{"id":3732,"date":"2013-11-24T16:04:17","date_gmt":"2013-11-24T15:04:17","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.wordpress.com\/?p=3732"},"modified":"2020-03-04T04:12:47","modified_gmt":"2020-03-04T03:12:47","slug":"una-carta-storica-per-le-donne-2013","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/11\/24\/una-carta-storica-per-le-donne-2013\/","title":{"rendered":"Carta storica firmata nella Commission on the Status of Women di New York"},"content":{"rendered":"

\u00abQuesta \u00e8 stata la mia ultima sessione della Csw (Commission on the Status of Women), perch\u00e9 per motivi personali torner\u00f2 nel mio Paese, anche se continuer\u00f2 a lavorare per l\u2019uguaglianza di genere e l\u2019 empowerment delle donne\u00bb. A parlare \u00e8 Michelle Bachelet che ha lasciato la direzione esecutiva dell\u2019UN Women (ente delle Nazioni Unite che promuove i diritti delle donne),<\/strong> per tornarsene in Cile dove si candider\u00e0 per la seconda volta alle presidenziali del 17 novembre come indipendente (il suo primo mandato \u00e8 durato dal 2006 al 2010). Un commiato che il Segretario generale dell\u2019Onu, Ban Ki-moon, ha commentato riconoscendo come il lavoro straordinario di Bachelet abbia \u00abpermesso di mobilitare e fare la differenza per milioni di persone in tutto il mondo\u00bb.<\/p>\n

\"\"
Michelle Bachelet<\/figcaption><\/figure>\n

Successi che quest\u2019anno l\u2019 hanno vista protagonista di uno dei pi\u00f9 grandi e importanti passi in avanti per la tutela di genere, attraverso la \ufb01rma di 132 Paesi della Carta dell\u2019Onu contro la violenza sulle donne nel mondo<\/strong>, uscita proprio da questa 57.ma Commission on the Status of Women che si \u00e8 conclusa a met\u00e0 marzo a New York, dopo 15 giorni di lavoro con donne, associazioni e istituzioni dell\u2019intero Pianeta. Un accordo che \ufb01nora non era stato possibile e che, seppur non vincolante, rappresenta un altro tassello nella lotta al femminicidio. In questo testo di 17 pagine,<\/p>\n

le Nazioni Unite condannano la violenza contro donne e bambine<\/p><\/blockquote>\n

chiedono maggiore attenzione e accelerazione nel prevenire e rispondere al fenomeno, insistono sulla priorit\u00e0 della creazione di una rete di servizi a sostegno delle vittime e la \ufb01ne dell\u2019impunit\u00e0 dei responsabili, ribadendo il diritto alla salute sessuale e riproduttiva, a uguali diritti umani per uomini e donne, e condannando il matrimonio precoce e forzato,<\/strong> la selezione del sesso, le mutilazioni genitali femminili e i crimini commessi in nome dell\u2019onore.<\/p>\n

\"\"In particolare vengono riaffermate la Dichiarazione di Pechino e Piattaforma d\u2019azione, la Convenzione sull\u2019eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (Cedaw) e il protocollo opzionale, la Convenzione sui diritti del fanciullo, la Convenzione sui diritti delle persone con disabilit\u00e0 e le Convenzioni dell\u2019Organizzazione internazionale del lavoro. La Commissione sottolinea anche come \u00abla violenza contro le donne signi\ufb01chi ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi o possa provocare, danno \ufb01sico, sessuale o psicologico o una sofferenza alle donne e le ragazze, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o arbitrarie privazione della libert\u00e0, sia in pubblico che nella vita privata\u00bb.<\/strong><\/p>\n

\"\"Non solo, ma stabilisce la violenza domestica come una delle forme pi\u00f9 ampie; conferma la violenza contro le donne e le ragazze come una delle violazioni pi\u00f9 diffuse dei diritti umani nel mondo;<\/strong> e riconosce questa violenza quale manifestazione delle relazioni di potere storicamente ineguali tra uomini e donne, con sistemica discriminazione basata sul genere. Inoltre in questa Carta \u00absi esortano i governi, i soggetti attivi nel settore del sistema delle Nazioni Unite, le organizzazioni internazionali e regionali, delle donne e di altre organizzazioni della societ\u00e0 civile e del settore privato, ad adottare le azioni a livello nazionale, regionale e globale\u00bb,<\/strong> insistendo molto sul<\/p>\n

\u00abraggiungimento della parit\u00e0 di genere e l\u2019 empowerment delle donne in tutte le sue dimensioni\u00bb, in quanto \u00abessenziale per affrontare le cause profonde della violenza contro le donne\u00bb<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Per chi ha partecipato ai lavori, come Barbara Spinelli<\/strong> (avvocato penalista di Giuristi democratici e esperta di femminicidio), la sensazione \u00e8 stata che alcuni Paesi, come l\u2019Austria, la Norvegia e lo Zambia, avessero una buona interazione tra istituzioni e Ong. \u00abL\u2019importanza di questo incontro \u2013 dice Spinelli \u2013 \u00e8 che qui ogni anno si incontrano centinaia di donne che svolgono nei propri Paesi un ruolo fondamentale per la promozione e la difesa dei diritti di donne e bambine. Donne migranti, professioniste, accademiche, con un\u2019altissima professionalit\u00e0. Tutte le relatrici hanno convenuto sul fatto che questo fenomeno si scon\ufb01gge solo a\ufb03ancando la lotta alla criminalit\u00e0 organizzata, a una rivoluzione culturale in grado di incidere sulla mentalit\u00e0 dei clienti e di creare condizioni adeguate per le donne nei Paesi di origine,<\/strong> modi\ufb01cando le tradizioni lesive dei diritti umani, potenziando l\u2019accesso ai servizi, investendo per eliminare le discriminazioni nell\u2019accesso al lavoro, allo studio, e tutti quei fattori che rendono le donne facili prede dei tra\ufb03canti\u00bb. Quelle che si chiamano strategie integrate.<\/p>\n

\"\"Eppure, malgrado i dati dell\u2019Onu indichino che ancora oggi 7 donne su 10 subiscono violenza nel corso della vita e 603 milioni di donne vivono in nazioni che non la considerano un reato,<\/strong> non sono mancate obiezioni da parte di Egitto, Iran, Sudan, Arabia Saudita, Qatar, Honduras, mentre la Libia questa Carta non l\u2019ha sottoscritta. Le resistenze si sono concentrate sul passo in cui si dice che la violenza contro le donne non pu\u00f2 essere giusti\ufb01cata da \u00abnessun costume, tradizione o considerazione religiosa\u00bb, un concetto che ha provocato la rottura della rappresentante egiziana alla 57.ma Commission, Mervat Tallawy, che \u00e8 andata contro il volere degli islamisti \ufb01rmando la carta e dichiarando che \u00abla solidariet\u00e0 internazionale \u00e8 necessaria per dare i poteri alle donne e prevenire quest\u2019aria di repressione\u00bb. <\/strong>Tra i punti considerati inammissibili da alcuni Paesi islamici c\u2019\u00e8 anche la \u00abpiena uguaglianza nel matrimonio\u00bb che consente di denunciare il coniuge violento, e la garanzia di libert\u00e0 sessuale per le ragazze con l\u2019accesso ai contraccettivi. Accanto a loro nell\u2019esprimere contrariet\u00e0 si sono schierati anche il Vaticano (che ha un seggio all\u2019Onu come Stato non membro e osservatore permanente),<\/p>\n

la Russia e l\u2019Iran che hanno trovato sconveniente il passaggio sull\u2019interruzione di gravidanza<\/p><\/blockquote>\n

e alla salute riproduttiva delle donne: un punto che, come successo nell\u2019incontro di Rio+20 l\u2019anno scorso,<\/strong> volevano cassare. E la Carta alla \ufb01ne \u00e8 passata solo grazie alla trattativa portata avanti da Michelle Bachelet.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

\u00abQuesta \u00e8 stata la mia ultima sessione della Csw (Commission on the Status of Women), perch\u00e9 per motivi personali torner\u00f2 nel mio Paese, anche se continuer\u00f2 a lavorare per l\u2019uguaglianza di genere e l\u2019 empowerment delle donne\u00bb. 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