Il futuro è in mano alle bambine

L’Unicef fa sapere che 700 milioni di donne si sono sposate minorenni di cui 23 milioni sotto i 15 anni

Luisa Betti Dakli
Luisa Betti Dakli
Direttrice di DonnexDiritti Network e International Women



In occasione della Giornata internazionale delle bambine, che è stata celebrata l’11 ottobre, l’Unicef ha reso noto che nel mondo ci sono 70 milioni di ragazze che tra i 15 e i 19 anni (un quarto sul totale mondiale Cina esclusa) hanno subito una forma di violenza fisica, 120 milioni di ragazze sotto i 20 anni sono state costrette a subire rapporti sessuali forzati (1 su 10), 84 milioni di adolescenti vittime di violenza psicologica, fisica o sessuale da parte del marito o del partner, mentre 700 milioni di donne si sono sposate minorenni (di cui 23 milioni sotto i 15 anni):

una tendenza che entro il 2020 vedrà 142 milioni di ragazzine sposarsi prima di aver compiuto 18 anni con 14,2 milioni di matrimoni precoci ogni anno: 37.000 al giorno

E malgrado le giornate, i proclami e i premi, i decessi legati alla gravidanza e al parto precoce rappresentano ancora una quota importante della mortalità complessiva: ogni anno muoiono 70 mila adolescenti per complicanze legate alla gravidanza, mentre sono 3,2 milioni gli aborti a rischio. Non solo perché a queste si aggiungono 515 milioni di bambine che vivono in condizioni di povertà, 100 milioni di bambine mai nate per gli aborti selettivi in Cina, India e altri Paesi del Sud-Est asiatico e Caucaso, 68 milioni di lavoratrici e 125 milioni che hanno subito una mutilazione genitale. Per non parlare di tutte le bambine e le ragazze esposte in questo momento allo stupro di guerra in tutte le zone di conflitto, e in special modo nel conflitto in Medio Oriente in cui l’Isis pianifica lo stupro e la riduzione a schiavitù delle popolazione femminile curda e yazida.

E non c’è bisogno di andare lontano per capire come le cose non migliorino col tempo ma peggiorino: Terre des Hommes, nel suo Dossier “Indifesa” presentato a Roma, ci dice che solo in Italia più di 5.100 bambini sono vittime di reati nell’ultimo anno e che di questi il 61% sono bambine: un numero che è cresciuto del 56% in 10 anni. Non solo perché gli aumenti riguardano anche i maltrattamenti in famiglia (+87%), l’abbandono di minori (+94%) e le violenze sessuali aggravate cresciute del 42%.

In continuo incremento, solo nel nostro Paese, sono anche lo sfruttamento sessuale dei minori da parte della criminalità organizzata nelle reti pedofile con un +411% di vittime dei reati di pornografia minorile, un +285% nel materiale pornografico, reati che vedono in entrambi i casi l’80% di vittime in bambine e ragazze. “L’osservatorio delle Forze dell’Ordine parla di un’Italia che negli ultimi dieci anni ha visto un’impennata di casi delittuosi in cui i bambini e, in misura ancora maggiore, le bambine sono vittime”, ha dichiarato Donatella Vergari, Segretaria Generale Terre des Hommes. Sempre in Italia 1 donna su 3 ha subito una forma di violenza da bambina e l’11% ha vissuto abusi sessuali, mentre

in Europa ci sono 21 milioni di donne che hanno vissuto una forma di abuso o atto sessuale da parte di un adulto prima dei 15 anni (12%), e il 30% delle donne che ha subito abusi sessuali da adulte avevano vissuto episodi di violenza durante l’infanzia

Un’infinità di ingiustizie che rendono indiscutibilmente le bambine come la parte umana più esposta in questo momento sul Pianeta a causa di una doppia discriminazione: sia quella di genere che quella di minore. Una parte importante dell’umanità, che un giorno sarà adulta, e che potenzialmente potrebbe ribaltare completamente le carte in tavola per il futuro con generazioni di bambine e ragazze che se potessero sviluppare consapevolezza potrebbero essere protese subito a battersi con coraggio e determinazione per una condizione di vita migliore per tutte. Come si fa? Si parte dall’istruzione e dall’educazione ai diritti umani ma senza aspettare che qualcuno gli spari in testa.

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