Hanno detto che “a letto le donne sono alte uguali”, che “le olandesi sono grosse”, e tante altre cose. Sono il telecronista Leonarduzzi e il commentatore tecnico Mazzucchi che sono stati denunciati per le loro frasi sessiste e razziste dette in diretta su Rai Play 2 ai Mondiali di nuoto a Fukuoka. Dopo essere stati sospesi dalla trasmissione e rimandati a casa dove li aspetta una procedura disciplinare, Leonarduzzi ha espresso perplessità perché le sue erano solo “battute da bar”: ma perché invece quello che hanno fatto è così grave?
Il corpo delle donne nello sport non è a disposizione dello sguardo maschile, quei corpi messi in primo piano non sono “oggetti” che possono essere denigrati, giudicati, sessualizzati a piacere. Una atleta che sta gareggiando deve poter rappresentare se stessa senza essere esposta in maniera morbosa durante la sua performance, perché questo è un danno per tutti e tutte.
La narrazione sportiva, che ha lo scettro della rappresentazione stereotipata delle donne in chiave maschilista, è fin troppo avvezzo a questo tipo di racconto e sarebbe ora di dire basta, perché sostenere questi stereotipi, anche nel giornalismo, significa sostenere la discriminazione delle donne che non solo va contro il codice deontologico dei giornalisti ma è anche contro la stessa Costituzione.