Il mese scorso la Carolina del Sud è stato l’ultimo stato in America ad aver approvato il cosiddetto “divieto del battito cardiaco”, criminalizzando l’aborto laddove sia rilevasse il l’attività cardiaca del feto, cosa che avviene in genere tra le sei e le otto settimane di gravidanza. Un tribunale federale ha prontamente bloccato la legge dall’entrare in vigore, sottolineando le preoccupazioni di alcuni tra coloro che si oppongono all’aborto riguardo il tipo di approccio, da loro considerato troppo estremo e probabilmente controproducente. Fino a diversi anni fa, questi divieti di aborto precoce non avevano grande successo ed erano inaccettabili per molte perone, inclusi alcuni legislatori repubblicani.
Ma dal 2019 in poi, gli organi legislativi statali hanno dovuto subire un’onda spropositata di proposte di legge riguardo il “battito cardiaco fetale” contro l’aborto
e circa una dozzina di stati, tra cui la Carolina del Sud, hanno cercato di introdurre una legge di questo tipo nel proprio stato, ma sono stati sempre bloccati dai tribunali. Al momento, la giurisprudenza della Corte Suprema esclude qualsiasi divieto di aborto prima della vitalità, cioè fino al momento in cui la sopravvivenza è possibile fuori dal grembo materno.
Il diritto alla vita post-Trump
Questa spinta è stata più forte dal 2019, a opera dei pro-vita più intransigenti, ovvero due anni dopo l’elezione di Trump, ed era anche una spinta contro l’approccio più graduale degli anti-abortisti prima di Trump. Il Comitato Nazionale per il Diritto alla Vita, un gigante del movimento pro-life, aveva insinuato che la “campagna del battito cardiaco” si sarebbe ritorta contro la Corte Suprema. Di fronte a ciò, molti conservatori hanno pensato di essersi spinti troppo in là.
Ora però non è più così, perché la legge della Carolina del Sud, che ha incluso eccezioni per gli stupri e gli incesti, è stata votata anche dai legislatori repubblicani più moderati. Il Comitato Nazionale per il Diritto alla Vita sembra chiudere il cerchio e si prepara a fornire informazioni riguardo alle leggi in merito al “battito cardiaco” in maniera estesa.
Leggi come quella della Carolina del Sud sono la normalità e gettano luce sulla direzione del movimento anti-abortista dopo Trump
Forse più di qualsiasi altro recente presidente, Trump è diventato sinonimo della lotta per la criminalizzazione all’aborto: è stato il primo Presidente in carica a partecipare alla Marcia per la Vita, e a nominare tre giudici della Corte Suprema pronti a rovesciare la “Roe v. Wade”. Alcune importanti figure nel movimento anti-aborto, come Janet Porter artefice della campagna del “battito cardiaco”, hanno visto Trump come un salvatore. Con la sua ascesa alla Casa Bianca, coloro che si oppongono all’aborto erano uniti sull’appoggio al presidente. Il dibattito adesso però si è intensificato da quando Trump è uscito di scena. Come il Partito Repubblicano,
il movimento anti-abortista ha una propria struttura. I gruppi come National Right to Life, Susan B. List e Americans United for Life sono macchine ben oliate, con ampi fondi, hanno stretti legami con i legislatori e dispongono di strategie
L’obiettivo è sempre la Corte Suprema
Per decenni, i leader di queste organizzazioni hanno portato avanti un gioco interminabile: prima scrivendo leggi che limitano l’accesso all’aborto in modo da non essere scartate dalla Corte Suprema, e poi aiutando gli stati repubblicani a difenderle. E se è vero che alcuni giudici della Corte Suprema, incluso Samuel Alito e Clarence Thomas, sembrano pronti a abrogare la legge “Wade v. Roe” il prima possibile, allo stesso tempo anche i più influenti antiabortisti non sono sicuri riguardo il resto della Corte.
Come forse per esempio Brett Kavanaugh o Amy Coney Barrett, o il Giudice Capo John Roberts, preoccupati di danneggiare la legittimità istituzionale della Corte abrogando troppo rapidamente “Wade v. Roe” facendolo senza una spiegazione sufficiente. Gli avvocati del movimento hanno cercato di scrivere leggi che limitino l’accesso all’aborto, senza forzare la maggioranza conservatrice della Corte a uscire dalla loro zona di comfort.
Trump non solo ha minato i repubblicani dall’interno, ma anche reso più debole la gerarchia anti-abortista convenzionale. Un’ala più reazionaria del movimento – quelli che guidano la campagna del “battito cardiaco” – hanno tentato un colpo di mano interno perché hanno visto in Trump la possibilità di ottenere ciò che tutti coloro che fanno parte del movimento anti-abortista vogliono: un divieto nazionale senza eccezioni. La chiave, come avevano previsto dall’approccio di Trump alla politica, non era corteggiare la maggioranza, ma rendere più energica la base. Con un elettorato sempre più polarizzato, i legislatori repubblicani erano felici di assecondare gli anti-abortisti più feroci, indipendentemente dal fatto che la maggioranza degli elettori dello Stato fosse d’accordo o meno.
E oggi La Carolina del Sud offre uno sguardo sulla direzione intrapresa dal movimento anti-abortista
Cosa sta cambiando
Fin a oggi, coloro che cercavano di infliggere alla legge “Wade v. Rode” una morte lenta e dolorosa, sostenevano limiti alla procedura, mentre i reazionari rifiutavano di scendere a compromessi. Ora sembra però che il sistema anti abortista abbia preso il controllo. I sondaggi suggeriscono che gli Americani potrebbero sentirsi a disagio con gli aborti previsti dopo il terzo trimestre. Una parte infatti supporta alcune restrizioni su questa procedura anche se una grossa fetta si oppone alla criminalizzazione dell’aborto, specialmente nelle prime fasi della gravidanza. Questo tuttavia, come dimostra la legislazione della Carolina del Sud, non sembra interessare ai leader del movimento contro l’aborto.
Ciò che conta per loro nel compromesso riguardo l’eccezione per stupro e incesto è l’obbligo per i medici di segnalare le informazioni sulla vittima allo sceriffo entro 24H
Questo perché l’era delle strategie programmatiche indirizzate all’opinione pubblica – e verso la Corte Suprema – potrebbe essere giunta al termine: e anche se potrebbe ancora esserci in un’ala del movimento anti-aborto dell’era post-Trump, la natura dell’approccio moderato contro l’aborto è in realtà ormai cambiato per sempre.
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Questo articolo scritto da Mary Ziegler è stato pubblicato il 3 marzo 2021 sul New York Time – Traduzione DonnexDiritti