La Slovenia ha approvato la legge in base alla quale il sesso senza consenso è stupro. Fino a quel momento infatti, la legislazione slovena prevedeva l’accusa di “stupro” soltanto nei casi in cui ci fosse stato uso della forza o coercizione comprovata senza possibilità di difendersi. Una vittoria storica per le donne, che enfatizza il lento ma progressivo cambiamento culturale che sta avvenendo riguardo la violenza di genere. Il testo approvato è chiaro: Sì vuol dire sì, no vuol dire no.
La legge sul consenso: perché è così importante
La legge precedente non teneva in considerazione, come anche accade in altri paesi europei, che la vittima potesse subire una paralisi involontaria o fosse incapace di reagire di fronte alla violenza sessuale. E questo nonostante le affermazioni di molti psicologi e psichiatri, che hanno spiegato ripetutamente come queste fossero le reazioni più comuni che le donne e ragazze avevano sperimentato quando avevano subito violenza. La Direttrice Europea di Amnesty International, Agnès Callamard, ha affermato che “Oltre a essere una vittoria storica per le donne in Slovenia, questo è anche il testamento di anni di lotte delle sopravvissute, che hanno lavorato duramente per evitare che altre donne dovessero passare ciò che avevano passato loro”.
“C’è ancora molto lavoro da fare per affrontare le dinamiche della violenza così radicate e stereotipi di genere così fortemente dannosi”
Il consensuale puro considera reato qualsiasi tipo di atto sessuale nel quale manchi il consenso valido della persona offesa. Tuttavia, la Slovenia è solo il tredicesimo paese che approva una legge sul consenso, dopo Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Lussemburgo, Malta, Regno Unito, Svezia. Anche Svizzera, Slovenia, Finlandia e Paesi Bassi hanno manifestato la volontà di andare verso il modello consensuale puro e la Spagna ha approvato un disegno di legge sul consenso ribattezzato Solo sì es sì (Solo un sì è sì). Mentre in In Germania la nuova legge sullo stupro, approvata nel 2016, era chiamata: No significa no. Negli altri paesi continua a vigere una legislazione che prevede che lo stupratore debba usare la forza contro la vittima o costringerla in qualche modo per poter parlare di violenza sessuale e rapporto non consensuale, anche se i dati ci dicono che questo avviene solo in parte.
Lo stupro da un uomo che consoci
Molti degli stupri avvengono all’interno del rapporto coppia, o da parte di ex partner, o da persone che la vittima conosceva e di cui si fidava. Spesso e volentieri, è proprio questa la motivazione per cui le donne e le ragazze non denunciano, a causa dello stereotipo ancora ben saldo secondo cui non è c’è stata violenza perché tra la sopravvissuta e lo stupratore c’era una relazione sentimentale o amicale.
La legge può essere un buon punto di partenza per incidere sulla cultura di un paese creando precedenti nell’ambito giudiziario che aiutino a sradicare quegli stereotipi così nocivi e lesivi per le donne e le ragazze che subiscono violenza
Una violenza che è un fenomeno endemico che coinvolge più di un miliardo di ragazze e donne nel mondo e che con il Coronavirus è aumentato in proporzioni massicce anche in Europa. Nonostante questo, abbiamo assistito durante l’ultimo anno al ritiro della Convenzione di Istanbul dell’Ungheria e della Turchia, mentre in Polonia se ne sta ancora discutendo anche se il divieto del diritto all’aborto con un colpo di mano del Tribunale, ha già scatenato le rivolte delle donne e delle associazioni femministe.
La situazione in Italia
In Italia, la situazione è ancora estremamente precaria, con un Piano Antiviolenza che deve ancora essere rinnovato e nessuna azione concreta volta alla protezione e all’ascolto delle sopravvissute, che vengono rivittimizzate continuamente sia nelle aule dei tribunali che nei media.
La possibilità di approvare una legge sul consenso anche nel nostro paese viene portata avanti dalla campagna “Io chiedo” promossa da Amnesty International, che vuole introdurre il criterio sull’assenza di consenso nell’articolo 609 bis del codice penale sul reato di violenza sessuale per modificare così una volta per tutte il criterio di valutazione di uno stupro.
“Quello di oggi in Slovenia è un momento storico. In Europa l’aria sta cambiando, finalmente. Un crescente numero di governi e parlamenti si sta convincendo che occorrano leggi moderne ed efficaci per combattere la violenza sessuale. Ci auguriamo che l’Italia sia il quattordicesimo stato a compiere questo importante passo avanti”, ha detto Tina Marinari, responsabile della campagna “Io lo chiedo”.