Un tribunale che preleva un bambino con “estrema crudeltà” non è giustizia

Una madre che subisce violenza domestica scappa con il figlio tramite il centro antiviolenza ma una volta che il padre si rifà vivo il caso va a finire in un tribunale civile dove viene deciso che la colpa è della donna che aliena il figlio, e per questo il minore viene prelevato con forza e messo in una casa famiglia

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“Estrema crudeltà” è la nona puntata della video inchiesta “Crimini invisibili” dove una mamma racconta delle violenze subite dal compagno. Scappata dopo la denuncia e l’appoggio di un centro antiviolenza, lui scompare per alcuni anni ma poi si ripresenta perché vuole il bambino e da lì comincia l’incubo. I servizi sociali organizzano visite del padre ma il bambino dopo un po’, non ci vuole più andare e da qui il tribunale comincerà a scavare un solco tra la madre e suo figlio in quanto imputa la responsabilità del rifiuto del minore a lei dichiarandola alienante.

La storia

Lei conosce lui nel 2003 e comincia una relazione in cui lui diventa sempre più geloso fino all’ossessione che lei lo possa tradire continuamente con altri uomini. Le controlla il telefono, dove va, chi incontra, cosa va a fare e vuole addirittura che lei abbandoni il lavoro. Poi lei rimane incita ma lui dubita che il figlio sia suo anche se lei è sicura al 100%. Vanno a vivere dai genitori di lui dove vivono i genitori e un fratello disabile. La convivenza è sempre più difficile, e l’ossessione che lui ha rispetto a lei diventa violenta, con atti di aggressione fisica sempre più ricorrenti.

La fuga

La violenza è sempre più evidente, le botte diventano insopportabili e lei decide di andare in centro antiviolenza che le consigliano di lasciare quella casa e di denunciare i fatti. Così viene accompagnata al commissariato e da li va direttamente dai suoi genitori con il bambino dove rimarrà a vivere. Lui sparisce per anni ma a un certo punto si rifà vivo e tramite il tribunale vengono attivati i servizi sociali che organizzano degli incontri tra padre e figlio fino a quando il ragazzino non si rifiuta di incontrare il padre.

Madre alienante

Da qui, malgrado la madre abbia sempre accompagnato il figlio dal padre e malgrado lei stessa cerchi di fare ragionare il figlio, la donna viene accusata di essere “alienante” e la giudice stessa le dice che ha la “palma d’oro” dell’alienazione parentale nei confronti del figlio. Così il tribunale decide di togliergli il bambino trasferendolo in una casa famiglia: eventualità che il bambino rifiuta completamente in quanto vuole restare a casa sua con la madre con cui non ha nessuno problema e che l’ha cresciuto fino a quel momento.

Il prelievo

Ma a nulla vale la parole di un bambino e per questo il minore viene prelevato con la forza dall’ospedale in cui è stato ricoverato per gravi disturbi legati allo stress della situazione. Prelevato con forza e crudeltà inaudita, alla madre viene impedito di entrare mentre la nonna che era con lui, viene strattonata, immobilizzata, e il piccolo preso mentre si dimena e urla chiamando al madre, portato via in pigiama e senza scarpe da un uomo adulto che lo immobilizza prendendolo in braccio. Un evento traumatico che la madre rivedrà nel volto del figlio quando riesce a fargli visita. Un bambino che spera ancora di tornare dalla madre ormai disperata e dilaniata dal dolore.

Per la CAMPAGNA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE E LA VIOLENZA DOMESTICA donnexdiritti.com ti invita a seguire ogni settimana le 11 puntate della video inchiesta “CRIMINI INVISIBILI” di LUISA BETTI DAKLI, giornalista d’inchiesta esperta di diritti umani e direttrice del web journal DonnexDiritti Network (le puntate sono visibili su tutte le pagine social di donnexdiritti).