{"id":3630,"date":"2013-11-24T07:52:31","date_gmt":"2013-11-24T06:52:31","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.wordpress.com\/?p=3630"},"modified":"2020-03-04T07:22:53","modified_gmt":"2020-03-04T06:22:53","slug":"che-pena-queste-madri-2012","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/11\/24\/che-pena-queste-madri-2012\/","title":{"rendered":"Mamme in carcere con figli piccoli: la disastrosa situazione nel mondo"},"content":{"rendered":"
In tutto il mondo ci sono donne costrette a crescere i figli in strutture carcerarie o allontanate dai piccoli per scontare una pena detentiva. Ovunque esistono madri che vivono, in maniera pi\u00f9 o meno disumana, il dramma di partorire e far crescere un bambino in cella. Donne, detenute per motivi legati per lo pi\u00f9 al disagio sociale e alla povert\u00e0, ma anche per cause politiche o \u201cmorali\u201d, condannate a scontare pene che ricadono inevitabilmente sui figli.<\/p>\n
Nel carcere di Badam Bagh, a Kabul <\/strong>(Afghanistan), su 160 recluse una cinquantina ha figli con s\u00e9 o \u00e8 incinta. Sono donne accusate di essere scappate di casa, di aver avuto rapporti sessuali prima del matrimonio, di essere adultere. Situazione che si scontra con un\u2019altra realt\u00e0 afgana, quella dei Centri di detenzione delle province di Badghis, Ghor, Logar, in cui le donne, costrette a vivere in prigioni miste, vengono stuprate sistematicamente, perch\u00e9, come accade nella prigione di Pul-e-Charkhi a Kabul, sorvegliate da guardie maschili.<\/strong><\/p>\n In Iran, le detenute della prigione di Evine (Teheran)\u00a0vivono in condizioni spaventose<\/p><\/blockquote>\n e i bambini, che possono stare con le mamme fino ai 2 anni,<\/strong> sono alloggiati nelle celle della sezione femminile, nel blocco 2, dove non c\u2019\u00e8 acqua potabile e i rischi per la salute sono altissimi<\/strong>. In Africa spesso la povert\u00e0 rende le carceri un luogo di morte: nella maggior parte delle prigioni non ci sono letti n\u00e9 bagni e le celle sono affollate. Il vitto \u00e8 insufficiente e chi non ha parenti soffre la fame. Ci si ammala con facilit\u00e0 e a volte si muore. Nella prigione centrale di Mbuji-Mayi, capitale del Kasai-Orientale (Repubblica Democratica del Congo), il cibo viene distribuito una volta a settimana;<\/strong> qui il progetto\u00a0Monuc\u00a0dell\u2019Onu, che ha operato al Centro penitenziario e di riabilitazione di Kinshasa, \u00e8 intervenuto assicurando ai piccoli un\u2019adeguata alimentazione con la distribuzione giornaliera di pasti.<\/p>\n Il carcere sprovvisto di zanzariere, materassi, prodotti igienici e medicinali, aveva bisogno di tutto, anche del pediatra<\/p><\/blockquote>\n Poco tempo fa in Sudafrica, nel carcere di Pollsmoor au Cap, \u00e8 stata inaugurata una sezione\u00a0ad hoc\u00a0per madri e figli,<\/strong> che prima vivevano insieme per la maggior parte della giornata, fino a quando, scesa la sera, le mamme rimanevano al buio della cella mentre i piccoli venivano spostati altrove.<\/p>\n