In tutta la Francia si moltiplicano le proteste a sostegno di una ragazzina, ormai diventata grande, che ha denunciato lo stupro da parte di 20 vigili del fuoco avvenuto 10 anni fa, quando aveva tra i 13 e i 15 anni. Il suo caso è esaminato dalla più alta corte del paese e le attiviste premono affinché sia l’inizio per varare una legge sul consenso sessuale, come già è in parte dell’Unione Europea.
Julie ha dichiarato di essere stata stuprata dai vigili del fuoco parigini per due anni, dopo essere stata adescata da Pierre, un pompiere che l’aveva assistita durante una grave crisi d’ansia quando aveva 13 anni
Tre degli imputati hanno ammesso di aver avuto rapporti con lei sostenendo che la ragazzina fosse consensuale. Anche se in un diario scritto poco dopo i fatti, Julie afferma che in quel momento era “terrorizzata e paralizzata dalla paura”. Pierre, che aveva la sede alla stazione dei pompieri di Bourg-la-Reine a Parigi, aveva ottenuto il numero di telefono di Julie dalla sua cartella medica, in cui era stata registrata anche la sua età. Julie dice che prima l’ha bombardata con “messaggi affettuosi”, poi le ha chiesto di spogliarsi in webcam e quando la bambina lo ha fatto, ha passato il suo numero a un altro vigile del fuoco che le ha chiesto la stessa cosa. Il caso di Julie è arrivato alla Corte di Cassazione, che si pronuncerà il 17 marzo, perché gli avvocati della parte offesa sostengono che non solo tre di loro ma tutti i 20 vigili del fuoco, provenienti da varie stazioni, devono essere accusati e che
l’accusa trasformata in appello per “abusi sessuali senza violenza, coercizione, minaccia su una minore di 15 anni”, deve essere riclassificata come “stupro aggravato su una minore”
La legislazione francese afferma che per una persona che ricopre ruoli ufficiali, è un reato avere rapporti sessuali con una persona di età inferiore ai 18 anni. Ma secondo la legge, affinché si portino avanti le accuse di stupro, colei che ha denunciato deve dimostrare che è stata forzata o violentemente costretta, e in caso contrario l’accusato può essere accusato solo di abusi o molestie senza coercizione. La pena massima per questo è di sette anni, rispetto a 20 per stupro. Secondo le dichiarazioni degli investigatori, la salute mentale e fisica di Julie ha iniziato a peggiorare dopo le violenze che portarono a più convulsioni, mentre i vigili del fuoco hanno frequentato la sua casa 130 volte in due anni. Poi Julie ha iniziato ad avere paura e le sono stati prescritti dei farmaci ansiolitici. Sua madre, Corinne Leriche, ha detto che in un primo momento era contenta che Pierre chiamasse a casa per sapere come stava di Julie. “Ho anche fatto una torta per i pompieri – ha detto – ed eravamo grati per il fatto che si fossero presi cura di Julie quando era malata”.
Nel gennaio 2009 Pierre è andato a trovarla a casa e la signora Leriche ha portato il cane a fare una passeggiata: momento in cui, secondo Leriche, è avvenuto lo stupro della figlia. “Ho pensato che fosse l’ultima persona a poter fare una cosa del genere, perché l’aveva aiutata così tante volte vedendo quanto fosse vulnerabile”. Nel novembre 2009 Pierre si è presentato in uniforme e ha portato la quattordicenne Julie nel suo appartamento, dove lei ha affermato davanti agli investigatori di essere stata violentata di nuovo.
In un secondo momento sarebbero arrivati altri colleghi e Julie sarebbe stata stuprata in gruppo mentre gli uomini guardavano materiale pornografico
Nel 2018, a seguito delle proteste delle femministe, è stata proposta una modifica della legge per introdurre un’età di consenso dai 15 anni in poi. Una modifica che considererebbe automaticamente stupro aggravato, un rapporto sessuale avvenuto con una persona sotto i 15 anni. Eppure la legge non è stata approvata a seguito di un rapporto governativo che ha concluso che una legge del genere avrebbe portato a “un’assunzione di colpa” automatica.
Julie ha sospeso i medicinali nel luglio 2010 dopo valutazione medica del trattamento effettuato per i suoi problemi e, essendo più lucida, ha rivelato gli stupri subiti a sua madre. Il 31 agosto Leriche ha presentato una denuncia ufficiale alla polizia. Sei mesi dopo, i tre uomini accusati di aver stuprato Julie a casa di Pierre, sono stati messi sotto inchiesta, ma non è mai stata intrapresa alcuna azione contro i rimanenti 17. Durante l’interrogatorio, due degli imputati hanno ammesso di aver fatto “sesso di gruppo” con Julie mentre erano in servizio e indossavano le loro uniformi. Un altro ha confessato di un atto sessuale in un gabinetto di un ospedale parigino dove Julie era stata ricoverata, ma ha affermato di non aver notato che la bambina mostrava segni di vulnerabilità. Nel marzo 2011, è stato nominato un giudice per indagare sul caso riguardante i tre accusati di stupro di gruppo.
Ci sono voluti 8 anni di indagine al termine dei quali il giudice ha deciso di far cadere le accuse di stupro su una minore e di sostituirle con “sesso consensuale con penetrazione con una minore di 15 anni”
Nelle prime fasi dell’indagine altri quattro vigili del fuoco, che erano presenti a uno dei presunti stupri, sono stati accusati di “mancata protezione” ma tutte le accuse sono state successivamente ritirate. Dopo aver sentito l’esito dell’indagine, Julie ha tentato il suicidio, subendo gravi danni per il processo. La famiglia ha rigettato la decisione del giudice e ha portato il caso alla corte d’appello di Versailles. Lo scorso novembre, l’appello è stato respinto perché la corte ha deciso che Julie aveva acconsentito agli atti sessuali. Marguerite Stern e il suo gruppo femminista l’Amazone sono uno dei numerosi gruppi femminili in Francia che organizzano manifestazioni pubbliche in solidarietà con Julie.
“Per dieci anni hanno combattuto da soli, ora migliaia di femministe provenienti da tutta la Francia si stanno unendo a loro – ha detto Stern – Chiedendo che i pompieri siano processati per stupro e non per molestie. Questa cultura misogina nei nostri tribunali deve finire”. Il pubblico ministero nel caso di Julie spera, se avrà successo, di stabilire una nuova giurisprudenza per rimuovere la necessità di dimostrare l’uso della forza o di ulteriore violenza per garantire una condanna per stupro su un minore di età inferiore ai 15 anni. Marjolaine Vignola, avvocato legale di Julie, dice: “In questo caso c’è ogni stereotipo di stupro:
i giudici e lo psichiatra dicono che Julie è una bugiarda, che ha acconsentito a fare sesso con tutti quegli uomini e che sta mentendo sull’essere stuprata perché “si vergogna”
Le richieste di un’età minima per il consenso in Francia sono aumentate. Il mese scorso il Senato ha appoggiato un disegno di legge per rendere l’età del consenso 13 anni, un’età soglia considerata insufficiente dalle associazioni per la protezione dei minori.
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Questo articolo è stato scritto da Julie Bindel il 7 febbraio 2021 e pubblicato su The Guardian