Tolto alla madre malgrado l’epilessia, il bambino in casa famiglia diventa quasi cieco

"Senza via d'uscita", puntata speciale dell'inchiesta "Crimini invisibili" sul caso di un minore che non può più vedere la mamma bollata come alienante, pur affetto da patologie che diventano gravi quando viene preso in carico dai servizi




“Senza via d’uscita” è una nuova puntata speciale della video inchiesta “Crimini invisibili” sulla violenza domestica occultata nei tribunali e sulle madri che cercano protezione nella giustizia dove vengono trattate come bugiarde. Realizzata da Luisa Betti Dakli, giornalista esperta di diritti umani e direttrice del giornale online DonnexDiritti Network ft International Women, l’inchiesta indaga la violenza maschile contro le donne e contro i bambini, attraverso le voci di mamme disperate che hanno perso i loro figli solo per aver denunciato maltrattamenti, abusi, violenza domestica e assistita, e per questo condannate dai giudici in un sistema diventato ormai perverso.

Il prelievo con la forza

Si sono presentati come un esercito pronto a smantellare il cancello di casa. Dopo aver fermato i nonni fuori dall’abitazione e con un mandato di perquisizione, gli agenti insieme agli assistenti sociali sono entrati in casa sfondando le porte, immobilizzando la madre in 4 sul letto mentre cercava di proteggere il figlio, e infine hanno portato via il minore con la forza e con l’inganno, dicendo che era soltanto per un controllo senza che la madre potesse neanche salutarlo.

L’epilessia 

A nulla è valso il fatto che il bambino soffrisse di una grave forma di epilessia e malgrado ci fosse stato un precedente provvedimento di un tribunale che lasciava il minore nel domicilio con la mamma, accusata in ogni caso di “alienare” il figlio, è bastato che il piccolo prendesse una nuova residenza in una diversa città, dove aveva una assistenza sanitaria di maggior qualità, per far cambiare rotta. Il nuovo tribunale dei minori, dopo il ricorso del padre, ha infatti deciso di togliere il bambino alla madre malgrado i grossi problemi di salute, per collocarlo in casa famiglia anche con l’uso della forza, come poi è successo.

La cecità parziale del bambino in casa famiglia

Un minore che nel giro di qualche mese ha perso quasi del tutto la vista ed è finito sulla sedia a rotelle perché nessuno in quella casa famiglia lo aveva assistito. Un bambino che si è ritrovato da solo, perso, in un ambiente che non conosceva, con operatori che non si erano neanche preoccupati di sapere esattamente in cosa consisteva la sua cura e che per i primi giorni non ha assunto la terapia di cui aveva bisogno. Un piccolo che è caduto rompendosi una gamba e che in casa famiglia ha sofferto di linfoadenopatia laterocervicale bilaterale, gengivite batterica da mancanza di igiene orale, muco e pus nel condotto uditivo medio, continue infezioni delle alte vie respiratorie con tosse e febbricola, e gengivite batterica da mancanza di igiene orale.

Tagliati i rapporti con la madre

In casa famiglia i rapporti con la madre, preoccupata dello stato del figlio dimagrito in pochi mesi di circa 10 chili, sono diventati sempre più diradati fino alla totale cancellazione di incontri, videochiamate e telefonate. E pur essendo a conoscenza della situazione e malgrado la richiesta della madre di riportarlo a casa per provvedere alle cure del minore, il Tribunale dei Minori non ha assunto nessun provvedimento, emettendo alla fine un decreto definitivo di collocamento presso la casa paterna con continuazione di divieto di contatti madre/figlio, punendo così una volta per tutte la madre e il figlio che oggi è costretto a vivere senza l’affetto materno in una condizione fisica ormai al limite.

Le denunce mai prese in considerazione

Questo l’epilogo di una situazione dove la coppia si era separata quando il minore aveva solo 5 mesi, a causa dei maltrattamenti subiti dalla donna che oltre a raccontare episodi di violenza domestica, racconta di come il marito avesse tentato alla sua vita spingendola in una strada a scorrimento veloce. Un episodio che porta la donna a decidere di andare via di casa con il bambino in preda al panico. A nulla sono valse le denunce e i riferiti di violenza durante la Ctu che ha catalogato i racconti di lei come “vissuti” non corrispondenti alla realtà senza neanche cercare di approfondire le reali dinamiche di questi riferiti. Non solo, perché malgrado il bambino versasse in condizioni serie a causa della sua patologia, la donna è stata accusata anche di essere iperprotettiva e dannosa nei confronti del figlio che oggi invece, grazie al trasferimento in casa famiglia, è quasi cieco.

Per la CAMPAGNA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE E LA VIOLENZA DOMESTICA donnexdiritti.com ti invita a seguire la video inchiesta “CRIMINI INVISIBILI” di LUISA BETTI DAKLI, giornalista d’inchiesta esperta di diritti umani e direttrice del web journal DonnexDiritti Network (le puntate sono visibili sul canale YT di DonnexDiritti Network e International Women).

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