{"id":2889,"date":"2013-06-27T17:58:35","date_gmt":"2013-06-27T15:58:35","guid":{"rendered":"http:\/\/blog.ilmanifesto.it\/antiviolenza\/?p=2889"},"modified":"2020-03-04T08:02:20","modified_gmt":"2020-03-04T07:02:20","slug":"caso-idem-una-vergogna-che-non-finisce-qui","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/06\/27\/caso-idem-una-vergogna-che-non-finisce-qui\/","title":{"rendered":"Caso Idem: vergogna senza fine"},"content":{"rendered":"

Spazzata via, come se nulla fosse stato, in un battibaleno. Basta, fine, cancellata, come si fa quando una cosa ti stufa, diventa insopportabile, da cassare. Tante parole sul femminicidio, trasmissioni televisive in cui si parlava solo di violenza domestica, numeri, ipotesi. Cascate di articoli sulla ratifica della Convenzione di Istanbul, interviste sulla task force interministariale per contrastare la violenza, giornalisti che si accavallavano all\u2019audit della ministra delle pari opportunit\u00e0 con le associazioni sulla violenza e per i diritti Lgbt, parlamentari mobilitate accanto alla ministra che vuole finalmente fare da tramite tra le istituzioni e la societ\u00e0 civile.<\/p>\n

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Mai successo in questo Paese, cosa accade, un miracolo? Certo, un miracolo che dura 50 giorni \u00e8 pur sempre un miracolo, e dopo? dopo c’\u00e8 il deserto dei tartari perch\u00e9 fatta fuori la ministra, non c\u2019\u00e8 pi\u00f9 nessuna traccia neanche del ministero. E perch\u00e9? Perch\u00e9 Letta ieri ha fatto tre cose<\/strong>: ha dato delega delle pari oportunit\u00e0 alla viceministra Cecilia Guerra<\/strong> del dicastero del lavoro (che non seder\u00e0 al CdM) spacchettando l\u2019incarico della dimissionaria Idem, ha salutato per l\u2019ultima volta l’ex ministra con parole piene di sentimento, e ha varato il pacchetto svuota carceri, lasciando per il momento da parte l\u2019insufficiente e a tratti dannoso capitolo IV sulla norme per la \u201cPrevenzione e contrasto di fenomeni di particolare allarme sociale\u201d e che invece sar\u00e0 discusso nei prossimi giorni.<\/p>\n

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Cecilia Guerra<\/figcaption><\/figure>\n

Velocemente tornate al punto di partenza senza passare da Via, come succede quando esce la carta Imprevisti sul Monopoli, le italiane si ritrovano oggi senza quelle forti gambe e poderose braccia in cui avevano sperato. Ma un governo che ha tolto alle donne la concreta speranza di avere il diritto a vivere una vita libera dalla violenza e che, facendo quello che ha fatto in questi giorni, si prende una responsabilit\u00e0 che \u00e8 pi\u00f9 grave del non fare, si rende conto delle conseguenze? Un gesto, quello di dare delega delle pari opportunit\u00e0 al lavoro senza designare una nuova ministra al posto della<\/strong> dimissionaria Idem, che dimostra apertamente che delle donne, della violenza, del femmicidio – da Stefania Noce a Fabiana Luzzi – a questo governo, non gli interessa un bel niente.\u00a0 <\/strong>Un volta faccia, una virata, un cambiamento totale, che a questo punto fa intravedere la possibilit\u00e0 reale che forse la testa della ministra, che si era esposta troppo in questa azione, fosse in realt\u00e0 necessaria per bloccare tutto il lavoro che stava portando avanti.<\/p>\n

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Josefa Idem<\/figcaption><\/figure>\n

Josefa Idem aveva fatto quello che nessuna prima di lei aveva osato: aveva ascoltato le donne per ore, aveva girato l\u2019Italia in cerca di problemi da risolvere, e aveva avuto il coraggio di andare al gay pride nazionale di Palermo senza battere ciglio. Idem era convinta che i soldi per contrastare il femminicidio e la cultura che \u00e8 alla base della violenza, sarebbero stati trovati, e voleva che la Convenzione di Istanbul non fosse una mossa di facciata ma una roba seria. L\u2019Italia per\u00f2 \u00e8 un Paese cattolico, profondamente conservatore in fatto di cultura, e qui le donne devono stare in famiglia dove hanno il loro posto, mentre le coppie gay, che mettono in discussione il nucleo fondamentale della societ\u00e0, danno fastidio.<\/strong> Certo la violenza \u00e8 una brutta cosa, ma mica puoi sovvertire la struttura portante di una societ\u00e0 per risolvere la violenza?<\/p>\n

La famiglia non si tocca, basta fare un po\u2019 di leggi restrittive e inutili di facciata<\/p><\/blockquote>\n

Certe cose qui non si dicono ma soprattutto non si fanno, e il potere di cambiare le carte in tavola che lei aveva, ha fatto paura perch\u00e9 stava per essere usato per il bene di comune. Perch\u00e9 dico questo? Perch\u00e9 sono convinta che con la sua testardaggine e grande forza di volont\u00e0, Josefa Idem era diventata scomoda. Perch\u00e9 non si manda a casa una ministra che ha la residenza a casa sua sopra la sua palestra, facendo pensare alla \u201cfurbetta\u201d che faceva finta di dormire sulla panca per non pagare le tasse<\/strong>, con 120 metri quadri di casa dove poteva avere giustamente, se voleva, anche la residenza.<\/p>\n

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Enrico Letta e Josefa Idem<\/figcaption><\/figure>\n

Non si manda a casa una persona perch\u00e9 in quel \u201cravvedimento operoso\u201d del pagamento dell\u2019Imu, che chiss\u00e0 cosa s\u2019intende dire, c\u2019\u00e8 stato un errore di conteggio che non \u00e8 stato il suo.<\/strong> E non si accettano le dimissioni di una ministra che sta finalmente lavorando 10 ore al giorno per milioni di donne, perch\u00e9 \u201cforse\u201d c\u2019\u00e8 stato un abuso nella ristrutturazione della palestra (ancora da dimostrare), o perch\u00e9 il marito, che era anche il suo allenatore, l\u2019ha assunta come consulente sportiva (lei che ha vinto pi\u00f9 di 30 medaglie) il 25 maggio 2006 nella sua societ\u00e0,<\/strong> quindi prima della nomina di assessora avvenuta nel giugno 2006, da cui l\u2019aspettativa e i giusti contributi versati dal comune all\u2019Inps.<\/p>\n

Non si va a scorticare pubblicamente una persona dicendo che c\u2019\u00e8 un fascicolo alla Procura quando si tratta di una indagine senza ipotesi di reato<\/p><\/blockquote>\n

(modello 45), facendo pensare a chiss\u00e0 quali imputazioni a carico dell\u2019interessata. Infine, anche nel caso vi fossero irregolarit\u00e0 (cosa ancora da accertare definitivamente), non si cancella una persona devastandola mediaticamente ma si attende l’esito delle indagini, e solo nel caso fosse accertato qualcosa di realmente grave le si chiede gentilmente (e in maniera civile) di alzarsi dalla poltrona.<\/strong> Il tutto poi ha il sapore del ridicolo e della totale ipocrisia, se si pensa che questo avviene in un Paese in cui una seria indagine tra quegli scranni manderebbe a casa parecchie persone. Un Paese che ha avuto l\u2019anno scorso una Regione (Lazio) in cui si usavano tranquillamente soldi pubblici per fare feste e tanto altro<\/strong>, un Paese dove per anni un premier ha destinato incarichi e poltrone, come fossero di sua propriet\u00e0, a persone a lui care anche se privi di competenza.<\/p>\n

Un Paese in cui la norma \u00e8 la raccomandazione, il favore sessuale, la stretta sul sedere e se non hai conoscenze vai a casa<\/p><\/blockquote>\n

Questo Paese, terra del bunga bunga e dell\u2019inciucio per eccellenza, si \u00e8 per\u00f2 rizzato a grande moralizzatore appena una donna, per giunta “straniera”, ha solo pensato di sovvertire alcune chiare regole di un potere intoccabile: un delitto per cui \u00e8 stata puntita e lanciata in un’arena dove si \u00e8 consumato il pasto pubblico tra una zannata e un morso, come succede negli stupri di gruppo<\/strong>. Una donna forte e fiera, la cui sconfitta ha il sapore di una doppia vittoria per un potere tutto maschile.<\/p>\n

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Lasciata quasi del tutto da sola – senza neanche il sostegno da parte di chi, forse, lei pensava di potere essere sostenuta – alla fine la ex ministra ha deciso, lei stessa, di sottrarsi a quel massacro. Sui giornali, che avrebbero dovuto almeno riportare i fatti ancora da accertare con una certa cautela, l\u2019operazione di linciaggio ha avuto diversi livelli: dal dico-non dico (quindi ti faccio passare da persona poco pulita), a \u201ccrucca<\/i>\u00a0faccia tosta\u201d, \u201cfurba come un marmittone di Sturmtruppen\u201d, \u201cMedaglia d’oro, faccia di bronzo\u201d, ma anche \u201ctorna a remare\u201d, \u201cgaffe, furbate e spacconate\u201d, e cos\u00ec via:<\/strong> un linguaggio che ha aperto il fronte a orde che si sono accanite chiamandola \u201cladra\u201d, \u201cput*ana\u201d, \u201cbarcarola\u201d, \u201cfuori dai cogl*oni\u201d, \u201cfurbetta\u201d.<\/p>\n

Ho letto calunnie, offese, sputi nell\u2019anima, espressioni di una violenza che ha ribaltato la posizione di questa donna che da ministra che combatte la violenza, si \u00e8 ritrovata lei stessa bersaglio politico al femminile <\/strong>con forte esposizione alla lapidazione mediale sessista e violenta\u00a0\u2013 come gi\u00e0 successo alle sue colleghe Boldrini e Kyenge \u2013 in quanto donna\/personaggio pubblico.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Ora, dopo tutti i bei discorsi che abbiamo fatto sulla violenza, su ogni tipo di violenza (fisica, sessuale, economica, psicologica anche attraverso il web), accettare il linciaggio fatto a Idem significa accettare e sdoganare il peggio di questo Paese, e significa soprattutto che ognuna di noi \u00e8 in serio pericolo, perch\u00e8 chiunque pu\u00f2 entrare nella tua vita e usarti tranquillamente violenza. Su Idem, come su Boldrini e Kyenge, come su ogni donna. Ma tutto il male non viene per nuocere e ci sono varie lezioni da imparare da questa vicenda: la prima, \u00e8 che stavamo sulla strada giusta; la seconda, che la ex ministra \u00e8 una donna libera da schieramenti e inciuci<\/strong> (e per questo ha pagato); e la terza, che in giro c\u2019\u00e8 gente pericolosa. Ma c\u2019\u00e8 una lezione anche per chi ha voluto la testa della ex ministra: che le donne, che hanno nelle vene un secolare dna di resistenza a tutto, quando si impuntano non si fermano davanti a niente, nenache davanti a una prima sconfitta.<\/p>\n

\"\"Oggi, in una conferenza stampa al senato, \u00e8 stato presentato il ddl sulla “Commissione parlamentare\u00a0sul fenomeno dei femminicidi e femminicidi”, redatto su iniziativa della vicepresidente Valeria Fedeli (Pd)<\/a>, che in maniera trasversale sta raccogliendo sostegno tra senatori e senatrici, tra cui Finocchiaro (Pd), Petraglia (Sel), De Pietro (M5S), Lanzillotta (Scelta Civica) e Bonfrisco (Pdl). Una commissione che prevede un approccio \u00abolistico\u00bb per scavare nelle cause strutturali di discriminazione delle donne, e che elaborer\u00e0 una relazione annuale in cui saranno indicate misure in linea con gli standard internazionali.<\/p>\n

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