{"id":4262,"date":"2014-10-31T09:29:15","date_gmt":"2014-10-31T09:29:15","guid":{"rendered":"http:\/\/bettirossa.com\/?p=4262"},"modified":"2020-03-04T06:13:58","modified_gmt":"2020-03-04T05:13:58","slug":"kobane-non-e-sola-il-1-novembre-mobilitazione-mondiale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2014\/10\/31\/kobane-non-e-sola-il-1-novembre-mobilitazione-mondiale\/","title":{"rendered":"Kobane non \u00e8 rimasta da sola"},"content":{"rendered":"
I primi miliziani curdo-iracheni, i peshmerga, sono entrati a Kobane, la cittadina siriana al confine con la Turchia assediata dall’Isis. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), precisando che si tratta di un primo contingente, poich\u00e9 il punto di accesso \u00e8 sotto il bombardamento dell’Isis.<\/strong> Mentre Human Rights Watch, in un rapporto pubblicato oggi, racconta il massacro con interviste a 15 sopravvissuti che hanno raccontato:<\/p>\n “Ci hanno preso in 1.500, poi ci hanno caricato sui camion e portato in mezzo al deserto, a circa 2 km dalla prigione”<\/p><\/blockquote>\n I miliziani dell’Isis hanno poi separato gli sciiti dai sunniti e dai cristiani, che sono stati fatti risalire sui camion e portati via. I rimanenti prigionieri sono stati portati nei pressi di un burrone e l\u00ec \u00e8 iniziata la mattanza: gli uomini sono stati costretti a mettersi in fila, e i jihadisti li hanno costretti ad alzare la mano e gridare il proprio numero di fila. Alcuni sopravvissuti affermano di aver sentito il numero “680”.<\/strong> “Hanno iniziato a spararci da dietro, anche con le mitragliatrici pesanti”, racconta un testimone.<\/p>\n