Il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden e la vicepresidente, Kamala Harris stanno cercando di riparare ai danni dell’amministrazione Trump riguardo la salute e i diritti sessuali e riproduttivi. Lo ha fatto mesi fa con un memorandum purtroppo lunghissimo, con una azione che secondo Human Rights Watch, dovrà essere un’azione sia esecutiva che legislativa. Con il memorandum emesso, ha subito ha revocato alcune azioni politiche dell’ex presidente che aveva reso difficile per le donne sia parlare liberamente con i propri medici, sia accedere ai servizi sanitari, sia ottenere le informazioni utili. Politiche che hanno anche influenzato il diritto alla vita, a essere liberi da trattamenti inumani o degradanti, alla non discriminazione, alla privacy e alla libertà di espressione. Un insieme di gravi lesioni dei diritti umani. E cos’ facendo, per Amanda Klasing co-direttrice per i diritti delle donne di HRW,
“Il presidente Biden ha compiuto un passo necessario per porre fine alle politiche statunitensi che danneggiano i diritti umani e la salute di donne e ragazze negli Stati Uniti nel mondo”
Il memorandum affronta quattro punti fondamentali
La prima è la revoca della Protecting Life in Global Health Policy, nota come “Global Gag Rule” o “Mexico City Policy”, istituita da amministrazioni repubblicane e dal presidente Trump nel suo primo giorno in carica, vietando gli aiuti statunitensi per attività legate all’aborto e nonché i finanziamenti per sostenere organizzazioni straniere in qualsiasi attività correlata all’aborto, inclusa la consulenza. Cosa che ha interrotto la fornitura dei servizi sanitari a livello globale, compresi i fondi dedicati per il Piano di emergenza per l’AIDS Relief (PEPFAR), la programmazione per l’HIV / AIDS e la nutrizione.
La seconda, Biden ha ordinato alle agenzie di adottare le misure necessarie per ripristinare i finanziamenti per il Fondo delle Nazioni Unite che fornisce assistenza sicura alla maternità e protezione dalla violenza di genere in situazioni di crisi a livello globale, bloccati nel 2017.
Terza cosa, ha chiesto che le agenzie competenti revocassero la conformità ai requisiti legali di “integrità del programma”, che poneva restrizioni agli operatori sanitari nel programma “Title X” che finanzia i servizi di pianificazione familiare per oltre quattro milioni di persone e garantisce l’accesso all’assistenza sanitaria e riproduttiva di base: conformità che escludeva le informazione sulle opzioni di gravidanza, compreso l’aborto. Inoltre, per HRW, l’amministrazione Biden dovrebbe sostenere l’azione del Congresso, come il Global HER Act, che è stato introdotto il 28 gennaio sia al Senato che alla Camera, per abrogare definitivamente la regola del “bavaglio globale”, ponendo fine a una pericolosa negazione per la protezione dei diritti di donne e ragazze.
E dovrebbe quindi promuovere i diritti sessuali e riproduttivi una priorità non solo nella politica interna in tutto il mondo e nei forum multilaterali globali
Il ritiro della firma alla Dichiarazione di consenso di Ginevra
Biden ha inoltre ordinato di ritirare la firma alla Dichiarazione di consenso di Ginevra che è stata guidata dagli Usa insieme ad Arabia Saudita, Bahrein, Brasile, Ungheria, Polonia, Pakistan e Sud Sudan, che pretende di promuovere la salute delle donne, ma che in realtà è contro l’interruzione di gravidanza. L’amministrazione Biden sta per revocare anche i regolamenti che promuovono la discriminazione e riducono l’accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva negli Stati Uniti sulla base di obiezioni religiose o morali, tra cui la “Regola di rifiuto della cura” e le norme sulle esenzioni ai servizi di prevenzione ai sensi dell’Affordable Care Act . La nuova amministrazione ha anche intenzione di affrontare gli impatti della crisi climatica sulla salute e ha promesso di “fornire giustizia ambientale” con l’azione dell’intero governo per proteggere la salute pubblica dall’impatto del cambiamento climatico con finanziamenti significativi per l’assistenza sanitaria riproduttiva e la salute dei bambini incentrato sulle disuguaglianze razziali.