{"id":3491,"date":"2013-11-24T04:46:41","date_gmt":"2013-11-24T03:46:41","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.wordpress.com\/?p=3491"},"modified":"2021-08-18T10:47:50","modified_gmt":"2021-08-18T08:47:50","slug":"quale-futuro-per-le-donne-afghane-2012","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/11\/24\/quale-futuro-per-le-donne-afghane-2012\/","title":{"rendered":"Quale futuro per le donne afghane?"},"content":{"rendered":"

La guerra che in Afghanistan ha provocato dal 2001 a oggi 12.000 morti civili e 3000 militari, dovrebbe essere \ufb01nita. Durante il summit della Nato che si \u00e8 svolto a Chicago il 20 e il 21 maggio, la exit strategy dall\u2019Afghanistan delle forze armate straniere \u00e8 stata decisa per la \ufb01ne del 2014: l\u2019ISAF (International Security Assistance) con i suoi<\/p>\n

130.000 soldati della Nato, dovrebbe lasciare la sicurezza del Paese in mano all\u2019esercito afghano<\/p><\/blockquote>\n

\"\"<\/strong>l\u2019ANSF (Afghan National Security Forces), ritirandosi dal Paese gradualmente ma non completamente. Un mese fa, durante la Conferenza del World Affairs Council 2012, Illary Clinton, sottosegretaria di Stato americana,<\/strong> aveva gi\u00e0 chiarito che pur confermando l\u2019uscita dall\u2019Afghanistan, Washington avrebbe comunque assicurato la sua presenza sul territorio, tanto che le tre basi aree Usa in aree di interesse strategico <\/strong>come Bagram \u2013 vicino a Kabul \u2013 Shindand \u2013 presso il con\ufb01ne con l\u2019Iran \u2013 e Kandahar, restano operative. Nel documento uscito da Chicago, si ribadisce che \u00abEuropa e Nato condividono valori comuni e interessi strategici congiunti\u00bb e che \u00abl\u2019Unione Europea \u00e8 partner unico ed essenziale\u00bb, e malgrado la Francia di Hollande voglia anticipare il ritiro delle proprie truppe, gli Usa vogliono che la Nato sia in Afghanistan oltre il 2014, tant\u2019\u00e8 che gli americani hanno negoziato con Karzai la loro presenza almeno \ufb01no al 2024 con una missione di formazione e di sostegno.<\/strong><\/p>\n

In realt\u00e0 la ritirata totale non ci sar\u00e0 e quello che si prospetta \u00e8 un minore investimento militare e quindi di denaro. \u00abLa guerra \u00e8 un business \u2013 dice Luca Lo Presti, presidente della onlus Pangea che da anni lavora in Afghanistan con donne e bambini \u2013 e come tale ha degli investitori che se non hanno un loro tornaconto economico rivedono i loro investimenti.<\/p>\n

Come in Iraq, anche in Afghanistan, ci sono interessi economici e strategici, ma la guerra costa\u00bb<\/p><\/blockquote>\n

\"\"<\/strong>Nel frattempo l\u2019Afghanistan \u00e8 diventato pi\u00f9 pericoloso di prima: \u00abLo Stato afghano \u2013 continua Lo Presti \u2013 sta in piedi perch\u00e9 ci sono gli stranieri ma in realt\u00e0 non c\u2019\u00e8 pi\u00f9 niente e in questa situazione pu\u00f2 succedere di tutto, anche una guerra civile.<\/strong> Il fatto che l\u2019opinione pubblica sia convinta che con la guerra si porti la pace \u00e8 illusorio perch\u00e9 la guerra non pu\u00f2 essere portatrice di pace e i militari hanno un solo scopo: fare il loro lavoro e cercare di tornare a casa tutti interi. Se bombardi non porti la pace. E dire che l\u2019occupazione esporta i diritti umani \u00e8 ancora pi\u00f9 illusorio perch\u00e9 non \u00e8 cos\u00ec che si fa.<\/strong> Dire, come faceva la moglie del presidente Bush, che gli americani andavano per togliere il burqa alle donne, non signi\ufb01ca nulla perch\u00e9 sotto quei burqa ci sono donne coraggiose che si nascondono sotto quella veste perch\u00e9 hanno paura di una situazione ormai molto pericolosa.<\/p>\n

In Afghanistan chi stupra \u00e8 la polizia corrotta e non c\u2019\u00e8 una cognizione del diritto: in questo status le donne non esistono\u00bb<\/p><\/blockquote>\n

Per quanto riguarda le afghane la situazione \u00e8 molto diversa sul territorio: a Kabul, dove la frequenza scolastica delle ragazze \u00e8 buona, in certi quartieri le donne usano un foulard come velo, mentre nei villaggi e in provincia le donne non hanno voce in capitolo e qui stupri, matrimoni forzati, analfabetismo, spose bambine, violenza domestica, impossibilit\u00e0 di accesso alla tutela della salute, sono la norma. Secondo l\u2019ultimo report di Human Right Wach, l\u201987% delle afghane ha subito violenza \u2013 per met\u00e0 violenza sessuale \u2013 e il 60% dei matrimoni \u00e8 forzato \u2013 il 57% \u00e8 con ragazze sotto i 16 anni<\/strong> \u2013 mentre il suicidio \u00e8 uno dei modi per sfuggire alla violenza maschile.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

\u00abLa situazione \u00e8 peggiorata negli ultimi dieci anni di guerra e di occupazione Nato<\/strong> \u2013 ha detto mesi fa Samia Walid del Rawa (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan). Solo l\u2019anno scorso sono stati 5000 i casi di violenza registrati al Ministero per le pari opportunit\u00e0 e la Commissione per i diritti delle donne, e molti altri non sono pervenuti.<\/strong> Molte donne hanno paura di denunciare i torti subiti perch\u00e9 sanno che il potere giudiziario \u00e8 corrotto e che il tribunale non dar\u00e0 loro ragione o risarcimento. Negli ultimi 5 anni sono aumentati i casi di stupri sulle ragazze ed esiste una legge per cui un marito pu\u00f2 violentare la moglie senza nessun problema legale\u00bb. L\u2019Afghan Women Network \u2013 rete di associazioni afghane impegnate nelle tutela dei diritti delle donne \u2013 dice che le istanze della societ\u00e0 civile devono far parte del dialogo di pace e le donne devono essere messe in prima linea nella transizione post-Chicago.<\/strong> Le Nazioni Unite hanno chiesto direttamente alla Nato e al governo di Karzai di proteggere i diritti di milioni di donne afghane che \u00abnon possono essere compromessi da un qualunque accordo di transizione tra la Nato, altri partner internazionali e il governo afgano, o da qualsiasi negoziato di pace\u00bb, e per questo gli investimenti \ufb01nanziari dovranno \u00abessere legati all\u2019obbligo di adempiere agli impegni del governo afghano in tema di diritti umani e in accordo con la costituzione e i trattati\u00bb.<\/p>\n

\"\"Una preoccupazione fondata se si considera l\u20198 marzo di quest\u2019anno, il governo Karzai ha regalato alle afghane \u00abil codice di comportamento\u00bb emanato dal Consiglio degli Ulema, principale organismo religioso del Paese per cui le donne non possono viaggiare senza essere accompagnate da un uomo, non possono parlare con sconosciuti in luoghi pubblici come scuole, mercati e u\ufb03ci, e a casa il marito pu\u00f2 picchiarle \u00abin conformit\u00e0 con la sharia\u00bb<\/strong>. \u00abAttualmente \u2013 dice Simona Lanzoni, direttrice dei progetti Pangea \u2013 le donne afghane non si sentono tutelate e protette dall\u2019ANSF, l\u2019esercito militare afghano, che \u00e8 assolutamente insensibile e impreparato alle questioni di genere, al riconoscere le donne nei loro diritti e nei reali bisogni. Ed \u00e8 quindi di vitale importanza che nel periodo di formazione e addestramento delle forze dell\u2019ordine afghane, vengano coinvolte le donne e che esse stesse entrino a far parte del corpo di polizia.<\/p>\n

\u00c8 il momento di dare applicazione in Afghanistan alla risoluzione 1325 dell\u2019Onu per coinvolgere le donne nel processo di pace\u00bb<\/p><\/blockquote>\n

La risoluzione 1325, \u00abPace, donne e sicurezza\u00bb, \u00e8 un testo delle Nazioni Unite sul ruolo delle donne prima, durante e dopo i con\ufb02itti, e chiede agli Stati di adottare una prospettiva di genere con una risposta ai bisogni speci\ufb01ci delle donne \u2013 prime e pi\u00f9 gravi vittime dei con\ufb02itti \u2013 appoggiando le iniziative di pace delle donne locali e provvedendo a una partecipazione diretta di quest\u2019ultime nelle trattative di pace e nella ricostruzione del paese<\/strong>. \u00abIn Afghanistan \u2013 spiega Lanzoni \u2013 le donne non hanno gli strumenti legali per portare avanti le loro richieste e il sistema legislativo fa acqua mentre il sistema tradizionale \u00e8 forte.<\/p>\n

\"\"Le donne hanno paura di uscire, quindi o c\u2019\u00e8 solidariet\u00e0, o sei da sola e paghi con la vita. In un Paese in cui alle donne non \u00e8 permesso di uscire di casa da sole neanche se c\u2019\u00e8 il terremoto, il rischio \u00e8 che le afghane paghino questa transizione e per evitare questa disgrazia ulteriore \u00e8 necessario coinvolgerle nei meccanismi del processo di pace\u00bb. <\/strong>Il presidente Obama ha assicurato che \u00abmentre gli afghani si rialzano, non si troveranno soli\u00bb, ma quello che si teme \u00e8 che i soldi che verranno investiti in Afghanistan in futuro, circa 4,3 miliardi di dollari all\u2019anno per tre anni<\/strong> (di cui loro garantiranno 2,3 miliardi, l\u2019Italia 120 milioni di euro annuali, Gran Bretagna 110 milioni di dollari e la Germania 150), saranno destinati a \ufb01nanziare soltanto le operazioni militari con grossi tagli agli aiuti civili. Se \ufb01nora il 70% dei fondi \u00e8 andato alla riorganizzazione dell\u2019esercito e della polizia, alle strutture civili come ospedali, scuole, strade, che cosa andr\u00e0? La risposta potr\u00e0 arrivare a Tokyo l\u20198 luglio quando si riuniranno i Paesi donatori per l\u2019Afghanistan. Il rischio, in vista di un cambio strategico, potrebbe essere che diminuiscano anche i \ufb01nanziamenti da un punto di vista civile. E allora sarebbero proprio le donne le prime a rimetterci.<\/p>\n

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