Può una donna sfuggire al destino della maternità? Ed è proprio vero che il posto “naturale” per le donne è tra le mura domestiche, dedicato alla cura della famiglia? Cosa succede quando una donna decide di sottrarsi a quel destino? E chi erano davvero le donne bollate come “zitelle”? Come hanno saputo scrollarsi di dosso i pregiudizi negativi e riaffermare la propria indipendenza? Il primo incontro del ciclo “Libere di leggere: un percorso tra i libri”, curato da Maria Teresa Carbone e Chiara Veltri, che anticipa il Festival “Libere di essere” organizzato da D.i.Re, e intitolato “Corpi in movimento. Adolescenza, maternità, metamorfosi”, invita a riscattare le scelte di libertà delle donne oltre l’essere madri, a cominciare dall’adolescenza.
Il menarca è la soglia di una appropriazione del corpo delle donne, il momento in cui cultura e società riconducono le donne in una dimensione ancillare che troppo spesso, ma non sempre, contrasta e limita il loro desiderio, le loro scelte, la vita a cui aspirano
Sul palco insieme a Maria Teresa Carbone, Flavia Gasperetti, dottoressa di ricerca in Storia contemporanea e traduttrice (“Madri e no. Ragioni e percorsi di non maternità”, Marsilio), in dialogo con Veronica Galletta, siciliana trapiantata a Livorno, ingegnera e scrittrice (“Le isole di Norman”, Italosvevo Editore, finalista Premio Calvino e vincitrice premio Campiello Opera Prima 2020), mette in scena il cosiddetto “abbandono del tetto coniugale” di una madre, e Alessandra Sarchi, scrittrice e storica dell’arte, che nel suo ultimo romanzo, “Il dono di Antonia” (Einaudi), esplora la relazione materna a partire dal rapporto con una figlia alle prese con l’anoressia e un figlio “biologico”, frutto del dono di un suo ovulo a una amica, che arriva improvvisamente dall’America per ricomporre la sua molto contemporanea genealogia materna.
Una conversazione che invita a guardare alla metamorfosi dei corpi delle donne adottando un approccio “olistico”: perché se il corpo delle donne è anche un corpo sociale, sono proprio le donne oggi, nell’era – europea, occidentale, italiana – del figlio unico, a mettere in discussione i modelli pubblicitari della “madre perfetta” per restituire figli e figlie a una collettività di cura che arricchisce il loro mondo.
E alleggerisce, anche, l’enormità del lavoro di cura invisibile scaricato sulle donne con la maternità
“Libere di leggere:un percorso tra i libri” che proseguirà con altri due appuntamenti il 23 e 30 aprile, sempre in diretta streaming, e si chiuderà con un tavola rotonda su “Il femminile allo specchio: rappresentazioni e autorappresentazioni”, alla quale parteciperà anche Margaret Atwood in collegamento dal Canada, durante il Festival “Libere di essere”, dal 7 al 9 maggio in diretta streaming dall’Auditorium Parco della Musica di Roma. Il Festival Libere di essere è organizzato da D.i.Re – Donne in rete contro la violenza in collaborazione con Hero e con la co-produzione della Fondazione Musica per Roma, il finanziamento del Dipartimento per le Pari opportunità, la produzione di Mismaonda e la consulenza di Serena Dandini.