Una ricostruzione fotografica dei fatti avvenuti nel 2007<\/figcaption><\/figure>\nDopo due mesi la norma decadde ma il lavoro continu\u00f2 e quando il governo Berlusconi approv\u00f2 il pacchetto sicurezza nel 2008, tutti erano soddisfatti, e a nessuno, tanto meno ai mass media pi\u00f9 \u201cimportanti\u201d, sembr\u00f2 importante far notare che in realt\u00e0 la violenza contro le donne era nella maggior parte fatta da italiani e nelle loro case:<\/strong> come invece la ricerca Istat del 2006, pubblicata proprio nel 2007, aveva ben messo in luce con dati alla mano. Oggi le cose sembrano cambiate: si parla di femminicidio, le associazioni delle donne fanno convenzioni, tavoli, convegni, alcuni giornali hanno avviato un serio lavoro su come l\u2019informazione deve trattare l’argomento, si fanno appelli, petizioni, si scrivono libri, si producono pi\u00e9ce teatrali, talmente tanto che qualcuno si \u00e8 accorto che, anche se ne sa poco o niente,<\/p>\n\nparlare di femminicidio pu\u00f2 essere un\u2019opportunit\u00e0 per mettersi sotto un bel riflettore: non fosse mai che ne viene fuori qualcosa in pi\u00f9<\/p>\n<\/blockquote>\n
A questo si aggiunga che nel frattempo un governo, quello \u201ctecnico\u201d di Monti che non ha mai dato una risposta seria alla violenza contro le donne, non c\u2019\u00e8 pi\u00f9 e che al suo posto, malgrado legittime elezioni,<\/strong> \u00e8 stata messa in piedi una traballante alleanza tra i rottami di una destra arrogante e securitaria, e un \u201ccentro-sinistra\u201d incerto, debole, ma furbo: insomma tra un Pd e un Pdl, che (in teoria) dovrebbero avere idee diverse in proposito. Eppure gli accordi si fanno su tutto, perch\u00e9 non sul femminicidio?\u00a0Una domanda a cui le donne, se ci tengono alla loro pelle, devono rispondere nette: perch\u00e9 no.\u00a0E vediamo perch\u00e9.<\/p>\nJosefa Idem<\/figcaption><\/figure>\nLa ministra delle pari opportunit\u00e0, Josefa Idem, ha parlato di una task force intergovernativa,<\/strong> e cio\u00e8 un\u2019azione traversale tra diversi ministeri (cosa che Fornero non ha mai fatto), e che potrebbe dare una reale svolta con un indirizzo preciso all’esecutivo, ma solo se i diversi ministeri hanno chiaro qual \u00e8 l’obiettivo: protezione, prevenzione e, solo alla fine, punizione. A lei era preceduta 10 giorni fa alla Casa Internazionale delle donne di Roma (e non a Ostia o da qualche altra parte come qualche giornale ha scritto), la presidente della Camera, Laura Boldrini, che oltre a spingere per la ratifica della Convenzione di Istanbul, aveva accolto l\u2019ottima idea di una commissione d’inchiesta sulla violenza di genere, lanciando anche a una \u201ccampagna di ascolto\u201d in parlamento<\/strong> con la partecipazione della societ\u00e0 civile.<\/p>\nUn\u2019ipotesi rafforzata da una lettera al presidente del senato, Pietro Grasso, firmata da alcuni senatori e senatrici, tra cui la viocepresidente Valeria Fedeli, dove si chiede un impegno reale affinch\u00e9 \u201cvenga al pi\u00f9 presto, da un lato, ratificata la Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica<\/i>,<\/strong> fatta ad Istanbul l\u2019ll maggio 2011\u201d, e dall’altro,<\/p>\n\u201cvenga costituita una commissione parlamentare d’inchiesta che delinei il femminicidio, fornendo analisi e adeguate soluzioni\u201d<\/p><\/blockquote>\nAngelino Alfano<\/figcaption><\/figure>\nD\u2019altra parte il ministro degli interni, Angelino Alfano,<\/strong> si \u00e8 subito reso disponibile per creare questa una task force, affermando di voler creare un gruppo che si occupi della questione che sar\u00e0 alla base della discussione del prossimo consiglio dei ministri. S\u00ec, ma in che modo? Con quale gruppo? Oggi la ministra Idem ha scritto: \u201cCi vuole una risposta forte al femminicidio:<\/strong> mettiamoci tutti intorno ad un tavolo e facciamo squadra per raggiungere l’obiettivo, secondo un metodo che ho portato dallo sport<\/strong>. Tante volte anche nello sport vengono messe insieme risorse umane che non si trovano d’accordo ma che condividono l\u2019obiettivo e quindi mettono da parte contrasti e vedute diverse\u201d.<\/strong> Va bene, ma bisogna avere chiaro il problema per avere chiarezza di obiettivi, perch\u00e9 non \u00e8 solo un problema di percorsi, e l\u2019idea che Alfano ha su come risolvere il femminicidio, non credo coincida proprio con quella avanzata n\u00e9 da Idem n\u00e9 da Boldrini.<\/p>\nAnna Maria Cancellieri<\/figcaption><\/figure>\nOggi la ministra alla giustizia, Anna Maria Cancellieri,<\/strong> ha parlato di azioni volte a intervenire sulla violenza solo in termini di pene e controllo, quando ancora bisogna risolvere il problema che le donne nelle aule dei tribunali non vengono n\u00e9 ascoltate n\u00e9 tutelate, e se denunciano violenze in famiglia rischiano anche di perdere i propri figli. Le proposte fatte da Cancellieri di mettere il braccialetto elettronico agli stalker o di esigere l’arresto obbligatorio anche quando non viene presentata una denuncia da parte della vittima che <\/strong>invece \u00e8 libera di scegliere, non solo non risolvono nulla ma potrebbero anche peggiorare la situazione. Proposte che , in accordo con Alfano, la ministra porter\u00e0 al prossimo Consiglio dei Ministri.<\/p>\nIeri sul Tg1 ha gi\u00e0 fatto capolino uno di quei servizi pericolosi e fuorvianti sul femminicidio, dove si insisteva tanto sulla pena, e in cui l\u2019attrice Sonia Bergamasco (un’attrice appunto) parlava di violenza contro le donne come di \u201cuna terribile emergenza\u201d senza sapere che invece la violenza in Italia \u00e8 un problema strutturale, come ha fatto notare pi\u00f9 volte \u201cDiRe\u201d (la Rete nazionale dei centri antiviolenza), e che per questo il femminicidio non va affrontato come un\u2019emergenza (come invece vorrebbe la destra piddiellina).<\/strong><\/p>\nMa se intendiamo la violenza di genere come \u201cpericolo incombente\u201d significa che non abbiamo capito nulla, e che forse \u00e8 meglio tacere. Il pericolo vero adesso \u00e8 che su questa scia, si torni a parlare del tunisino che massacra la moglie, come ha fatto vedere Vespa l\u2019altro giorno a \u201cPorta a Porta\u201d, riducendo il problema della violenza sulle donne a un problema di coppie miste, del \u201cbarbaro\u201d in casa, anche se la maggioranza degli uomini violenti qui sono italiani. <\/strong><\/p>\nCos\u00ec, se alla fine \u00e8 sempre colpa o delle donne o degli extracomunitari, gli uomini possono stare tranquilli<\/p><\/blockquote>\n
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Per la prima volta bisogna sostenere le donne che all\u2019interno del parlamento sono ricettive, chiedendo che ascoltino attentamente chi di queste cose se ne intende, senza cadere nella trappola di Alfano, e chi con lui, tenter\u00e0 di appiattire il femminicidio a un problema di emergenza e di sicurezza. Come avverte Barbara Spinelli, avvocata dei Giuristi Democratici esperta di femminicidio:<\/strong> \u201cNon siamo disposte ad accettare oltre, strumentalizzazioni sul femminicidio a fini di visibilit\u00e0 personale<\/strong> o per perseguire altri obiettivi che non siano quello dell\u2019autodeterminazione femminile. Le donne non sono soggetti deboli, la discriminazione che subiscono in quanto donne non \u00e8 equiparabile a n\u00e9 ai bambini, n\u00e9 agli anziani, n\u00e9 ai disabili.<\/p>\nLe donne che subiscno violenza in famiglia, da parte di padri, mariti, fidanzati, ex, sono discriminate rispetto ad altre vittime di reato, tanto nella protezione, quanto nell\u2019accesso ai servizi, quanto nell\u2019accesso alla giustizia<\/p><\/blockquote>\n
Spesso gli strumenti esistenti non vengono attivati sulla base di pregiudizi di genere, e assistiamo a situazioni abnormi come quelle che ultimamente riempiono i giornali\u201d. Nel frattempo, una task force interministeriale, inclusiva di esperte non governative, potrebbe interagire con la commissione d\u2019inchiesta, e procedere insieme nell’apportare le necessarie modifiche al Piano Nazionale Antiviolenza in scadenza,<\/strong> che si \u00e8 rivelato scarsamente efficace perch\u00e9 non idoneo a raggiungere gli obiettivi previsti, sia per la formulazione inadeguata alla luce degli standard internazionali, sia per l\u2019assenza di fondi specifici alla realizzazione di varie azioni, sia per il monitoraggio inesistente sulla sua attuazione. Ma occorre coerenza”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"Era il 2007 quando Giovanna Reggiani fu sequestrata, stuprata e uccisa. Un femminicidio che allora non veniva ancora chiamato cos\u00ec perch\u00e9 non si usava, perch\u00e9 anche se le donne morivano gi\u00e0, era una parola che non circolava da queste parti. Ma quella morte, e quello stupro di una donna che tornava a casa dopo una […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":8853,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[8],"tags":[111,225,593,602,688,751,1421,1638,1660],"yoast_head":"\n
Femminicidio, uno spettro si aggira: quello di Giovanna Reggiani - DonnexDiritti<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n