{"id":3770,"date":"2013-11-25T00:11:27","date_gmt":"2013-11-24T23:11:27","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.wordpress.com\/?p=3770"},"modified":"2020-03-04T03:35:10","modified_gmt":"2020-03-04T02:35:10","slug":"boldrini-fedeli-immagino-un-paese-dove-il-potere-femminile-sia-vissuto-come-una-cosa-normale-2013","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/11\/25\/boldrini-fedeli-immagino-un-paese-dove-il-potere-femminile-sia-vissuto-come-una-cosa-normale-2013\/","title":{"rendered":"Intervista doppia: Fedeli e Boldrini a confronto su donne e potere"},"content":{"rendered":"

Come dovrebbe essere l\u2019Italia per diventare un Paese per donne? La domanda \u00e8 posta a bruciapelo a quelle che ricoprono ruoli istituzionali e a chi, con le proprie decisioni, pu\u00f2 determinare la vita di altre persone.<\/p>\n

Una sorta di brainstorming al femminile che parte dalla fine: l\u2019immagine di un luogo dove una donna possa vivere a proprio agio<\/p><\/blockquote>\n

Una specie di sfida per le italiane che quest\u2019anno, si sono ritrovate al 71esimo posto, su 136 Paesi, in materia di pari opportunit\u00e0 con gli uomini (Global Gender Gap Report del World Economic Forum di Ginevra<\/a>). Un\u2019inchiesta con interviste doppie che questa settimana mette a confronto due donne con cariche istituzionali:Laura Boldrini<\/a>, presidente della camera dei deputati, terza donna che nella Repubblica italiana ricopre questa alta carica dello stato, e\u00a0Valeria Fedeli<\/a>, vicepresidente vicaria al senato.<\/strong> Due donne che, in maniera diversa ma affine, tentano di mettere in atto un cambiamento attraverso un\u2019ottica di genere a partire dai loro ruoli istituzionali: nel linguaggio, nella cultura, in quello che propongono, ma soprattutto nel modo in cui esercitare un potere storicamente maschile.<\/p>\n

\n
\"\"
Laura Boldrini e Valeria Fedeli<\/figcaption><\/figure>\n<\/div>\n

Partiamo da un\u2019immagine. Come dovrebbe essere l\u2019Italia per diventare un Paese per donne?<\/strong><\/p>\n

\"\"Dovrebbe cambiare la cultura, sia per le donne che per gli uomini, con un\u2019equa rappresentanza nei luoghi decisionali a partire dalle istituzioni stesse. Senza questo, il cambiamento non pu\u00f2 avvenire. \u00c8 un fatto di democrazia. Le donne possono davvero cambiare le carte in tavola ma devono poter decidere.<\/p>\n

\"\"Come dovrebbe essere l\u2019Italia? Intanto potrebbe essere un Paese diverso se tutte noi ci impegnassimo fin da bambine a non cedere alle pressioni e a esigere dai nostri fratelli pari suddivisioni di oneri in famiglia. Sono la prima di 5 figli e da piccola con mia sorella avevamo stabilito un punto: se aiutavano i fratelli, lo facevamo anche noi, altrimenti no. Oggi i miei fratelli sono uomini che a casa si danno da fare senza risparmiarsi.<\/p>\n

Una ripartizione equa senza la quale forse \u00e8 inutile parlare di pari opportunit\u00e0?<\/strong><\/p>\n

\"\"Se c\u2019\u00e8\u2019 una ragazza pi\u00f9 preparata di un ragazzo ma non viene scelta perch\u00e9 un giorno potrebbe decidere di fare un figlio, significa che non \u00e8 cambiato nulla. Le donne che lavorano possono rimuovere gli ostacoli all\u2019autodeterminazione delle altre donne, e questo fa bene a tutti. Vi ricordate il pane e le rose? Il pane \u00e8 il salario e le rose sono le relazioni, cio\u00e8 gli altri, la capacit\u00e0 di relazionarsi nell\u2019idea che io sto bene se stanno bene gli altri. Tutelare il bene comune e costruire un futuro migliore \u00e8 un valore per le donne ma fa bene anche agli uomini.<\/p>\n

\"\"La divisione degli oneri non dovrebbe rappresentare un\u2019eccezione, \u00e8 essenziale ed \u00e8 il punto di partenza, cos\u00ec come il pieno rispetto dei generi all\u2019interno di una classe di scuola e di un nucleo familiare. Con questi presupposti di base gli uomini saranno naturalmente pronti a farsi carico di quello che ancora adesso viene attribuito alle donne come naturale e scontato. Una riflessione che deve partire dalle donne stesse. Noi non pensiamo mai quanto pesa la nostra carriera su altre donne, su nonne, baby sitter, tate, mentre il problema centrale rimane un welfare che non c\u2019\u00e8.<\/p>\n

Un welfare che in Italia non \u00e8 mai stato un granch\u00e9 e che con la crisi sta per sparire.<\/strong><\/p>\n

\"\"Per fare un esempio, nel Nord Europa non esistono le badanti, e se accettiamo l\u2019idea che solo poche donne possono andare avanti lasciando dietro tutte le altre, noi non saremo mai veramente emancipate. Perch\u00e9 solo quando tutte le donne potranno accedere a tutti i diritti, allora si potr\u00e0 parlare di un reale avanzamento. Un paese per donne \u00e8 un welfare che possa permettere a uomini e donne di fare lo stesso percorso senza eccezioni.<\/p>\n

La scuola \u00e8 un ambito su cui intervenire?<\/strong><\/p>\n

\"\"I punti sono tre: la famiglia, come dicevo, la scuola e i media. \u00c8 fondamentale anche un sistema mediatico che valorizzi le donne senza insistere in maniera cos\u00ec pressante sugli stereotipi, che sono una gabbia mortale sia per noi che per gli uomini. La liberazione dagli stereotipi, \u00e8 una liberazione per tutti. Ci si sente pi\u00f9 autentici.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Proverei a immettere il benessere soggettivo nel discorso che stiamo facendo, sia per un uomo che per una donna. Liberarsi dagli stereotipi significa averne consapevolezza, vuol dire conoscere per poter cambiare attraverso un concetto di autonomia e di sostenibilit\u00e0 globale senza discriminazione. E per fare questo si deve partire per forza da un\u2019istruzione che tenga conto del rispetto dei generi.<\/p>\n

Partiamo da cose concrete: qual \u00e8 la prima cosa da fare?<\/strong><\/p>\n

\"\"La prima cosa, secondo me, sono i testi scolastici e i programmi, che vanno cambiati dalle elementari introducendo conoscenze che tengano contro dei generi. Ma introdurrei anche la formazione per gli insegnanti fatta in termini professionali. Non \u00e8 facile ma \u00e8 la prima cosa.<\/p>\n

\"\"Per me \u00e8 fondamentale dare eco nel dibattito pubblico, con un approfondimento che riporti all\u2019attenzione nodi come la discriminazione sul lavoro fino al femminicidio. Chi ha incarichi istituzionali ha il dovere di portarlo avanti, dando voce alle donne: dalle sindache minacciate dalla \u2018ndrangheta alle giovani che non trovano lavoro. Ma deve essere fatto dando segnali chiari. Immettere nel dibattito pubblico una questione non risolta ma solo sopita in questi anni in Italia, significa rimetterla all\u2019ordine del giorno anche quando non \u00e8 prevista. Come si \u00e8 fatto con la ratifica della\u00a0Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne e la violenza domestica<\/a>, su cui ora stiamo stimolando gli altri Paesi per arrivare a 10 ratifiche e renderla cos\u00ec vincolante. Questioni che in generale sono scottanti, date le reazioni che suscitano.<\/p>\n

Avere il coraggio di squarciare il velo a qualunque costo?<\/strong><\/p>\n

\"\"S\u00ec, squarciare il velo \u00e8 importante a costo di essere attaccate. La Convenzione di Istanbul la pi\u00f9 straordinaria piattaforma sugli stereotipi che abbiamo perch\u00e9 contiene indicazioni su che fare a partire dalla prevenzione e con interventi a 360 gradi, compresi scuola e media. A questo aggiungerei che la presidenza della Camera amplifica costantemente con i suoi interventi, tutto il lavoro delle altre in positivo, anche di quella percentuale di donne in parlamento che incarnano una cultura differente.<\/p>\n

\u00c8 un rapporto difficile quello delle donne con il potere?<\/strong><\/p>\n

\"\"In questo Paese il rapporto tra donne e potere \u00e8 variegato, com\u2019\u00e8 normale che sia. Quello che mi piacerebbe vedere, per\u00f2, \u00e8 la fine della sottomissione al capo gruppo maschio e l\u2019esercizio di un pensiero autonomo delle donne. Sono molto rammaricata, per esempio, che nella\u00a0corsa alla leadership del mio partito<\/a>\u00a0ci siano solo gli uomini. Appena fatta la direzione del Pd, io e poche altre abbiamo fatto un appello alle donne per candidarsi, ma se non hai una forte rete, non ci riesci. Le donne dovrebbero farsi delle domande su quanto sia importante essere sostenute e sostenere.<\/p>\n

\"\"Le donne, spesso, non si avvicinano al potere non solo perch\u00e9 non hanno sostegno ma anche perch\u00e9 non hanno abbastanza autostima. Quindi attuano un\u2019autocensura a priori. Fatti i necessari distinguo, diciamo che generalmente non osano ambire a ruoli di potere perch\u00e9 lo ritengono un terreno riservato agli uomini. E se s\u2019incamera un diritto come fosse una concessione, non ci siamo. Per accedere a ruoli decisionali, le donne devono essere in grado di percepirlo come normale, e non c\u2019\u00e8 dubbio che quando questo avviene, e cio\u00e8 quando vi \u00e8 accesso di donne consapevoli a ruoli apicali, queste donne rischiano di pi\u00f9 ma possono essere efficaci nel cambiamento. La mia esperienza nelle crisi umanitarie, ad esempio, mi ha insegnato che quando gli aiuti vengono dati alle donne arrivano al nucleo familiare a vantaggio di un certo numero di vite, mentre se vengono distribuiti al capo comunit\u00e0, spesso si disperdono perch\u00e9 vengono utilizzati per altri scopi.<\/p>\n

Le donne sono pi\u00f9 capaci nelle situazioni di crisi, se hanno un potere decisionale autonomo dagli uomini?<\/strong><\/p>\n

\"\"In situazioni di crisi le donne dovrebbero avere una posizione predominate, dovrebbero essere coinvolte nelle trattative. Tenerle fuori dai tavoli decisionali \u00e8 controproducente, poich\u00e9 le donne sono spesso le prime a essere colpite sia in un conflitto che in una crisi economica, quindi sanno meglio di cosa c\u2019\u00e8 bisogno, sanno cosa fare e come farlo. \u00c8 necessario valorizzare questi aspetti, se si vogliono trovare le soluzioni.<\/p>\n

Cosa significa ricoprire un\u2019alta carica dello stato per una donna?<\/strong><\/p>\n

\"\"Come in tutti gli ambiti \u00e8 pi\u00f9 dura e non si fanno sconti. Qualsiasi svista viene considerato un errore e il terreno a volte sembra minato. Per quanto mi riguarda, come nel mio precedente lavoro, lo porto avanti con impegno e non mi risparmio. Entro alle 9 e non esco mai prima delle 10 di sera, e il week end sono sempre fuori, a contatto con la gente, dove mi chiamano, e spesso, quando rientro, mi ritrovo lettere infilate nella borsa, tutte con richieste d\u2019aiuto. Nei primi sei mesi da presidente della Camera sono arrivate 35 mila email. E siccome voglio che tutti abbiano ascolto, rispondiamo sempre, perch\u00e9 ognuno merita una risposta. Io svolgo questo ruolo dando peso alle istanze delle persone.<\/p>\n

\u00c8 un modo \u201cfemminile\u201d di esercitare il potere o la ricerca di una strada diversa?<\/strong><\/p>\n

\"\"Non saprei, posso solo dire che a me non interessano posizionamenti, privilegi. Ritengo piuttosto che la politica debba essere pi\u00f9 umile, pi\u00f9 a contatto e al servizio della gente, e deve saper chiedere scusa, perch\u00e9 \u00e8 con umilt\u00e0 che si rinsalda il patto tra istituzioni e cittadini, e bisogna essere capaci di farlo, ora. So che questa \u00e8 una strada in salita ma so anche che \u00e8 necessario percorrerla. Le donne mi dicono: lei ci rida dignit\u00e0, e io non posso deludere.<\/p>\n

\"\"Farsi chiamare la presidente, insistere sui cambiamenti, avere una forte determinazione a non fare mai un passo indietro rispetto a se stesse, \u00e8 aprire una nuova strada anche nella gestione del potere. Lo dico sempre, io sono una femminista e su questo non faccio passi indietro, qualsiasi sia la mia posizione. Nelle iniziative che prendo, prediligo sempre il rapporto con le donne e per me fare rete a livello istituzionale significa gi\u00e0 essere protagonista del cambiamento.<\/p>\n

Proposte?<\/strong><\/p>\n

\"\"Per scardinare bisogna partire dalle donne oggi presenti nelle istituzioni, con incarichi di responsabilit\u00e0 e incarichi sociali. Queste donne devono rappresentare una parte della nuova classe dirigente in tutti gli ambienti.\u00a0Se fossimo nella condizione di unirci per un cambiamento reale, potremmo attuare una vera trasformazione.<\/p>\n

\"\"Il punto \u00e8: avere potere significa avere la meglio nelle correnti di partito e sugli assetti, o piuttosto entrare in sintonia con la societ\u00e0, in empatia con la gente? Non si tratta di essere ingenui, ma di capire che il cinismo ammazza tutto: il giornalismo, la politica, tutto. \u00c8 una grande malattia del nostro tempo. E non basta essere donna per avere questa visione. Non tutte le donne, ovviamente, hanno la stessa sensibilit\u00e0 e gli stessi obiettivi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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