{"id":6317,"date":"2018-10-19T05:39:15","date_gmt":"2018-10-19T03:39:15","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.com\/?p=6317"},"modified":"2020-03-10T02:52:25","modified_gmt":"2020-03-10T01:52:25","slug":"scintille-al-senato-sulla-riforma-del-diritto-di-famiglia-le-presunte-aperture-di-pillon-e-le-critiche-di-valente-sul-ddl-735","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2018\/10\/19\/scintille-al-senato-sulla-riforma-del-diritto-di-famiglia-le-presunte-aperture-di-pillon-e-le-critiche-di-valente-sul-ddl-735\/","title":{"rendered":"Scintille al senato su riforma diritto di famiglia tra Pillon e Valente"},"content":{"rendered":"

Si \u00e8 consumato nel giro di due ore l\u2019incontro che mercoled\u00ec scorso si \u00e8 svolto al senato tra i senatori Pillon, Valente e Malan alla sala Nassiriya di palazzo Madama: un dibattito organizzato dalla 27esimaora del Corriere della sera<\/a>, dove non sono mancate scintille con una platea rumorosa che ha costretto la moderatrice, Alessandra Arachi, a riprendere pi\u00f9 volte i partecipanti minacciando di espellere alcuni dei presenti per il comportamento indisciplinato. Un pubblico composto da avvocate e associazioni che hanno commentato con rumorosi brusii alcune affermazioni di Pillon <\/strong>mentre hanno ripetutamente applaudito gli interventi della senatrice Valente, interrotta invece pi\u00f9 volte dal solo padre separato in sala che, contrariato dalla troppa attenzione verso le madri, si \u00e8 vantato ad alta voce di aver allattato il figlio in incubatrice. Spiacevoli ma prevedibili effetti collaterali quando<\/p>\n

l\u2019argomento \u00e8 l\u2019affido condiviso, e in particolare il disegno di legge che il leghista Pillon ha presentato in senato<\/p><\/blockquote>\n

qualche mese fa e che a oggi ha ricevuto un numero sostanzioso di critiche da pi\u00f9 parti. Dopo un quarto d\u2019ora di attesa della star del giorno, i lavori si aprono con il primo intervento dell\u2019estensore del disegno che in toni pacati ha esposto i punti fondamentali del testo. \u201cDa vent\u2019anni faccio l\u2019avvocato di famiglia\u201d, dice chiedendo di non chiamare la sua proposta DDL Pillon ma \u201cun disegno di legge che si sforza di trovare una soluzione per molte famiglie che quando si trovano davanti a una separazione vengono lasciate a se stesse\u201d.<\/p>\n

\"11614219-koP-U30401063834263zRB-1224x916@Corriere-Web-Sezioni\"
Da sx Valeria Valente, senatrice del Pd, Simone Pillon, senatore della Lega, Alessandra Arachi, giornalista Corsera, Lucio Malan, senatore Forza Italia (foto tratta dal Corriere della sera)<\/figcaption><\/figure>\n

Riconoscendo che pi\u00f9 dell\u201980% di chi si separa trova un accordo consensuale, Pillon specifica di rivolgersi solo a chi quell\u2019accordo non lo trova: una minoranza che, secondo lui, si quantifica in \u201cdecine di migliaia di figli coinvolti\u201d. Pur sostenendo che questo \u201cnon \u00e8 il miglior disegno di legge del mondo\u201d e aprendosi alle possibili critiche per modificare il testo, il senatore leghista per\u00f2 ribadisce i 4 pilastri per lui indiscutibili: la mediazione familiare, i tempi paritetici, il mantenimento diretto, e l\u2019alienazione parentale,<\/strong> cio\u00e8 quattro concetti che praticamente racchiudono il senso di tutto l\u2019impianto del testo di legge.<\/p>\n

\"\"Con la frase \u201cesistono pi\u00f9 padri alienanti che non mamme\u201d, Pillon precisa di essere andato incontro alle esigenze delle \u201cassociazioni dei genitori separati e figli di genitori separati\u201d, che da anni combattono per questa riforma riconoscendo anche che esistono numerose proposte di legge su questo tema presentate nelle passate legislature, dandoci cos\u00ec contezza che, al di l\u00e0 dell\u2019appartenenza politica, quelle associazioni di cui parla il senatore chiamandole societ\u00e0 civile (pur essendo un\u2019esigua minoranza di padri separati che con le loro compagne si sparpagliano in tante associazioni), da molto tempo tentano di trovare appigli in parlamento per far passare essenzialmente i contenuti del DDL 735, presentati in altre proposte in passato, e che sperano, questa volta, di aver trovato il grimaldello giusto nelle fila della Lega<\/strong> che da tempo sostiene la causa di questa lobby composta di padri (pi\u00f9 che di madri come il senatore vorrebbe farci credere).<\/p>\n

\"\"
Senatore Malan<\/figcaption><\/figure>\n

La senatrice Valeria Valente del Pd<\/strong> \u00e8 stata quella che nella discussione tocca pi\u00f9 a fondo i punti dolenti del testo mentre il senatore Malan di Forza Italia<\/strong> appare pi\u00f9 titubante e a tratti d\u2019accordo con l\u2019impianto del disegno, sottolineando soprattutto il pericolo dell\u2019aspetto burocratico e invitando i magistrati a impegnarsi caso per caso sulle separazioni conflittuali. Entrambi per\u00f2 criticano che l\u2019estensore del disegno sia anche il relatore in commissione giustizia al senato, cos\u00ec come \u201cnon ha aiutato\u201d il fatto che lo stesso fosse un avvocato mediatore (affermazione poi respinta da Pillon che ha chiarito come sebbene abbia frequentato un corso da mediatore non abbia mai esercitato). In un tempo da record, data la ristrettezza dell\u2019incontro, Valente elenca le criticit\u00e0 del DDL 735, chiarendo subito che il Pd non ha mai presentato una proposta di legge con questo orientamento anche perch\u00e9 \u201cnoi eravamo al governo, e se la volevamo fare l\u2019avremmo fatta\u201d. La senatrice sottolinea poi che malgrado gli spiragli di revisione dimostrati dal senatore Pillon,<\/p>\n

\u201cquesto testo va ritirato, senza se e senza ma\u201d perch\u00e9 \u201c\u00e8 una retromarcia a 360 gradi\u201d<\/p><\/blockquote>\n

Interrotta continuamente da un padre separato in sala, Valente mette al centro i figli parlando di una \u201cbigenitorialit\u00e0 perseguita nel testo in maniera ossessiva anche a scapito dei bambini\u201d, e configurata addirittura come \u201csuperiore allo stesso interesse del minore\u201d.<\/p>\n

\"\"Tra i vari punti messi sul tavolo ci sono la divisione del tempo di permanenza tra padri e madri senza distinzione di et\u00e0 – su cui bisogner\u00e0 chiarire come \u201cuna madre che ha un figlio di tre mesi possa garantire 12 giorni a casa dell\u2019altro genitore\u201d – l\u2019obbligo per \u201cun ragazzo maggiorenne di andare dal giudice per fare la richiesta dell\u2019assegno di mantenimento\u201d, e la mediazione che nel testo si estende obbligatoria per tutti, contrariamente a quanto affermato dallo stesso Pillon all\u2019inizio dell\u2019incontro che ha indicato una differenza di registro tra le coppie che si separano consensualmente (82%) da quelle in conflitto (18%).<\/p>\n

Criticit\u00e0 che Pillon si \u00e8 detto disponibile a rivedere, dicendo anche di essere aperto a tutte le osservazioni che verranno dalle associazioni che saranno audite in commissione giustizia, nessuna esclusa. Ma i punti \u201ccaldi\u201d del testo arrivano dopo. Nel suo secondo intervento Valente mette sul piatto della discussione due temi cruciali del DDL: quello degli articoli 11 e 12 e quello degli articoli 17 e 18 .<\/strong><\/p>\n

\"\"I primi due riguardano in maniera specifica la frequentazione del minore del genitore che ha perso l\u2019affidamento condiviso per cause gravi, come violenza domestica o abuso, e gli altri due sono quelli che riguardano l\u2019alienazione parentale per cui un bambino che si rifiutasse di vedere un genitore verrebbe automaticamente tolto all\u2019altro. Premettendo che in questi articoli i casi di violenza sono equiparati alla qualit\u00e0 degli spazi abitativi degli ex coniugi \u2013 minimizzando cos\u00ec la violenza stessa \u2013 Valente chiede a Pillon cosa significa escludere l\u2019affido condiviso in presenza di una violenza \u201ccomprovata e motivata\u201d, come scritto nel testo: un terzo grado di giudizio che, come sappiamo, in Italia arriva dopo anni e anni? E se cos\u00ec fosse, quali potranno essere i pericoli a cui saranno esposti il minore e la madre nel frattempo?<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Non solo, perch\u00e9 all\u2019articolo 12 anche di fronte a casi gravi come violenza domestica o abuso, che prevedono l\u2019affidamento esclusivo al genitore accudente, il testo tutela \u201cin maniera ossessiva la bigenitorialit\u00e0\u201d costringendo il bambino a frequentare da solo e con pernottamenti il genitore abusante o maltrattante, tanto che la senatrice chiede: \u201cma rispetto a un figlio che \u00e8 assegnato a un genitore in maniera esclusiva a causa di maltrattamenti, noi pensiamo veramente di dover cercare in maniera ossessiva un rapporto tra quel bambino e quel genitore?\u201d.<\/strong> Per gli articoli 17 e 18, scritti dal neuropsichiatra Gian Battista Camerini sull\u2019alienazione parentale, la senatrice chiede invece all\u2019estensore se davvero<\/p>\n

\u201cpossiamo ritenere questi bambini come esseri pensanti che magari hanno una ragione se non vogliono vedere un genitore?\u201d<\/p><\/blockquote>\n

e continua citando il DDL che \u201ca un certo punto arriva a dire che quando un bambino rifiuta un genitore, pur in assenza di evidenti condotte, un magistrato pu\u00f2 arrivare all\u2019estrema ratio di togliere l\u2019esercizio della responsabilit\u00e0 genitoriale\u201d anche nei casi di affido esclusivo per gravi condotte (v. art. 11): eventualit\u00e0 per cui il bambino, in caso di alienazione parentale, pu\u00f2 essere tolto al genitore affidatario e affidato all\u2019altro genitore, che potrebbe anche essere un maltrattante o un abusante, e tutto questo \u201cinaudita altera parte durante un processo di separazione\u201d.
\nUn testo che per Valente \u00e8 \u201coltre ai limiti del possibile e del concepibile\u201d, tanto da rimanere incomprensibile \u201ccome si possa essere arrivati a scrivere con un\u2019aberrazione del genere calpestando non solo 50 anni di diritto di famiglia ma ogni senso logico e il rispetto della dignit\u00e0 della persona umana\u201d.<\/p>\n

\"829102_50126_ra321086\"Argomenti su cui, malgrado Pillon abbia ribadito pi\u00f9 volte di non voler toccare la violenza endofamiliare e che i bambini \u201channo diritto a non essere esposti alla violenza\u201d, non c\u2019\u00e8 stata in nessun modo una risposta esauriente. \u201cAlcune cose non sono vere e sulla questione della violenza voglio fare chiarezza perch\u00e9 questo \u00e8 stato un cavallo di battaglia contro di me\u201d, ha detto Pillon in risposta alle obiezioni della senatrice specificando che nel testo non vengono messi in discussione \u201cn\u00e9 l\u2019ordine di protezione, n\u00e9 la misura cautelare del divieto di avvicinamento\u201d. Questo testo, aggiunge Pillon, \u201cnon \u00e8 un testo sulla violenza contro le donne\u201d, rassicurando che \u201cnon bisogna aspettare la condanna in giudicato perch\u00e9 quel genitore pu\u00f2 essere escluso immediatamente se sussistono i presupposti di colpevolezza\u201d: una risposta che per\u00f2 non risolve chiaramente il quesito sull’articolo 12 che permette a un genitore, di solito il padre, maltrattante o abusante di frequentare per 12 giorni, <\/strong>da solo e con pernottamento, il figlio minore in nome della bigenitorialit\u00e0, creando probabilmente una profonda contraddizione con eventuali procedimenti in penale, che Pillon non tocca ma non spiega in che modo. Cos\u00ec come non spiega l’eventualit\u00e0 che un bambino possa essere tolto inaudita altera parte al genitore accudente e consegnato al genitore magari maltrattante in caso di sospetta alienazione parentale (art. 17 e 18).<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Se per\u00f2, precisa Pillon, \u201cla donna ha l\u2019arbitrio di escludere l\u2019uomo o viceversa, perch\u00e9 conosco uomini che hanno fatto denuncia di violenza contro le compagne, e quindi se decidiamo che il primo che fa la denuncia si prende tutto il pacchetto: casa, figli, assegni, e tutto il resto, allora ce lo diciamo\u201d.<\/strong> Con uno slalom da professionista Pillon non solo evade le questioni pi\u00f9 scottanti ma mette sullo stesso piano la violenza maschile sulle donne, che \u00e8 un fenomeno strutturale che colpisce 7 milioni di donne, e quella subita da uomini: due realt\u00e0 che sia numericamente che sostanzialmente non si possono paragonare, in quanto si tratta da una parte di un fenomeno strutturale all\u2019interno di un sistema discriminatorio di genere che dura da duemila anni, contro episodi in Italia sporadici e consumati in un contesto ancora patriarcale (malgrado statistiche prive di dati attendibili che i gruppi di padri separati fanno girare).<\/p>\n

Non solo, perch\u00e9 facendo finta di non sapere che in Italia chi ha la casa, i soldi e tutto il pacchetto sono i mariti (spesso le mogli lasciano il lavoro per crescere i figli e si impoveriscono) e che quelle che vengono accusate di false denunce per potarsi via \u201cil malloppo\u201d sono le donne e non gli uomini, Pillon cerca in tutti i modi di occultare il fatto che questo DDL sia in realt\u00e0 cucito addosso alla lobby dei padri separati (che fortunatamente non sono tutti), nella ricerca estenuante di equiparare sempre mamme e pap\u00e0 anche dove ci\u00f2 \u00e8 impossibile se non forzando la realt\u00e0 dei fatti.<\/p>\n

\"\"Pillon, pur non rispondendo a tutti i quesiti della senatrice Valente, se da un parte ha rassicurato che lui della violenza non tratta, ha voluto precisare che chi fa \u201cfalse denunce sta commettendo una violenza\u201d e per questo va punito, dimostrando cos\u00ec di non voler arretrare neanche di una virgola rispetto ai punti pi\u00f9 critici del suo testo di legge, in quanto le\u00a0false denunce sono il cuore della matassa a cui si lega la minimizzazione della violenza contro le donne (che pervade l’intero testo), l’alienazione parentale e l\u2019obbligo di frequentazione degli articoli 11\/12, in quanto gi\u00e0 oggi nei tribunali italiani l\u2019accusa di false denunce \u00e8 usata in maniera sistematica da parte di padri abusanti e maltrattanti che di fronte a una bambino che li rifiuta usano proprio le false denunce e l\u2019alienazione parentale per accusare le madri di essere delle bugiarde che inventano violenze non vere solo per sottrarre loro i figli:<\/p>\n

una malafede dimostrata in perizie di psicologi e psichiatri compiacenti che etichettano queste madri come \u201cmalevoli\u201d e manipolatorie<\/p><\/blockquote>\n

Citando anche Paesi europei come la Francia, Pillon ripete che le istanze del DDL 735 l\u00ec sono state portate avanti dal mondo femminista senza sapere che invece in Francia, la teoria dell\u2019alienazione parentale che lui vuole mettere in una legge, \u00e8 stata categoricamente vietata dal governo che, sotto la spinta delle associazioni delle donne, ha scritto nel 5\u00b0 Piano antiviolenza <\/strong>che \u201cl\u2019accusa di sindrome di alienazione parentale pone reali difficolt\u00e0, e porta a screditare la parola della madre, eccezionalmente il padre o il bambino, e quindi nega lo status di vittima invertendo le responsabilit\u00e0\u201d e che \u201cnessuna autorit\u00e0 scientifica ha mai riconosciuto una tale sindrome\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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