Se Assange marcisce in prigione, cosa sarà della libertà di stampa?

Senza Wikileaks il mondo non avrebbe saputo dei crimini di guerra americani in Afghanistan e in Iraq, eppure il suo fondatore è stato arrestato nel 2019 e rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh e mai più rilasciato

Donatella Martini
Donatella Martini
Manager e Presidente di Donne in Quota, associata alla Lobby Europea e alla Rete per la Parità



Da 10 anni si consuma a livello internazionale un grave attacco ai diritti umani e alla libertà di stampa, iniziato dal caso di Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, nato nel 2006, con cui ha cominciato un nuovo modo di fare giornalismo d’inchiesta, garantendo anonimato ai suoi informatori o “whistleblowers”.

L’arresto di Assange a Londra

Julian Assange

Ha pubblicato documenti e video riservati in collaborazione un grande numero di media in tutto il mondo. Senza Wikileaks, l’opinione pubblica non sarebbe venuta a conoscenza dei crimini di guerra americani in Afghanistan e Iraq o cosa succedeva a Guantanamo e tanto altro ancora. I governi non amano essere sbugiardati davanti all’opinione pubblica: gli Stati Uniti se la sono legata al dito e stanno perseguitando Assange dalla pubblicazione del video Collateral Murder allo scopo di farne un esempio, per disincentivare altri giornalisti a fare lo stesso.

Assange durante l’arresto

Assange sta pagando un prezzo altissimo per aver fatto il suo lavoro di editore e giornalista. Su pressione americana, è stato falsamente accusato di stupro in Svezia e per evitare il pericolo di estradizione degli USA, ha vissuto 7 anni nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Durante questo periodo, sono stati violati i suoi più essenziali diritti e in barba all’immunità garantita alle ambasciate, è stato spiato anche durante le riunioni con i suoi avvocati e nell’aprile del 2019 è stato arrestato dalla polizia inglese dopo che il nuovo Presidente dell’Ecuador lo ha venduto agli americani.

L’arresto di Assange è arbitrario perché non ha pendenze giudiziarie in Gran Bretagna. Eppure è in isolamento nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra

La prigione

Nils Melzer

Nils Melzer, l’incaricato speciale sulla tortura delle Nazioni Unite, ha studiato il caso Assange e dopo avergli fatto visita a Belmarsh, ha denunciato pubblicamente i danni alla sua salute, causati da dieci anni di persecuzione e tortura psicologica e fisica. Ma la sua denuncia è rimasta inascoltata.  A gennaio si è concluso il processo per la sua estradizione negli USA, dove Assange rischia 175 anni di prigione. Anche in questo caso le violazioni ai diritti umani sono state molteplici: la giudice aveva pesanti conflitti di interesse, gli attivisti non hanno potuto vigilare sul corretto funzionamento del processo perché l’aula non era capiente, l’imputato non sentiva ciò che veniva detto in quanto protetto da pesanti pareti di vetro, e ha potuto incontrare solo raramente i suoi avvocati.

E se è vero che il tribunale inglese ha deciso di non estradare Assange, gli ha anche rifiutato la possibilità di uscire sotto cauzione, e la giudice Baraitser si è rifiutata di considerare la natura politica del caso

Stiamo parlando di giornalismo investigativo e di libertà di stampa. Stiamo parlando di democrazia perché il giornalismo investigativo e la libertà di stampa sono essenziali per la democrazia. Stiamo parlando della sistematica violazione dei diritti umani da parte della Gran Bretagna, Svezia, Ecuador su impulso degli Stati Uniti.

Wikileaks e la libertà di stampa

Se il governo americano può accusare di spionaggio un giornalista australiano che vive in Europa, significa che la libertà di espressione e di stampa è sotto minaccia in tutto il mondo. E se due paesi europei, Svezia e Gran Bretagna, aiutano gli americani e per farlo, calpestando i diritti umani, significa che diritti umani, libertà di espressione e di stampa sono sotto grave attacco non solo negli USA ma anche in Europa.

Il gran numero di media nel mondo che ha beneficiato dei documenti e video riservati messi a disposizione da Wikileaks, cosa ha fatto a difesa di Assange e della libertà di espressione e di stampa in questi 10 anni? Purtroppo poco o niente perché nel frattempo la libertà di stampa è diminuita in tutti i paesi del mondo, anche in quelli che si definiscono democratici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

News

Facebook

Twitter

On screen

[elfsight_youtube_gallery id="1"]