{"id":3664,"date":"2013-11-24T12:47:31","date_gmt":"2013-11-24T12:47:31","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.wordpress.com\/?p=3664"},"modified":"2020-03-04T07:07:30","modified_gmt":"2020-03-04T06:07:30","slug":"donne-stuprate-in-siria-lislam-apre-il-dibattito-2012","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/11\/24\/donne-stuprate-in-siria-lislam-apre-il-dibattito-2012\/","title":{"rendered":"Conflitto siriano: l’islam discute su come gestire lo stupro di guerra"},"content":{"rendered":"

I morti in Siria, dall\u2019inizio della rivolta a marzo dell\u2019anno scorso, sono arrivati a 20 mila, tra cui, secondo l\u2019Osservatorio siriano per i diritti umani, si conterebbero 13\u2019978 civili, 5082 membri dell\u2019esercito, e 968 disertori. In Giordania ci sarebbero, secondo Unicef, 38\u2019800 siriani rifugiati, di cui pi\u00f9 di 13\u2019000 fuggiti dall\u2019inizio di luglio e accolti in campi che stanno raggruppando profughi oltre quattro volte la loro capacit\u00e0.<\/strong> Per Valerie Amos, responsabile delle operazioni umanitarie Onu, \u00abcirca 200 mila profughi siriani sono fuggiti dalle citt\u00e0 e un numero imprecisato di civili rimane intrappolato in rifugi di fortuna, senza cibo n\u00e9 acqua potabile\u00bb.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Oltre la met\u00e0 degli sfollati \u2013 spiega Dominique Hyde, di Unicef Giordania \u2013 sono donne, bambini e adolescenti che continuano ad affrontare il disagio causato dalle violenze e dagli spostamenti. Quello da cui scappano queste donne non \u00e8 per\u00f2 solo la morte, ma quel \ufb02agello che accompagna ogni con\ufb02itto nella storia dell\u2019umanit\u00e0: ovvero lo stupro di guerra. \u00c8 successo durante la Seconda guerra mondiale, \u00e8 successo negli anni Novanta nella Repubblica del Congo, nella ex Juguslavia, \u00e8 successo in Iraq, e ora succede in Siria come in altri paesi in guerra<\/strong>. Secondo il Rapporto dell\u2019Ong \u00abWomen under siege\u00bb (Wus),<\/p>\n

sarebbero soprattutto le forze governative siriane a usare scientemente lo stupro, uccidendo le donne dopo le violenze<\/p><\/blockquote>\n

Proprio le violenze sulle donne in Siria hanno portato i paesi islamici ad aprire il dibattito sullo stato delle gravidanze in seguito a stupro. Il popolare predicatore saudita Ali Al-Maliki su richiesta delle famiglie siriane ha proposto di aprire una discussione in seno al Consiglio del Comitato dei Grandi Musulmani sulla possibilit\u00e0 di permettere l\u2019interruzione di gravidanza alle donne rimaste incinta a causa dello stupro nel periodo di tempo in cui il feto non si \u00e8 ancora formato<\/strong>. \u00abUna donna violentata da uomini fedeli a Shabiha (in Siria, il termine indica coloro che, armati ma spesso vestiti in abiti civili, attaccano i dimostranti nelle manifestazioni contro il governo del presidente al-Assad) non pu\u00f2 sopportare la nascita di un \ufb01glio illegittimo\u00bb,<\/strong> ha detto Ali Al-Maliki, speci\ufb01cando appunto che lo stupro \u00e8 \u00abuno dei crimini pi\u00f9 orrendi\u00bb, perch\u00e9 la donna \u00abperde la sua dignit\u00e0 con una terribile umiliazione\u00bb e perch\u00e9 \u00able ferite del corpo con il passare dei giorni si rimargineranno, ma non quelle dell\u2019anima\u00bb.<\/strong> Inoltre la gravidanza dopo uno stupro \u00e8 basato sulla negazione.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Il caso di una ragazza violentata da una banda di dieci miliziani fedeli al regime siriano ha colpito profondamente Ali al-Maliki, costringendo \u00abgli illuminati\u00bb ad andare a vedere cosa c\u2019era scritto nei libri giurisprudenziali islamici da cui \u00e8 emerso che per alcune scuole sunnite l\u2019interruzione di gravidanza \u00e8 possibile in caso di malattia, stupro, povert\u00e0, abbandono e altre emergenze individuali e sociali, ma soltanto se praticato entro il centoventesimo giorno, ovvero \ufb01no a che il feto in formazione non avrebbe ancora un\u2019anima<\/strong>. L\u2019imam al Ghazali, uno dei padri del pensiero islamico, ha affrontato per\u00f2 l\u2019argomento nel lontano 1111 affermando<\/p>\n

la possibilit\u00e0 \u00abdell\u2019aborto terapeutico\u00bb, e riconoscendo addirittura il diritto delle coppie a una sessualit\u00e0 non procreativa<\/p><\/blockquote>\n

Oggi per\u00f2, nel mondo islamico, se l\u2019aborto \u00e8 possibile in Turchia \u2013 il cui governo pochi mesi fa ha dovuto ritirare un disegno di legge che avrebbe limitato da dieci a sei settimane il tempo per abortire \u2013 nella maggior parte del territorio islamico l\u2019aborto \u00e8 illegale e sottoposto alla sharia , per cui si pu\u00f2 praticare solo quando \u00e8 in pericolo la vita della madre, o in caso di anomalia del feto.<\/strong> I tempi concessi vanno dai 40 ai 120 giorni, e le pene per un aborto illegale<\/strong> \u2013 come per esempio in Libano \u2013 vanno dalla multa, al carcere o ai lavori forzati. Molti stati, tra cui anche l\u2019Afghanistan, concordano sulla possibilit\u00e0 di interrompere la gravidanza se la madre \u00e8 in pericolo, mentre in Arabia Saudita, negli Emirati, in Iraq e in Kuwait, bisogna valutare il caso singolo.<\/strong> In\ufb01ne se quasi tutti i paesi vietano l\u2019aborto su richiesta,<\/p>\n

in Tunisia e Bahrain \u00e8 possibile, e qui come in Sudan, \u00e8 possibile anche l\u2019interruzione di gravidanza in caso di stupro<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Ma come sono considerate le donne nell\u2019Islam e come viene considerata la violenza di genere? Nel Corano (Sura IV, 15) si legge che \u00abse le vostre donne avranno commesso azioni infami con\ufb01nate quelle donne in una casa \ufb01nch\u00e9 non sopraggiunga la morte\u00bb, o ancora \u00abgli uomini hanno autorit\u00e0 sulle donne, per la superiorit\u00e0 che Allah ha concesso agli uni sulle altre\u00bb (Sura IV, 34). Mentre il velo viene indicato nella Sura XXIV, 31 con la frase: \u00abE d\u00ec alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo \ufb01n sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti<\/strong>, ai loro \ufb01gli, ai \ufb01gli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai \ufb01gli dei loro fratelli, ai \ufb01gli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse per le parti nascoste delle donne\u00bb.<\/p>\n

\"\"Lo scopo pi\u00f9 diffuso del velo \u00e8 di segnalare una \u00abpropriet\u00e0 del maschio\u00bb e la fattura del velo indica anche uno status sociale<\/strong>, ma come precisa il versetto 59 della Sura Al Ahzab: \u00abO Profeta, d\u00ec alle tue spose, alle tue \ufb01glie e alle donne dei credenti di coprirsi dei loro veli, cos\u00ec da essere riconosciute e non essere molestate\u00bb.<\/p>\n

Ci\u00f2 dimostra quindi come il velo sarebbe una \u00abprotezione\u00bb dalla molestia, cos\u00ec come da violenza e stupro, anche se poi, sempre secondo il Corano, una donna per poter provare a un giudice di essere stata violentata ha bisogno di quattro testimoni. Perci\u00f2, sebbene la pena imposta dalla sharia per lo stupro \u00e8 la pena capitale, la consuetudine di dover dimostrare la violenza attraverso la testimonianza di 4 maschi, impedisce alle donne di avere giustizia<\/strong> in quanto, il pi\u00f9 delle volte, l\u2019accusa di stupro \u2013 in cui \u00e8 di\ufb03cilissimo portare davanti al giudice 4 testimoni \u2013 diventa un\u2019accusa di adulterio o di pratiche sessuali fuori dal matrimonio per la donna<\/strong> che viene cos\u00ec arrestata.<\/p>\n

Solo in Pakistan, per esempio, quasi il 75% delle donne \u00e8 in prigione per aver denunciato uno stupro<\/p><\/blockquote>\n

In generale la violenza contro le donne per l\u2019Islam \u00e8 grave in quanto lede la \u00abpropriet\u00e0\u00bb dell\u2019uomo \u2013 che in molti casi non \u00abriprende indietro\u00bb la donna ormai disonorata \u2013 ma non \u00e8 considerata assolutamente come un crimine se, per esempio, si svolge dentro le mura domestiche: la Sura An-Nis\u00e2\u2019 (IV, 34) recita: \u00abAmmonite quelle [donne] di cui temete l\u2019insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate pi\u00f9 nulla contro di esse\u00bb. Per il Corano \u00e8 quindi lecito che l\u2019uomo picchi la moglie non ubbidiente, come una forma di disciplina quando la persuasione \u00abbenevola\u00bb fallisce,<\/strong> perch\u00e9 il potere che \u00e8 dato a un marito nei confronti della donna, in alcuni paesi musulmani, non \u00e8 travalicabile n\u00e9 dai genitori n\u00e9 dalla polizia.<\/p>\n

\"\"
Hirsi Ali<\/figcaption><\/figure>\n

Hirsi Ali<\/strong>, la scrittrice somala che ha vissuto in Olanda eletta in parlamento nel 2003 e scappata negli Usa nel 2006 dopo l\u2019omicidio del regista Theo van Gogh ucciso dai fondamentalisti islamici per l\u2019uscita del \ufb01lm Submission \u2013 di cui lei ha scritto la sceneggiatura \u2013 dichiara esplicitamente come \u00abl\u2019Islam sia imbevuto di violenza e la incoraggi\u00bb.<\/strong> Per Hirsi Ali \u2013 che ha scritto \u00ab Non sottomessa \u00bb, \u00ab Infedele \u00bb, \u00ab Se Dio non vuole\u00bb e \u00abNomade \u00bb \u2013<\/strong> l\u2019Islam non \u00e8 compatibile con con i diritti delle donne in quanto \u00abper modernizzare l\u2019Islam e adattarlo agli ideali contemporanei, \u00e8 necessario porsi in atteggiamento critico nei confronti del Corano e dei precetti in esso contenuti<\/strong>: in una parola, \u00e8 necessario dialogare con Dio e dissentire dalle sue leggi\u00bb. Cio\u00e8 \u00e8 necessario porsi in maniera laica, come l\u2019Occidente ha fatto nei confronti della Chiesa cattolica, cercando di escludere quest\u2019ultima dagli affari politici e sociali.<\/p>\n

\u00abIn Afghanistan le donne manifestano contro pratiche previste dalla legge islamica \u2013 spiega la scrittrice \u2013 ma le organizzazioni femministe occidentali non sono per niente critiche dell\u2019Islam. Ascoltano la minoranza di uomini che usano l\u2019Islam come strumento per sottomettere le donne\u00bb.<\/strong> Sottoposta a in\ufb01bulazione a 5 anni, e fuggita a 22 da un matrimonio combinato, Hirsi Ali cominci\u00f2 a vivere la sua vita solo dopo essersi liberata dalla famiglia<\/strong> e dai fardelli religiosi che le imponevano un\u2019esistenza che lei non desiderava: attualmente lavora a Washington presso l\u2019American Enterprise Institute, e si occupa di diritti della donna islamiche e della violenza di genere per ragioni culturali o religiose.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

I morti in Siria, dall\u2019inizio della rivolta a marzo dell\u2019anno scorso, sono arrivati a 20 mila, tra cui, secondo l\u2019Osservatorio siriano per i diritti umani, si conterebbero 13\u2019978 civili, 5082 membri dell\u2019esercito, e 968 disertori. 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