Alla fine ce l’ha fatta, Jair Bolsonaro ha vinto con il 55,29% contro il 44,71% del leader di sinistra, Fernando Haddad, e dal 1. gennaio 2019 entrerà in carica come il nuovo presidente del Brasile. Pronti alcuni nomi del governo di destra, tra cui Paulo Guedes, Onyx Lorenzoni, il generale Heleno, Oswaldo Ferreira e Marcos Pontes: tutti uomini, perché le donne per Bolsonaro sostengono ma non partecipano. Come sua moglie, Michelle de Paula Firmo Reinaldo, che si presenta come una first lady di basso profilo e che per tutta la campagna elettorale è stata dietro le quinte. Conosciuta alla Camera dei deputati nel 2007, quando lavorava lì come segretaria, Bolsonaro ha deciso di convivere con lei dopo poche settimane e di sposarla dopo 5 mesi, malgrado i 25 anni di differenza e con alle spalle due matrimoni e 4 figli.
Un colpo di fulmine che porta il deputato Bolsonaro ad assumerla come segretaria personale e a darle promozioni
e uno stipendio triplicato, tanto da doverla licenziare dopo che la Corte Suprema stabilì che il nepotismo è illegale. Terza moglie, e già madre di una ragazza che oggi ha 16 anni, Michelle e Jair hanno una figlia di 8 anni che Bolsonaro ha confessato di aver avuto decidendo di riaprire una vasectomia per avere una famiglia con lei: una bambina che ha detto di aver concepito in un «momento di debolezza» dopo i 4 figli maschi.
Accanto a lui Michelle appare in pubblico solo quando il marito viene ferito, il 6 settembre durante un comizio, ed è ricoverato all’ospedale di San Paolo dove lei gli asciuga la fronte dopo l’operazione.
Per Michelle il peggior difetto di suo marito è il disordine
ma per il resto «è un uomo meraviglioso, affettuoso, che adora la famiglia e non odia i gay, né è razzista». Sempre pronta a difenderlo, la nuova first lady è probabilmente per Bolsonaro la donna ideale: fervente credente, madre severa e membro della chiesa evangelica battista, appare come una donna semplice e dichiara di volere essere coinvolta in «tutte le possibili cause sociali».
Ma la first lady, che si sta preparando per il trasloco da Barra de Tijuca, a Rio de Janeiro, alla residenza del Palácio da Alvorada, a Brasilia, non è l’unica donna del presidente. Con lui ci sono anche le ex mogli: Rogéria Nantes Nunes Braga, con la quale ha i tre figli Flàvio, Carlos ed Eduardo, e Ana Cristina Siqueira Valle con cui ha Renan.
La prima, che ha Flàvio ed Eduardo in politica con il padre (il secondo è stato il parlamentare più votato nella storia del Brasile), ha pubblicato sui social, durante la campagna elettorale, un video in cui dichiarava che «Jair non è mai stata una persona aggressiva e non ha mai alzato un dito su di me o con i ragazzi». Dichiarazione uscita dopo l’inchiesta pubblicata da «Veja Magazine» in cui si riportava la contesa tra Bolsonaro e Ana Cristina che nel 2008 dichiarò di essersi separata dal lui per il suo «comportamento esplosivo» e per la sua «aggressività smisurata», e di essere fuggita in Norvegia col bambino, perché minacciata di morte dal suo ex marito.
Un’inchiesta che riporta anche un dossier di oltre 500 pagine con incriminazioni per occultamento di beni, entrate illegali e furto, in quanto, durante la separazione, Ana Cristina accusò Bolsonaro di non aver dichiarato tutte le sue entrate per un reddito mensile di 100 mila R$, a cui si aggiungeva un patrimonio di più di 7 milioni R$ di cui solo una parte dichiarati al fisco, e lo denunciò per il furto di gioielli e contanti da una sua cassetta di sicurezza. Denunce che poi furono ritrattate dalla seconda moglie che si è presentata adesso alle elezioni nel partito dell’ex marito dove, anche se non è stata eletta, lo ha sostenuto candidandosi con il nome di Ana Cristina Bolsonaro. Ma quali sono le donne che lo hanno eletto? Malgrado il grande movimento #EleNão (Lui no), che ha cercato di contrastare il leader di destra con manifestazioni oceaniche, il leader di destra è stato eletto con 10 punti in più rispetto al rivale, e questo sebbene le donne siano il 53% della popolazione che però, evidentemente, non hanno votato tutte a sinistra.
Oltre a #EleNão esiste il movimento #EleSim (Lui sì)
con un gruppo di «Donne con Bolsonaro» che sui social raggruppa 20 mila membri per le quali «le questioni di genere non sono una priorità perché ci sono cose più importanti». Per Vitoria Deluchi, impiegata di Caxias do Sul, Bolsonaro è stato «uno dei parlamentari che ha parlato più apertamente della rigidità di leggi che dovrebbero essere più dure anche per gli stupratori», mentre per Cristina Amorim, studentessa di medicina a Salvador, «il femminismo non combatte lo stupro, non fa nulla».
Il nuovo presidente è ormai famoso per le sue frasi maschiliste come quelle sulle donne che dovrebbero guadagnare meno degli uomini e non dovrebbero essere assunte, «perché rimangono incinte», e per le offese verso la deputata Maria do Rosário, alla quale Bolsonaro disse che non si meritava di essere stuprata perché troppo brutta (cosa per cui fu denunciato e condannato dalla Corte Suprema).
Coerente con le sue idee, Bolsonaro nel suo programma di governo di 81 pagine, ha messo solo due punti dedicati alle donne: uno è il trattamento dentale e vaginale per le donne incinte contro le nascite premature; l’altro è per la «lotta contro lo stupro di donne e bambini attraverso il cambiamento ideologico», senza chiarire con quali azioni, anche se ha parlato più volte di castrazione chimica e autodifesa delle donne con l’uso delle armi.