{"id":21537,"date":"2023-07-28T09:41:36","date_gmt":"2023-07-28T07:41:36","guid":{"rendered":"https:\/\/donnexdiritti.com\/?p=21537"},"modified":"2023-08-10T14:07:52","modified_gmt":"2023-08-10T12:07:52","slug":"bambini-strappati-con-la-forza-da-agenti-in-borghese-e-madri-trattate-come-fossero-criminali-e-davvero-questa-la-giustizia-in-italia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2023\/07\/28\/bambini-strappati-con-la-forza-da-agenti-in-borghese-e-madri-trattate-come-fossero-criminali-e-davvero-questa-la-giustizia-in-italia\/","title":{"rendered":"Bambini strappati con la forza da agenti in borghese e madri trattate come criminali: il racconto di una donna che ha perso tutto"},"content":{"rendered":"
Questa \u00e8 una tristissima storia fatta di crudelt\u00e0, dolore e violenza. Siamo nel novembre del 2013, una donna, madre di un figlio di un anno e mezzo, decide di denunciare l’ex compagno per maltrattamenti, violenza fisica e psicologica fatta di denigrazioni, botte, spinte, e tanto dolore. Lo fa con la presidente del Centro antiviolenza dove era andata per cercare aiuto, che l’accompagna in questura perch\u00e9 lei ha paura e non ha tutti i torti. <\/strong>Decide di andarsene da quella casa perch\u00e9 sa di essere in pericolo di vita e perch\u00e9 rimanere in quella situazione potrebbe significare per lei morire insieme al figlio.<\/p>\n “Ci rifuggiamo prima a casa dei miei genitori e poi andiamo in un altro appartamento, dove vivo ancora oggi”, racconta<\/p><\/blockquote>\n “Qui riusciamo a trovare un po\u2019 di serenit\u00e0, troviamo un senso nuovo per la nostra vita ormai lontana dalla violenza, e mio figlio cresce forte, sereno, spensierato, curioso, libero. \u00c8 ben integrato a scuola, un alunno con il massimo dei voti, e fa il chierichetto in chiesa.<\/strong> Mi prendo cura di lui e lavoro come educatrice scolastica e domiciliare”.<\/p>\n Un idillio che non dura molto perch\u00e9 il padre del bambino, dopo due anni di totale sparizione, torna e lo fa in maniera devastante.<\/strong> \u00c8 con una telefonata dei servizi sociali che inizia il lungo e tortuoso calvario che porta al tragico epilogo di oggi. Il bambino, vittima di violenza subita e assistita, viene costretto a incontrare quel padre all\u2019interno di spazi neutri in cui piange e si dispera. Una tortura che a un certo punto lo porta al collasso:<\/strong> il bambino non respira, ansima davanti agli sguardi glaciali degli operatori sociali che non muovono un dito per soccorrerlo e che ribadiscono: \u201cSignora, suo figlio deve vedere il padre, a tutti i costi\u201d.<\/strong><\/p>\n Ma non basta, perch\u00e9 il padre non si accontenta, si deve vendicare e chiede al Tribunale dei minori l\u2019affido esclusivo denunciando “atteggiamenti alienanti ed escamotages<\/em> attuati dalla signora”:<\/strong> fatti senza reale riscontro, per cui il bambino viene affidato ai Servizi Sociali con collocamento dalla madre.<\/strong><\/p>\n Ma \u00e8 il Tribunale ordinario a stabilire l’affido condiviso con diritti di visita<\/p><\/blockquote>\n Padre che poi propone anche un reclamo in Corte d\u2019appello che amplia i suoi diritti di visita. Segue nuovo ricorso de potestate<\/em> sempre al Tribunale dei Minorenni<\/strong>, rigettata l’istanza nel luglio del 2016, e il Giudice del tribunale Ordinario stabilisce il divieto dell\u2019uso della forza per avvicinare il bambino al padre: “Nega che io sia una madre ostativa e stabilisce che incontri tra padre e figlio siano in uno spazio neutro, lasciando al bambino tutto il tempo necessario”, dice la signora.<\/strong> “Ma a questo punto il padre mi denuncia per omissione del diritto di visita, nonostante io portassi mio figlio nello spazio neutro come stabilito”.<\/p>\n Nel frattempo, lui viene assolto per la violenza ai danni del figlio al quale aveva rotto il naso, nonostante il referto del pronto soccorso dell’ospedale<\/p><\/blockquote>\n “Nel giro di tre anni vengono fatte due Consulenze tecniche d\u2019ufficio in cui vengo refertata come una mamma pregiudizievole per mio figlio <\/strong>– racconta lei – \u00a0in base alla teoria mai dimostrata dell\u2019alienazione parentale<\/strong>. Il presidente del tribunale dei minorenni dispone con provvedimento il collocamento di mio figlio in una comunit\u00e0 con il padre<\/strong> per dar avvio a un progetto avente come unico scopo la riconnessione emotiva con l figura paterna e cancellando completamente la figura della madre”.<\/p>\n <\/strong>“Cos\u00ec mio figlio andr\u00e0 incontro a un destino senza scampo voluto dal padre e dal tribunale dei Minorenni – continua la signora – e verr\u00e0 strappato con ferocia inaudita dalle braccia della nonna in ospedale mentre urla straziato<\/strong>, dopo essere stato ricoverato per fortissimi mal di testa e perch\u00e9 urinava continuamente da giorni per la paura di essere prelevato da casa<\/strong> per andare a stare con un padre che non voleva vedere in quanto terrorizzato dalla violenza subita e assistita”.<\/strong><\/p>\n Un bambino preso in ospedale con la forza in pigiama e senza scarpe da un agente in borghese, come dimostra il video divulgato per disperazione sui social, senza che nessuno abbia obiettato nulla malgrado le modalit\u00e0 e malgrado sia entrato in comunit\u00e0 svenuto. Un bambino<\/strong> che ha fatto lo sciopero della fame piangendo senza poter essere consolato in alcun modo, baciando la foto della mamma fino a consumarla.<\/p>\n “Dov’\u00e8 l’umanit\u00e0 in tutto questo? E dove sarebbe l’interesse di un minore? dove sta la tutela dei diritti?”<\/p><\/blockquote>\n “Mio figlio \u00e8 diventato un fantasma – racconta la mamma – sta trascorrendo anni da incubo, prima in comunit\u00e0 e ora dal padre lontano da tutto il suo mondo, dalla sua famiglia, vedendo me una volta a settimana,<\/strong> e i nonni che ogni mattina si sono recati vicino a scuola pur di vederlo pochi secondi in attesa di un calendario di visita”.<\/p>\n Ascoltato mentre era in comunit\u00e0 alla presenza del Giudice, il bambino ha ribadito la sua ferma volont\u00e0 di stare con la mamma e di tornare a casa sua dove ha sempre vissuto: diritto che gli \u00e8 stato negato dal giudice stesso e senza un valido e accertato motivo concreto.<\/strong> Tanto che poco prima dello scadere dei due anni, il Tribunale dei minorenni ha anche emesso un provvedimento di collocamento del bambino presso il padre e la decadenza dalla responsabilit\u00e0 genitoriale della madre che vede il figlio in spazio neutro.<\/p>\n A nulla \u00e8 valso il ricorso in appello che ha confermato il crudele provvedimento n\u00e9 il ricorso in Cassazione che \u00e8 stata una mannaia su questa madre e su suo figlio<\/p><\/blockquote>\n Una sentenza, quella in Cassazione, <\/strong>che non ha assolutamente tenuto conto che nel frattempo la stessa Corte Cassazione aveva emesso due sentenze importanti che rigettavano categoricamente l\u2019alienazione parentale, considerata alla stregua di una teoria nazista,<\/strong> dimostrando una insolita “schizofrenia” all’interno della stessa istituzione, con un bambino completamente privato della madre in barba a ogni concetto di bigenitorialit\u00e0 sbandierato nei tribunali per sottrarre questi minori alla loro casa e ai loro affetti.<\/p>\n “Di fatto mio figlio non ha pi\u00f9 una madre – conclude la mamma – non ha pi\u00f9 amici, non frequenta pi\u00f9 la sua scuola, non si allena con il suo mister,<\/strong> non fa pi\u00f9 il chierichetto nella sua Chiesa, non ha una vita libera: la sua vita“.<\/strong> Un incubo ad occhi aperti dal quale non c’\u00e8 scampo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Questa \u00e8 una tristissima storia fatta di crudelt\u00e0, dolore e violenza. 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La vendetta<\/strong><\/h3>\n
Alienazione parentale e Ctu<\/strong><\/h3>\n
La deportazione in casa famiglia contro la sua volont\u00e0<\/strong><\/h3>\n
Diritti del bambino negati<\/strong><\/h3>\n