{"id":7219,"date":"2019-01-26T13:51:55","date_gmt":"2019-01-26T13:51:55","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.com\/?p=7219"},"modified":"2020-03-02T02:12:22","modified_gmt":"2020-03-02T01:12:22","slug":"londa-guidata-dalle-donne-puo-respingere-i-fascismi-nel-mondo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2019\/01\/26\/londa-guidata-dalle-donne-puo-respingere-i-fascismi-nel-mondo\/","title":{"rendered":"Femminismo internazionalista e la spaccatura della Woman’s March"},"content":{"rendered":"

Mentre sui social se ne parla ancora dopo una settimana dall’evento, sui giornali italiani la notizia \u00e8 stata quasi trascurata sia prima ma soprattutto dopo. Si tratta della Women’s March che malgrado non abbia raggiunto i numeri di due anni fa, quando Washington fu invasa contro il nuovo presidente Trump mentre s’insediava alla Casa Bianca,<\/strong> ha portato comunque anche quest’anno piazze piene\u00a0in tutto il mondo: da Washington a tutti gli Stati Uniti, l’onda delle donne \u00e8 arrivata a travolgere le citt\u00e0 dell’America Latina, Europa, Africa, Cina, Indonesia, Australia, Nuova Zelanda.<\/p>\n

Una marea di uomini e donne scesi in strada per rivendicare i diritti contro fascismi e sovranismi<\/p><\/blockquote>\n

che dilagano in una politica razzista, xenofoba, che erige muri contro la diversit\u00e0 e trova il nemico anche dove non c’\u00e8. Un movimento, quello delle donne, che si delinea sempre di pi\u00f9 come l’unico vero movimento internazionale attivo e in contrasto con politiche di erosione dei diritti a livello globale.<\/p>\n

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Manifestazioni negli Usa<\/figcaption><\/figure>\n

Dalla Women’s March e il #metoo, nati negli Stati Uniti, al One Billion Rising\u00a0fino al grande movimento di Non una di meno, che nasce in America Latina e che ora prepara lo sciopero generale dell’8 marzo,\u00a0<\/strong>il contagio delle femministe ha invaso aree geografiche e culture anche molto diverse tra loro, per un movimento globale che riesce a mobilitare milioni di persone grazie all’attivismo femminista locale di ogni Paese che non ha mai smesso di lavorare ed elaborare nuove strategia, e che adesso sta esplodendo come muraglia contro l’estendersi di politiche fasciste dentro e fuori dai governi i tutto il mondo.<\/p>\n

\"\"<\/strong>Un movimento, quello delle donne, che si \u00e8 sincronizzato con alcuni appuntamenti mondiali fissi, dal 25 novembre contro la violenza sulle donne, agli scioperi dell’8 marzo fino appunto alle marce di fine gennaio e di febbraio, per una mobilitazione che in definitiva copre quasi tutto l’anno (le mobilitazioni cominciano a ottobre e si allungano fino alla fine di aprile), in una elaborazione continua di azioni e di “agitazione permanente” (come recita lo slogan di NUDM),<\/strong> sia tutte insieme sia ognuna con le proprie specificit\u00e0 secondo il Paese di appartenenza. Una consapevolezza politica e un lavoro sui diritti delle donne che non ha mai smesso di crescere e avanzare, e che oggi d\u00e0 i suoi frutti in un momento difficilissimo per l’umanit\u00e0 con l’incalzare delle destre oltranziste e xenofobe, e l’incombente cancellazione di molti diritti conquistati negli anni, per un movimento che malgrado le profonde diversit\u00e0, si muove all’unisono su alcuni temi comuni e fondamentali.<\/p>\n

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Manifestazioni in Argentina<\/figcaption><\/figure>\n

Primo fra tutti quello della violenza maschile sulle donne con tutte le implicazioni che un tema del genere implica a partire dagli stereotipi culturali e dall’evidente squilibrio di rapporti di forza tra uomini e donne nella societ\u00e0, nel lavoro, nella politica e nelle relazioni in genere. In particolare la Women’s March, nata due anni fa contro l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca e contro le sue politiche sessiste, razziste e xenofobe,<\/strong> si \u00e8 posta a capo di un movimento che comprende la difesa dei diritti in maniera ampia, battendosi non solo per i diritti delle donne ma anche per i diritti civili in genere:<\/p>\n

un movimento che pu\u00f2 essere considerato intersezionale e femminista internazionale<\/p><\/blockquote>\n

Un movimento guidato da donne e da associazioni femministe che \u00e8 riuscito a sopravvivere malgrado le divisioni interne presenti gi\u00e0 prima delle accuse di antisemitismo nei confronti Tamika Mallory, co-presidente della Women’s March, che aveva elogiato pubblicamente Louis Farrakhan,\u00a0leader musulmano afroamericano della Nation of Islam, che – come riporta il Post <\/a>– nell\u2019evento dello scorso febbraio, quello a cui partecip\u00f2 Mallory, disse che \u00abgli ebrei potenti\u00bb erano suoi nemici.<\/p>\n

\"\"Le donne della Women’s March hanno per\u00f2 preso le distanze da tale affermazioni e\u00a0hanno rilasciato una serie di dichiarazioni contro l’antisemitismo, scusandosi pi\u00f9 volte: un passaggio che per\u00f2 non \u00e8 stato evidenziato abbastanza nel polverone di polemiche che hanno sommerso la marcia di quest’anno, andando a incidere sulla partecipazione alle manifestazioni, tanto che alcune citt\u00e0\u00a0hanno deciso di non manifestare e a New York ci sono state due marce separate cos\u00ec come a Filadelfia<\/strong>.\u00a0Un duro colpo inferto al movimento, proprio alle porte dell’evento, con accuse rilanciate in maniera virale dopo che il 10 dicembre\u00a0un articolo<\/a>\u00a0apparso su\u00a0Tablet<\/em>, rivista di cultura ebraica indicava, tra le altre cose, Mallory e Perez della Woman’s March, come due sostenitrici della teoria che gli ebrei avrebbero avuto una particolare responsabilit\u00e0 nella schiavit\u00f9 degli africani.<\/p>\n

A New York, secondo il New York Times<\/a>, la marcia che ha avuto pi\u00f9 successo \u00e8 stata quella nell’Upper <\/strong>West Side di Manhattan organizzata da Women’s March Alliance\u00a0che nei giorni prima dell’evento aveva maggiormente insistito sulle posizioni contro ogni ipotesi di antisemitismo, mentre a poca distanza, a Foley Square, si svolgeva la manifestazione della\u00a0National Women\u2019s March rimasta troppo morbida sulla questione.<\/p>\n

negli USA le manifestazioni sono state anche una celebrazione delle donne elette al Congresso<\/p><\/blockquote>\n

un risultato avuto grazie anche a quelle donne diventate politicamente attive per la prima volta dopo la marcia del 2017 e grazie anche al #metoo. La senatrice democratica Kirsten Gillibrand, <\/strong>che ha recentemente annunciato la candidatura alla presidenza nel 2020, \u00e8 apparsa in Iowa e la deputata Ayanna Pressley <\/strong>ha parlato a Boston, ma a infiammare gli animi \u00e8 stata la giovane congressista Alexandria Ocasio-Cortez, <\/strong>che ha parlato a New York\u00a0con la Women’s March Alliance,<\/p>\n