{"id":2542,"date":"2013-05-05T00:11:52","date_gmt":"2013-05-04T22:11:52","guid":{"rendered":"http:\/\/blog.ilmanifesto.it\/antiviolenza\/?p=2542"},"modified":"2020-03-03T04:46:35","modified_gmt":"2020-03-03T03:46:35","slug":"perche-biancofiore-e-inadeguata-alle-pari-opportunita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2013\/05\/05\/perche-biancofiore-e-inadeguata-alle-pari-opportunita\/","title":{"rendered":"Perch\u00e9 Michaela Biancofiore \u00e8 inadeguata alle pari opportunit\u00e0"},"content":{"rendered":"

Finalmente si cominciano ad aprire squarci di luce per le italiane. E devo dire, fuori dai denti, che non vedevo l\u2019ora di lottare insieme, e sulla stessa lunghezza d’onda, con donne come la presidente della camera, Laura Boldrini, e la ministra per l\u2019integrazione, Cecile Kyenge, che pur subendo sulla loro pelle quello che non auguro neanche al mio peggior nemico, resistono e continuano a rispondere in maniera ferma ed efficace agli attacchi violenti, sessisti, discriminatori, razzisti, che vorrebbero umiliarle schiacciandole nella<\/strong> morsa di chi scambia la violenza come una forma di libert\u00e0 di espressione, e la denuncia di questa stessa violenza, come censura. Uno squarcio di sole che si allarga alle parole della ministra alle pari opportunit\u00e0, Josefa Idem (Pd), che oltre a esprimere solidariet\u00e0 alle colleghe in parlamento, in una intervista a Elisabetta Carta per il Tg3, dichiara come tra le prime azioni che intende mettere in campo contro il femminicidio,<\/strong> ci sia l\u2019avvio di una task-force interministeriale tra Pari Opportunit\u00e0, Interni e Giustizia, e l\u2019approfondimento del problema attraverso un Osservatorio nazionale: dimostrando finalmente di capire che il problema non \u00e8 una legge dai tempi biblici contro il femminicidio ma azioni politiche dirette e immediate per una situazione, quella della violenza sulle donne in Italia, ormai strutturale al Paese.<\/p>\n

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Laura Boldrini<\/figcaption><\/figure>\n

Spiragli che, non nascondo, si sono spalancati alla notizia della rimozione dalla delega alle pari opportunit\u00e0 della sottosegretaria Michaela Biancofiore (Pdl) ricollocata con delega alla pubblica amministrazione e semplificazione.<\/strong> Un ordine arrivato dal presidente del consiglio, Enrico Letta, dopo l\u2019intervista che Biancofiore aveva rilasciato a “Repubblica” <\/a>con dichiarazioni \u201cdiscutibili\u201d sui gay, frasi che hanno indignato le associazioni. Il motivo scatenante sarebbero state alcune affermazioni definite \u201comofobe\u201d nell\u2019intervista, anche se in realt\u00e0 la sottosegretaria non \u00e8 mai stata favorevole a rapporti tra lo stesso sesso, tanto che in un comizio con Berlusconi e un intervento con Klaus Davi, aveva detto: \u201cChi va con i trans ha seri problemi di posizionamento sessuale\u201d; \u201cGli italiani sono tendenzialmente contrari ai matrimoni gay perch\u00e9 noi restiamo un popolo profondamente cattolico\u201d;<\/strong> \u201cPer un etero anche un approccio affettivo di un gay crea imbarazzo\u201d; \u201cNon c\u2019\u00e8 solo l\u2019eterosessualit\u00e0, ma anche una sessualit\u00e0 diversa, che oggi, purtroppo, \u00e8 estremamente comune\u201d (e questo non l\u2019altro ieri, quindi un pensiero risaputo anche per chi l\u2019aveva scelta all\u2019inizio per la delega alle pari opportunit\u00e0).<\/p>\n

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Silvio Berlusconi con Michaela Biancofiore<\/figcaption><\/figure>\n

La cosa pi\u00f9 grave per\u00f2, ed \u00e8 quella che mi solleva al pensiero che non sia pi\u00f9 con delega alle pari opportunit\u00e0, \u00e8 che Biancofiore, anche se ha accusato le associazioni gay di\u00a0 \u201cautoghettizzarsi\u201d dimenticandosi di condannare \u201ci tanti femminicidi delle ultime ore\u201d, ha nel suo curriculum qualcosa che la fa definire davvero molto poco adatta alle pari opportunit\u00e0, ovvero la proposta di legge che ha presentato lo scorso anno alla camera sulla modifica dell\u2019affido condiviso: una proposta speculare al ddl 957 presentato al senato, che avrebbero potuto introdurre il concetto di PAS (sindrome di alienazione parentale) –\u00a0 nello specifico una malattia inesistente e mai riconosciuta ufficialmente<\/a> – come norma di legge.<\/p>\n

Nella fattispecie l\u2019atto della camera sulle “Modifiche al codice civile, al codice di procedura civile e alla legge 8 febbraio 2006, n. 54, in materia di affidamento condiviso dei figli” (5257)<\/a> di Biancofiore, introduceva all\u2019articolo 155- bis del codice civile che \u201cIl giudice pu\u00f2 escludere un genitore dall\u2019affidamento, con provvedimento motivato, qualora ritenga che da quel genitore, se affidatario, possa venire pregiudizio al minore.<\/p>\n

La comprovata e perdurante violenza, sia fisica che psicologica, nei confronti dei figli e, in particolare, la manipolazione di essi mirata al rifiuto dell\u2019altro genitore o al suo allontanamento, comportano l\u2019esclusione dall\u2019affidamento. Le denunce per le quali sia provata la falsit\u00e0, mosse al medesimo scopo, comportano altres\u00ec l\u2019esclusione dall\u2019affidamento, ove non ricorrano gli estremi per una sanzione pi\u00f9 grave. In ogni caso il giudice pu\u00f2, per gravi motivi, ordinare che la prole sia collocata presso una terza persona o, nell\u2019impossibilit\u00e0, in una comunit\u00e0 di tipo familiare\u201d.<\/strong><\/p>\n

in questo testo di legge si metteva sullo stesso piano una malattia che non esiste come la sindrome di alienazione parentale con la violenza domestica<\/p><\/blockquote>\n

fisica e psicologica sui minori, che invece esiste ed \u00e8 un fenomeno grave, non solo quando avviene nei confronti dei minori ma anche quando i bambini assistono a quella nei confronti di un membro della famiglia<\/a>, soprattutto le madri, in quanto possono creare danni anche irreversibili. Senza stare ancora a ricordare che in Italia l\u201985% della violenza sulle donne \u00e8 violenza domestica, e che circa 400 mila bambini assistono a violenza intrafamiliare con gravi danni fino ad arrivare a veri blocchi della crescita <\/strong>(rapporto Daphne), ricordiamo invece quello che succede con i femminicidi, quelli che Biancofiore rinfaccia alle associazioni gay.<\/p>\n

Il 70 % delle donne uccise all\u2019interno delle relazioni intime, aveva gi\u00e0 segnalato il partner alle forze dell\u2019ordine o ai servizi sociali, e malgrado questo sono morte. Ma il femminicidio non \u00e8 solo l’atto criminoso e comprende tutte le violenze che una donna pu\u00f2 subire, tutte le forme di discriminazioni culturalmente attribuibili al fatto di appartenere al genere femminile: un fenomeno che in Italia, senza ombra di dubbio, vede la sua situazione pi\u00f9 grave dentro le mura domestiche – dove spesso si \u00e8 in presenza di minori – e che nella statistica \u201cesplode\u201d proprio quando la donna dice \u201cbasta\u201d, denunciando e lasciando il partner, e provocando quello che molti giornali chiamano ancora \u201craptus\u201d,<\/strong> intendendo l\u2019atto del femmicidio. Tutto questo per dire che \u00e8 proprio quando una donna si separa dal partner violento che \u00e8 maggiormente in pericolo e che ha bisogno di essere protetta e aiutata, anche perch\u00e9, quando ci sono, i minori diventano uno dei ricatti abituali (mi lasci? ti toglier\u00f2 i figli, stai sicura!).<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Ma cosa succede nei tribunali italiani? Succede ormai troppo spesso, e in modo particolare nei tribunali dei minori, che se una donna denuncia la presenza di un marito violento (il 95% delle violenze nei rapporti intimi in Italia sono dell\u2019uomo verso la donna) di cui ha paura per s\u00e9 e per i figli, \u00a0rischier\u00e0 non solo di non essere protetta ma anche di non essere creduta e di perdere i figli anche in maniera definitiva. Perch\u00e9 di fronte a una richiesta di affido esclusivo del genitore non violento, ci si vede ormai opporre sempre pi\u00f9 spesso un ricorso in cui non solo si mettono in discussione le accuse<\/strong> (che ovviamente devono essere provate), ma in cui il giudice chieder\u00e0 una perizia, una Ctu (consulenza tecnica d\u2019ufficio), in cui lo psicologo o lo psichiatra di turno pu\u00f2 fare \u2013 e ormai nella maggior parte dei casi fa \u2013 una diagnosi di Pas sul minore, dicendo che il bambino non vuole vedere o rifiuta l\u2019altro genitore non perch\u00e9 eventualmente ci sono violenze o abusi da accertare (con strumenti processuali come testimonianza, ascolti dei minori e degli adulti, ecc.), ma perch\u00e9 \u00e8 malato: cio\u00e8 subisce una \u201cmanipolazione\u00a0 mirata al rifiuto dell\u2019altro genitore o al suo allontanamento\u201d, e quindi <\/strong><\/p>\n

va rinchiuso in una casa famiglia perch\u00e9 va curato oppure affidato al genitore rifiutato per guarire<\/p><\/blockquote>\n

Questa non \u00e8 una storiella horror che mi piace raccontare, questa \u00e8 la realt\u00e0 che sta distruggendo intere generazioni, e che ascolto ogni giorno da madri disperate che perdono i loro figli, e da figli abusati scappati da genitori violenti o da strutture perch\u00e9 sedati e obbligati ad abbandonare la scuola, gli amici, la casa, gli affetti, come se fossero in carcere. Un’ingiustizia disumana tutta italiana. E questo in virt\u00f9 di diagnosi ben pagate, avvocati che invece di mediare istigano al contrasto aumentando la violenza quando c\u2019\u00e8<\/strong> (e anche le loro parcelle), giudici che non si rendono conto del danno che fanno e che sembrano aver perso gli strumenti processuali affidandosi solo a psicologi e alle loro Ctu. Figuratevi se una cosa del genere fosse messa come norma di legge.<\/p>\n

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Finalmente si cominciano ad aprire squarci di luce per le italiane. 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