{"id":3686,"date":"2013-11-24T14:53:18","date_gmt":"2013-11-24T13:53:18","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.wordpress.com\/?p=3686"},"modified":"2021-02-04T00:39:57","modified_gmt":"2021-02-03T23:39:57","slug":"il-femminicidio-in-italia-i-danni-di-chi-minimizza-il-fenomeno-2012","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/11\/24\/il-femminicidio-in-italia-i-danni-di-chi-minimizza-il-fenomeno-2012\/","title":{"rendered":"Il femminicidio in Italia: i danni di chi minimizza il fenomeno"},"content":{"rendered":"

“Negli ultimi dieci giorni in Italia sono state uccise dai loro partner tre donne mentre un\u2019altra \u00e8 stata gravemente ferita dal marito a Barletta. Le donne uccise sono<\/strong>: Lisa Puzzoli,<\/strong> 22 anni, ammazzata a Udine dall\u2019ex convivente, Vincenzo Manduca, 27, di Forl\u00ec, denunciato tre volte dalla giovane per stalking e molestie; Giovanna De Lucia<\/strong>, 27,\u00a0di San Felice a Cancello, nel casertano, accoltellata dal marito, Giovanni Venturano, 27 anni, andato da lei per fare pace; Luciana Morosi,<\/strong> 67 anni, strangolata dal marito, Enrico Sciaccaluga, a Genova,<\/p>\n

\"\"
Lisa Puzzoli<\/figcaption><\/figure>\n

Dall\u2019inizio dell\u2019anno sono gi\u00e0 120 le vittime di femminicidio in Italia, comprese le vittime collaterali (nonni, figli, genitori, fratelli, sorelle, conoscenti che si trovavano per caso al momento del delitto o perch\u00e9 uccisi per vendetta contro le vittime predestinate), e la maggior parte, circa il 70% di queste vittime (dati Onu), avevano gi\u00e0 segnalato a servizi sociali e\/o forze dell\u2019ordine il pericolo che correvano e quindi erano \u201csalvabili\u201d.<\/strong> Se si va a vedere il significato di femminicidio si legge che essa \u00e8, secondo Marcela Lagarde, \u201cla forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine che comportano l\u2019impunit\u00e0 delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una situazione indifesa e di rischio, possono culminare con l\u2019uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambini, di sofferenze psichiche e fisiche comunque evitabili, dovute all\u2019insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e all\u2019esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia\u201d.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Secondo il Rapporto sull\u2019Italia della Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, Rashida Manjoo,\u00a0reso pubblico a giugno a Ginevra:\u00a0 \u201cSono stati fatti sforzi da parte del Governo per affrontare il problema della violenza contro le donne,<\/strong> inclusa l\u2019adozione di leggi e politiche e la creazione e fusione di enti governativi responsabili per la promozione e protezione dei diritti delle donne. Ma questi risultati non hanno ancora portato una diminuzione della percentuale di femminicidi o si sono tradotti in un reale miglioramento della vita di molte donne e bambine\u201d, e che \u201cNonostante le sfide dell\u2019attuale situazione politica ed economica, gli sforzi mirati e coordinati nell\u2019affrontare la violenza contro le donne attraverso l\u2019uso pratico e innovativo di risorse limitate, questa necessit\u00e0 rimane una priorit\u00e0. I livelli alti di violenza domestica,<\/strong> che contribuiscono ai livelli in crescita di femminicidi, richiedono una attenzione seria\u201d.<\/strong> \u201cNel caso specifico dell\u2019Italia \u2013 ha detto Rashida Manjoo – secondo le statistiche che ho ricevuto durante la mia visita nel\u00a0paese, mentre<\/p>\n

\n

il numero di omicidi di uomini su uomini \u00e8 diminuito dall\u2019inizio del 1990, il numero di donne uccise dagli uomini \u00e8 aumentato<\/p>\n<\/blockquote>\n

Un rapporto sul femmicidio basato sulle informazioni raccolte dai media indica che nel 2010, 127 donne sono state uccise dagli uomini.\u00a0Nel 54% dei casi, il responsabile era un partner o ex-partner e solo nel 4% dei casi l\u2019aggressore\u00a0era uno sconosciuto<\/strong> (il 96% \u00e8 conosciuto dalla vittima, ed \u00e8 un familiare, un conoscente, un partner o un ex, ndr). Il 70% di tutti i casi di femmicidio ha riguardato donne italiane e nel 76% dei\u00a0casi anche gli aggressori erano italiani,<\/strong> al contrario di quanto si crede comunemente, che tali\u00a0crimini siano commessi da stranieri, un luogo comune generalmente rafforzato dai media\u201d.<\/p>\n

\"\"
Rashida Manjoo<\/figcaption><\/figure>\n

Secondo il Rapporto di Rashida Manjoo, circa l\u201985% della violenza nel nostro Paese si consuma in famiglia, una forma di violenza che viene spesso minimizzata sia dalle forze dell\u2019ordine, sia nei tribunali, sia dalla stessa informazione che spesso tratta questi delitti come fossero storie di \u201camore malato\u201d (senza contare che la maggioranza dei femmincidi si consuma nelle relazioni intime di cui il 70% era stato segnalato, come gi\u00e0 detto).<\/strong> Mariella Zanier, mamma di Lisa Puzzoli – la ragazza uccisa dall\u2019ex qualche giorno fa – ha detto chiaro e tondo:<\/p>\n

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\u201cSapevamo che prima o poi sarebbe successo qualcosa di terribile a Lisa. Questa \u00e8 stata una morte annunciata\u201d<\/p>\n<\/blockquote>\n

mentre il padre, ha confermato che \u201cC\u2019erano state denunce per maltrattamenti, poi la sentenza del tribunale, il mese scorso, per la bambina. Nonostante questo non \u00e8 stato possibile prevenire l\u2019uccisione di nostra figlia.<\/strong> A questo punto mi chiedo a cosa serva la legge se non tutela una ragazza dalla violenza, se non impedisce una tragedia come questa. Adesso io e mia moglie restiamo qui con una bambina di due anni da crescere\u201d.<\/p>\n

\"\"
Vincenzo Manduca<\/figcaption><\/figure>\n

L\u2019uomo che ha ucciso Lisa era stato denunciato per stalking, minacce e lesioni, e si \u00e8 presentato da lei con la scusa di discutere aspetti legati al mantenimento della figlia, ma con s\u00e9 aveva un coltello di 20 centimetri con cui ha ucciso la donna,<\/strong> una premeditazione che Lisa non poteva sapere ma che poteva immaginare se qualcuno glielo avesse fatto notare: per esempio, le istituzioni a cui si era rivolta per essere tutelata. Il fattore di rischio \u00e8 un dato rilevante per salvare queste vite, perch\u00e9\u00a0Lisa ha acconsentito di ascoltare il suo assassino, anche se malvolentieri, perch\u00e9 non era consapevole, fino in fondo, del pericolo che correva:<\/strong> ma questo \u00e8 un classico nelle dinamiche di femminicidio in ambito di relazioni intime perch\u00e9 se lo Stato non interviene in maniera adeguata, e consapevole del rischio che la donna pu\u00f2 correre, perch\u00e9 se ne deve rendere conto la donna che in fondo con quell\u2019uomo ha convissuto e che magari un tempo era anche diverso? Per questo la prevenzione, pi\u00f9 che la punizione a posteriori, gioca un ruolo fondamentale: in particolare per la violenza nelle relazioni intime in cui si ravvisano reati come maltrattamenti, ingiurie, atti persecutori, violenza fisica ed economica<\/strong> ma anche sequestro di persona e tortura, con effetti devastanti nei confronti dei minori quando presenti.<\/p>\n

\n

Solo alla Procura di Roma sono stati avviati 6.000 procedimenti in un anno per varie forme di violenza contro le donne<\/p>\n<\/blockquote>\n

e se la crisi italiana \u00e8 un altro degli ostacoli al contrasto al fenomeno, sia per il finanziamento \u201ca singhiozzo\u201d dei centri antiviolenza, sia per politiche dirette e immediate in tutti i settori destinati, o da destinare, il problema riguardo la punizione di questi reati, non \u00e8 l\u2019inasprimento della pena ma la sua giusta esecuzione attraverso le normative gi\u00e0 presenti, in quanto si vede come spesso, nei tribunali, la minimizzazione di certi comportamenti lesivi<\/strong> e quindi la poca applicazioni delle norme vigenti.<\/p>\n

\"\"Di fronte a una violenza non pu\u00f2 essere accettato che ci sia, nella fase preliminare, la massima garanzia dell\u2019imputato mentre non sia prevista la massima assistenza e protezione della vittima, che molte volte \u2013 soprattutto quando il procedimento si apre con un pregresso di anni di maltrattamenti in famiglia \u2013 non ha piena consapevolezza della sua condizione, tanto da riferire erroniamente a se stessa parte della responsabilit\u00e0 di ci\u00f2 che \u00e8 accaduto.Ancora oggi succede che nei tribunali civili e penali di tutt\u2019Italia, e per un pregiudizio radicato, le donne non siano credute e quindi non vengano protette a sufficienza, un fattore che porta molte di loro a non denunciare<\/strong> (oltre al fatto che spesso si \u00e8 in presenza di una dipendenza economica o si ha la paura che il partner possa portare via i figli minori, se presenti). La violenza contro le donne non deve essere quindi mai minimizzata, e l\u2019approccio investigativo, di tutela, e di prevenzione deve prevedere una formazione specialistica<\/strong> che abbia un quadro intero ed esaustivo sul fenomeno stesso, ed \u00e8 inaccettabile, per esempio, che ancora oggi procedimenti riguardanti questi reati possano essere discussi davanti al giudice di pace, come spesso succede.<\/p>\n

\n

Su questo diventa centrale il bisogno della formazione specialistica a tutti i livelli<\/p>\n<\/blockquote>\n

\"\"dai giudici, agli avvocati, forze dell\u2019ordine, psicologi (sia in ambito strettamente sanitario che nelle consulenze all\u2019interno dei tribunali), ma anche di chi opera nell\u2019informazione e chi lavora nei centri antiviolenza. Sui dati, che sono fondamentali per affrontare il problema, in Italia bisogna anche dire che non c\u2019\u00e8 un osservatorio nazionale ufficiale sui femminicidi come in Francia e in Spagna, in quanto il ministero non \u00e8 in grado di elaborare dati in maniera differenziata,<\/strong> e nell\u2019attesa che escano fuori i dati sulla violenza che la ministra Fornero ha promesso con una nuova indagine Istat, le vittime di femmincidio vengono contate dalle associazioni attraverso i casi riportati dalla stampa.<\/p>\n

Sulla percezione della gravit\u00e0 della violenza nelle relazioni intime e la sua contiguit\u00e0 con il femmincidio, un ruolo chiave ce l\u2019ha anche l\u2019informazione che troppo spesso veicola contenuti tesi a riproporre stereotipi altamente lesivi per le donne<\/strong> che non contemplano il fenomeno nella sua interezza usando anche a volte un linguaggio offensivo nei confronti delle vittime.<\/p>\n

\"\"Un\u2019informazione che pu\u00f2 contribuire fortemente al cambiamento di una cultura ampiamente assecondata anche dalle istituzioni, e fertile terreno sul quale la violenza sulle donne prolifera. E questo a partire dall\u2019uso della parola femminicidio che deve essere per\u00f2 riempita di contenuti e non usata come un semplice slogan sia dai politici che dai media<\/strong>: una rivoluzione culturale che passa anche attraverso un\u2019informazione che smetta di ricalcare stereotipi secondo i quali la donna sarebbe, anche lei, complice del suo stupro \u2013 provocatrice o preda \u2013 e dove il marito o il fidanzato geloso uccide la donna in un raptus perch\u00e9 fuori di s\u00e9, macchiandosi cos\u00ec di un reato meno grave che richiama culturalmente al delitto d\u2019onore. Un esempio \u00e8<\/p>\n

\n

la sentenza del Tribunale di Belluno dell\u2019anno scorso in cui un uomo che ha stuprato una donna minacciandola con l\u2019accetta, ha usufruito di attenuanti perch\u00e9 la donna doveva sapere<\/p>\n<\/blockquote>\n

\"\"a cosa andava incontro perch\u00e9 conosceva il debole che l\u2019uomo nutriva nei suoi confronti \u2013 come \u00e8 scritto nella sentenza che lo ha condannato a 2 anni invece di 8 come chiesto dal pm. Un fatto che nessun giornale ha ripreso criticandone i presupposti appunto culturali. Quando si tratta di un femminicidio, che magari avviene dopo una lunga serie di maltrattamenti gravi in famiglia, o di uno stupro da parte di italiani, nei giornali la grafica segue, pi\u00f9 o meno, uno schema<\/strong>: il titolo riporta spesso un\u2019attenuante psichiatrica dell\u2019autore, e se questo autore \u00e8 italiano, la notizia verr\u00e0 messa in secondo piano, se invece si tratta di un immigrato la notizia viene sbattuta in prima pagina.<\/strong> Per gli omicidi di genere, che al 96% in Italia vengono commmessi da conoscenti maschi, si parla di raptus o infermit\u00e0 mentale, gelosia o delitto passionale, oppure di stress dovuto al lavoro o alla perdita del lavoro, e si traccia un profilo della vittima che possa giustificare l\u2019atto che in realt\u00e0 \u00e8 semplicemente un omicidio di genere.<\/p>\n

\"\"<\/strong>Di solito il background culturale nell\u2019illustrazione dei fatti, si richiama agli stereotipi femminili della donna \u201cpreda\u201d che istiga l\u2019istinto animale dell\u2019uomo: quindi se la vittima, dell\u2019omicidio o dello stupro, \u00e8 di bell\u2019aspetto ci sar\u00e0 la sua foto, ma se la vittima \u00e8 un\u2019anziana o una donna non particolarmente avvenente, ci sar\u00e0 l\u2019immagine del luogo del delitto o la foto di polizia o carabinieri,<\/strong> che rimette ordine come se fosse un semplice fatto di cronaca isolato e non un fenomeno sociale grave. Se poi la vittima, dell\u2019omicidio o dello stupro, \u00e8 una minorenne di bell\u2019aspetto, saranno pubblicate foto preferibilmente ammiccanti con didascalie penose<\/strong> come nel caso di Sarah Scazzi \u201cla bella biondina pugliese\u201d. In molti di questi casi si cercher\u00e0 di indugiare su aspetti morbosi e perversi per interessare il lettore senza dare un quadro d\u2019insieme ma facendo appunto leva su stereotipi culturali.<\/p>\n

________________________________________________________________________<\/p>\n

Lezione all’interno degli incontri seminariali – Convegno internazionale \u201cCentralit\u00e0 della persona e tutela dei diritti umani nel mondo contemporaneo\u201d\u00a0 nel ciclo di studi \u201cLa promozione dei Diritti Umani: dalla teoria alla pratica\u201d al Mae (Ministero affari esteri) – Comitato promozione e protezione diritti umani – Vis <\/strong>–\u00a0panel\u00a0Protection of Women.<\/em><\/p>\n

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“Negli ultimi dieci giorni in Italia sono state uccise dai loro partner tre donne mentre un\u2019altra \u00e8 stata gravemente ferita dal marito a Barletta. 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