{"id":7179,"date":"2018-12-22T12:50:49","date_gmt":"2018-12-22T11:50:49","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.com\/?p=7179"},"modified":"2021-02-04T00:38:42","modified_gmt":"2021-02-03T23:38:42","slug":"i-punti-cardinali-del-ddl-pillon","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2018\/12\/22\/i-punti-cardinali-del-ddl-pillon\/","title":{"rendered":"I punti cardinali del disegno di legge Pillon spiegati in un’aula del Senato"},"content":{"rendered":"

In Italia il governo mette in discussione il diritto di famiglia, soprattutto per quello che riguarda il divorzio e l\u2019affido condiviso gi\u00e0 inserito nella legge 54 del 2006. Un progetto su cui Simone Pillon, il senatore leghista neocatecumenale col papillon, ha messo la faccia attirando su di s\u00e9 un numero impressionante di critiche dopo aver presentato in commissione giustizia il disegno di legge 735 in sede redigente. Una testo che ha richiamato l\u2019attenzione anche delle Nazioni Unite che hanno inviato una lettera al governo italiano dove la Special Rapporteur dell\u2019Onu sulla violenza di genere Dubravka \u0160imonovi\u0107, e la Presidente del Gruppo di Lavoro sulle discriminazione contro le donne,\u00a0Ivana Radac\u030cic\u0301, chiedono chiarimenti rilevando una<\/p>\n

\u201cpotenziale regressione nell\u2019avanzamento dei diritti delle donne e la loro protezione dalla violenza domestica\u201d<\/p><\/blockquote>\n

in quanto \u201cIl disegno di legge introdurrebbe disposizioni che potrebbero comportare una seria regressione e alimentare la disparit\u00e0 di genere e la discriminazione basata sul genere e privare le sopravvissute di violenza domestica di importanti protezioni\u201d. A cui si aggiunge la \u201cgrave preoccupazione\u201d per la sua incompatibilit\u00e0 \u201ccon gli obblighi dello Stato italiano in materia di diritti umani\u201d.<\/p>\n

\"\"Critiche che sono arrivate anche dalla societ\u00e0 civile, con la nascita di comitati No Pillon in tutta Italia, e la rivolta dei Rete dei centri antiviolenza (DiRe) hanno lanciato una petizione per il ritiro del ddl e mobilitazioni su tutto il teritorio nazionale sia il 10 che il 24 novembre con una manifestazione in cui quasi 200 mila persone in piazza gridavano \u201cNo al ddl Pillon\u201d con striscioni e cartelli inequivocabilmente contro il senatore e la sua riforma. A non essere d\u2019accordo per\u00f2 sono anche gli amici di partito di Pillon tra cui lo stesso ministro della famiglia, Lorenzo Fontana, e la ministra Giulia Bongiorno che parlano di correzioni al testo: idea supportata per il momento anche dai 5stelle dove, malgrado le aspre critiche di Vincenzo Spadafora, sottosegretario con delega alle pari opportunit\u00e0, e dello stesso vicepremier Di Maio, serpeggia l\u2019idea di poter emendare<\/strong> l\u2019articolato rendendolo accettabile.<\/p>\n

\"Dur-6lDXgAIXEXo\"
Convegno \u201cRiforma della famiglia e ddl Pillon. I doveri degli adulti e i diritti dei bambini\u201d, da sx la giudice Gabriella Luccioli, la Procuratrice Mariarosaria Guglielmi, la giornalista Luisa Betti Dakli, la presidente del Cismai Gabriella Soavi, l’avvocato Andrea Coffari.<\/figcaption><\/figure>\n

Ma \u00e8 veramente emendabile un disegno tanto criticato?<\/strong>
\nA chiedere di buttare nel cestino questa proposta non \u00e8 solo la societ\u00e0 civile e le donne, ma i maggiori esperti sul tema: magistrati esperti di diritto di famiglia, giudici che ogni giorno trattano casi di separazione in tribunale, procuratori che si occupano di violenza di genere, avvocati di famiglia esperti di diritti dei minori e psicologi dell\u2019et\u00e0 infantile. Il Cismai\u00a0<\/strong>(Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l\u2019abuso all\u2019infanzia), che considera il ddl pillon \u201cun pericoloso passo indietro nel percorso di tutela dei minori\u201d, l\u2019Aiaf<\/strong>\u00a0(Associazione Italiana Avvocati per la famiglia e per i minori) per cui il DDL \u201csi pone in contrasto con uno dei principi fondamentali alla base del diritto di famiglia\u201d, l\u2019Unione Nazionale Camere Minorili<\/strong> per i quali \u201cla riforma presenta un grave rischio di compromissione delle garanzie di crescita dei minori\u201d, e l\u2019Anamef <\/strong>(Associazione nazionale avvocati mediatori familiari) in cui c\u2019\u00e8 \u201cforte preoccupazione\u201d per le \u201cpalesi criticit\u00e0 di applicazione\u201d, fino alle avvocate di Differenza donna<\/strong>, al Movimento per l\u2019infanzia e l\u2019Associazione Nazionale degli Avvocati Mediatori Familiari, l\u2019 Istituto Italiano di Diritto Collaborativo e Negoziazione assistita, la Societ\u00e0 italiana dei mediatori familiari, tutte sigle presenti la mattina del 18 dicembre al convegno \u201cRiforma della famiglia e ddl Pillon. I doveri degli adulti e i diritti dei bambini\u201d che si svolge al senato organizzato da Artcolo21 e Magustratura democratica, con la partecipazione dell\u2019Ordine dei giornalisti del Lazio che ne ha fatto un momento formativo.<\/p>\n

\"\"In questi giorni, oltre al parere negativo dell\u2019Associazione nazionale magistrati riguardo la cancellazione del 570 bis che il ddl Pillon vorrebbe, la Cassazione<\/strong> ha emanato, il 10 dicembre scorso, una sentenza che contesta implicitamente i presupposti del ddl 735. Dirimendo la questione di una coppia ad altissima conflittualit\u00e0 e di un padre che ha fatto ricorso contro l\u2019affidamento in via prevalente alla madre chiedendo di passare con la piccola lo stesso numero di giorni della ex moglie, la Corte<\/strong> ha respinto la richiesta dicendo che<\/p>\n

\u201cVa ricordato che il principio di bigenitorialit\u00e0 si traduce nel diritto di ciascun genitore ad essere presente in maniera significativa nella vita del figlio nel reciproco interesse, ma ci\u00f2 non comporta l\u2019applicazione di una\u00a0proporzione matematica\u00a0in termini di parit\u00e0 dei tempi<\/p><\/blockquote>\n

di frequentazione del minore, in quanto l\u2019esercizio del diritto deve essere armonizzato in concreto con le complessive esigenze di vita del figlio e dell\u2019altro genitore\u201d. E questo dato che il ruolo materno e quello paterno sono complementari, non equivalenti, e non sempre l\u2019uno pu\u00f2 sostituire l\u2019altra: tempi rigidamente uguali rispondono al bisogno del genitore di affermare i propri diritti in un conflitto, non certamente alle esigenze del figlio.<\/p>\n

\"Dur-6f2XcAAN-mD\"
Intervento della senatrice del Pd Valeria Fedeli.<\/figcaption><\/figure>\n

Questo disegno ha quattro pilastri:<\/strong>
\n1 – la mediazione familiare obbligatoria a pagamento con un piano dettagliato che potrebbe prevedere, nel caso non ci si metta d\u2019accordo, anche un coordinatore familiare (figura tutta da inventare);
\n2 – tempi perfettamente paritetici con un minimo di 12 giorni al mese presso ciascun genitore e il bambino che andr\u00e0 avanti e indietro con la valigia anche in caso di affido esclusivo a un genitore per comprovate ragioni, come scritto negli articoli 11 e 12;
\n3 – il mantenimento diretto che esclude l\u2019assegnazione della casa (eventualmente chi rimane paga l\u2019affitto all\u2019altro) e l\u2019assegno, per cui ogni genitore provveder\u00e0 ai bisogni sul momento, mentre i figli maggiorenni che hanno bisogno di soldi dovranno andare dal magistrato, con la cancellazione quindi del 570 bis del codice penale che punisce chi non adempie agli obblighi di mantenimento;
\n4 – e infine l\u2019introduzione della cosiddetta alienazione parentale e dei falsi abusi ampiamente disciplinata agli articoli 17 e 18.<\/p>\n

\"\"In una generale perdita di discrezionalit\u00e0 da parte del giudice, che dovr\u00e0 applicare quanto stabilito nel piano genitoriale, e in un complessivo aumento della difficolt\u00e0 a separarsi e divorziare che potrebbe far desistere molte coppie rendendo inaccessibile un diritto e rendendo pi\u00f9 poveri i suoi attori con una mediazione obbligatoria e un eventuale coordinatore familiare, pagati di tasca propria dalle parti. Da tenere presente, a questo proposito, che in Italia una donna su tre rimane a casa dopo il primo figlio, mentre chi ci torna lo fa part time e con stipendi dimezzati, per l\u2019assenza, ormai quasi totale, di un welfare che metta in condizioni di lavorare a tempo pieno entrambi i genitori senza lasciare i figli.<\/p>\n

Una crisi in cui, quando i coniugi si sperano, si creano fortissimi squilibri per cui la condizione economica peggiora vertiginosamente, con dati di povert\u00e0 che danno al 50,9% per le mamme single e 40,1% per i pap\u00e0<\/strong>: cifre non prese in considerazione dal ministro dell\u2019interno Salvini che intende aiutare solo i padri in difficolt\u00e0 promettendo loro 400 euro al mese e dimenticando completamente le mamme che hanno invece una percentuale di povert\u00e0 anche pi\u00f9 alta.<\/p>\n

Un problema strutturale che il ddl Pillon non risolve togliendo la casa coniugale al minore<\/p><\/blockquote>\n

che ne ha diritto al di l\u00e0 del genitore che vi rimane (a volte la casa resta al bambino con i genitori che si alternano), n\u00e9 lasciando al caso il mantenimento dei figli e togliendolo raggiunta la maggiore et\u00e0, fino alla cancellazione a 25 anni mentre magari ancora vanno all\u2019universit\u00e0 (lo stesso Pillon si \u00e8 laureato a 26 anni).
\nAlcuni dei punti, che vedremo in maniera approfondita, riguardano ci\u00f2 che ha fatto chiedere il suo ritiro ai centri antiviolenza e chiarimenti dalle Nazioni unite, preoccupati dell\u2019esposizione di donne e minori alla violenza domestica e ai ricatti dell\u2019offender, che in questi casi \u00e8 sempre il padre, attraverso l’applicazione delle norme presenti del ddl 735.<\/p>\n

\"Dur-6hIWoAAPDWr\"Nell\u2019articolo 11 i casi di violenza domestica che escludono l\u2019affido condiviso sono equiparati alla qualit\u00e0 degli spazi abitativi degli ex coniugi, come se avessero la stessa gravit\u00e0, e anche se maltrattamenti e abusi escludono l\u2019affido condiviso in caso di violenza \u201ccomprovata e motivata\u201d, l\u2019articolo 12 rende possibile la frequentazione di quel genitore in quanto anche di fronte a casi gravi che prevedono l\u2019affidamento esclusivo al genitore accudente, il testo tutela la bigenitorialit\u00e0 fino all\u2019ossessione, costringendo il bambino a frequentare da solo e con pernottamenti il genitore non affidatario anche se abusante o maltrattante.<\/strong>
\nA completare per\u00f2 l\u2019esposizione dei bambini alla violenza ci sono gli articoli 17 e 18, in cui si presuppone che i bambini non siano in grado di discernere e di avere un proprio pensiero autonomo in quanto nel caso si rifiutino di stare con un genitore, il magistrato pu\u00f2 togliere la responsabilit\u00e0 genitoriale all\u2019altro, pur in assenza di \u201cevidenti condotte\u201d, perch\u00e9 ritenuto colpevole di \u201calienazione parentale\u201d. Inaudita altera parte il piccolo sar\u00e0 prelevato e messo in una struttura specializzzata, o addirittura affidato all\u2019altro genitore in maniera esclusiva<\/strong>, anche se quest\u2019ultimo aveva perso l\u2019affido per violenza e abuso. Si tratta di fatto di articoli in cui viene considerata irrilevante la<\/p>\n

violenza domestica: un fenomeno che colpisce l\u201980% dei 7 milioni di donne che in Italia la subiscono<\/p><\/blockquote>\n

in nome di falsi abusi che sono in realt\u00e0 una piccola minoranza.Una teoria, quella dell\u2019alienazione parentale, inventata nel 1985 dallo psichiatra americano Richard Gardner, per il quale tutte le accuse di violenza e abuso sarebbero in realt\u00e0 false perch\u00e9 frutto di manipolazione della madre nei confronti del padre, che \u00e8 nella quasi totalit\u00e0 dei casi l\u2019offender. Teoria rifiutata dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici e dalla Societ\u00e0 italiana di pediatria, dichiarata inesistente dall\u2019Istituto superiore di sanit\u00e0, classificata non utilizzabile dalla sentenza di Cassazione n. 7041 del 20 marzo 2013, e non presente nel D.S.M. (Diagnostic and Statistical Manual of mental desorders).<\/em> <\/strong>Respinta da esperti della Corte d\u2019appello di Inghilterra e Galles che raccomandano di non usarla, l\u2019alienazione parentale \u00e8 stata vietata dal governo francese nel V Piano nazionale antiviolenza in quanto \u201cnega lo status di vittima invertendo le responsabilit\u00e0\u201d senza essere stata mai riconosciuta da alcun organismo scientifico ufficiale. Pseudo teorie molto pericolose per i minori che in Italia le associazioni di padri separati hanno cercato in tutti i modi di far entrare in una legge dai tempi della presentazione della legge 54 sull\u2019affido condiviso con disegni di legge e proposte alla camera e al senato attraverso diversi schieramenti, senza mai riuscirvi.<\/p>\n

\"\"Un tentativo, quello delle false accuse che \u00e8 partito per occultare casi di pedofilia a partire da Gardner stesso, poi allargato alle accuse di violenza domestica dove l\u2019alienazione parentale \u00e8 usata gi\u00e0 adesso nei tribunali italiani per scagionare maltrattanti e abusanti, e accusare le madri che denunciano violenza domestica: un iter che viene usato nelle Ctu (Consulenze tecniche d\u2019ufficio) da psicologi, psichiatri e periti a cui il giudice si appoggia delegando anche troppi i propri strumenti di indagine che invece ha in mano,<\/strong> e che attraverso una capillare infiltrazione, hanno ormai invaso i tribunali stessi con la scuola di Gardner, tanto da creare forti disequilibri tra il civile e il penale, come ha fatto notare lo stesso Csm, per cui anche in presenza di una condanna per maltrattamenti e una ordinanza di allontanamento dalla casa coniugale, un padre pu\u00f2 avere l\u2019affido condiviso .<\/p>\n

Un disegno di legge su cui la maggioranza del parlamento vuole portare avanti facendo emendamenti su cui Pillon si \u00e8 reso disponibile rivedendo i punti che riguardano la mediazione obbligatoria e il tempo paritario, senza per\u00f2 toccare l\u2019intero impianto che rimane in piedi malgrado sia per molti esperti un impianto irrealizzabile, pericoloso, inattuabile e quindi inemendabile perch\u00e9 anche anticostituzionale.<\/p>\n

________________________________________________________________________<\/p>\n

Introduzione di Luisa Betti Dakli al convegno \u201cRiforma della famiglia e ddl Pillon. I doveri degli adulti e i diritti dei bambini\u201d<\/strong> organizzato da Articolo21 e Magistratura democratica al senato. Clicca qui <\/a>per avere l’esito del convegno.<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

In Italia il governo mette in discussione il diritto di famiglia, soprattutto per quello che riguarda il divorzio e l\u2019affido condiviso gi\u00e0 inserito nella legge 54 del 2006. 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