di sperare che la sua elezione “sia apripista per le donne” e che “presto si possa dire anche in Italia che il sesso e l’età non contano“, citando la nuova premier Sunna Marin, la 34enne figlia di una coppia lesbica nominata prima ministra pochi giorni fa in Finlandia.
Bello, certo, ma sarà così veramente? Perché diciamo la verità, noi non saremo mai come i finlandesi e ce la sogniamo una prima ministra di 30 anni con un governo a maggioranza femminile: qui le donne vengono giudicate in base a parametri maschilisti tra i quali spicca la valutazione sul quanto siano brave a letto. Brave a casa, brave a cucinare e brave a letto. Ieri, mentre la 34enne Sanna Marin insediava in Finlandia il suo governo di 19 ministri tra cui 12 ministre, noi qui eravamo alle prese con delle pagine più oscure della tv italiana con Sallusti e Senaldi che su La7 difendevano l’articolo di Giorgio Carbone che su Libero aveva parlato della fiction per il 20esimo anniversario della morte della prima presidente della Camera
Nilde Iotti, descrivendola come una “una bella emiliana simpatica e prosperosa, grande in cucina e grande a letto
il massimo che in Emilia si chiede a una donna”. Una cosetta innocente fatta passare per semplice ironia che invece nasconde una violenza narrativa, un’invasione della dimensione privata, un’oggettificazione e un’offesa grave non solo nei confronti di Iotti e delle emiliane, ma di tutte le donne.
Una bestialità sulla quale non solo non è stato chiesto scusa ma su cui i compagni di merende di turno hanno ironizzato in una trashissima puntata di Floris su La7, dove due grandi conoscitori del desiderio femminile come Sallusti e Senaldi, rispettivamente direttori del Giornale e di Libero, hanno sostenuto che le donne dell’Emilia Romagna sono famose perché brave a letto, come se fosse una qualità distintiva per il femminile in generale e come se fosse la prima domanda che si fa quando si esce con una donna. Senza curarsi del fatto che già le emiliane si sono mobilitate contro quelle frasi sessiste di Libero, con un esposto alla magistratura per diffamazione, i due maschioni con la erre moscia, hanno intavolato una discussione chiamando sessuofoba Concita De Gregorio che esterrefatta ha cercato di controbattere una delle pagine peggiori della televisione italiana.
Una visione da mettersi le mani tra i capelli, come ha fatto in video Concita De gregorio
Sallusti ha parlato d’ironia, di libertà, ha parlato delle donne romagnole famose nel mondo per la loro esuberanza vergognandosi anche di nominare quello che stava pensando: uno spettacolo penoso, sessista, violento nelle parole, che è andato in onda nelle case di milioni di italiani in un Paese dove le donne fino a poco tempo erano definite dalla legislazione italiane come “serve” del marito, un’idea rimasta probabilmente intatta nella testa di molti (idioti). Un contesto, il nostro, dove quello della Finlandia rimane un miraggio, un sogno, pura fantascienza che non a caso fa notizia, perché a pensarla come Sallusti e Sinaldi sono in realtà la maggioranza dei maschi italiani, e non sulle emiliane ma sulle donne in generale. Per capire questo non serve andare lontano ma basta aprire il web e andare sui siti in cui vengono recensite con dovizia di particolari le donne per le loro prestazioni sessuali: un aiutino tra maschioni per scegliere meglio come se si trattasse della bistecca da ordinare al ristorante. Uomini che possono tranquillamente affermare: “non mi piace ma è brava a letto”, come se fosse una nota decisiva in un rapporto a due dove la donna è valutata in base al grado di soddisfazione come se fosse un oggetto qualsiasi.
E questo lo dico non per moralismo, perché anche le donne parlano di come sono gli uomini a letto senza farne però un punto dirimente per una relazione né tanto meno scrivendolo in un articolo come se fosse un elemento fondamentale, ma perché rappresenta un giudizio lesivo in un contesto dove gli uomini hanno sempre avuto il potere assoluto e una chiara volontà sottomissiva nei confronti delle donne ridotte a serve, schiave, a oggetti di cui disporre liberamente e dove i servizi da svolgere sono vari, tra cui quelli sessuali che per uomo sono primari, fisiologici, pretesi. Un discorso che dietro l’angolo ha come conseguenza la violenza come prassi.
In Italia 1 donna su 3 sta a casa a fare i lavori di cura gratis mentre 1 uomo su 5 pensa che sia giusto
Qui il 56,2% delle donne lavora e guadagna il 7,4% in meno rispetto agli uomini a parità di mansione, e in Parlamento le donne sono circa il 35% e nel governo le ministre sono 7 su 21. Senza mai aver assaggiato l’estasi di una presidente del consiglio né di una presidente della Repubblica, in Italia l’80% della violenza maschile si consuma nel luogo dove più dovremmo essere sicure, cioè a casa, e per lo più chi denuncia viene rivittimizzata, mal protetta ed è rischio femminicidio, e chi sopravvive viene anche punita per aver denunciato il partner con la sottrazione dei figli sine die, ed è per questo che rilanciare e inneggiare stereotipi di bassa lega facendo passare le donne come bestie di fatica prezzate in base alle prestazioni fisiche, significa non solo non aver capito cosa davvero vogliono le donne ma concorrere a questa barbarie. Uomini che per la maggior parte sono anche brutti come la fame.