A partire dall’autunno di quest’anno, la misoginia verrà classificata come crimine d’odio. È questa la decisione annunciata in Parlamento da Susan Williams, conservatrice alla Camera dei Lord inglese e vice ministra degli interni. Una proposta che gira da circa un anno e che adesso potrebbe diventare realtà, per cui il governo richiederà da parte della polizia di
identificare e riportare tutti gli episodi di violenza, inclusi lo stalking e le molestie, che la vittima riferisce come motivati dal suo sesso
Dopo il femminicidio di Sarah Everard
È indubbiamente una decisione storica, che segue le orme dell’ormai dilagante dibattito innescato dal femminicidio di Sarah Everard, rapita e uccisa i primi di marzo dall’agente di polizia Wayne Couzen. La vicenda ha scatenato la rabbia collettiva delle donne che al grido di “Riprendiamoci le strade” hanno partecipato alla veglia organizzata per Sarah, interrotta però dalla polizia londinese che ha caricato la folla. Ma la storia di Sarah è solo la punta dell’iceberg. Infatti da anni, numerose campagne come quella portata avanti dalla Fawcett Society, un ente di beneficienza inglese che si occupa di diritti delle donne, e quella della deputata Stella Creasy, membro del Partito Laburista e Cooperativo:
promuovono l’importanza di una legge che classifichi la misoginia come crimine d’odio nei confronti delle donne, proprio per l’appartenenza al sesso femminile
Il provvedimento
In un paese dove il 97% delle donne tra i 18 e i 24 anni riporta di aver subito molestie sessuali, sembra scontato e necessario lo sforzo collettivo di arginare il fenomeno della violenza contro le donne debba provenire da tutti i fronti. Eppure, dei casi di stupro denunciati l’anno scorso, solamente uno è stato condannato con sentenza.
Rimane quindi ancora fortissimo lo stigma sociale e soprattutto l’incapacità delle forze dell’ordine e del sistema legislativo di affrontare questi temi. Dall’autunno 2021 tutto questo però sembra in procinto di cambiare, dato che tutte le forze di polizia inglesi dovranno seguire la procedura di identificazione della misoginia come crimine d’odio obbligatoriamente.
“Sono entusiasta di scoprire che il governo abbia ascoltato la nostra campagna trasversale, sia di partito che di base, per rendere la misoginia un crimine d’odio e che ora stia finalmente facendo i primi passi in avanti in questa direzione”, ha detto Stella Creasy. La speranza, secondo la deputata, è che “dia a tutte le donne la sicurezza e la consapevolezza che quando decideranno di denunciare, verranno prese sul serio”.
Anche il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha espresso la sua approvazione di questa proposta, commentando la notizia sui social: “È giunto il momento per i londinesi di prendere posizione contro i comportamenti sessisti e misogini che si verificano ogni giorno nei posti di lavoro, a scuola, per le strade o sui trasporti pubblici”.
La necessità dunque, non è solamente quella di far sentire le donne più al sicuro ma di educare gli uomini a quelli che sono i comportamenti
I dati sulla violenza maschile in UK
Un modo per cui si spera in una maggiore attenzione e preparazione rispetto alle denunce di fatti inerenti alla violenza di genere. Nonostante questo, non basta la legge da sola. “Abbiamo urgentemente bisogno di dati migliori rispetto la prevalenza e la scala di range delle molestie sessuali che le donne devono affrontare ogni giorno. Un nuovo modo di classificare i casi non basta da solo a comprendere la portata del fenomeno, a meno che non sia accompagnato da finanziamenti volti a corsi di formazione per poliziotti e lavoratori dei trasporti pubblici”, dice Caroline Criado Perez, autrice di “Donne Invisibili: Esposizione dei pregiudizi sui dati in un Mondo Costruito per gli Uomini”, che continua affermando che “uno dei fattori dietro il divario dei dati sulle molestie sessuali, è che le donne non denunciano, perché non sanno a chi rivolgersi o che cosa denunciare”.
La sede delle Nazioni Unite in UK ha recentemente pubblicato un report in cui si evince che il 95% delle donne non denuncia le molestie sessuali, e tra queste il 98% ha tra i 18 e i 34 anni
La Commissione di Diritto inglese
I numeri dunque, sono molto più grandi di quello che si pensa, eppure c’è voluto il caso di Sarah Everard per aprire un dibattito che è ancora in corso, costringendo il governo a prendere una posizione visti i recenti tumulti scoppiati in tutto il Regno Unito. Ma non è detta l’ultima parola. Infatti nonostante la decisione del Parlamento, non c’è ancora una data certa all’entrata in vigore di questo provvedimento. Non solo, ma la misura viene definita come un “esperimento” in quanto la Commissione di Diritto inglese ha affermato che questo provvedimento non garantirebbe maggiore giustizia nei confronti delle donne che hanno subito violenza.
Eppure, la necessità di una legge contro la misoginia come crimine d’odio nei confronti delle donne appare sempre più necessario, visti anche i dati sulla violenza di genere che sono schizzati alle stelle dall’inizio della pandemia. Solo in Inghilterra le richieste di aiuto sono aumentate del 18%, mentre il 45% delle donne è convinta che anche denunciando non servirebbe a nulla. La speranza è che la legge riesca a passare dunque alla Commissione di Diritto inglese e che possa essere d’esempio a tutta Europa.