Marta Cartabia<\/figcaption><\/figure>\nProtocollo Napoli,<\/strong> a margine quindi, dell’adesione alla riforma Cartabia nella parte in cui sono stati accolti gli emendamenti della Commissione femminicidio (concentrati ne art.1 comma 23) individua un rischio \u00a0per le donne vittime di violenza \u00a0in \u00a0alcune modifiche\u00a0 apportate ad alcuni articoli del codice di procedura civile, <\/strong>inserite tra i provvedimenti urgenti, senza che si palesi alcuna urgenza di fatto. Sulle modifiche agli articoli che riguardano l’intervento del curatore speciale<\/strong> (Comma 30<\/strong>) segnaliamo, tra i tanti rilievi gi\u00e0 fatti da altri (cfr. audizione alla Camera dell\u2019avvocata Capuano), che vi \u00e8 uno stravolgimento del comma 23 quando, in maniera contraddittoria si dispone l’ascolto delegato dal giudice al curatore speciale<\/strong>, e quando non si precisa che il curatore (come il tutore) non va nominato in tutti i casi in cui vi siano allegazioni di violenza domestica<\/p>\nInoltre si introduce il curatore speciale anche quando uno solo dei genitori viene fatto decadere o se c\u2019\u00e8 una richiesta di decadenza<\/p><\/blockquote>\n
Ad esempio da parte di una donna vittima di violenza nei confronti del partner violento e ci\u00f2 la esporrebbe alla nomina di un curatore<\/strong>, con una lesione del suo diritto genitoriale.<\/p>\nAspetti preoccupanti sul diritto di visita<\/strong><\/h4>\n Notiamo anche con la massima preoccupazione (Comma 33<\/strong>) come, in questo comma sulla modifica dell’articolo 709-ter del codice di procedura civile, sia stato inserito un aggravamento delle sanzioni per i genitori collocatari che non rispettino le disposizioni circa il diritto di visita per l’altro genitore.<\/strong> Sappiamo come questa materia sia altamente sensibile per le vittime di violenza, rivolte a tutelare i figli, e come esse subiscano gi\u00e0 la tagliola di questi provvedimenti, con effetti pregiudizievoli e deleteri sulla loro stessa autonomia e sulla sicurezza loro e dei loro figli. Questo aggravamento delle penalit\u00e0 trova una corrispondenza sintonica con i postulati della cosiddetta psicologia forense<\/strong>, le cui associazioni hanno gi\u00e0 da anni esplicitato finalit\u00e0 di compressione dei diritti di coloro che cercano (madri in prevalenza) di tutelare i figli che rifiutano i contatti con il genitore violento.<\/strong><\/p>\nRisvolti inquietanti sulla bigenitorialit\u00e0<\/strong><\/h4>\n Leggiamo, infatti, nel documento del 2017 (\u201cBuone prassi giudiziarie e psicosociali in favore della bigenitorialit\u00e0 e di contrasto all\u2019alienazione parentale\u201d)<\/em> a cura di diverse associazioni private giuridico-forensi: <\/em>“Al fine di scongiurare quei comportamenti dei genitori che siano di danno alla serena crescita del figlio<\/em> si consiglia di richiedere l’adozione di tutta quella serie di \u201crimedi\u201d<\/strong> [Ndr. tra cui, sottolineiamo, va annoverato l\u2019allontanamento coattivo del figlio rifiutante, secondo la procedura di reset in case-famiglia di derivazione gardneriana] che sono stati anticipati dai maggiori Tribunali in Italia, come quello delle Penalit\u00e0 di inadempimento (Astreintes), che sono – con la previsione di una \u201csanzione\u201d per ogni volta che si replichi un inadempimento alla corretta esplicazione della responsabilit\u00e0 genitoriale – un vero e proprio deterrente, immediato ed efficace, nel contrasto di un comportamento alienante<\/strong> al suo primo manifestarsi”.<\/p>\nIntroduzione di qualifiche inesistenti<\/strong><\/h4>\nIn ultimo (Comma 34)<\/strong>, ma in stretto collegato con il punto precedente, richiamiamo l\u2019attenzione sulle modifiche relative al comma 34 che interviene sugli articoli 13 e 15 del codice di procedura civile, che hanno come oggetto l\u2019accesso all\u2019Albo dei consulenti tecnici.<\/strong><\/p>\nSi considera quanto mai avventato, a questo proposito, introdurre in una norma di legge, alcune qualifiche professionali assenti dall\u2019ordinamento istituzionale<\/p><\/blockquote>\n
\u00c8 necessario ricordare che, a livello di corsi di laurea, qualunque ne sia l\u2019indirizzo (clinico, sociale, sperimentale), la qualifica finale conseguita \u00e8 quella di psicologo, che come tale accede all\u2019abilitazione professionalizzante.<\/strong> In altre parole, nell\u2019abilitazione alla professione, che si consegue con il superamento dell\u2019esame di stato, non c\u2019\u00e8 distinzione all\u2019interno dell\u2019unica categoria dei laureati in psicologa, cos\u00ec come avviene per la categoria dei laureati in medicina e chirurgia. Pertanto, per evitare discriminazioni non presenti per le altre categorie professionali, riteniamo che, sulla modifica all\u2019art. 13 avanzata nel comma 34, si debba procedere all\u2019inserimento al n. 7) di un\u2019unica\u00a0 categoria, quella psicologica<\/strong>, in accordo con quanto accade per la categoria gi\u00e0 presente medico chirurgica.<\/em><\/p>\n <\/p>\n
Eliminando cos\u00ec \u00a0le sottocategorie menzionate \u00a0di psicologi forensi e dell\u2019et\u00e0 evolutiva<\/em>, non presenti nell\u2019ordinamento ministeriale<\/strong> (cfr: decreto 50\/2019 GU Serie Generale n.84 del 09-04-2019) e che introdurrebbero indebite \u00a0discriminazioni all\u2019interno della categoria psicologica. Per quanto riguarda poi le specializzazioni, diversamente dalla medicina, in psicologia abbiamo alcuni corsi di \u00a0specializzazioni presenti nelle Universit\u00e0 e altri, la maggioranza, svolti da scuole extrauniversitarie accreditate dal Miur. Nessuna di queste categorie professionali menzionate nel comma 34, e cio\u00e8 la psicologia evolutiva, forense e giuridica<\/strong>, costituisce titolo di specializzazione.<\/p>\nLa psicologia giuridica va cancellata<\/strong><\/h4>\n Riteniamo quindi che le modifiche all\u2019articolo 15<\/strong> \u00a0vadano cancellate<\/strong> perch\u00e9 si riferiscono solo alle competenze da attribuire alle sottocategorie di psicologi forensi\/giuridici e dell\u2019et\u00e0 evolutiva, che abbiamo detto essere discriminatorie rispetto all\u2019intera categoria di psicologi e non rappresentare qualifiche professionali esistenti nell\u2019ordinamento ministeriale dei corsi di laurea e delle specializzazioni<\/strong>. A margine di questa modifica inserita nella riforma, non possiamo non fare riferimento a come nasce la presenza di questa categoria di psicologi forensi<\/em> nell\u2019esperienza quotidiana\u00a0 dei nostri tribunali.<\/p>\nConsulenze tecniche d’ufficio<\/strong><\/h4>\n A oggi le consulenze tecniche vengono affidate a uno stretto giro di professionisti che afferiscono a societ\u00e0 psico-forensi e che sono per lo pi\u00f9 firmatari di documenti<\/strong> (come le buone prassi giudiziarie<\/em>, gi\u00e0 citate) in cui si sostengono le varie declinazioni dell\u2019alienazione parentale (PAS\/AP), teoria definita ascientifica e messa al bando dal comma 23 della riforma Cartabia. <\/strong>Per quanto riguarda poi la competenza citata in questo Comma 34 in \u201cviolenza domestica e sui minori\u201d<\/strong>, va annotato che essa non pu\u00f2 essere reperita in modo appropriato in un contesto di professionalit\u00e0 psicologiche confuse e discriminatorie.<\/p>\nE andr\u00e0 reclamata in modo diverso e in altri contesti per aderire agli articoli della Convenzione<\/p><\/blockquote>\n
Protocollo Napoli che ha sostenuto la riforma Cartabia del codice di procedura civile nelle modifiche introdotte dal comma 23 a sostegno delle vittime di violenza<\/strong>, si rivolge oggi ai rappresentanti della Camera dove \u00e8 in corso l\u2019esame della riforma, lanciando l\u2019allarme sull\u2019inserimento di modifiche urgenti contenute in altri commi della riforma.<\/p>\nLe contraddizioni che non risolvono la violenza domestica ma la aggravano<\/strong><\/h4>\n I commi 30-34 potrebbero infatti penalizzare gravemente le vittime:<\/strong> assoggettandole a un curatore speciale<\/strong> se solo per uno dei genitori (ad esempio anche solo il violento) viene richiesta la decadenza, o se vi siano pregiudizi generici per il minore; aggravando le penalit\u00e0 pecuniarie in caso di non rispetto del diritto di visita dell\u2019altro genitore<\/strong>; depotenziando la loro difesa con consulenti tecnici rappresentanti di societ\u00e0 psico-forensi che hanno sottoscritto documenti\u00a0 a sostegno dell\u2019alienazione genitoriale.<\/strong><\/p>\n_____________________<\/p>\n
Comitato tecnico scientifico del Protocollo di Napoli (Caterina Arcidiacono, Antonella Bozzaotra, Gabriella Ferrari Bravo, Elvira Reale, Ester Ricciardelli)<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"Il Protocollo Napoli, in prima linea a difendere i diritti delle donne contro la violenza, \u00e8 intervenuto su alcune modifiche del codice di procedura civile della Riforma della giustizia da parte della ministra Marta Cartabia, che secondo noi rischiano di penalizzare le donne. I lati positivi: il richiamo alla Convenzione di Istanbul \u00c8 noto che […]<\/p>\n","protected":false},"author":7,"featured_media":21168,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[2],"tags":[],"yoast_head":"\n
Violenza domestica e affidi coatti: luci e ombre della Riforma Cartabia - DonnexDiritti<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n