{"id":913,"date":"2012-06-08T04:17:35","date_gmt":"2012-06-08T02:17:35","guid":{"rendered":"http:\/\/blog.ilmanifesto.it\/antiviolenza\/?p=913"},"modified":"2020-03-04T08:58:05","modified_gmt":"2020-03-04T07:58:05","slug":"194-in-consulta-per-colpa-delle-staminali","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2012\/06\/08\/194-in-consulta-per-colpa-delle-staminali\/","title":{"rendered":"La 194 finisce alla Consulta"},"content":{"rendered":"

Alla fine \u00e8 successo, perch\u00e9 questo articolo 4 della legge 194 sull\u2019interruzione di gravidanza d\u00e0 proprio fastidio. Il diritto a non andare pi\u00f9 sotto le mani delle mammane a rischio della propria vita, \u00e8 nullo rispetto alla vita di un embrione che entro l\u2019ottava settimana (termine entro il quale una italiana pu\u00f2 interrompere una gravidanza) non arriva neanche al peso di 500 grammi<\/strong> e quindi, qualora non fosse nel corpo della donna e fosse autonomo, morirebbe comunque perch\u00e9 non ha vita propria.<\/p>\n

D\u00e0 fastidio che una donna possa decidere di abortire in una struttura sanitaria pubblica<\/p><\/blockquote>\n

in particolari \u201ccircostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternit\u00e0 comporterebbero per la donna un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica,<\/strong> in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui \u00e8 avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito\u201d (art. 4, della legge 194\/78).<\/p>\n

\"\"<\/a>D\u00e0 veramente troppo fastidio che una donna abbia il potere di generare o meno, secondo la sua volont\u00e0 e decisione, dato che questo potere ce l\u2019ha \u201cper natura\u201d. E quindi, oltre all\u2019attacco generale che le donne stanno subendo massicciamente in materia di discriminazione e di violenza in Italia, succede anche che a Spoleto un giudice minorile neghi il diritto ad interrompere la gravidanza a una ragazza di 17 anni che, non volendo mettere al corrente i genitori del suo stato, si \u00e8 rivolta \u2013 come previsto dalla legge e come prassi per le minorenni \u2013 al giudice per il consenso.<\/strong><\/p>\n

Un caso catapultato sui giornali e il cui esito si ripercuoter\u00e0 pericolosamente su tutte le donne italiane, in quanto il giudice di Spoleto ha rimandato la sua obiezione di incostituzionalit\u00e0 dell\u2019art. 4 su cui si basava \u2013 come normale nell\u2019applicazione della legge e come suo diritto per la legge 194 – la richiesta della ragazza a interrompere la gravidanza, alla Consulta della Corte Costituzionale che il 20 giugno esaminer\u00e0 la validit\u00e0 dell’art. 4 sulle circostanze che legittimano l’interruzione di gravidanza. <\/strong><\/p>\n

\"\"Ma una legge approvata con referendum popolare nel 1978 e ribadita con un altro referendum nel 1981,<\/strong> \u00a0pu\u00f2 essere messa in discussione nel suo impianto con tale modalit\u00e0? Ma andiamo a vedere. Secondo il giudice che ha chiesto, d\u2019ufficio, la pronuncia della Consulta, l\u2019articolo 4 della legge 194 si porrebbe in contrasto con l\u2019art. 2 della Costituzione, con il diritto fondamentale alla salute dell\u2019individuo (articolo 32 primo comma della Costituzione), gli articoli 11 (cooperazione internazionale) e 117 (diritto all\u2019assistenza sanitaria e ospedaliera), ma soprattutto con una sentenza della Corte di Giustizia europea del 18 ottobre 2011 relativa alla nozione di \u201cembrione umano\u201d.<\/strong><\/p>\n

Riguardo gli articoli citati dal giudice della Costituzione italiana, sono alquanto generici: per esempio l\u2019art. 2 recita: \u201cLa Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalit\u00e0, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidariet\u00e0 politica, economica e sociale\u201d; mentre l\u2019art.32 dice \u201cLa Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettivit\u00e0, e garantisce cure gratuite agli indigenti. <\/strong><\/p>\n

Nessuno pu\u00f2 essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge e La legge non pu\u00f2 violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana<\/p><\/blockquote>\n

(principi che, tra le altre cose, dovrebbero essere applicati alla ragazza in quanto cittadina italiana). Corte Costituzionale che comunque si era gi\u00e0 espressa sull\u2019articolo 2 in relazione alla 194 \u2013 dicendo che pur ritenendo che \u201cla tutela del concepito ha fondamento costituzionale\u201d, era a in favore dell’interruzione della gravidanza se giustificata da motivi gravi \u2013 \u00a0nel 1975 e cio\u00e8 prima dell\u2019approvazione della legge 194<\/strong> (sentenza n. 27 del 18\/2\/1975). Ma andiamo a vedere anche cosa dice la Corte di Giustizia dell’Unione Europea sulla definizione degli \u201cembrioni\u201d a cui il giudice tutelare si richiama. La sentenza del 18 ottobre 2011 n. C-34\/10 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea \u00e8 in realt\u00e0 una sentenza che riguarda il brevetto di medicinali ricavati da cellule di embrioni umani, nell\u2019ambito di una causa in cui Greenpeace aveva contestato la brevettabilit\u00e0 da parte di un ricercatore tedesco di un procedimento che utilizzava cellule staminali umane \u201ca fini industriali o commerciali\u201d.<\/strong> La Corte federale tedesca si era rivolta alla Corte di Giustizia europea dopo il ricorso del ricercatore contro la sentenza che dichiarava nullo il brevetto.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

La Corte di Giustizia ha affermato che \u201cIl corpo umano, nei vari stadi della sua costituzione e del suo sviluppo, nonch\u00e9 la mera scoperta di uno dei suoi elementi, ivi compresa la sequenza o la sequenza parziale di un gene, non possono costituire invenzioni brevettabili\u201d \u2013 quindi il corpo umano e si parla di brevetti – ,<\/strong> e infine che \u201csono considerati non brevettabili in particolare le utilizzazioni di embrioni umani a fini industriali o commerciali\u201d. Per concludere sulla sentenza si legge che \u201cAi sensi degli artt. 1, n. 1, punto 2, e 2, nn. 1 e 2, dell\u2019ESchG del 13 dicembre 1990, sono sanzionati penalmente la fecondazione artificiale di ovuli per uno scopo diverso dall\u2019induzione di gravidanza della donna da cui provengono, la vendita di embrioni umani concepiti in provetta o prelevati da una donna prima della fine del processo di annidamento nell\u2019utero o la loro cessione,<\/strong> acquisto o utilizzazione per uno scopo che non sia la conservazione degli stessi, nonch\u00e9 lo sviluppo in provetta di embrioni umani per scopi diversi da quello di indurre una gravidanza\u201d.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Cio\u00e8 vieta il commercio di ovuli fecondati e di embrioni, e per far questo definisce che cosa si intende per embrione umano non commerciabile ovvero \u201cl\u2019ovulo umano fecondato, in grado di svilupparsi, sin dalla fusione dei nuclei, nonch\u00e9 qualsiasi altra cellula estratta da un embrione detta \u00abtotipotente\u00bb<\/strong>, vale a dire in grado, in presenza delle altre condizioni necessarie a tal fine, di dividersi e di svilupparsi diventando un individuo\u201d. E alla richiesta dell\u2019appello sulla qualifica di embrione, si chiarisce che \u201cQuanto al significato da attribuire alla nozione di \u00abembrione umano\u00bb prevista all\u2019art. 6, n. 2, lett. c), della direttiva, si deve sottolineare che, sebbene la definizione dell\u2019embrione umano costituisca un tema sociale particolarmente delicato in numerosi Stati membri, contrassegnato dalla diversit\u00e0 dei loro valori e delle loro tradizioni, la Corte non \u00e8 chiamata, con il presente rinvio pregiudiziale, ad affrontare questioni di natura medica o etica, ma deve limitarsi ad un\u2019interpretazione giuridica delle pertinenti disposizioni della direttiva\u201d.<\/strong> Quindi, ripetiamo, questa sentenza, decide della \u201cesclusione dalla brevettabilit\u00e0 relativa all\u2019utilizzazione di embrioni umani a fini industriali o commerciali\u201d definendo questi come \u201cqualunque ovulo umano fin dalla fecondazione, qualunque ovulo umano non fecondato in cui sia stato impiantato il nucleo di una cellula umana matura e qualunque ovulo umano non fecondato che, attraverso partenogenesi, sia stato indotto a dividersi e a svilupparsi\u201d.<\/p>\n

Cosa c\u2019entra allora l\u2019interruzione di gravidanza? Cosa voleva fare la ragazza, brevettare il suo feto?<\/p><\/blockquote>\n

E noi italiane dovremmo mandare all\u2019aria una legge che tutela la nostra salute in base a una sentenza che ragiona sull\u2019utilizzo delle cellule staminali embrionali per fini commerciali e per la brevettazione di un signore tedesco? Ricordiamo invece qui, e con forza, il diritto della giovane in quanto non solo il rapporto dell\u2019Oms (Organizzazione mondiale della sanit\u00e0) ha reso noto che nel mondo circa 16 milioni di adolescenti, di cui 2 milioni sono sotto i 15 anni, partoriscono ogni anno, mentre altre 3 milioni rischiano la vita con aborti illegali<\/strong>, ma che anche le Nazioni Unite a fine aprile –\u00a0<\/strong>Commissione su popolazione e sviluppo\u00a0–\u00a0hanno adottato una Risoluzione\u00a0riguardante la salute sessuale e riproduttiva, in cui, tra le altre cose, si ribadisce il diritto delle giovani a decidere sulle questioni relative alla sessualit\u00e0,<\/strong> \u201crafforzando l\u2019accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva, compreso quello all\u2019interruzione volontaria di gravidanza che deve avvenire in condizioni di sicurezza, garanzia di riservatezza e rispetto senza alcuna discriminazione o tentativi di coercizione\u201d.<\/p>\n

 <\/p>\n

 <\/p>\n

 <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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