{"id":21425,"date":"2021-11-25T06:57:26","date_gmt":"2021-11-25T05:57:26","guid":{"rendered":"https:\/\/donnexdiritti.com\/?p=21425"},"modified":"2021-12-01T11:26:44","modified_gmt":"2021-12-01T10:26:44","slug":"violenza-maschile-sulle-donne-dove-sbagliamo-in-tutto-ma-lerrore-piu-grande-e-nei-tribunali","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2021\/11\/25\/violenza-maschile-sulle-donne-dove-sbagliamo-in-tutto-ma-lerrore-piu-grande-e-nei-tribunali\/","title":{"rendered":"Violenza maschile sulle donne: “dove sbagliamo?” In tutto ma l’errore pi\u00f9 grande \u00e8 nei tribunali"},"content":{"rendered":"

Ieri durante la presentazione della nuova relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio al senato dal titolo “Donne uccise dagli uomini: i numeri di una strage. Dove sbagliamo?”<\/strong>, la presidente Elisabetta Casellati<\/strong> ha detto che quella contro la violenza \u00e8 \u201cuna battaglia di libert\u00e0, di giustizia e di civilt\u00e0 che non possiamo permetterci perdere\u201d, e che \u00e8 importante \u201cdare voce alle testimonianze delle donne che hanno detto no<\/em> e si sono ribellate alle violenze, salvando se stesse e i loro figli, perch\u00e9 siano di esempio e infondano coraggio\u201d.<\/p>\n

“Donne uccise dagli uomini: i numeri di una strage. Dove sbagliamo?”<\/strong><\/h4>\n
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Fabio Roia<\/figcaption><\/figure>\n

Fabio Roia<\/strong>, giudice presidente vicario del Tribunale di Milano, ha dato alcuni dati: il 15% delle donne uccise aveva denunciato mentre l\u201985% non si era rivolta alla giustizia, e nel 63% non aveva parlato con nessuno<\/strong>. Quindi era rimasta silenzio. Perch\u00e9? Per Roia c\u2019entra anche \u201cla sfiducia verso l\u2019apparato giudiziario che non sempre garantisce rapidit\u00e0, competenza, efficacia e professionalit\u00e0\u201d.<\/p>\n

La causa principale, per lui, \u00e8 l\u2019assenza di una specializzazione di chi affronta la violenza delle donne nei tribunali e che il \u201cfemminicidio non \u00e8 un atto di follia e non \u00e8 un accadimento improvviso\u201d<\/p><\/blockquote>\n

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Paola Di Nicola<\/figcaption><\/figure>\n

Paola Di Nicola<\/strong>, giudice al tribunale penale di Roma, ha sottolineato che gli uomini uccidono quando la donna si sottrae al controllo, quando decide di interrompere una relazione violenta che dura nel tempo e che non \u00e8 mai un fenomeno improvviso e accidentale. Uomini gi\u00e0 denunciati, attenzionati, che si lamentavano che le loro moglie \u201cnon accettava pi\u00f9 le regole di casa\u201d.<\/strong> Di Nicola su questo, parla di normalizzazione della violenza e della radice dello stereotipo che \u00e8 pi\u00f9 interiorizzato di quello che possiamo immaginare ovunque, con forte sottovalutazione della violenza che in fondo viene considerata un \u201ccomportamento normale\u201d.<\/strong><\/p>\n

Le donne devono essere credute<\/strong><\/h4>\n
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Linda Laura Sabbadini<\/figcaption><\/figure>\n

Per Linda Laura Sabbadini<\/strong>, Direttrice centrale dell’Istat, nella maggioranza dei casi i femminicidi avvengono in coppie e in famiglia, e nel 40% dei casi c\u2019\u00e8 in ballo una separazione: un fenomeno che ha prodotto negli ultimi anni 169 orfani<\/strong> che hanno assistito alle violenze del padre contro la madre, e alcuni di loro hanno visto anche l\u2019uccisione. Sabbadini sottolinea che quelle che avevano denunciato prima di essere uccise, lo avevano fatto pi\u00f9 volte affermando di aver paura, e temevano per la loro vita,<\/strong> ma che non sono state credute, e che quindi le istituzioni non sanno intercettare la violenza di uomini che hanno ucciso non perch\u00e9 erano \u201cfuori di testa\u201d ma perch\u00e9 volevano vendicarsi della donna che era sfuggita dalle loro mani.<\/p>\n

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La ministra Marta Cartabia<\/figcaption><\/figure>\n

La ministra della Giustizia Marta Cartabia <\/strong>ha parlato della \u201cnecessit\u00e0 della formazione\u201d di magistrati<\/strong> e di tutti gli operatori che lavorano al contrasto alla violenza sulle donne, sottolineando come le \u201cprocedure di affido dei figli fanno emergere contesti di violenza, e come nella relazione della commissione abbia constatato ormai la totale \u201cassenza di raccordo tra tribunali civili e penali sul il tema dell\u2019affido\u201d<\/strong>.<\/p>\n

A questo aggiunge un \u201caumento dei procedimenti di violazione di avvicinamento alla vittima\u201d (3.018), aggiungendo che la \u201cpartita fondamentale \u00e8 quella della prevenzione\u201d sottoscrivendo l\u2019intento e il dovere di \u201cfermare prima che sia troppo tardi\u201d<\/p><\/blockquote>\n

Ce la faremo o \u00e8 gi\u00e0 troppo tardi?<\/strong><\/h4>\n
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Elisabetta Casellati<\/figcaption><\/figure>\n

Ma forse siamo gi\u00e0 oltre, ed \u00e8 gi\u00e0 troppo tardi da un pezzo. Forse la battaglia che la presidente Casellati dichiara di non poter perdere, \u00e8 gi\u00e0 persa, perch\u00e9 a oggi le donne che dicono no, quando non vengono uccise, non solo non sono credute, non solo il \u201craccordo tra tribunali civili e penali\u201d \u00e8 assente, ma le donne vengono punite,<\/strong> rivittimizzate, e trattate come criminali nei tribunali<\/strong> al punto che le stesse violenze e gli abusi che loro raccontano come la causa per la quale si vogliono separare e per cui i loro figli rifiutano il genitore abusante, vengono considerate come un motivo ulteriore di accanimento su di loro.<\/p>\n

Una storia che oggi al senato ancora non \u00e8 stata raccontata<\/p><\/blockquote>\n

Quali sono questi “Crimini invisibili” che non si vedono<\/strong><\/h4>\n

\"\"Nell\u2019inchiesta \u201cCrimini invisibili\u201d,<\/a> 11 puntate visibili sul web journal donnexdiritti.com<\/a>, le donne che nel corso di diversi anni ho intervistato, fanno emergere un mondo oscuro su cui ancora non sappiamo i numeri ma che dilaga nei tribunali di tutta Italia e riguarda prima di tutto la violenza domestica non riconosciuta nei tribunali civili, con conseguenze disastrose<\/strong>. Sono interviste di donne i cui fascicoli sono stati acquisiti dalla commissione femminicidio al senato, e che quindi sono una delle basi di quelle indagini, e che raccontano esattamente cosa hanno vissuto e cosa stanno vivendo. Racconti in cui si deduce che erano tutte potenziali vittime di femminicidio, i cui ex hanno deciso di non uccidere perch\u00e9 hanno optato per la vendetta a vita: con la tortura e la distruzione completa.<\/strong> Donne che danno una risposta molto chiara a quella domanda che ieri ha titolato l\u2019evento della senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione: \u201cDove sbagliamo?\u201d, domanda che girerei a \u201cCosa sbagliano le istituzioni per non riuscire a contrastare la violenza sulle donne di cui ormai si parla costantemente negli ultimi anni, e su cui sono intervenute anche con ottime leggi senza per\u00f2 applicarle?\u201d<\/strong><\/p>\n

Le risposte sono nelle storie delle sopravvissute<\/strong><\/h4>\n

\"\"Ce lo dicono loro, le protagoniste di queste storie, quelle che ancora non sono morte, che non sono state uccise o che non si sono suicidate per la disperazione. Come Anna che in \u201cBraccati\u201d<\/a>, prima puntata dell\u2019inchiesta \u201cCrimini invisibili\u201d<\/a> pubblicata due giorni fa su donnexdiritti.com, racconta di come il marito la maltrattasse prima, dopo e durante la gravidanza, controllando personalmente il suo peso, denigrandola costantemente per il suo aspetto fisico, imponendole diete, pretendendo la casa sempre in ordine malgrado lei lavorasse pi\u00f9 di lui, e infine reagendo in maniera aggressiva a ogni obiezione della donna.<\/strong><\/p>\n

Un\u2019escalation che diventa incubo quando il bambino confessa alla madre di essere stato abusato sessualmente<\/p><\/blockquote>\n

\"\"La denuncia per\u00f2 viene archiviata senza nessuna indagine ed \u00e8 la donna a essere colpita da quelle stesse istituzioni a cui ha chiesto aiuto. \u201cQuando ho denunciato noi eravamo gi\u00e0 separati \u2013 dice Anna – ma io non sono stata ascoltata, anzi il tribunale ha deciso di affidare mio figlio al padre con affido esclusivo perch\u00e9 il sospetto era quello di false accuse per cui ero io che sobillavo mio figlio a rifiutare il padre<\/strong> senza alcuna ragione vera\u201d. Un bambino che dopo le frequentazioni con il pap\u00e0 da cui non voleva andare, si ammala, e viene ricoverato per mesi in ospedale: una malattia autoimmune che gli rompe i capillari e le vene, e che adesso tiene sotto controllo ma che potrebbe sempre riattivarsi.<\/strong> Ma questo per giudici, psicologi, assistenti sociali, tutori, curatori nominati in questa intricata vicenda, non \u00e8 una spia, non \u00e8 l\u2019allarme di un disagio intenso del bambino su cui indagare in maniera approfondita. Anzi, il bambino deve essere portato in casa famiglia, anche davanti a un rischio di salute, perch\u00e9 qui gli sar\u00e0 imposta la ripresa del rapporto paterno,<\/strong> tagliando fuori completamente quello con la madre che lo ha accudito e cresciuto.<\/p>\n

Mamme ridotte al silenzio<\/strong><\/h4>\n

\"\"Madri, donne la cui parola non vale nulla, la cui condotta \u00e8 sempre a doppio fine, malvagia a prescindere, donne considerate bugiarde qualsiasi cosa dicano, accusate del falso in atti pubblici,<\/strong> ridotte al silenzio, redarguite se osano parlare e raccontare la loro devastante condizione di vittime di violenza istituzionale. Per dirla in parole povere, questo \u00e8 un Paese dove non solo le donne vengono uccise in quanto donne: oggi se non vengono ammazzate dagli ex a loro ci pensa la \u201cgiustizia\u201d che oltre ad annientarle completamente, d\u00e0 all\u2019offender, al partner violento, tutti gli strumenti per ricattarle, per far loro abbassare la testa,<\/strong> per fargli vedere che quello che hanno fatto, cio\u00e8 separarsi da loro e dal loro controllo, o addirittura denunciarli, era uno sbaglio, in quanto chi comanda \u00e8 l\u2019uomo e a loro non le crede nessuno.<\/p>\n

Racconti da cui si deduce che il problema nelle istituzioni preposte non \u00e8 solo saper rintracciare la violenza ma sostenerla, essere conniventi di quella violenza che invece viene costantemente esercitata spostandosi dalla casa ai tribunali civili<\/p><\/blockquote>\n

Storie, quelle di \u201cCrimini invisibili\u201d, che hanno titoli pieni di angoscia come \u201cBraccati\u201d, \u201cLa vendetta\u201d, \u201cLa cruda verit\u00e0\u201d, \u201cSenza piet\u00e0\u201d: titoli tratti dalle parole di queste sopravvissute<\/strong> che non descrivono le loro sensazioni rispetto al partner ma rispetto a quegli operatori di giustizia a cui si sono rivolte per essere protette e che invece le punisce portandogli addirittura via i figli con modalit\u00e0 violente e fuori da ogni ambito del Superiore interesse del fanciullo.<\/p>\n

La violenza istituzionale<\/strong><\/h4>\n
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Luciana\u00a0Lamorgese<\/figcaption><\/figure>\n

Giudici che chiedono alle mamme di ritirare la denuncia altrimenti i loro figli andranno in strutture, periti del tribunale che manipolano i riferiti di donne e bambini<\/strong>: perch\u00e9 la ministra della giustizia Cartabia che ieri ha parlato degli affidi coatti ma non blocca immediatamente questi illeciti?<\/strong> Perch\u00e9 la ministra degli interni, Luciana\u00a0Lamorgese,<\/strong> permette ancora che siano prelevati da casa o da scuola bambini con la forza dell’ordine e in maniera violenta <\/strong>Forse lo stereotipo della donna bugiarda e rompiscatole \u00e8 pi\u00f9 esteso di quello che si pensa? \u201cQui in tribunale \u00a0\u2013 racconta Claudia \u2013 viene nominato un perito, un consulente tecnico d\u2019ufficio che valuta la genitorialit\u00e0 dei genitori in cui non c\u2019\u00e8 istruttoria ma solo un parere dello psicologo su cui il giudice poi si basa per decidere.<\/strong> Nel mio caso mi \u00e8 stato detto prima di raccontare solo un episodio di violenza domestica dicendo che non c\u2019era bisogno di raccontare tutto, e poi alla fine lo stesso mi ha detto: S\u00ec, va bene, ma \u00e8 successo una volta sola\u201d<\/em>.<\/strong><\/p>\n

\"\"Paola ha visto, sulla base di accuse \u201calienanti\u201d, suo figlio preso per i polsi dai carabinieri e trascinato in casa del padre dove non voleva andare, per poi essere preso e rinchiuso in casa famiglia<\/strong>. Lei che si era allontanata dal padre del bambino dopo essere stata minacciata e picchiata con trauma cranica, ferite sul volto, ecchimosi sul corpo. Con due rinvii a giudizio per lesioni aggravate per\u00f2, lui ha ottenuto dal tribunale l\u2019affido al servizio sociale con collocamento presso il padre, e questo dopo 4 anni di affido esclusivo alla mamma<\/strong>, relazionata come una madre con cui il bambino aveva \u201cun rapporto troppo positivo per essere vero\u201d.<\/p>\n

I bambini: protagonisti muti di questa storia<\/strong><\/h4>\n

\"\"Storie dove i bambini e le bambine portano sulla pelle ferite indelebili, che non vengono ascoltati, che guardano impotenti le loro madri vittime di violenza prima del padre e poi della giustizia, che piangono quando vengono strappati con la forza da casa o a scuola,<\/strong> che scappano e cercano di nascondersi quando si trovano da soli davanti all\u2019inevitabile, costretti a confrontarsi fisicamente con chi \u00e8 pi\u00f9 forte e senza una coscienza personale. Bambini presi a casa loro e portati via con scene degne di un qualsiasi film dell\u2019orrore, con urla disperate davanti alle quali gli operatori incaricati dal tribunale non si fermano<\/strong> mostrando anche l\u2019assenza totale di una coscienza rispetto a quello che stanno facendo: come i nazisti che infierivano su esseri inermi che non potevano difendersi.<\/p>\n

Andrea \u00e8 stato portato via con l\u2019inganno nell\u2019ospedale dove era stato condotto per un malore e tra le urla \u00e8 stato strattonato, preso in braccio con la forza da un uomo adulto sconosciuto, mentre dimenava braccia, gambe e piedi, e portato via nei corridoi con sua madre trattenuta nella stanza<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Ebbene oggi ci volgiamo ancora chiedere cosa c\u2019\u00e8 di sbagliato in questo? Tutto, non si salva niente e nessuno. Per\u00f2 anche la risposta \u00e8 altrettanto semplice: \u00e8 arrivato il momento di indagare seriamente in questi tribunali con una inchiesta ispettiva come fu quella per la P2, bloccando tutti questi procedimenti in corso, riportando intanto a casa i bambini rinchiusi nelle strutture dove nessuno pu\u00f2 entrare come se fossero in un regime semi-carcerario<\/strong>, e infine, come dice Linda Laura Sabbadini, cominciare a credere alle donne da subito e senza trattarle con la crudelt\u00e0 e la ferocia che vediamo oggi in quasi tutti i tribunali d\u2019Italia quando emerge il riferito di una violenza nel momento in cui quella donna sta cercando di separarsi e di proteggere i suoi figli.<\/p>\n

______________________<\/p>\n

I nomi delle donne citate dall’inchiesta “Crimini invisibili” sono tutti di fantasia.<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Ieri durante la presentazione della nuova relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio al senato dal titolo “Donne uccise dagli uomini: i numeri di una strage. Dove sbagliamo?”, la presidente Elisabetta Casellati ha detto che quella contro la violenza \u00e8 \u201cuna battaglia di libert\u00e0, di giustizia e di civilt\u00e0 che non possiamo permetterci perdere\u201d, […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":21443,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[8],"tags":[],"yoast_head":"\nViolenza maschile sulle donne: "dove sbagliamo?" 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