Giorni fa il tribunale di Pisa ha eseguito un decreto con un prelievo di un bambino da casa sua. Sono arrivati in 15 tra cui 11 poliziotti. Il bambino urlava e piangeva, si è barricato da solo in bagno e gridava: “ANDATE VIA! VAI VIA!” al padre e all’assistente sociale che gli parlavano attraverso la porta del bagno dove lui si era barricato perché non voleva essere portato via.
Che cosa produce l’alienazione parentale
La curatrice, invece di chiamare un medico per accertarsi delle condizioni di salute del bambino, come era scritto nel decreto del tribunale, ha chiamato 11 poliziotti che hanno sfondato la porta del bagno, condotto fuori il bambino, portato al centro affidi e consegnato nelle mani del padre che lui rifiuta e che porterà il piccolo con sé in Sicilia, lontano dalla casa dove è cresciuto, lontano dalla madre, lontano dai suoi affetti e dai suoi amici. Un pianto disperato che ho sentito quando questa mamma mi ha chiamata per chiedere aiuto.
Grida identiche a quei bambini che come lui hanno cercato aiuto mentre venivano allontanati dalla madre. La bimba di Baressa, il bambino di Assisi, il figlio di Assunta, i fratellini di Battipaglia, e tanti altri ancora
Falsi abusi e falsi ricordi
Quanto ancora dobbiamo sopportare questa grave lesione dei diritti umani basata sull’applicazione di una teoria inventata, mai dimostrata, per cui un minore che rifiuta un genitore è manipolato dall’altro e quindi va espulso dalla vita del minore? Per quanto tempo continueremo a sopportare che i bambini che denunciano un abuso, una violenza fisica, una violenza assistita, mentono perché “suggestionati” da falsi ricordi e quindi falsi abusi?
Fin quando i tribunali italiani continueranno a tutelare padri inadempienti, inadeguati, maltrattanti, violenti e abusanti perché un padre è sempre un padre e quindi ha il potere di vita e di morte sui propri figli? Tutto ciò è inaccettabile, un ripristino reale della patria potestà cancellata ormai dal nostro codice ma non dalla mente di questa gente. Ripristino del pater familias che può disporre qualsiasi decisione, anche la vita o la morte, come nel caso dei femminicidi, perché la donna e la prole sono di sua proprietà e quindi ne dispone come vuole impunemente.
Da dove inizia la storia
Questa è una storia che inizia in Italia negli anni Novanta ma che ha il suo primo importante giro di boa nel 2006 con il varo della legge 54 sull’affido condiviso, una norma che nel nostro ordinamento esisteva già con l’affido congiunto ma che da quel momento in poi diventa il diktat della bigenitorialità per salvare i poveri padri separati ridotti sul lastrico. Mi ricordo benissimo come nel 2006 in parlamento ci fosse uno schieramento maschile trasversale ai partiti ma compatto.
uomini che si erano stufati di pagare il mantenimento e di lasciare la casa alla madre dei loro figli su cui la lobby, che puntava anche a altro, in quel momento fa presa
Una legge presentata dall’onorevole Paniz di Forza Italia e redatta anche da quella lobby che negli anni abbiamo cominciato a conoscere come la lobby dei padri separati, quelli della Pas: la controversa Sindrome di alienazione parentale. Sono loro che nel corso degli anni si agganciano a ogni politico che sia in grado di portare avanti le loro istanze, e nel tempo redigono un numero spropositato di leggi per far inserire questo costrutto della Sindrome dell’alienazione parentale, definito nazista dalla recente ordinanza di Cassazione, in una legge dello Stato. E questo perché vogliono imporla in maniera definitiva, vogliono il timbro, e cominciano a farla penetrare nei tribunali in attesa di un riconoscimento definitivo che non arriva.
un lavoro certosino che ha visto un gruppo sparuto fatto di seguaci di Gardner, diventare una lobby in grado di promettere voti e quindi di influire sulla politica
La Lobby pro Pas
Si comincia con alcune associazioni, si continua infiltrandosi nelle scuole di psicologia, nelle università, perché a un certo punto capiscono che per quanto riguarda le accuse di abuso e pedofilia da parte dei bambini, è lo psicologo a decidere l’ascolto perché ha un peso più forte del giudice in quanto esperto, e quindi quella diventa la loro roccaforte: la psicologia giuridica da cui usciranno i nuovi cadetti delle Consulenze tecniche d’ufficio nei Tribunali, in grado di ribaltare il ruolo di vittima in carnefice e viceversa, e di zittire così i bambini. Anche gli avvocati si specializzano, oltre che psichiatri, psicologi, professori universitari, perché chiunque può sposare la causa e entrare in un business che può fruttare molti soldi. Compresi gli assistenti sociali e le case famiglia, altre braccia armate della Pas, fondamentali per prelevare i minori.
Sulla scia della sindrome inventata dallo psichiatra pedofilo americano Richard Gardner per scagionare prima di tutto i pedofili e gli abusanti, e poi in seconda battuta i maltrattanti, si costruiscono vere e proprie milizie pronte a minacciare e a spazzare via distruggendo, chiunque si opponga al loro cammino
Il ddl 957 bocciato al senato
E arriviamo al 2012 quando una di queste leggi sta per essere approvata: il Ddl 957 in discussione alla commissione giustizia del senato presieduta dalla procuratrice Silvia della Monica. Nessuno si era accorto di cosa davvero contenesse quel disegno di legge, ma ce ne accorgiamo noi, le femministe tanto criticate e i centri antiviolenza, e lo rendiamo pubblico. Per questo veniamo minacciate, anche di morte, perseguitate e infangate, così come i senatori e le senatrici che ritirano la firma dopo essere stati avvertiti di cosa si trattasse. Noi però non ci fermiamo e riusciamo a bloccare quella legge dopo una lotta estrema, tanto che quando escono dal senato volano stracci e Silvia della Monica viene pesantemente minacciata insieme alla sua assistente che si mette paura.
Chi sono e cosa vogliono
La storia continua, anche senza legge, e la lobby diventa più grande perché accanto ai padri separati ci sono interessi più forti: una lobby che non solo aiuta i maltrattanti a riprendersi i figli e a non dare più una lira alle ex ottenendo l’affido del bambino, ma scagiona i pedofili, anzi quella è la loro specialità. Tanto che alcuni nomi di famosi pasisti tornano, anche se in modo defilato e inaspettato, nelle indagini di chi vorrebbe discolpare gli autori dei casi della bassa modenese ma anche nel caso di Rignano Flaminio come Vittorio Apolloni che nel 2001 mette su l’archivio sui falsi abusi a Torino, dopo che il figlio era stato accusato di aver abusato dei bambini nella scuola materna “Bovetti” di La Loggia, poi condannato anche dalla Cassazione.
Un personaggio che ha contribuito a divulgare in Italia il concetto di falsi abusi attraverso il fake, usato da tutta la lobby pro-Pas, per cui le denunce di violenze sessuali sui bambini sarebbero per il 90% false e intervenendo in tutti i casi di pedofilia, compreso un vademecum su come respingere le accuse nel caso di Rignano Flaminio.
Apolloni che era “consigliere nazionale con delega specifica nell’area abusi ai minori” in Adiantum nel 2008 con Vittorio Vezzetti, uno dei redattori del ddl Pillon, presidente, e che nel 2009 troviamo, tra gli altri, con Vezzetti, Casonato, e l’ex ministro Carlo Giovanardi, altro paladino dei falsi abusi, al convegno di Adiantum, “Il futuro non aspetta” (18/20 settembre, San Cesario sul Panaro a Modena). Tutti amici di Pillon, compreso il neuropsichiatra infantile Giovanni Battista Camerini, autore di più di 200 Ctu, e altro redattore del ddl Pillon nonché seguace di Gardner.
Il ddl Pillon
La Pas va avanti, con questa teoria si può scagionare chiunque: tu dici che io sono violento? Uno psicologo dimostra che non solo non è vero ma sei tu che ti inventi frottole e sei una madre malevola che mi mette contro, che manipoli il bambino, un gioco che riesce con le madri, ed è facilissimo con i più piccoli che sono quelli che in assoluto non vengono creduti per niente. Poi c’è il caso di Cittadella: chi non si ricorda il bambino trascinato per le mani e le gambe dal padre e dallo psichiatra della Ctu quando furono mandate in onda da “Chi l’ha visto?”
Un altro clamore mediatico che mina la figura del povero padre separato senza soldi e senza affetto, respinto da una madre cattiva e malevola
Ma la lobby si riorganizza, il suo punto di riferimento non è più Forza Italia, ma la Lega a cui promette voti, molti volti, perché l’affare si è ingrossato, cosi come gli interessi. E arriviamo al 2019 con il ddl 735, il ddl del senatore della Lega, Simone Pillon che va oltre e vuole di più. Non solo l’alienazione parentale in una legge, paragonata all’abuso su un minore, ma la limitazione del divorzio e la sanzione a chi non rispetta la bigenitorialità anche nel caso in cui il genitore escluso dall’affido sia un violento o un pedofilo. In piena sintonia con i movimenti di estrema destra nel mondo raggruppati in Agenda Europa per il Ripristino dell’Ordine naturale, come si ripeterà a Verona durante il Congresso delle famiglie nel marzo 2019, Pillon pensa di portarsi a casa il punto.
Ma fortunatamente fallisce. Scoppia la bufera. Con un anno di lotte immane riusciamo a fermarla, ma quello di cui loro non si rendono conto è che Pillon, suo malgrado, ha creato un fronte anche dall’altra parte che oggi è più che mai convinto della assoluta necessità di avere si una legge, ma contro l’alienazione parentale, contro la sua scuola di psicologia giuridica, contro la prassi di adottare in maniera acritica ogni decisione presa da uno psicologo o una psichiatra in materia giuridica come quella degli affidi. Donne che cercano di separarsi per fuggire da mariti maltrattanti e che si ritrovano le istituzioni come i più fedeli alleati dei loro stessi mariti.
Giudici che non si basano più sulle prove concrete ma su comportamenti inconsci che trasformano il tribunale nello studio di Freud
Le proposte di legge contro l’alienazione parentale
Oggi una legge è necessaria, e in discussione alla camera adesso ce se sono tre sugli affidi, che vieti una volta per tutte questo stato di cose. Basta prelevare bambini piccoli con la forza. Una lesione dei diritti umani degna della corte penale internazionale. Perché un bambino che rifiuta un genitore ha delle ragioni ben precise e va ascoltato, va indagato. È un loro, un nostro diritto, un impegno di civlità.