{"id":3492,"date":"2013-11-24T03:00:29","date_gmt":"2013-11-24T03:00:29","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.wordpress.com\/?p=3492"},"modified":"2020-03-04T07:28:37","modified_gmt":"2020-03-04T06:28:37","slug":"3492","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/11\/24\/3492\/","title":{"rendered":"L’Unione Africana diventa donna: eletta Nkosazana Dlamini-Zuma"},"content":{"rendered":"

\u00c8 l\u2019attuale ministra degli interni sudafricana e si chiama Nkosazana Dlamini-Zuma, e da met\u00e0 luglio \u00e8 anche la prima donna a guidare l\u2019Unione Africana (UA), l\u2019organizzazione intergovernativa che comprende buona parte del continente (eccetto il Marocco), che l\u2019ha eletta il 15 luglio ad Addis Abeba (Etiopia) preferendo lei al suo predecessore e avversario, il gabonese Jean Ping, con una maggioranza di 39 voti su 51. Un successo per tutte le donne, arrivato quando l\u2019UA \u2013 organizzazione nata u\ufb03cialmente nel 2002 per la promozione di pace, sicurezza, stabilit\u00e0 e sviluppo sostenibile dell\u2019Africa<\/strong> \u2013 sembrava in una situazione di stallo in quanto a gennaio nessuno dei due candidati aveva ottenuto la maggioranza necessaria per essere eletto. Una grave incertezza che avrebbe potuto indebolire l\u2019Unione, come confermato dal beninese Thomas Boni Yayi, presidente di turno dell\u2019UA, che alla vigilia del voto aveva dichiarato:<\/p>\n

\u00abNon possiamo fallire. Questa situazione non pu\u00f2 continuare poich\u00e9 comprometterebbe ulteriormente il funzionamento della Commissione\u00bb<\/p><\/blockquote>\n

\"\"
Nkosazana Dlamini-Zuma<\/figcaption><\/figure>\n

Ex capo della diplomazia sudafricana ed ex moglie del Presidente Jacob Zuma, Nkosazana Dlamini-Zuma ha 63 anni, \u00e8 di etnia zul\u00f9, proviene da una famiglia di otto \ufb01gli ed \u00e8 originaria della provincia del Natal in Sudafrica. Il suo curriculum parla per lei: dopo gli studi di zoologia e botanica all\u2019Universit\u00e0 di Zululand, frequenta la facolt\u00e0 di medicina all\u2019Universit\u00e0 del Natal, e ancora giovanissima aderisce all\u2019African National Congress (ANC), il partito fondato contro l\u2019apartheid in Sudafrica. Costretta all\u2019esilio, e dopo gli studi di medicina all\u2019Universit\u00e0 di Bristol, in Inghilterra, esercita la professione di medico nello Swaziland, dove conosce l\u2019ex marito, Jacob Zuma<\/strong> \u2013 attuale presidente dell\u2019ANC e dal 2009 presidente del Sudafrica \u2013 con cui ha 4 \ufb01gli e da cui divorzia nel 1998. Dlamini-Zuma ha alle spalle una lunga carriera politica: nominata Ministra della salute nel \u201894 dal governo di Nelson Mandela, alle prime elezioni libere, ha posto \ufb01ne alla segregazione razziale negli ospedali, ha avviato l\u2019assistenza sanitaria pubblica, ha vietato il fumo nei luoghi pubblici, ma \u00e8 stata anche Ministro degli esteri e Ministro degli interni.<\/p>\n

\"\"Il primo a fare le sue congratulazioni alla neo presidente e a esultare per la sua elezione, \u00e8 stato l\u2019ex marito Zuma che ha esclamato: \u00abL\u2019Africa ha vinto!\u00bb, aggiungendo che questa elezione \u00absigni\ufb01ca molto per l\u2019Africa, per tutto il continente, per l\u2019unit\u00e0, e per l\u2019affermazione delle donne \u00e8 molto importante\u00bb.<\/strong> E anche se la gioia di vedere una donna eletta \u00e8 scoppiata nell\u2019esultazione di una delegata dello Zimbabwe che ha spontaneamente gridato: \u00abCe l\u2019abbiamo fatta! Ce l\u2019abbiamo fatta!\u00bb, non tutti sono stati contenti di questa scelta. In realt\u00e0 Diamini-Zuma \u00e8 stata appoggiata dai paesi anglofoni, contro i paesi francofoni che hanno sostenuto Ping, e se l\u2019elezione della \u00abLady di ferro di Pretoria\u00bb, come qualcuno l\u2019ha soprannominata, \u00e8 rivoluzionaria perch\u00e9 rappresenta la rottura della tradizione maschilista dell\u2019organizzazione africana,<\/strong> \u00e8 anche vero che per la prima volta \u00e8 stata trasgredita la consuetudine, sostenuta dalle precedenti presidenze, di a\ufb03dare la guida della UA a paesi pi\u00f9 piccoli e meno in\ufb02uenti.<\/p>\n

\u00abPossiamo parlare di vittoria dell\u2019Africa, perch\u00e9 abbiamo sbloccato la situazione<\/p><\/blockquote>\n

\u2013 ha detto il viceministro degli esteri keniota, Richard Onyonka, che ha sostenuto Ping \u2013 ma per noi \u00e8 una vittoria agrodolce, perch\u00e9 questa elezione ha creato una profonda divisione all\u2019interno dell\u2019Ua e non era necessaria\u00bb. Onyonka ha chiarito che sebbene il Sudafrica avesse diritto a presentare un candidato \u00abci sono state troppe intimidazioni, braccio di ferro e minacce da parte di Pretoria per garantire la vittoria di Dlamini-Zuma\u00bb e che quindi \u00abci vorr\u00e0 del tempo per guarire le divisioni e misurare le conseguenze\u00bb<\/strong> dell\u2019elezione della ministra sudafricana. Per il \u00abDaily Maverick\u00bb, il Sudafrica ha superato l\u2019opposizione di Kenya, Nigeria ed Etiopia grazie alla sua in\ufb02uenza politica, ma questa scelta ha fatto storcere la bocca in modo particolare anche alla Nigeria, in gara con il Sudafrica \u2013 che \u00e8 gi\u00e0 nel G20 e nel gruppo dei Brics (Potenze economiche emergenti) \u2013 per la possibilit\u00e0 di un posto permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite esteso ai Paesi emergenti.<\/p>\n

\"\"
Sede dell’Unione africana<\/figcaption><\/figure>\n

Nkosazana Dlamini-Zuma \u00e8 per\u00f2 una donna brillante e una politica di lungo corso, consapevole di quello fa: \u00abLa mia elezione non deve essere vista come una vittoria personale ma come una vittoria per l\u2019intero continente\u00bb ha detto nella veste di nuova presidente, \u00abe continueremo a lavorare in modo da costruire consenso\u00bb.<\/p>\n

Il suo obiettivo \u00e8 infatti quello di dare una maggiore unit\u00e0 al continente anche se, per farlo diventare un soggetto politico ed economico pi\u00f9 forte, la realt\u00e0 e i nodi che sar\u00e0 costretta ad affrontare, soprattutto dopo il silenzio dell\u2019Unione di fronte alla Primavera araba e alla caduta di Ghedda\ufb01 in Libia,<\/strong> sono molto pesanti e di\ufb03cili. Focolai di guerra e con\ufb02itti aperti sono attualmente in corso in diversi Stati dell\u2019Africa: in modo particolare in Mali, dopo il colpo di Stato di marzo dei militari guidati dal capitano Amadou Haya Sanogo; nella Repubblica democratica del Congo, dove il gruppo di ex combattenti Tutsi M23 continuano a portare terrore; e in Sud Sudan, ormai stremato dal con\ufb02itto con il Sudan da cui si \u00e8 reso indipendente un anno fa;<\/strong> e a ci\u00f2 si aggiunga che la grave crisi nel Sahel sta producendo quasi venti milioni di persone che soffrono la fame, e che in Ciad, Gambia, Mauritania, Niger, Senegal, Somalia, la sopravvivenza \u00e8 messa a repentaglio ogni giorno, ogni momento. Solo poche settimane fa alcuni membri del gruppo jihadista Ansar Dine, che controlla il nord del Mali con le milizie del MLNA (Movimento Nazionale per la Liberazione dell\u2019Azawad), hanno distrutto il mausoleo di Sidi Mahmoud,<\/strong> uno dei 16 santuari di Timbuctu inclusi dall\u2019UNESCO nella lista dei patrimoni dell\u2019umanit\u00e0 in pericolo.<\/p>\n

\"\"Nella Repubblica Democratica del Congo, centinaia di soldati del generale Bosco Ntaganda \u2013 un Tutsi chiamato Terminator e ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini contro l\u2019umanit\u00e0 \u2013 sta seminando terrore e morte nel territorio di Ruthsuru, al con\ufb01ne con Uganda e Ruanda, mettendo in di\ufb03colt\u00e0 le forze congolesi e le truppe delle Nazioni Unite (Monusco), ma mettendo in fuga anche i gorilla che vivono nel parco Virunga che insieme a uomini, donne e bambini, sono costretti a fuggire. In Sud Sudan \u2013 dove decine di migliaia di persone fuggono dal con\ufb02itto col Sudan cercando aiuto nei campi per i rifugiati \u2013 Chiara Burzio, infermiera di \u00abMedici Senza Frontiere\u00bb nel campo di Jamam,<\/strong> racconta che<\/p>\n

\u00abEntrando nel campo si cominciano a vedere persone sparse, poi all\u2019improvviso ti trovi di fronte a un mare di gente al riparo sotto pezzi di plastica. Non ho mai visto niente di simile<\/p><\/blockquote>\n

Molti sono disidratati. Tutti sembrano malati ed esausti. Diversi sono appena arrivati dopo aver camminato per 30 chilometri o pi\u00f9 a piedi. Offrire loro dell\u2019acqua, e vedere quanto bevono velocemente, \u00e8 qualcosa che ti tocca profondamente\u00bb.<\/p>\n

\"\"L\u2019Unione, durante l\u2019incontro di luglio, ha chiesto le dimissioni della giunta militare in Mali con l\u2019insediamento di un governo di unit\u00e0 nazionale a\ufb03nch\u00e9 si facciano nuove elezioni e si contrasti la secessione islamista, mentre 11 paesi africani hanno espresso la necessit\u00e0 di una forza internazionale contro i ribelli della Repubblica Democratica del Congo. Durante il summit, si sono incontrati anche Omar Bashir<\/strong>, presidente del Sudan, e Salva Kiir, presidente del Sud Sudan, che hanno parlato per due ore riguardo al petrolio e a i con\ufb01ni, che sono le principali cause di contrasto tra i due Paesi. E anche il presidente del Ruanda, Paul Kagame, e Joseph Kabila, Presidente della Repubblica Democratica del Congo, si sono confrontati \u2013 insieme ad altri rappresentanti della regione dei Grandi Laghi \u2013 per mettere nero su bianco un accordo in cui si chiede \u00abl\u2019immediata costituzione di una forza internazionale neutrale per sradicare gruppi di ribelli M23, delle FDLR e di tutte le altre forze negative\u00bb.<\/p>\n

In\ufb01ne, entro il 2017, in Africa sar\u00e0 costituita una zona di libero scambio continentale (CFTA) con la rimozione delle barriere tariffarie, la creazione di infrastrutture per il commercio \u2013 quindi trasporto, energia, tecnologia dell\u2019informazione e comunicazione \u2013 e sono previsti anche piani per lo sviluppo di infrastrutture che entro il 2040 potranno aumentare la produzione idroelettrica, sviluppare una vasta rete di strade, rotaie elinee elettriche. In questo caso per\u00f2 come piani\ufb01care lo sviluppo di un continente perennemente attraversato da guerre e con\ufb02itti cruenti nonch\u00e9 da carestie ricorrenti? <\/strong>Ora, anche se la decisione dell\u2019UA di estendere la giurisdizione della Corte africana dei diritti dell\u2019uomo e dei popoli ai casi criminali \u2013 come il genocidio e i crimini di guerra \u2013 \u00e8 stata rimandata, il compito di incoraggiare la \u00abpaci\ufb01cazione\u00bb all\u2019interno del continente africano spetta a Dlamini-Zuma che dovr\u00e0 coordinare l\u2019azione dell\u2019Unione per risolvere i problemi nazionali nel continente<\/strong>: un compito arduo che sar\u00e0 l\u2019occasione per dimostrare come una donna, di fronte a grandi s\ufb01de, pu\u00f2 fare la differenza. L\u2019istituzione, nata per promuovere la pace, la stabilit\u00e0 e lo sviluppo sostenibile, ha davanti a s\u00e9 un lavoro di\ufb03cile.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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