{"id":3408,"date":"2013-11-24T01:50:45","date_gmt":"2013-11-24T01:50:45","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.wordpress.com\/?p=3408"},"modified":"2020-03-04T07:25:19","modified_gmt":"2020-03-04T06:25:19","slug":"le-donne-vittime-ovunque-amnesty-fa-mezzo-secolo-2011","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/11\/24\/le-donne-vittime-ovunque-amnesty-fa-mezzo-secolo-2011\/","title":{"rendered":"Amnesty compie 50 anni e i suoi rapporti sulle donne peggiorano"},"content":{"rendered":"

Per i suoi 50 anni\u00a0Amnesty International\u00a0<\/i>brinda alla libert\u00e0 in tutta Italia: sabato 28 e domenica 29 maggio in molte citt\u00e0 italiane concerti, spettacoli, reading, daranno vita allo\u00a0Human Rights Tour 50\u00b0<\/i>\u00a0per la quinta edizione delle\u00a0Giornate dell\u2019attivismo<\/i> di una delle pi\u00f9 grandi organizzazioni in difesa dei diritti umani. Le giornate arrivano a ridosso del rapporto annuale che Amnesty ha presentato due settimane fa a Roma su quali siano le condizioni globali riguardo le violazioni di diritti civili, politici, sociali, culturali ed economici:<\/p>\n

\n

98 paesi coinvolti in forme di torture e maltrattamento, 54 in processi iniqui, prigionieri di coscienza in 48, limitazioni della libert\u00e0 in 89, e 67 paesi in cui sono state emesse condanne a morte<\/p>\n<\/blockquote>\n

Ma scorrendo il pesante volume del 2011 c\u2019\u00e8 un primato che spetta inequivocabilmente alle donne: per la quasi totalit\u00e0 dei paesi citati nelle 800 pagine \u00e8 presente la voce che fa riferimento a diritti riproduttivi negati, lesione dei diritti sessuali ma soprattutto a discriminazioni, pi\u00f9 o meno gravi, maltrattamenti e violenza contro donne e ragazze.<\/p>\n

\"\"\u201cCon le conferenze internazionali della met\u00e0 degli anni \u201990 la comunit\u00e0 internazionale ha cominciato a valutare lo stupro come crimine contro l\u2019umanit\u00e0 e la violenza sessuale sulle donne \u00e8 stata riconosciuta come una grave lesione dei diritti umani a livello internazionale,<\/strong> un fatto molto importante che per\u00f2 non ha cancellato i problemi di genere\u201d, dice Christine Weise, presidente della sezione italiana di Amnesty International\u00a0<\/i>che si sofferma con noi a parlare di donne, ragazze, bambine, vittime di crimini e abusi gravissimi che non sempre trovano voce sui media e che l\u2019informazione spesso tende a trascurare.<\/p>\n

\u201cMalgrado la situazione legislativa generale sia migliorata \u2013 continua Weise – ci sono ancora tantissime donne che vivono in assenza totale di diritti fondamentali e paesi in cui non solo non viene punita la violenza e l\u2019abuso nei confronti delle donne ma dove, in materia di diritto di famiglia, divorzio, istruzione, eredit\u00e0, salute, le donne sono ancora tagliate fuori. Tutt\u2019oggi in Iran, per esempio, permangono regole rigidissime sull\u2019abbigliamento femminile,<\/strong> in Medio Oriente e in altre parti del mondo rimane il delitto d\u2019onore e il matrimonio forzato, in Indonesia la maggior parte delle donne non accede ai servizi sanitari, in America Centrale e Messico i dati riferiti al femminicidio, molti in seguito a stupri, sono allarmanti,<\/strong> in altri paesi dell\u2019America Latina c\u2019\u00e8 un\u2019assenza totale della parit\u00e0 riproduttiva: in Nicaragua \u00e8 stato reintrodotto il divieto di interrompere la gravidanza anche in caso di pericolo di vita della madre o di stupro anche se minorenne\u201d.<\/p>\n

\"\"Per completare questo agghiacciante elenco ecco alcuni dati del volume: nella Repubblica del Ciad le violenze sessuali continuano a essere perpetrate <\/strong>con larga impunit\u00e0 da membri delle comunit\u00e0, gruppi armati, forze di sicurezza e nella maggior parte dei casi documentati si tratta di bambine; nella Repubblica Democratica del Congo<\/strong> le donne e le ragazze continuano a essere stuprate in massa da gruppi armati ma anche da forze di sicurezza e polizia nazionale<\/strong> con copertura da parte di ufficiali superiori, e spesso i responsabili individuati sono lasciati fuggire dal personale carcerario; in Guinea Bissau, in aprile, una ragazza di 15 anni \u00e8 stata picchiata a morte dalle donne del suo villaggio, nella regione meridionale di Tombali, per essersi rifiutata di sposare un uomo molto pi\u00f9 vecchio di lei <\/strong>mentre due ragazze nigeriane, che in febbraio erano state fermate e messe in carcere in custodia per un anno, sono state ripetutamente stuprate e sono rimaste incinte durante la detenzione. E se infine ad Haiti<\/strong> continuano gli stupri all\u2019interno e nei dintorni degli accampamenti, ufficiali e non<\/strong>, senza nessuna protezione sulle donne e senza adeguate indagini sui colpevoli, la situazione che pi\u00f9 di tutte fa un salto nell\u2019oscurit\u00e0 \u00e8 quella<\/p>\n

\n

in Papua Nuova Guinea dove le donne possono essere accusate di stregoneria e per questo maltrattate, violentate e uccise<\/p>\n<\/blockquote>\n

ad aprile un ambulatorio di Lae ha riferito della presenza di 200\/300 pazienti vittime di stupri, percosse e aggressioni con coltelli, mentre a settembre, negli Altopiani Occidentali, una madre di 4 figli \u00e8 stata legata, interrogata, torturata e bruciata viva dopo essere accusata di stregoneria. Ma i diritti negati\u00a0nei confronti delle donne non sono una realt\u00e0 che riguarda solo l\u2019Africa o le sperdute aree asiatiche o l\u2019America Latina, perch\u00e9 anche nella civilissima Europa le donne non sono tutelate: leggendo il rapporto si apprende con sgomento dell\u2019esistenza di una legge che in Danimarca prevede che \u201cse lo stupratore sposa o prosegue la relazione matrimoniale o l\u2019unione viene registrata con la vittima dopo lo stupro, la pena viene ridotta o condonata\u201d;<\/strong> e non \u00e8 finita perch\u00e9 in questo Paese del Nord Europa solo il \u201c20% degli stupri denunciati arrivano a una condanna mentre la maggioranza dei casi viene chiusa dalla polizia o dal pubblico ministero e non arriva mai a processo\u201d.<\/p>\n

\"\"Mentre per esempio in Spagna, secondo il Ministero della Salute, delle Politiche sociali e delle Pari opportunit\u00e0, si registra un aumento delle donne uccise per mano dei loro partner, in un quadro complessivo europeo<\/strong> (che nel rapporto comprende anche parte dell\u2019Asia centrale) di continuo dilagare della violenza contro donne e ragazze tra le mura di casa \u201cindipendentemente dall\u2019et\u00e0 e dal gruppo sociale d\u2019appartenenza. \u201cIl problema delle violenze sulle donne \u2013 spiega Weise – \u00e8 che in molti casi vengono consumate in un ambito nascosto, dove le stesse vittime fanno fatica a denunciare.<\/strong> Anche in Occidente la donna ha paura e stenta a segnalare un marito o un partner violento, e questo succede perch\u00e9 in molti casi si rischia che la vittima diventi a sua volta imputata e quindi emarginata e incompresa.<\/p>\n

\n

spesso i casi vengono archiviati e la maggioranza delle donne non riceve giustizia anche in Europa<\/p>\n<\/blockquote>\n

una prassi che avviene anche dove apparentemente vi \u00e8 una parit\u00e0 tra i sessi in ambito politico, sociale e anche economico. In questo senso la violenza domestica \u00e8 un problema in molte parti del mondo, e anche se \u00e8 vero che la povert\u00e0 ostacola e rende difficoltoso l\u2019accesso al denaro da parte delle donne<\/strong>, e quindi all\u2019autonomia che evita una dipendenza totale dall\u2019uomo, quello della violenza sulle donne \u00e8 un fenomeno globale e succede anche nelle famiglie senza problemi economici. L\u2019unico modo di agire, secondo me, \u00e8 creare un numero sufficiente di centri per le donne, anche straniere, ma soprattutto un accesso facilitato alla protezione e al rispetto dei diritti di genere\u201d.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Qualcosa di nuovo per\u00f2 si \u00e8 respirato ed \u00e8 stato durante le rivolte in Medio Oriente, un vento impetuoso dove le donne hanno preso la parola e sono scese in piazza senza paura dimostrando una forza dirompente<\/strong> che ha dato vita a movimenti di massa contro regimi e contro la povert\u00e0, e coprendo ruoli decisivi all\u2019interno di dibattiti e riunioni di protesta, tanto che il rapporto di Amnesty dedica un parte esclusiva alla trasformazione in corso in quest\u2019area e soprattutto in Egitto, dove le donne che avevano partecipato attivamente allerivolte siano state, in un secondo momento, emarginate ed escluse dai processi decisional<\/strong>i: \u201cNella primavera mediorientale \u2013 conclude Christine Weise – le donne che sono scese in piazza dicevano di sentirsi finalmente libere, di essere protagoniste, anche se quello che poi \u00e8 successo dopo, per esempio in Egitto, sono stati episodi terribili come test di controllo della verginit\u00e0, con abusi sulla dignit\u00e0 e delle donne.<\/strong> Malgrado questo, credo che queste donne abbiano dimostrato di avere la forza di lottare e di cambiare le cose\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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