Il Protocollo Napoli e l’Università Federico II promuovono una serie di webinar di approfondimento sul tema dell’affido dei figli nel quadro della violenza domestica. I webinar, a cadenza mensile a partire dal 18 marzo 2021, sono mirati a un
confronto tra gli psicologi e gli operatori della giustizia per individuare i pregiudizi comuni nell’approccio alle donne vittime di violenza e ai loro figli minori
I pregiudizi da abbattere
Pregiudizi presenti sia nel mondo della psicologia sia nel mondo giudiziario, che oggi ostacolano da un lato, una corretta visione del problema del così detto “miglior affido” e superiore interesse del minore, dall’altro, quello della tutela delle vittime di violenza. Prima di tutto, per ricomporre il quadro della tutela del minore e della donna vittima di violenza, va rimesso al centro il tema del maltrattamento assistito, che colpisce i minori quando una madre subisce violenza, e che costituisce, nella letteratura internazionale e nazionale, il più diffuso abuso e trauma infantile dopo l’incuria.
Il maltrattamento assistito colpisce al cuore i diritti fondamentali alla salute e alla sicurezza di cui un minore è soggetto e portatore, e che quindi non può essere ignorato nell’attribuzione, da parte di un consulente o di un giudice, della competenza genitoriale, mettendo in questo caso in sordina un altro diritto emergente del minore, il cosiddetto diritto alla bigenitorialità. Non possiamo, infatti, come psicologi e come magistrati, accettare acriticamente il principio della bigenitorialità senza confrontarlo ogni volta con la realtà diffusa della violenza maschile contro le donne, come definita e descritta dalle convenzioni internazionali transitate nel nostro ordinamento giuridico. In particolare la Convenzione di Istanbul ci ha insegnato, sul piano psicologico, e ci ha vincolato, in forza di legge, a considerare che la difesa della salute e della sicurezza del minore passa attraverso la difesa e la tutela della madre vittima di violenza.
I webinar intendono offrire alla discussione le riflessioni di Protocollo Napoli sulle distorsioni che emergono dalle consulenze tecniche
L’ascolto del minore
Come ad esempio: il non ascolto del minore e delle sue paure, emozioni e ragioni nel rifiuto di un padre; l’attribuzione alla madre, in genere dipinta come malevola e rancorosa, di un presunto processo manipolatorio nei confronti del figlio; una temeraria indicazione di allontanamento traumatico del minore dal suo ambiente, presentato come necessario per un recupero del rapporto con il padre. I Webinar sono quindi l’occasione per creare un confronto tra operatori della giustizia e della psicologia con il fine di far crescere un comune sentire, scevro da pregiudizi, sulla violenza contro le donne e sulle sue conseguenze nella vita dei minori.
Nel fare questo ci proponiamo anche di dare una nuova dignità sia alla psicologia sia al diritto che vediamo oggi snaturato da molte distorsioni procedurali, metodologiche e concettuali. In particolare ci preme mettere un argine a una deriva che è quella della reciproca invasione di campo tra mondo psicologico e giudiziario, con la conseguenza negativa di vedere, da un lato, i provvedimenti giudiziari assumere la forma di “cartelle cliniche” e dall’altro, le consulenze tecniche trasformarsi tout court in provvedimenti giudiziari.
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