{"id":3669,"date":"2013-11-24T13:39:58","date_gmt":"2013-11-24T12:39:58","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.wordpress.com\/?p=3669"},"modified":"2020-03-04T07:04:40","modified_gmt":"2020-03-04T06:04:40","slug":"quando-lumanita-violata-e-una-donna-asiatica-2012","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/11\/24\/quando-lumanita-violata-e-una-donna-asiatica-2012\/","title":{"rendered":"Dalle donne di conforto alla Birmania, lo stupro di guerra in Asia"},"content":{"rendered":"

Al punto 9.2 della Carta dei Diritti Umani dell\u2019Asia adottata nel 1998 nella conferenza di Kwangju in Corea del Sud da pi\u00f9 di 200 Ong e attivisti dei diritti umani, si legge: \u201cIl crescente grado di militarizzazione di molte societ\u00e0 asiatiche ha portato all\u2019aumento degli atti di violenza contro le donne in situazioni di conflitto armato<\/strong>, incluso lo stupro di massa, il lavoro forzato, il razzismo, i rapimenti e l\u2019allontanamento dalle loro abitazioni. Poich\u00e9 alle donne vittime dei conflitti armati viene spesso rifiutata la possibilit\u00e0 di ottenere giustizia, la riabilitazione, compensi o indennizzo per i crimini di guerra subiti, \u00e8 importante sottolineare che lo stupro sistematico \u00e8 un crimine di guerra nonch\u00e9 un crimine contro l\u2019umanit\u00e0\u201d.<\/p>\n

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Donne schiavizzate cosiddette di conforto<\/figcaption><\/figure>\n

Parole che sottintendono come nella storia dei conflitti asiatici siano tristemente presenti stupri di massa continui, permanenti e istituzionalizzati. A partire dalle \u201cdonne di conforto\u201d e dalla tragedia di Nanchino, ovvero dall\u2019invasione della Cina da parte del Giappone nel \u201837<\/strong>,<\/p>\n

\u00a0si contano circa 200.000 donne cinesi, coreane, filippine, indonesiane, tailandesi, vietnamite, malesi e olandesi, brutalizzate, stuprate e rese schiave sessuali dalle truppe nipponiche<\/p><\/blockquote>\n

\u201cDodici soldati mi violentarono uno dopo l\u2019altro \u2013 descrive una filippina \u2013 e dopo mi venne data un\u2019ora di pausa. Poi seguirono altri dodici soldati. Erano tutti allineati fuori dalla stanza aspettando il loro turno. Sanguinavo e provavo cos\u00ec tanto dolore che non mi reggevo in piedi.<\/strong> Il mattino seguente ero troppo debole per alzarmi e non riuscivo a mangiare. Provavo molto dolore e la mia vagina era gonfia. Piangevo e piangevo, chiamando mia madre. Non potevo oppormi ai soldati perch\u00e9 mi avrebbero uccisa.<\/strong> Che altro potevo fare? Ogni giorno, dalle 2 del pomeriggio alle 10 di sera, i soldati si allineavano fuori dalla mia stanza e dalle stanze delle altre sei donne che c\u2019erano. Non avevo neanche il tempo di lavarmi al termine di ogni assalto.<\/strong> Di sera riuscivo solo a chiudere gli occhi e a piangere. Il mio vestito strappato si sarebbe sbriciolato a causa della crosta formata dal seme secco dei soldati.<\/strong> Mi lavavo con acqua calda e pezzi di vestito per essere pulita. Tenevo premuto il vestito sulla mia vagina come un impacco per alleviare quel dolore e il gonfiore\u201d.<\/p>\n

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Stupri da parte dell’esercito giapponese<\/figcaption><\/figure>\n

Donne costrette a sottoporsi a violenze continue da parte dei soldati e per questo chiamate \u201cdonne di conforto\u201d, un incubo che ha avuto inizio con 223 stupri da parte della marina giapponese di stanza a Shanghai gi\u00e0 nel \u201832, dove il Luogotenente Okamura invi\u00f2 la richiesta per un bordello a uso militare, pianificando una prassi che dur\u00f2 per pi\u00f9 di 10 anni<\/strong>. \u201cLa vita per noi non aveva pi\u00f9 senso \u2013 racconta una sopravvissuta – e se qualcuna provava a ribellarsi, era la fine. Una sera la pi\u00f9 giovane tra noi, che aveva forse 13 anni, cerc\u00f2 di sottrarsi alle attenzioni di un ufficiale giapponese particolarmente violento. Fummo tutte radunate nel cortile, la ragazza che aveva osato opporsi allo stupro venne trascinata per i capelli fin nel centro. Un soldato le stacc\u00f2 la testa di netto con la sciabola. E il suo corpo fu ridotto in tanti piccoli pezzi\u201d<\/strong>.<\/p>\n

Le ragazze potevano essere decapitate, sepolte vive, bruciate, bastonate, date in pasto ai cani, con sadismo patologico<\/p><\/blockquote>\n

e il risultato di questo scempio fu che alla fine della Guerra tra i 50 tribunali istituiti in Asia, l\u2019unico a emettere sentenze per \u201cprostituzione forzata\u201d fu quello a Batavia (Jakarta) in Indonesia in quanto neanche il Tribunale di Tokyo riconobbe la colpa degli autori di questo massacro. L\u2019orrore nell\u2019orrore per\u00f2, fu che questo sistema sopravvisse e dopo la fine della II Guerra Mondiale, le truppe d\u2019occupazione americane tennero in piedi le strutture facendone largo uso<\/strong>. Poi, negli anni \u201960, la presenza militare americana nel Sud est Asiatico, in Thailandia, Cambogia, Laos, Vietnam e Birmania, provoc\u00f2 un sensibile balzo in avanti della prostituzione con aumenti anche di stupri, violenze su minori, maltrattamenti, prestazioni sessuali forzate e violenze di ogni genere:<\/p>\n

in Thailandia nel \u201850 c\u2019erano 20.000 prostitute che dopo la costruzione delle basi americane diventarono 400.000 solo a Bangkok con il 30% di minorenni e\u00a0 bambine stuprate e inserite nel mercato del sesso<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Alla fine della guerra del Vietnam, a Saigon, c\u2019erano circa 500.000 prostitute,<\/strong> mentre in Cambogia, dopo la firma degli accordi di pace quando giunsero 100.000 soldati, le Nazioni Unite e altre istituzioni internazionali, il numero delle prostitute pass\u00f2 da 6.000 a 20.000 nel giro di 2 anni. Gli americani crearono la pi\u00f9 grande base Usa nella citt\u00e0 di Olongapo, a Nord di Manila, che divenne un enorme bordello con 60.000 ridotte a schiave sessuali comprese le bambine. <\/strong>Ora in Asia, ma non ne parla quasi nessuno, l\u2019emergenza \u00e8 in Birmania dove la guerra, nel Kachin e nello Shan, porta da 40 anni morti, torture e stupri di massa usati come arma per piegare la popolazione. Zau Raw, del Kachin Refugee Committee, parla di \u201csoldati birmani in abiti civili che derubano e assaltano ininterrottamente in Kachin dal 9 giugno del 2011.<\/p>\n

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Donna birmana<\/figcaption><\/figure>\n

Oggi in Birmania<\/strong> le donne subiscono, nel silenzio dei media internazionali, le conseguenze devastanti del conflitto, soprattutto al Nord, tra l\u2019esercito governativo birmano e le milizie ribelli.<\/strong> Stupri sistematici sono stati denunciati da organizzazioni umanitarie<\/strong>: nel 2002 lo Shan Women\u2019s Action Network ha pubblicato un rapporto, \u201cLicenza di stupro\u201d, che documenta, tra il \u201896 e il 2001, pi\u00f9 di 600 rapimenti e assalti sessuali commessi dalle truppe birmane, mentre nel 2007 il rapporto \u201cState of Terror\u201d, della Karen Women\u2019s Organisation, dava pi\u00f9 di 4.000 abusi, rapimenti, assassini, torture in circa 200 villaggi.<\/p>\n

Qui lo stupro \u00e8 un\u2019arma di guerra da quando nel 1950 l\u2019esercito birmano inizi\u00f2 la repressione contro le milizie etniche<\/p><\/blockquote>\n

Nel giugno 2009 Nay Pay aveva 18 anni, era incinta di 8 mesi, e Naw Wah Lah aveva 17 anni e un bambino di 6 mesi, entrambe venivano dal villaggio di Kwee Law Plo: sono state fermate, violentate e uccise dai soldati birmani. Le donne sono spesso incarcerate e violentate nelle basi militari per mesi: nell\u201985% dei casi gli ufficiali violentano le ragazze per poi passare le vittime alle truppe per stupri di gruppo o per essere uccise, soffocate, pugnalate o bruciate, con il corpo che spesso \u00e8 esposto come monito per la comunit\u00e0.<\/strong><\/p>\n

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Birmania<\/figcaption><\/figure>\n

Alcune sopravvissute sono state trovate in stato d\u2019incoscienza: Naang Hla, incinta di 7 mesi, dopo essere stata stuprata \u00e8 rimasta sola in un rifugio nella giungla con diarrea e perdite di sangue, non riusciva n\u00e9 a camminare n\u00e9 a stare in piedi<\/strong>, e dopo 4 giorni ha partorito in uno stato confusionale;<\/p>\n

una bambina di 5 anni \u00e8 stata trovata legata e semicosciente in una pozza di sangue, portata di corsa in ospedale, \u00e8 stata ricucita per le lesioni gravissime riportate alla vagina lacerata dallo stupro<\/p><\/blockquote>\n

Le superstiti a questo scempio non hanno alcun sostegno in Birmania e non possono ottenere giustizia, e il fatto pi\u00f9 grave \u00e8 che sono completamente isolate dal resto del mondo in quanto le agenzie internazionali per i diritti umani non hanno accesso in Birmania.Lo stupro ha echi lontani, \u00e8 un certo modo di vedere la donna che ha radici difficili da sradicare sia in tempi di pace che in tempi di guerra: se la donna \u00e8 considerata meno di niente in una societ\u00e0, sar\u00e0 facile bersaglio nei momenti di tensione.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

In Nepal la violenza sessuale veniva usata da esercito e polizia come arma di punizione per le donne che si univano all\u2019esercito maoista e spesso gli stupri avvenivano in pubblic<\/strong>o. Nel conflitto tra Pakistan e Bangladesh<\/strong> nel \u201871 sono state stuprate circa 200 mila donne <\/strong>e se nessuna di queste ha mai ricevuto giustizia non c\u2019\u00e8 da stupirsi perch\u00e9 se in Bangladesh la legge sulla violenza sessuale prevede che lo stupro abbia testimoni, in Pakistan la Hodood Ordinance impone che uno stupro sia provato da 4 testimoni maschi e musulmani a carico della vittima<\/strong> la quale, qualora non riesca a provare la violenza, viene accusata di adulterio e va la prigione dove sar\u00e0 regolarmente stuprata prima di essere lapidata.<\/p>\n

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Donne pakistane e afghane<\/figcaption><\/figure>\n

\u201cDa sempre lo stupro fa parte dei conflitti, \u00e8 menzionato nella guerra di Troia e nella Bibbia, e qualcuno potrebbe perfino pensare che sia un danno collaterale. Ma in realt\u00e0 non \u00e8 cos\u00ec: lo stupro non \u00e8 inevitabile<\/strong>\u201d, dice Margotr Wallstrom, rappresentante speciale dell\u2019Onu<\/strong> per le violenze sessuali nei conflitti aggiungendo che \u201cla legislazione internazionale esiste ma il problema \u00e8 che deve cambiare atteggiamento\u201d in quanto gli stupratori non devono sentire di agire nella pi\u00f9 totale impunit\u00e0.<\/strong><\/p>\n

Un tema, quello della giustizia, riportato anche nel recente rapporto \u201cProgress of the World Women: In Pursuit of Justice\u201d (Il progresso delle donne nel mondo: alla ricerca della giustizia<\/em>), redatto dalla UN Women, l\u2019agenzia dell\u2019Onu per le donne presieduta da Michelle Bachelet, ex presidente del Cile e ora Executive Director di UN Women, in cui si legge che troppo spesso \u201ci crimini contro le donne non vengono divulgati\u201d<\/strong> e che \u201cmilioni di donne nel mondo continuano a subire ingiustizia, violenze e disparit\u00e0 nelle loro case, nel loro posto di lavoro e nella loro vita sociale\u201d, fattori che rendono difficile il superamento reale di una disparit\u00e0 tra uomini e donne.<\/p>\n

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Al punto 9.2 della Carta dei Diritti Umani dell\u2019Asia adottata nel 1998 nella conferenza di Kwangju in Corea del Sud da pi\u00f9 di 200 Ong e attivisti dei diritti umani, si legge: \u201cIl crescente grado di militarizzazione di molte societ\u00e0 asiatiche ha portato all\u2019aumento degli atti di violenza contro le donne in situazioni di conflitto […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":9715,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[6],"tags":[157,405,472,1499,1660],"yoast_head":"\nDalle donne di conforto alla Birmania, lo stupro di guerra in Asia - DonnexDiritti<\/title>\n<meta name=\"robots\" content=\"index, follow, max-snippet:-1, max-image-preview:large, max-video-preview:-1\" \/>\n<link rel=\"canonical\" href=\"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/11\/24\/quando-lumanita-violata-e-una-donna-asiatica-2012\/\" \/>\n<meta property=\"og:locale\" content=\"it_IT\" \/>\n<meta property=\"og:type\" content=\"article\" \/>\n<meta property=\"og:title\" content=\"Dalle donne di conforto alla Birmania, lo stupro di guerra in Asia - 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