Giorgia Meloni, finalmente una donna che va bene agli uomini

Presidente del consiglio sfonda il tetto di cristallo affinché le cose rimangano come stanno, anzi vadano sempre peggio

Loredana Taddei
Loredana Taddei
Giornalista, già Responsabile Politiche di Genere Cgil Nazionale e Consigliera al Ministero Lavoro



Giorgia Meloni è una donna. E i media sono impazziti. La prima donna presidente del Consiglio. E chi se l’aspettava in Italia? Poi non è nemmeno di sinistra ma di centrodestra, dicono. C’è un certo pudore a chiamare le cose con il loro nome, dire che è di estrema destra, ma questo nel processo di sdoganamento e normalizzazione ad opera di politici e media è diventato un dettaglio, anche se è la prima volta che l’estrema destra va al governo, dai tempi di Mussolini.

Guai a parlare del fascismo

Giorgia Meloni

Ma guai a parlare di fascismo, neo fascismo o post fascismo. Meglio buttare fumo e mettere l’accento sul genere, quella deve essere la notizia, la grande novità: la prima donna premier. E di fatto lo è, anche se Meloni votò in Parlamento la mozione che definiva Ruby la nipote di Mubarak. Anche se al governo ci sono gli stessi ministri del governo Berlusconi, Meloni compresa, che furono costretti alle dimissioni per lo spread alle stelle e il rischio di bancarotta. Anche se le ricette economiche della destra sono le stesse da 28 anni e sono sempre state fallimentari. Ma si finge di trovarsi di fronte a una novità epocale perché Giorgia Meloni è donna e ci si domanda se ci si può aspettare qualcosa di buono per il genere femminile.

No, la sua storia parla per lei. Non c’è bisogno di una prima prova

Le promesse di Giorgia Meloni e il giochetto sulla 194

Per non smentirsi Giorgia Meloni ha promesso con subdola insistenza la piena applicazione della L. 194, non per risolvere la grave criticità dei troppi obiettori di coscienza che la rendono in molte regioni inapplicabile. Non è qui che vuole intervenire la premier, si preoccupa invece della piena applicazione della prima parte, quella legata alla prevenzione, dove si può giocare per rendere l’aborto, di fatto, ancora più problematico.

Lo ha annunciato indisturbata in tutte i dibattiti televisivi, senza che nessun giornalista progressista la inchiodasse sulle reali intenzioni, anche se facilmente intuibili. Questo mentre la Regione Piemonte dà soldi alle donne per convincerle e non abortire, attraverso fondi pubblici ai pro vita e il senatore Maurizio Gasparri, a governo non ancora insediato, ripresentava il ddl pro vita sulla “capacità giuridica del concepito”, che renderebbe molto più complesso l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza.

Da una parte si sfonda il famoso tetto di cristallo, dall’altra si creano le condizioni perché il pavimento sprofondi sotto i piedi delle donne

Chiarissima dunque l’aria che tira

Con questo dovremo fare i conti. La partita si gioca a smantellare i diritti, mentre formalmente i concetti si ribaltano per evitare scontri frontali. È questa l’abilità di Giorgia Meloni, sempre in bilico su un crinale dove con queste misure rassicura mentre nega le sue vere intenzioni al resto del mondo. In realtà cerca di demolire i simboli e i diritti sociale e civili che non fanno parte del suo dna e del suo partito con la fiamma. A partire dal linguaggio, di cui conosce l’importanza, sa che può essere luogo di scontro ma anche di identificazione, con quello cerca di colpire le femministe.

Il governo di Giorgia Meloni

Colpire le femministe ed evitare che le cose cambino davvero

La postura studiata è un po’ minacciosa e un po’ rassicurante. Rassicurante soprattutto per i suoi compagni di partito, per chi l’ha votata e perfino per gli altri uomini della politica. Garantisce che non farà niente di rivoltoso. Per questo, benché donna, non è stata vissuta come un pericolo, o qualcosa di diverso, perché impersona i loro stessi valori maschilisti e patriarcali. Qualcuno ha scritto che il sistema seleziona ciò che le sue regole determinano. È così, Meloni lascerà tutto com’è nonostante il buco nel “soffitto di cristallo”, e semmai cercherà di ridurre i diritti conquistati dalle donne.

Perché si sa, le donne per il potere sono insidiose, sono quelle che hanno fatto la più grande rivoluzione del ‘900, il numero delle conquiste che si devono al Movimento femminista sono impressionanti. E da allora sono ancora in marcia. Giorgia Meloni lo sa. Lei che è pratica di fiamme, conosce quella sempre viva delle lotte delle donne che continuano a combattere in un pericoloso clima di regressione dei diritti e della libertà, non solo per le donne. Il cambiamento passa da qui.

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