Gabriella Luccioli e Paola Di Nicola<\/figcaption><\/figure>\nPartiamo da un\u2019immagine. Come dovrebbe essere l\u2019Italia per diventare un Paese per donne?<\/strong><\/p>\n \u00c8 un discorso lungo, perch\u00e9 dovrebbero esserci tante cose insieme. Prima di tutto dovrebbe essere un Paese che non ha bisogno di quote per promuovere le donne, e in cui le donne stesse non siano valutate per avvenenza ma per impegno e capacit\u00e0. Un luogo che possa fare a meno dell\u2019uso del corpo femminile come oggetto nelle pubblicit\u00e0, nei media, ovunque, e dove il linguaggio non sia espressione del pi\u00f9 becero machismo. Bisognerebbe, insomma, rifondare tutto su una cultura priva di stereotipi: cosa che pu\u00f2 avvenire solo dopo una profonda elaborazione della necessit\u00e0 di superare i pregiudizi sulle donne.<\/p>\n
Intanto dovrebbe diventare un Paese civile dove la differenza e il senso del limite diventano sintomi di consapevolezza e non di carenza. Un luogo dove il potere non sia pi\u00f9 una forma di sopraffazione o di esercizio della forza ma che abbia un aspetto umano, sia attraverso il corpo di un uomo o di una donna. E poi mi piacerebbe un Paese in cui non ci si debba vergognare delle differenze, anzi. Le donne sono il concentrato della differenza e per questo sono i principali bersagli di pregiudizio.<\/p>\n
Gli uomini cosa farebbero senza stereotipi?<\/strong><\/p>\n Secondo me, gli uomini si libererebbero anche loro da questa gabbia, perch\u00e9 alla fine sono faticosi per entrambi. Un buon inizio per gli uomini, sarebbe cominciare a interrogarsi sul perch\u00e9 commettono violenza sulle donne, cosa li spinge a diventare stalker, e perch\u00e9 devono maltrattare le loro compagne per sentirsi forti.<\/p>\n
Se si andasse nella direzione dello smantellamento degli stereotipi, ci sarebbe un grande vantaggio per tutti. Con diverse relazioni ispirate al rispetto reciproco, si mettono le basi per un dialogo pi\u00f9 sano. C\u2019\u00e8 da dire che per fare questo c\u2019\u00e8 una sola chiave: l\u2019educazione, sia nelle famiglie che a scuola. In famiglia, il ruolo delle mamme che educano i figli maschi \u00e8 importantissimo, \u00e8 il modo per un superamento totale della valorizzare del modello maschile di riferimento. E nella scuola bisognerebbe cominciare da subito, da piccoli, facendo giocare maschi e femmine con gli stessi giocattoli.<\/p>\n
Quindi la scuola \u00e8 un punto di partenza.<\/strong><\/p>\n S\u00ec, e come materie incentiverei lo studio dell\u2019educazione civica, naturalmente, e farei leggere la costituzione in tutta le sue possibilit\u00e0, ma introdurrei anche lo studio della storia delle donne. Per\u00f2, prima, vanno cancellati gli stereotipi. Questo lo dico perch\u00e9 lo vedo come nonna, e non solo a scuola ma anche nella scelta del tempo libero e dello sport: i bambini vanno al calcio e le femmine a danza, cos\u00ec diventa un dato ineluttabile, non puoi sfuggire.<\/p>\n
Diciamo che comincerei dalla scuola materna, insegnando la differenza di genere a bambini e bambine, perch\u00e9 solo distruggendo gli stereotipi dall\u2019inizio ce la puoi fare. E poi cambierei il modello che da duemila anni ci costringe all\u2019idea della femmina da proteggere, perch\u00e9 impedisce di essere protagoniste della propria vita. La consapevolezza \u00e8 la cosa pi\u00f9 importante, solo quando si aprono gli occhi allora viene tutto fuori. Una cosa che mi capita anche ai processi.<\/p>\n
Pu\u00f2 spiegare meglio?<\/strong><\/p>\n Parlo delle donne che denunciano il compagno o il marito violento dopo tanto tempo, ma anche degli uomini che si meravigliano quando vengono condannati, soprattutto se si stratta di maltrattamenti o stalking. Diciamo che se c\u2019\u00e8 una violenza grave, fisica o sessuale, \u00e8 evidente che si tratta di un reato, ma se ci sono maltrattamenti e violenza piscologica, ci si meraviglia che si tratti di reati. Mi \u00e8 capitato diverse volte, e questo vale anche per persone istruite, con tanto di laurea. Il problema \u00e8 il modello introiettato, quello che scambia la violenza con l\u2019amore, e che riguarda sia gli uomini che esercitano questo controllo, sia le donne che lo subiscono e non lo mettono a fuoco. Se noi non rompiamo questo meccanismo e non indichiamo gli stereotipi come base di modelli malati, questi continueranno a essere diffusi e quindi a essere considerati normali. Per dirla tutta, se non cambiamo il modo di pensare, tutte le leggi sono inutili, qui va reimpostata l\u2019identit\u00e0 della persona e delle relazioni.<\/p>\n
Nella Giustizia italiana come funziona, ci sono stereotipi?<\/strong><\/p>\n Bisogna fare delle distinzioni perch\u00e9 alla fine i pregiudizi verso le donne sono cos\u00ec profondi che ti condizionano a 360 gradi. Noi, in magistratura, siamo ormai al 48% e in generale c\u2019\u00e8 un atteggiamento diverso dei colleghi rispetto al passato. La donna giudice per\u00f2, continua a essere vittima di pregiudizio nel quotidiano. Faccio un esempio pratico capitato a me: sono a Roma e fuori dall\u2019udienza, l\u2019imputato chiede al carabiniere \u201coggi sar\u00f2 giudicato da un giudice o da una donna?\u201d Cio\u00e8, l\u2019istituzione diventa alternativa al mio genere.<\/p>\n
Per me \u00e8 diverso, sono in Cassazione da vent\u2019anni e il rapporto tra le parti non c\u2019\u00e8, mentre quando ho iniziato la carriera, il pregiudizio verso di noi era fortissimo. Mi ricordo che la mia prima destinazione fu a Montepulciano, in Toscana, dove trovai un foro molto civile, che accett\u00f2 bene il mio arrivo anche se ero una donna. La vera difficolt\u00e0, invece, fu con i colleghi, soprattutto quelli pi\u00f9 giovani, che vedevano la presenza di una collega come un\u2019ombra: c\u2019era una diffidenza, uno scetticismo e una critica indescrivibile. Poi, una volta arrivata a Roma, \u00e8 stato pi\u00f9 facile e ho cominciato a ricevere complimenti, ma mi sentivo comunque e sempre sotto esame, e sentivo che al minimo errore sarei stata giudicata non meritevole.<\/p>\n
Ma il pregiudizio che costruisce il tetto di cristallo per le magistrate, c\u2019\u00e8 o non c\u2019\u00e8 adesso?<\/strong><\/p>\n Quando si tratta di posti decisionali, il fatto di essere una donna, conta. E su questo pregiudizio bisognerebbe discutere in magistratura, perch\u00e9 oggi \u00e8 ritenuto un problema individuale: sei tu a doverti far valere, \u00e8 responsabilit\u00e0 tua se si affievolisce la tua autorevolezza. E questo nega che ci sia un problema di genere, che invece ci sta perch\u00e9 il pregiudizio sulle donne \u00e8 ancora forte. Un pregiudizio che non crolla in 50 anni e che l\u2019assunzione del modello maschile a oltranza, anche da parte delle donne, non risolve.<\/p>\n
In magistratura le donne sono il 48% e tra un po\u2019 superiamo gli uomini, perch\u00e9 sono di pi\u00f9 le donne che vincono il concorso e questo dimostra che sono pi\u00f9 brave, \u00e8 un risultato obiettivo. Mentre per quanto riguarda le nomine e gli incarichi direttivi, abbiamo un 18% nei tribunali e un 12% nelle procure, un numero inadeguato rispetto alla proporzione. Qui il discorso \u00e8 articolato, perch\u00e9 se da una parte \u00e8 vera una minore disponibilit\u00e0 delle donne a proporsi e a mettersi in gioco, spesso per gli incarichi si adduce il fatto che noi abbiamo meno anzianit\u00e0 perch\u00e9 siamo entrate dopo, che \u00e8 un falso problema. La verit\u00e0 \u00e8 che dietro ci sono criteri apparentemente neutri che nascondono uno stereotipo.<\/p>\n
Che rapporto hanno le donne con il potere?<\/strong><\/p>\n Noi abbiamo usufruito delle lotte femministe e quindi sembra che abbiamo pi\u00f9 diritti, per\u00f2 poi ti rendi conto che non \u00e8 cos\u00ec. Il diritto di entrare in magistratura ce l\u2019ho ma non ho il riconoscimento di essere istituzione davanti a gran parte dei miei imputati e i pregiudizi non si fermano davanti all\u2019aula di giustizia. E se poi nel rapporto con il potere, le donne vengono fagocitate dal modello maschile, c\u2019\u00e8 solo l\u2019immobilit\u00e0. Peccato, perch\u00e9 le donne consapevoli possono cambiare il mondo.<\/p>\n
Sono andata al congresso di ANM (Associazione nazionale magistrati, ndr) tempo fa, e c\u2019erano tantissime donne, e si aveva questo impatto forte, anche visivo, di una magistratura con donne autorevoli e con alcune che sono intervenute con grande piglio. Si vede che abbiamo raggiunto traguardi ardui. Per\u00f2 le donne hanno ancora poco potere, nel senso che stanno raggiungendo professioni impensabili fino a 10 anni fa, ma questa delle posizioni apicali \u00e8 un tema forte sia in politica, che nelle universit\u00e0, come nella magistratura, in tutto.<\/p>\n
Proposte?<\/strong><\/p>\n B\u00e9, il\u00a0Consiglio superiore della magistratura<\/a>\u00a0ha solo 2 donne, e per i luoghi di potere il problema di genere \u00e8 ancora da risolvere in Italia. Bisogna puntare a far entrare pi\u00f9 donne.<\/p>\n Per quanto riguarda le donne nel Csm, la proporzione \u00e8 ridicola. A luglio si voter\u00e0, e l\u00ec il discorso \u00e8 complesso perch\u00e9 c\u2019\u00e8 il gioco delle correnti. Non so, forse si superer\u00e0 questo tetto minimo, ma non credo ci saranno rivoluzioni, si parla di una riforma e si parla anche di quote nel Csm. Vedremo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
Come dovrebbe essere l\u2019Italia per diventare un Paese per donne? La domanda \u00e8 posta a bruciapelo a quelle che ricoprono ruoli istituzionali e a chi, con le proprie decisioni, pu\u00f2 determinare la vita di altre persone. Un brainstorming al femminile che parte dalla fine: l\u2019immagine di un luogo dove una donna possa vivere a proprio […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":3772,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[1727],"tags":[504,692,932,1575],"yoast_head":"\n
Intervista doppia: Di Nicola e Luccioli su donne e magistratura - DonnexDiritti<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n