{"id":22709,"date":"2022-07-20T16:59:32","date_gmt":"2022-07-20T14:59:32","guid":{"rendered":"https:\/\/donnexdiritti.com\/?p=22709"},"modified":"2022-07-20T16:59:32","modified_gmt":"2022-07-20T14:59:32","slug":"litalia-condannata-dalle-nazioni-unite-ancora-troppi-pregiudizi-sessisti-nelle-aule-di-tribunale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2022\/07\/20\/litalia-condannata-dalle-nazioni-unite-ancora-troppi-pregiudizi-sessisti-nelle-aule-di-tribunale\/","title":{"rendered":"L’Italia condannata dalle Nazioni Unite: “Ancora troppi pregiudizi sessisti nelle aule di tribunale”"},"content":{"rendered":"

Il comitato Cedaw (Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne<\/em>,\u00a0adottata nel 1979 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite<\/a>) il 20 giugno del 2022 ha deciso sul caso F.C. Italia<\/em> (148\/2019) riconoscendo che gli stereotipi e i pregiudizi sessisti diffusi nei tribunali italiani violano il principio dell\u2019uguaglianza delle donne davanti alla legge. <\/strong>Il comitato Cedaw ha ribadito che laddove non c\u2019\u00e8 consenso c\u2019\u00e8 sempre violenza sessuale, pertanto il reato deve essere modificato.<\/p>\n

La storia<\/strong><\/h4>\n

\"\"Per la prima volta in Italia il Comitato delle Nazioni Unite che monitora l\u2019applicazione della Cedaw, ha accolto il nostro ricorso F.C. Italia<\/em> iscritto al n. 148\/2019 e ha riconosciuto che l\u2019Italia ha violato gli articoli 2 (b)-(d) e (f), 3, 5 e 15 della CEDAW nei confronti di una donna che, gi\u00e0 vittima di violenza domestica, ha subito uno stupro da un agente delle forze dell\u2019ordine incaricato delle attivit\u00e0 di indagini in corso sul maltrattamento subito dall\u2019ex marito.<\/strong><\/p>\n

L\u2019agente era stato condannato in primo grado a sei anni di reclusione, poi assolto in secondo grado. La Corte di cassazione ha poi confermato l\u2019assoluzione<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Lo Stato italiano nel procedimento ha difeso le politiche nazionali adottate negli ultimi anni in materia di prevenzione della violenza di genere nonch\u00e9 l\u2019operato dell\u2019autorit\u00e0 giudiziaria, ma il Comitato CEDAW ha ritenuto che il trattamento riservato alla donna prima dalla corte d’appello e poi dalla Corte di Cassazione non ha garantito \u201cl’uguaglianza sostanziale della donna vittima di violenza di genere\u201d.<\/strong><\/p>\n

La condanna dell’Italia<\/strong><\/h4>\n

Il trattamento riservato alla donna dall\u2019autorit\u00e0 giudiziaria nasconde infatti, secondo il Comitato CEDAW, \u201cuna chiara mancanza di comprensione dei costrutti di genere della violenza contro le donne, del concetto di controllo coercitivo, delle implicazioni e delle complessit\u00e0 dell’abuso di autorit\u00e0, compreso l’uso e l’abuso di fiducia e l’impatto dell’esposizione ai traumi successivi\u201d.<\/strong><\/p>\n

Secondo il Comitato, inoltre, sono state ignorate le vulnerabilit\u00e0 e le esigenze specifiche della donna \u00a0vittima anche di violenza domestica<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Il Comitato dinanzi alla difesa articolata dallo Stato italiano, che ha rivendicato \u201csforzi significativi per implementare iniziative sulla parit\u00e0 di genere\u201d, ha sottolineato che se non si riconosce l’esistenza degli stereotipi sessisti e non si intraprendono azioni determinate per rimediare ai pregiudizi diffusi, qualsiasi modifica legislativa \u00e8 vana, in quanto inaffidabile <\/strong>\u201cper cambiare la realt\u00e0 delle donne, che sono vittime in modo sproporzionato di violenze e abusi, che possono lasciare cicatrici (a volte invisibili) per tutta la vita e a livello intergenerazionale\u201d.<\/p>\n

\"\"Il Comitato sottolinea che le sentenze di assoluzione nel caso di specie si sono basate su \u201cpercezioni distorte e su miti e convinzioni preconcette, piuttosto che su fatti rilevanti<\/strong>, che hanno indotto la Corte Regionale e la Corte Suprema di Cassazione a interpretare o ad applicare in modo errato le leggi, minando cos\u00ec l’imparzialit\u00e0 e l’integrit\u00e0 del sistema giudiziario e producendo un errore giudiziario e la rivittimizzazione della donna\u201d.<\/strong><\/p>\n

Stereotipi sessisti nei tribunali<\/strong><\/h4>\n

\"\"In accoglimento delle nostre argomentazioni, il Comitato CEDAW ha ricondotto le violazioni al fatto che gli stereotipi sessisti prosperano in sede giudiziaria in ragione di una legislazione, come quella italiana, che non identifica chiaramente il consenso come elemento centrale e determinante della violenza sessuale. <\/strong>I pregiudizi e gli stereotipi sessisti hanno lasciato spazio a interpretazioni contrastanti e dannose, basate su norme e preconcetti culturali che hanno negato alla donna un accesso paritario alla giustizia, non hanno assicurato l\u2019adeguata protezione, ma l’hanno ripetutamente sottoposta a discriminazioni e ri-traumatizzazioni. <\/strong><\/p>\n

Misure riparative<\/strong><\/h4>\n

Il Comitato ha raccomandato, come misura specifica nei confronti della donna, l\u2019integrale riparazione del danno morale e sociale a lei cagionato<\/strong> a causa dell\u2019omessa riparazione e protezione anche in quanto vittima di violenza domestica.<\/p>\n

Sono sati riconosciuti, inoltre, i danni specifici conseguenti all\u2019accettazione degli stereotipi e i miti basati sul genere da parte dell\u2019autorit\u00e0 giudiziaria di merito e della Corte di cassazione<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Il Comitato ha deliberato anche misure di ordine generale<\/strong> che lo Stato deve adottare con urgenza e che riguardano la risposta legislativa e giudiziaria del nostro ordinamento dinanzi alla violenza di genere e sessuale. Sono state accolte, infatti, le nostre richieste di adottare misure efficaci per garantire che i procedimenti giudiziari relativi ai reati sessuali<\/strong> siano portati avanti senza ritardi ingiustificati e di garantire che tutti i procedimenti giudiziari relativi a reati sessuali siano imparziali, equi e non influenzati da pregiudizi o stereotipi di genere, indicando una vasta gamma di misure correttive<\/strong> rivolte a tutti i livelli del sistema legale.<\/strong><\/p>\n

Formazione per giudici e avvocati<\/strong><\/h4>\n

\"\"Tra queste sono indicate la formazione adeguata e regolare<\/strong> sulla CEDAW, sul Protocollo opzionale e sulle raccomandazioni generali del Comitato, in particolare sulle raccomandazioni generali n. 19, 35 e 33, per i giudici, gli avvocati e il personale addetto all’applicazione della legge. <\/strong>\u00c8 stato raccomandato inoltre di fornire programmi di formazione specifici per la magistratura, per l\u2019avvocatura e le forze dell\u2019ordine,<\/strong> il personale medico e tutte le altre parti interessate<\/strong>, con la finalit\u00e0 di far comprendere le dimensioni legali, culturali e sociali della violenza contro le donne e della discriminazione di genere.<\/p>\n

\"\"Il Comitato raccomanda di sviluppare, implementare e monitorare strategie per eliminare gli stereotipi di genere nei casi di violenza di genere<\/strong>, che approfondiscano i danni prodotti dagli stereotipi e pregiudizi mediante ricerche basate sull’evidenza e l’identificazione delle migliori pratiche<\/strong>.<\/p>\n

Il monitoraggio e il consenso<\/strong><\/h4>\n

Ulteriore raccomandazione del Comitato, che noi riteniamo cruciale, \u00e8 quella di predisporre un sistema di monitoraggio e analisi delle sentenze delle tendenze del ragionamento giudiziario<\/strong>, predisponendo anche meccanismi<\/strong> di denuncia e controllo dei casi di stereotipizzazione giudiziaria. <\/strong><\/p>\n

Ci\u00f2 significa che magistratura, avvocatura e tutti coloro che agiscono nella qualit\u00e0 di agente statale (forze dell\u2019ordine, servizi sociali, personale socio-sanitario ecc.) e fanno ricorso a stereotipi e pregiudizi sessisti nel loro operato, ne debbano rispondere<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Infine, a distanza di ventisei anni dalla riforma dei reati sessuali, l\u2019Italia riceve la raccomandazione di modificare il reato di violenza sessuale eliminando ogni riferimento a condotte di violenza o minaccia e di garantire la centralit\u00e0 del consenso della vittima<\/strong> \u201ccome elemento determinante\u201d \u00a0del delitto. <\/strong>L\u2019onere della prova del consenso deve essere posto, inoltre, a carico dell\u2019imputato che, nell’invocare la difesa, deve dimostrare \u201cla convinzione fondata di un consenso affermativo da parte della donna<\/em>\u201d. L\u2019Italia entro sei mesi dovr\u00e0 dare conto di tutte le azioni intraprese alla luce di questa decisione assicurando la sua massima diffusione in italiano.<\/p>\n

________________________<\/p>\n

Avv. Teresa Manente, Avv. Ilaria Boiano, Avv. Rossella Benedetti, Avv. Marta Cigna, <\/em>Associazione Differenza Donna\u00a0<\/em><\/a><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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