{"id":3767,"date":"2013-11-25T00:11:05","date_gmt":"2013-11-24T23:11:05","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.wordpress.com\/?p=3767"},"modified":"2020-03-04T03:43:58","modified_gmt":"2020-03-04T02:43:58","slug":"puppatoidem-immagino-un-paese-dove-ci-prendiamo-le-redini-e-non-aspettiamo-che-ce-le-diano-2013","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/11\/25\/puppatoidem-immagino-un-paese-dove-ci-prendiamo-le-redini-e-non-aspettiamo-che-ce-le-diano-2013\/","title":{"rendered":"Intervista doppia a Puppato e Idem: donne discriminate in politica"},"content":{"rendered":"

Come dovrebbe essere l\u2019Italia per diventare un Paese per donne? La domanda \u00e8 posta a bruciapelo a quelle che ricoprono ruoli istituzionali e a chi, con le proprie decisioni, pu\u00f2 determinare la vita di altre persone.<\/strong> Una sorta di brainstorming al femminile che parte dalla fine: l\u2019immagine di un luogo dove una donna possa vivere a proprio agio.<\/p>\n

Una specie di sfida per le italiane che quest\u2019anno si sono ritrovate al 71esimo posto su 136 Paesi, in materia di pari opportunit\u00e0<\/p><\/blockquote>\n

(\u201cGlobal Gender Gap Report\u201d del World Economic Forum di Ginevra<\/a>).\u00a0Un\u2019inchiesta con interviste doppie che comincia qui con due donne che si sono distinte nel confronto con il potere maschile: la senatrice\u00a0Josefa Idem<\/strong>, ex ministra delle Pari opportunit\u00e0 del governo Letta, e\u00a0Laura Puppato<\/strong>, senatrice anche lei, che nel 2012 ha sfidato quattro uomini per la leadership del centrosinistra.<\/p>\n

\"\"
Laura Puppato e Josefa Idem<\/figcaption><\/figure>\n

Partiamo da un\u2019immagine. Come dovrebbe essere l\u2019Italia per diventare un Paese per donne?<\/strong><\/p>\n

\"\"Per quanto mi riguarda, immagino un Paese che non ha pi\u00f9 bisogno di quote, dove le donne sono protagoniste della propria vita professionale e affettiva, e dove possono scegliere quello che desiderano in ogni ambito, a partire dal lavoro e tutto il resto. Immagino una donna che non deve chiedere il permesso per nessuna cosa, che non conosce il senso di colpa, che non si alza per prima nei lavori di cura. Una donna che se decide di fare figli con un uomo, pu\u00f2 sentirsi in un progetto condiviso non solo nelle linee teoriche ma anche nella quotidianit\u00e0, dato che spesso gli uomini entrano nel merito per dire la loro ma poi delegano il lavoro pratico alle compagne. E poi vorrei un Paese che non rappresenti pi\u00f9 la donna come la vittima con l\u2019occhio nero coperta di lividi, ma che sia chiara l\u2019immagine di un soggetto, e non di un oggetto, che si alza in piedi e dice forte e chiaro: \u201cNon osare mai pi\u00f9\u201d.<\/p>\n

\"\"Io immagino un Paese dove non c\u2019\u00e8 pi\u00f9 bisogno di discutere sul tema. Dove le donne ci sono e sono presenti, non per concessione maschile o perch\u00e9 \u00e8 bene che ci siano, ma perch\u00e9 \u00e8 un fatto normale, perch\u00e9 per competenza, capacit\u00e0 e storia professionale ci sono. Ecco, un Paese in cui sia prevista per le donne un\u2019autentica autonomia di pensiero, sia praticata la vera libert\u00e0 di espressione e di vita, e dove la differenza di genere esiste come e\u2019 ovvio, ma non \u00e8 una discriminante che determini una priorit\u00e0 maschile nel lavoro, nella gestione delle cose.<\/p>\n

E gli uomini, che fine fanno?<\/strong><\/p>\n

\"\"Penso a un possibile modello di convivenza per tutti: uomini, donne, bambini e bambine, insomma tutti. Un modello di relazione che abbia come base un solido rispetto reciproco, e una perfetta corrispondenza. Ma per questo, invece dei corsi di autodifesa, bisognerebbe fare corsi di convivenza, cio\u00e8 cominciare a pensare in positivo mettendo al primo posto l\u2019educazione sentimentale. \u00c8 cos\u00ec che si rende possibile un modello di rapporto allo stesso livello tra uomini e donne, anche nelle relazioni intime. E poi vorrei un mondo un po\u2019 pi\u00f9 autentico, con bellezze reali, sia maschili che femminili, dove non ci sia bisogno di Photoshop e dove i rapporti siano pi\u00f9 liberi dagli stereotipi. C\u2019\u00e8 una mia amica che lavora in questo campo, fa ritocchi con Photoshop, ecco, lei per esempio sogna di mettere su una comunit\u00e0 di donne che collaborano tra loro e che incontrano gli uomini solo fuori, diciamo per amore. In fondo gli uomini fuori dal potere, sono anche graziosi.<\/p>\n

\"\"Sono d\u2019accordo, per\u00f2 insisto sul fatto che bisogna partire dalla scuola, dall\u2019educazione famigliare fin da subito, dalla nascita. Suggerisco di inserire la filosofia fin dall\u2019inizio, dalla scuola materna, da prima di cominciare a leggere e scrivere. Dovremo far conoscere la storia che hanno fatto anche le donne, oggi completamente occultate nei libri di testo. E poi bisogna conoscere il mondo, guardarsi intorno, aprirsi al mondo. In Italia abbiamo tolto la geografia, un\u2019assurdit\u00e0 perch\u00e9 la geografia serve a conoscere, \u00e8 politica se fatta bene. Cos\u00ec come anche l\u2019educazione civica, parliamo tanto e poi se vai per la strada e chiedi la differenza tra un disegno di legge e un decreto legge nessuno lo sa. La scuola \u00e8 il fulcro principale da dove comincia la trasformazione, solo cos\u00ec si cambia la mentalit\u00e0, si modifica la cultura di una societ\u00e0.<\/p>\n

Riformare la scuola e fare un gender planning nella culla?<\/strong><\/p>\n

\"\"Diciamo che \u00e8 una grossa fetta. La scuola non pu\u00f2 essere una sorta di bulimia, una indigestione di nozioni ma dovrebbe stimolare la mente a una riflessione critica. Una scuola che non s\u2019immobilizzi sul voto ma che liberi il pensiero. Dare gli strumenti della messa in discussione del presente, e quindi anche degli stereotipi culturali, perch\u00e9 il laboratorio di decostruzione di questi modelli \u00e8 la scuola. Le donne non si rendono conto pienamente della loro forza, perch\u00e9 non riconoscono il guinzaglio con cui sono tenute a bada, e quindi pensano che il limite che viene posto, la difficolt\u00e0 nell\u2019accesso al lavoro e l\u2019esclusione dal potere, sia un fatto scontato. Se avessimo fin da subito strumenti di decostruzione di questo stereotipo, saremmo in grado di riconoscere e cambiare pi\u00f9 velocemente la situazione che ci circonda e ci riguarda.<\/p>\n

\"\"La gestione del potere \u00e8 centrale in tutto questo discorso, e gli stereotipi sono certamente il muro che ci divide lasciando le redini strette in mani maschili. Mani che non mollano oggi e difficilmente molleranno domani. \u00c8 impensabile che venga affidata alle donne una divisione equa di questo potere, malgrado siamo pi\u00f9 della met\u00e0. La verit\u00e0 \u00e8 che noi ce lo dobbiamo prendere questo potere, questo governo delle cose, ma prima di tutto dobbiamo essere convinte di poterlo gestire, sapendo fare anche meglio degli uomini.<\/p>\n

Pensate a un colpo di mano per prendere il potere?<\/strong><\/p>\n

\"\"L\u2019accesso al potere e alla gestione di un Paese, rientra nei pregiudizi. Si ritiene, pur non dicendolo apertamente, che le donne non ne siano capaci perch\u00e9 non sono abituate o perch\u00e9 non l\u2019hanno mai fatto. Fa parte della discriminazione ed \u00e8 uno degli stereotipi pi\u00f9 forti. In verit\u00e0 noi abbiamo alle spalle 2000 anni di gestioni di nuclei familiari spesso allargati, in condizioni improbabili, in contesti persino impossibili anche solo da immaginare. Un sapere accuratamente occultato dalla storia. In Italia, soprattutto, la gestione del lavoro familiare \u00e8 stata sempre portata avanti dalle donne, siamo noi che abbiamo risolto situazioni estreme, di sopravvivenza dei nuclei umani: perch\u00e9 le donne sono sempre state il cuore operativo della gestione di gruppi familiari. In ogni caso l\u2019abitudine a gestire le difficolt\u00e0 e a mandare avanti la \u201cbaracca\u201d \u00e8 il frutto di un lavoro quotidiano tramandato che ha costruito e sviluppato un sapere, quasi sempre misconosciuto o ridotto ad uno pseudo sapere, perch\u00e9 considerato solo un dovere. Diciamo un lavoro gratuito che facciamo da sempre.<\/p>\n

\"\"Sono d\u2019accordo, e vorrei che le donne vivessero la propria forza senza paura di essere punite per averla tirata fuori. Potere significa poter plasmare i contesti in modo da far star bene le persone, tutte. La donna non \u00e8 necessariamente pi\u00f9 buona o pi\u00f9 brava a gestire ma \u00e8 unica e diversa, e quindi si pu\u00f2 pensare di avere un risultato migliore rispetto agli uomini, soprattutto perch\u00e9 c\u2019\u00e8 un maggiore rispetto della vita, e di questo sono convinta. Si potrebbero avere risultati migliori per tutti, nessuno pu\u00f2 escludere che questo comporti un miglioramento per la societ\u00e0, bisogna provare a farlo.<\/p>\n

Le donne al potere come uscita dalla crisi? Si pu\u00f2 immaginare?<\/strong><\/p>\n

\"\"<\/strong>In un Paese come il nostro, sempre vicino al baratro e dove non si sa pi\u00f9 dove mettere le mani, sono senza dubbio le donne, o meglio quelle che riconoscono questo sapere e questa forza, che possono contribuire a far uscire l\u2019Italia dalla crisi. Perch\u00e9 vedono il domani con occhi nuovi. Ma sia chiaro che non possiamo aspettarci che ci venga chiesto o affidato questo compito, riconoscendo che potremo essere capaci di trovare le chiavi giuste. No, non dobbiamo attendere che questo accada. Siamo noi che dobbiamo trovare la forza per prendere le redini e poter cambiare rotta.<\/p>\n

\"\"Parliamo di una crisi mondiale creata dalla voracit\u00e0 di gruppi di potere per lo pi\u00f9 maschili e con meccanismi di autodistruzione. \u00c8 vero che le donne non sono tutte uguali e che non sono sempre migliori degli uomini, ma la donna \u00e8 anche pi\u00f9 propensa a cercare soluzioni in base alla pratica di gestione di cui parla Laura. Cercare di non creare danni alle future generazioni, significa, in ultima analisi, tenere a mente il bene di una umanit\u00e0 che siamo noi a mettere al mondo.<\/p>\n

Le donne sono pi\u00f9 adatte in una situazione di crisi perch\u00e9 abituate al peggio?<\/strong><\/p>\n

\"\"<\/strong>No, il problema \u00e8 solo quello di riconoscere che questo Paese noi, lo sapremmo gestire perch\u00e9 la gestione ci \u00e8 propria. La facciamo da sempre. Sono solo le dimensioni a cambiare. In ogni momento e da tempo immemore, ma non perch\u00e9 siamo migliori, perch\u00e9 \u00e8 cos\u00ec, \u00e8 sempre stato cos\u00ec. Immaginiamo una donna che affronta la maternit\u00e0, per esempio, lei pensa sempre al futuro, momento per momento, in tutta la fase della crescita, pensa alle conseguenze di tutte le sue azioni perch\u00e9 ha a cuore la sopravvivenza di chi ha messo al mondo. \u00c8\u00a0cos\u00ec anche per la politica. Ogni volta che abbiamo la possibilit\u00e0 di emanare un disegno di legge, o di incidere su questo ambito d\u2019azione politica, ci chiediamo sempre: quali saranno le conseguenze? Non pensiamo al ritorno mediatico, alla pancia, ma guardiamo le cose in prospettiva, includendo nel ragionamento anche i danni possibili.<\/p>\n

\"\"La Norvegia, per esempio, ha obbligato la presenza femminile nella gestione aziendale e amministrativa, e con risultati positivi, quindi oltre a una storia occultata ci sono anche esempi concreti e visibili, ora. Le donne, ripeto, non sono migliori a prescindere ma possono distinguersi in quello che \u00e8 stato fatto finora con qualcosa di diverso. E c\u2019\u00e8 solo il rischio che si possa migliorare.<\/p>\n

Proposte?<\/strong><\/p>\n

\"\"I modelli vanno per contagio, se il modello maschile \u00e8 vincente, anche gli altri lo seguono, comprese le donne. Se invece poi tu, come donna, metti in discussione quel modello nella gestione del potere, allora puoi rischiare di essere punita. In sostanza ci vogliono nuovi modelli, modelli diversi e di diversa convivenza, e ci vuole anche una rete tra donne, perch\u00e9 ci vuole supporto tra noi per uscire da tutto questo. E sono convinta che non ci sia nulla di scontato, mai.<\/p>\n

\"\"Su questo non ci sono dubbi, il ruolo delle donne sempre rimosso nella storia \u00e8 da riportare a galla anche e soprattuto tra le donne. Tra di noi, impariamo a volerci bene.<\/p>\n

 <\/p>\n

Intervista tratta dalla 27esimaora del Corriere della sera<\/a><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Come dovrebbe essere l\u2019Italia per diventare un Paese per donne? La domanda \u00e8 posta a bruciapelo a quelle che ricoprono ruoli istituzionali e a chi, con le proprie decisioni, pu\u00f2 determinare la vita di altre persone. 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