{"id":3672,"date":"2013-11-24T14:04:42","date_gmt":"2013-11-24T14:04:42","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.wordpress.com\/?p=3672"},"modified":"2020-03-04T07:02:36","modified_gmt":"2020-03-04T06:02:36","slug":"lanima-nera-dellafrica-2012","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/11\/24\/lanima-nera-dellafrica-2012\/","title":{"rendered":"In Africa dove lo stupro di guerra sulle donne non ha mai fine"},"content":{"rendered":"

Era il 1976 e Susan Brownmiller, autrice di uno dei primi manifesti sulla violenza di genere (Contro la nostra volont\u00e0. Uomini, donne e violenza sessuale), scriveva: \u201cLa difesa delle donne \u00e8 stata fin dalla notte dei tempi un simbolo dell\u2019orgoglio maschile, cos\u00ec come il possesso delle donne \u00e8 stato un simbolo del successo maschile. <\/strong><\/p>\n

Il corpo di una donna violentata diventa un campo di battaglia rituale, un terreno per la parata trionfale del vincitore<\/p><\/blockquote>\n

Un concetto che i conflitti etnici degli anni \u201890 hanno ampliato chiarendo, grazie al Tribunale Internazionale per il Ruanda che nel \u201898 sanzion\u00f2 la violenza sessuale come \u201ccrimine di guerra\u201d emettendo poi condanne per gli autori del genocidio, come lo stupro non sia pi\u00f9 una \u201csemplice\u201d conseguenza della guerra ma un\u2019arma utilizzata a fini di terrorismo politico, sradicamento di un gruppo, pulizia etnica volontaria. <\/strong>Margot Wallstrom, inviata speciale delle Nazioni Unite per i crimini sessuali in situazioni di conflitto, afferma:<\/p>\n

La violenza sessuale \u00e8 utilizzata dai combattenti come un\u2019arma per instillare paura tra la gente<\/p><\/blockquote>\n

Inoltre, il fenomeno \u00e8 diventato sistematico ed esteso, e si registra un incremento dei casi di violenza contro le donne perpetrate da civili consapevoli di non incorrere in sanzioni penali<\/strong>. E\u2019 necessario quindi cambiare il punto di vista che considera lo stupro durante i periodi di conflitto solo come danno collaterale. Lo stupro non \u00e8 n\u00e9 culturale, n\u00e9 sessuale ma \u00e8 criminale\u201d.<\/strong> Un\u2019affermazione importante se si pensa che nello stesso periodo in cui \u00e8 stato messo sotto processo Ratko Mladic, il boia di Srebrenica, \u00e8 stato catturato anche Bernard Munyagishari, ex leader delle milizie hutu che partecip\u00f2 al genocidio ruandese con l\u2019eccidio di 800mila persone<\/strong> e che durante quel conflitto cre\u00f2 un reparto speciale per violentare e uccidere le donne.<\/p>\n

\"\"
Repubblica del Congo<\/figcaption><\/figure>\n

Oltre al Ruanda, anche il Burundi, Uganda e Angola<\/strong> sono stati accusati\u00a0delle atrocit\u00e0 avvenute in Congo\u00a0tra il \u201893 e il 2003 in cui l\u2019uso sistematico dello stupro da parte di tutte le forze combattenti \u00e8 denunciato in un rapporto delle Nazioni Unite con un documento di 500 pagine che elenca 617 gravi violazioni accertate: \u201cLa violenza sessuale\u00a0\u00e8 stata una realt\u00e0 quotidiana che non ha dato tregua alle donne del Congo – si legge nel rapporto \u2013 e i diversi gruppi armati hanno commesso violenze sessuali<\/strong> che si iscrivono nel quadro di vere campagne di terrore. <\/strong><\/p>\n

Stupri in pubblico, collettivi, sistematici, incesti forzati, mutilazioni sessuali, donne sventrate, mutilazione degli organi genitali, cannibalismo, tecniche di guerra usate contro la popolazione civile nel conflitto\u201d<\/p><\/blockquote>\n

Una guerra che dal 2004 ha visto gli stupri aumentare 17 volte. Pochi mesi fa Amber Peterman, autore dello studio pubblicato dall\u2019America Journal of Public Health, ha parlato del dramma congolese come di un fenomeno 26 volte pi\u00f9 grave rispetto a quello valutato dall\u2019Onu: “I dati raccolti mostrano quanto le precedenti stime sui casi di violenza sessuale nella Repubblica Democratica del Congo siano ben lontane dal fotografare la reale situazione presente nel Paese\u201d in quanto, secondo questo rapporto, i casi di stupro sarebbero circa 1.100 al giorno su un totale di 400mila donne<\/strong>, tra i 15 e 49 anni, violentate solo tra il 2006 e il 2007 – una media di 48 all\u2019ora, quasi una al minut<\/strong>o \u2013<\/strong> stima basata sui dati delle strutture sanitarie contro le 15.000 registrate dall\u2019Onu e basate sui rapporti della polizia. Secondo un operatore di Medici senza Frontiere in Congo: \u201cLo stupro \u00e8 usato come un mezzo per terrorizzare la popolazione e il numero dei casi aumenta con ogni nuovo scoppio di combattimenti e attacchi.<\/strong><\/p>\n

Se le giovani sotto i 18 anni sono pi\u00f9 esposte, il gruppo pi\u00f9 colpito sono donne tra i 19 e i 45 anni<\/p><\/blockquote>\n

\"\"<\/p>\n

Ogni giorno violenze inaudite si consumano nella parte orientale della RDC con soldati che provengono da diverse parti ma che compiono le stesse atrocit\u00e0: \u201cSiamo di fronte a un cancro che si diffonde nel mezzo dell\u2019impunit\u00e0 e del silenzio\u201d, dice Michael van Rooyen, direttore della Harvard Humanitarian Initiative che fatto un\u2019inchiesta su un gruppo di vittime, tra i 3 e gli 80 anni, nell\u2019ospedale Panzi di Bukavu dove il 60% ha subito violenza collettiva da un numero di uomini che varia dai 3 a 15 violentatori a volta.<\/strong> Nei villaggi, a casa, in campagna o durante il tragitto, le donne che incontrano una pattuglia sono spacciate: esiste lo stupro a domicilio, in cui un padre \u00e8 costretto a violentare le figlie o un figlio a stuprare la madre sotto minaccia di morte<\/strong>; lo stupro di donne dai 70 ai 90 anni o di bambine dai 2 ai 7 anni in quanto, secondo credenze magiche, violentare un\u2019anziana di diversa etnia d\u00e0 allo stupratore fortuna, virilit\u00e0 e invulnerabilit\u00e0, mentre lo stupro pedofilo rende immuni dall\u2019Aids o, per chi \u00e8 infetto, d\u00e0 guarigione.<\/strong><\/p>\n

Lo stupro pu\u00f2 essere seguito anche dal taglio dei seni, distruzione della vagina, distruzione dell\u2019utero fatto con tizzoni ardenti, armi da taglio, canne di fucile o bastoni<\/p><\/blockquote>\n

Alcune giovani vengono impalate dopo la violenza mentre le ragazze incinte, nei casi pi\u00f9 estremi, possono correre il rischio di essere sventrate con la baionetta che serve anche a estrarre il feto.<\/strong> Molte ragazzine, dai 7 ai 15 anni, vengono ridotte in schiavit\u00f9 e se le pi\u00f9 \u201cbelle\u201d diventano propriet\u00e0 dei comandanti, le altre subiscono stupri collettivi giornalieri: una tragedia chiamata \u201cre-rape\u201d<\/strong> in quanto la maggior parte viene violentata pi\u00f9 volte e dove si arriva anche all\u2019auto-cannibalismo in cui le vittime sono costrette a mutilarsi e a cibarsi della propria carne. L\u2019aggravante \u00e8 che le violenze nella RDC provengono sia dalle milizie sia dalle forze statali che ingaggiano stupratori seriali, e anche se la guerra \u00e8 ufficialmente finita nel 2003, gli scontri proseguono.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

La scorsa estate 250 donne e bambini sono stati violentati in pochi giorni nella provincia di Nord-Kivu<\/strong> a pochi passi dai caschi blu, che non sono intervenuti pur avendo una base a 30 km dall\u2019area, e medici dell\u2019ospedale Heal Africa hanno raccontato di pazienti terrorizzati, come una bambina di 10 anni stuprata per ore che non ha parlato per mesi.<\/strong> Per avere un\u2019idea dei responsabili delle violenze in Congo bisogna vedere le fasi di conflitto: all\u2019inizio entrarono in azione (\u201894-\u201896) l\u2019ex esercito hutu ruandese (FAR), le milizie genocidarie Interahamwe e la FAZ (Forces armees du Zaire); poi, nella guerra di liberazione e Prima Guerra Pan Africana (\u201896 \u2013 \u201803) i responsabili furono i RASTA e il FDLR, le milizie congolesi Mai Mai, i militari della RDC, le milizie di Bemba, gli hutu burundesi e la FARDC (Forces armees de la Republique Democratique du Congo); nella terza fase, dal 2004 a oggi, i RASTA, il FDLR, i Mai Mai, la FARDC, i ribelli ugandesi LRA e ADF, le milizie tusti del Generale N\u2019Kunda. A questo si aggiungano gli<\/p>\n

stupri commessi dagli stessi peacekeepers, un\u2019inchiesta che ha individuato 319 operatori dell\u2019Onu, accusati di abusi sessuali nei confronti delle popolazioni che avrebbero dovuto proteggere<\/p><\/blockquote>\n

L\u2019Africa \u00e8 uno dei teatri di guerra pi\u00f9 cruenti del mondo, nell\u2019Africa Sub-sahariana gruppi armati in Congo, Somalia, Etiopia, Nigeria, Liberia<\/strong> e molti altri paesi hanno consumato e consumano quotidianamente violenze di ogni tipo contro le donne, come se lo stupro fosse parte integrante degli obiettivi di guerra. In 14 anni di guerra civile liberiana il 40% delle donne ha subito violenze con conseguenze psichiche e fisiche devastanti<\/strong>; nella sanguinosa guerra civile in Sierra Leone migliaia di donne, ragazze e bambine sono state stuprate e ridotte a schiave sessuali.<\/strong><\/p>\n

\"\"Un numero imprecisato di donne e ragazze sono state violentate in Darfur, nel Sud Sudan e sui Monti Nuba durante i conflitti, dove bambine di 8 anni venivano stuprate e dove, secondo Amnesty International,<\/strong> venivano spezzate le gambe alle ragazze che scappavano per poi consumare lo stupro. Durante i recenti scontri in Costa d\u2019Avorio una missione di Amnesty International ha appreso che sia le forze del presidente uscente Laurent Gbagbo sia le Forze legate al nuovo presidente Alassane Ouattara, hanno commesso gravi violazioni compresi stupri su donne che hanno raccontato di essere state violentate di fronte ai loro figli, bambini fuggiti in Liberia che hanno riferito a operatori dell\u2019Ong Equip<\/strong> di essere stati costretti a guardare le loro madri mentre venivano stuprate e uccise, e una donna che ha detto di essere stata costretta a guardare soldati mentre violentavano la figlia di 4 anni.<\/p>\n

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