Ursula Von Der Leyen<\/figcaption><\/figure>\nIn primo luogo, l’ampia maggioranza che ha eletto Metsola (458 voti) corrisponde de facto<\/em>\u00a0a un ulteriore\u00a0allargamento a destra della cosiddetta \u201cmaggioranza Ursula\u201d, ossia dell\u2019accordo tra Popolari, Socialisti e Liberali nella definizione dei \u201ctop jobs\u201d (le cariche apicali) della architettura istituzionale della Ue.<\/strong> L\u2019accordo aveva portato, nel 2019 (a inizio legislatura), tra l\u2019altro all\u2019elezione della attuale Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen, all\u2019elezione alla Presidenza del Parlamento europeo David Sassol (la cui morte tragica e prematura mi ha profondamente e personalmente colpita).<\/p>\nGiorgia Meloni<\/figcaption><\/figure>\nLa \u201cGrossa coalizione” nell\u2019edizione 2019, dunque, aveva tenuto fuori i partiti della destra pi\u00f9 conservatrice. L\u2019edizione 2022 (derivante dalla violazione e revisione dell\u2019accordo precedente fra i tre principali gruppi politici, PPE, S&D e Renew Europe) porta ora, invece, all’elezione della Presidente del Parlamento europeo con il voto favorevole di Ecr (il gruppo dei conservatori e del partito europeo guidato da Giorgia Meloni)<\/strong> e perfino di alcuni deputati leghisti.<\/p>\n\nInsomma, la \u201cmaggioranza Metsola\u201d ricalca pi\u00f9 la maggioranza Draghi che la \u201cmaggioranza Ursula\u201d<\/p>\n<\/blockquote>\nSira Rego<\/figcaption><\/figure>\nE infatti ne sono fuori i Verdi e The Left, che aveva candidato la spagnola Sira Rego.<\/strong> Molti giornali parlano di una vittoria dei sovranisti. A mio parere, si mostra ancora una volta, da un lato, la compatibilit\u00e0 dello schema Grossa Coalizione\/maggioranza Ursula con opzioni politiche esplicitamente pi\u00f9 a destra<\/strong>; dall\u2019altro lato, si disvela la fragilit\u00e0, quando non l\u2019ipocrisia, della narrazione e della autorappresentazione della Ue come paladina dei diritti umani.<\/p>\nRoberta Metsola: antiabortista a favore dell’alienazione parentale<\/strong><\/h4>\nA proposito di diritti umani, nella scora legislatura al Parlamento europeo, il mio ultimo intervento in Plenaria fu una dichiarazione di voto contrario alla risoluzione sulla Guardia di frontiera e costiera europea di cui proprio Roberta Metsola era relatrice.<\/strong><\/p>\n\nDurante tutto il corso della legislatura, Metsola ha pi\u00f9 volte espresso la sua posizione apertamente antiabortista<\/p>\n<\/blockquote>\nRoberta Metsola<\/figcaption><\/figure>\nUna donna dichiaratamente contraria all’autodeterminazione in materia di salute sessuale e riproduttiva. Anche nell\u2019attuale legislatura, Metsola ha votato contro la Risoluzione sulla salute sessuale e riproduttiva<\/strong>; contro la risoluzione sul riconoscimento della violenza di genere a livello comunitario<\/strong>; contro il riconoscimento di diritti economici alle vittime di violenza di genere; a favore dell\u2019alienazione parentale. <\/strong>L\u2019elezione di Metsola indebolir\u00e0 ulteriormente la capacit\u00e0 dell\u2019Ue di contrastare la violenza contro le donne<\/strong>, di attuare la Convenzione di Istanbul, di sostenere la lotta delle donne polacche.<\/strong> E apre una ulteriore, enorme contraddizione nelle forze socialiste europee che hanno votato per l\u2019elezione di Roberta Metsola: tra queste, il Pd, che ha appena rivendicato l’elezione di una femminista come Cecilia D\u2019Elia alla Camera nel Collegio Roma 1<\/strong>, ma non ha ritenuto di dover porre una\u00a0red line<\/em>\u00a0di fronte a posizioni come quelle di Metsola.<\/p>\nLa destra promuove donne ma di destra: compreso al Quirinale<\/strong><\/h4>\nChristine La Garde<\/figcaption><\/figure>\nMa si apre anche, nuovamente, una contraddizione nel \u201cfemminismo liberale\u201d. Angela Merkel, Ursula Von der Leyn, Christine La Garde, Roberta Metsola: donne che rappresentano, nelle pur nelle differenze tra loro, la destra neoliberista in Europa.<\/strong> Come gi\u00e0 alle radici del quarantennio neoliberista avvenne con Margareth Thatcher.\u00a0\u00a0E come avviene anche in Italia con Giorgia Meloni: \u201cSono una donna, sono una madre, sono cristiana\u201d. Interpreti e simboli, pur nelle differenze, della \u201cconciliazione\u201d tra familismo e competizione neoliberista. Basterebbe questo elenco a farci stare lontane dagli appelli per \u201cUna Donna\u201d al Quirinale.<\/strong><\/p>\n\nEleggere una donna ed eleggere una femminista sono cose profondamente diverse. non escluderei che sia proprio una donna la proposta di destra per il colle<\/p>\n<\/blockquote>\n
Il femminismo liberale, quello \u201cper le pari opportunit\u00e0 di dominio\u201d (come giustamente lo definiscono le autrici del Manifesto per un femminismo <\/em>del 99%) proprio mentre rivendica le pari opportunit\u00e0 nella competizione per le posizioni apicali, finisce per legittimare e confermare l\u2019assetto politico-economico esistente e neutralizzare\u00a0la possibilit\u00e0 di rottura e differenza politica che un posizionamento femminista pu\u00f2 rappresentare<\/strong> nello spazio pubblico e istituzionale.<\/p>\nDove sono le donne della sinistra?<\/strong><\/h4>\nPaolo Maddalena<\/figcaption><\/figure>\nIn questo quadro, la sinistra politica italiana appare ancora intrisa e soffocata da una cultura patriarcale e \u201cmarxilista\u201d che la rende impermeabile alla comprensione di ci\u00f2 che cinquant\u2019anni di femminismo dovrebbero aver reso chiaro: la libert\u00e0 delle donne, l’autodeterminazione e il diritto di scelta sul proprio corpo non sono questioni etico-civili, ma pienamente politiche.<\/strong> E quindi no, non si pu\u00f2 apprezzare la proposta per il Quirinale di un maschio ultraottantenne antiabortista e difensore della famiglia “tradizionale” come Paolo Maddalena<\/strong>, che alcune e alcuni parlamentari sostengono.<\/p>\n\nOggi pi\u00f9 che mai lo spazio politico-mediatico \u00e8 completamente partecipe di una cesura tra Palazzi e societ\u00e0. Uno spazio disincarnato, in cui pu\u00f2 vivere l\u2019astrazione di \u201cUna Donna\u2019<\/p>\n<\/blockquote>\nRosi Braidotti<\/figcaption><\/figure>\nUno spazio che alimenta e si fa occupare dalla surreale ipotesi di uno dei pi\u00f9 grotteschi interpreti dello scambio tra sesso e potere (per non citare tutto il\u00a0cursus honorum<\/em>) come inquilino del Quirinale. Uno spazio che d\u00e0 voce anche a una femminista, ma solo quando come Rosi Braidotti<\/strong>, interviene per unirsi al coro che vuole al Colle il pilota automatico in persona, Mario Draghi.<\/p>\nMario Draghi<\/figcaption><\/figure>\nForse per ritrovare una bussola, occorre ricostruire uno spazio pubblico in cui possiamo esporci restando tutte intere, senza diventare ologrammi di un teatro dell\u2019assurdo.<\/strong> Non so se \u201cUna Donna\u201d prender\u00e0 il Palazzo (che non \u00e8 nemmeno quello di inverno). So che mi preoccupa di pi\u00f9 come vivono i nostri corpi nelle \u201ccasematte\u201d in questo tempo che ci ha evidentemente\u00a0distanziate\u00a0dalla politica come gioia e possibilit\u00e0 di trasformazione collettiva.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"Non mi unisco a quel coro che d\u00e0 il benvenuto all\u2019elezione di \u201cUna Donna\u201d alla Presidenza del Parlamento europeo. Anzi, considero l\u2019elezione della quarantatreenne maltese Roberta Metsola una catastrofe politica. Per molteplici ragioni che provo qui a condividere sinteticamente. La \u201cmaggioranza Ursula\u201d In primo luogo, l’ampia maggioranza che ha eletto Metsola (458 voti) corrisponde de […]<\/p>\n","protected":false},"author":121,"featured_media":21835,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[8],"tags":[],"yoast_head":"\n
Elezioni e presidenze, una donna s\u00ec ma femminista e non di destra: dal Parlamento europeo al Quirinale - DonnexDiritti<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n