Anche Nichi Vendola, leader di Sel, ha risposto alla mia “Lettera aperta (a sinistra) su Femminicidio e Pas” apparsa su questo blog e che riporto qua sotto. La sua risposta è stata pubblicata sul Manifesto due giorni fa e quindi ho il piacere di riportarla adesso in maniera integrale sul blog da dove la lettera-appello è partita. Ringrazio sia Vendola (Sel) che Antonio Ingroia (Rivoluzione Civile) per aver risposto, dimostrando una certa sensibilità al tema del Femminicidio e della Pas (sindrome di alienazione parentale), e rinnovo l’appello a parlarne direttamente nei loro interventi pubblici in campagna elettorale. Ovviamente non demordo e aspetto anche quella di Pierluigi Bersani ricordando, in questo momento di avvicinamento tra lui e Monti, che l’ultimo governo per quanto riguarda le politiche di contrasto al femminicidio e di tutela per le donne, non ha fatto davvero nulla di concreto, che la firma alla Convenzione di Istanbul non è sufficiente a questo contrasto perché appunto occorre una verifica di come la Convenzione può essere applicata a livello nazionale, e che l’alleanza stretta e manifesta di Monti con la Chiesa è per le donne un vera e propria mina vagante.
Risposta di Vendola (Sel) alla Lettera aperta (a sinistra) su Femmincidio e Pas
“Cara Luisa Betti, abbiamo bisogno di donne libere per la politica e per il cambiamento: donne consapevoli dei propri diritti e del proprio valore. E’ responsabilità della politica che passi essenziali in questa direzione vengano compiuti e prese misure efficaci: fondi adeguati per la formazione di polizia, ospedali, giustizia, centri antiviolenza e soprattutto radicali programmi scolastici di educazione sentimentale per le relazioni solidali tra ragazzi e ragazze. Un capitolo essenziale riguarda la lotta contro tutte le forme di violenza contro le donne, a cominciare da quella economica. Per esempio un problema su cui bisogna fare chiarezza e proposte politiche e sociali, riguarda le madri separate di cui un’altissima percentuale subisce le conseguenze della separazione in termini di impoverimento materiale e psicologico”.
Nichi Vendola
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Risposta di Ingroia alla Lettera aperta (a sinistra) su Femmincidio e Pas
Cara Luisa Betti,
la parità di genere e la salvaguardia dei minori contro ogni forma di violenza e di discriminazione rappresentano una fondamentale battaglia di giustizia sociale, che abbiamo intenzione di condurre in Parlamento come un impegno essenziale del nostro progetto politico. La tutela della donna costituisce ancora un’emergenza sociale, la violenza su di loro va contrastata attraverso politiche educative e di prevenzione, inasprimento delle sanzioni e tutele adeguate per chi é vittima di ogni atto lesivo dell’integrità fisica e psicologica. L’articolo 3 della Costituzione stabilisce che nessuno può essere discriminato per causa di razza, sesso, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali. Un principio fondamentale che purtroppo non è ancora garantito: per questo, in Parlamento, presenteremo una proposta legislativa contro il femminicidio. Allo stesso modo, la tutela dei diritti dei minori non viene garantita dagli attuali strumenti normativi ed è necessario adeguare la nostra legislazione a quella delle democrazie più avanzate. Quella dell’affidamento è una questione delicata ed urgente da affrontare, insieme a quella della protezione dei minori da ogni tipo di abuso. Noi siamo dalla parte dei non tutelati. Un Paese che vuole dirsi moderno non può consentire che siano calpestati i diritti basilari dell’individuo, anche per questo serve una Rivoluzione Civile.
Antonio Ingroia
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Qui di seguito la lettera rivolta ai tre leader della sinistra su Femminicidio e Pas, spedita 2 settimane fa e resa pubblica a cui hanno aderito e stanno aderendo sempre più donne e uomini, e alla quale Stefania Spanò si è unita con questa bellissima illustrazione di Annarikka.
Lettera aperta (a sinistra) su Femminicidio e Pas
Gentili Pierluigi Bersani, Nichi Vendola, Antonio Ingroia,
indirizzo questa lettera a Voi in veste di rappresentanti di quel mondo della sinistra italiana che è storicamente e culturalmente portavoce dei diritti delle donne e dei minori, per sottoporVi alcuni gravi fenomeni che colpiscono molti tra gli italiani e le italiane in cui bisogni andrete a rappresentare in Parlamento.
In qualità di giornalista esperta di diritti umani, e in particolare di violenza sulle donne e diritti violati dei minori, faccio appello a Voi affinché prendiate pubblicamente posizione, in questa campagna elettorale, su femminicidio, violenza sulle donne, uso della sindrome di alienazione parentale nei tribunali come lesione dei diritti fondamentali del fanciullo, fenomeni che stanno causando in Italia rispettivamente 1 donna uccisa ogni tre giorni, di cui il 70% all’interno di violenze domestiche che in Italia rappresentano l’85% della violenza sulle donne (dati ONU), mentre sempre più numerosi sono i bambini prelevati dal contesto in cui vivono per essere rinchiusi in case famiglia a causa dei ricorsi giudiziari sull’affidamento che spesso nascondono casi di violenza subita e/o assistita del minore o maltrattamenti o abusi (ci sono attualmente 30.000 bambini che transitano nelle case famiglia in Italia e in parte per contrasti sull’affido).
A questo proposito Vi invito a riflettere sul fatto che una delle chiavi per il miglioramento della società, come anche la ripresa economica in una crisi che è mondiale, oggi dipende dalle donne. E a dirlo non sono io, ma le Nazioni Unite che hanno constatato, attraverso programmi specifici di sviluppo nel mondo, come le donne in grado di decidere in una casa, in un’azienda, in un campo da coltivare, in una famiglia povera in cui ci sono bambini da crescere, sia una seria opportunità di vita e di sviluppo per l’intera comunità. La gestione delle risorse per il bene comune è fondamentale in questo momento, e le donne in tutto ciò hanno una marcia in più: hanno la capacità umana di pensare all’altro.
Cominciamo allora con il tutelare le italiane dall’essere uccise dall’ex marito.
Cominciamo cercando di prevenire la violenza sulle donne, soprattutto tra le mura domestiche che rappresenta la stragrande maggioranza dei casi di violenza fisica, sessuale, psicologica, economica in questo Paese.
Cominciamo vietando di far strappare “legalmente” bambini e bambine alle loro madri che invece di essere tutelati sono esposti a ulteriori traumi.
Vi chiedo di farlo non solo inserendo questi punti nell’agenda politica o coinvolgendo i vostri candidati e le vostre candidate, ma parlandone nei vostri interventi pubblici in prima persona in questa campagna elettorale.
Questa è la sinistra che molte donne vogliono, una sinistra con un cuore di cui si senta distintamente il battito.
Grazie per quello che farete e per la Vostra cortese attenzione
Cordiali saluti
Luisa Betti