{"id":20158,"date":"2021-07-01T05:40:59","date_gmt":"2021-07-01T03:40:59","guid":{"rendered":"https:\/\/donnexdiritti.com\/?p=20158"},"modified":"2021-07-03T20:30:07","modified_gmt":"2021-07-03T18:30:07","slug":"brutte-sporche-e-cattive-ma-quando-serve-non-ci-sono-mai-stereotipi-contro-le-femministe","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2021\/07\/01\/brutte-sporche-e-cattive-ma-quando-serve-non-ci-sono-mai-stereotipi-contro-le-femministe\/","title":{"rendered":"Brutte, sporche e cattive ma quando serve non ci sono mai: stereotipi contro le femministe"},"content":{"rendered":"
Alcuni fatti di cronaca escono da quegli schemi che consentono di sfruttare la violenza e la discriminazione contro le donne per cavalcare temi politici. Si tratta in genere di temi che conducono ad altri pregiudizi ed esclusioni. In questi casi c\u2019\u00e8 sempre qualcuno o qualcuna che grida a gran voce: \u201ce le femministe dove sono? Perch\u00e9 non dicono nulla?\u201d <\/strong>Naturalmente \u00e8 avvenuto anche per il caso recentissimo della giovane pakistana Saman, uccisa perch\u00e9 rifiutava il matrimonio forzato, e i sottintesi rendono necessario smascherare un\u2019altra mistica, quella del femminismo.<\/p>\n Comincio dalle aspettative. Come dovrebbe essere una femminista? Per lo pi\u00f9 dolce, sorridente, accomodante, comprensiva ma, sopra ogni cosa, accudente. L\u2019ideale \u00e8 quella donna che inizia a parlare asserendo \u201csia chiaro, non sono femminista, penso che il fatto di cronaca sia un po\u2019 triste<\/strong>, ma purtroppo oggi il mondo va cos\u00ec\u201d. \u00a0Altre asserzioni molto accettate: la violenza \u00e8 sempre negativa da qualunque parte venga<\/strong> (sottintende che anche le donne sono violente), la mamma \u00e8 sempre la mamma ma anche i pap\u00e0 sono importanti<\/strong> (cerchiobottista), ma i genitori dove sono?<\/strong> (evoluzione del se l\u2019\u00e8 cercata<\/em>, cio\u00e8 la vittima se l\u2019\u00e8 cercata ma per colpa dei genitori assenti).<\/p>\n L\u2019importante, in ogni caso, \u00e8 che la femminista sia soprattutto femminile, quindi niente toni accesi, no radicalismi, s\u00ec profilo basso<\/p><\/blockquote>\n Se si segue questo schema otterremo l\u2019approvazione di molte donne e di molti uomini, i quali potranno anche replicare spiegandoci meglio e dettagliatamente come dobbiamo condurre le nostre lotte. Se facciamo altrimenti, la reazione che scateneremo sar\u00e0: \u201cecco, ci mancava la solita femminista\u201d,<\/strong> o meglio come mi \u00e8 stato detto di recente, \u201csei troppo femminista\u201d,<\/strong> che equivale a dire \u201csei troppo essere umano\u201d o \u201cvuoi esistere troppo\u201d. Si tratta insomma di un gioco di equilibri, e di ricordare il dilemma morettiano del mi si nota di pi\u00f9 se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?<\/em> <\/strong>E potremmo anche noi optare per la strategica conclusione \u201cVengo e mi metto cos\u00ec, vicino a una finestra di profilo in controluce, voi mi fate: “Femminista, parla con noi dai!” E io: “Parlate, parlate, vi raggiungo dopo”.<\/p>\n Entrando nello specifico delle lotte, l\u2019accusa, in genere fatta da altre donne, \u00e8 che non facciamo abbastanza o non diciamo abbastanza.<\/strong> Qui nasce una grande perplessit\u00e0. Nelle piazze, nei discorsi, nelle centinaia di iniziative che costruiamo con grande generosit\u00e0 e grande fatica, dove sono quelle che chiedono dove siamo?<\/strong> Sar\u00e0 un problema di gps farlocco che non ci fa geolocalizzare? O sar\u00e0 che chi ci accusa vorrebbe in realt\u00e0 chiedere a se stessa perch\u00e9 non c\u2019era, perch\u00e9 non ha detto, perch\u00e9 non ha fatto. La partecipazione \u00e8 difficile, \u00e8 faticosa, lo sappiamo.<\/p>\n Negli anni \u201970 andavamo nelle periferie con un megafono, gridavamo i nostri slogan e, quando le donne casalinghe si affacciavano incuriosite alle finestre, gridavamo \u201cscendi gi\u00f9! Vieni a parlare con noi!\u201d<\/strong>. Alcune scendevano, si riconoscevano sorelle, parlavamo soprattutto di sessualit\u00e0, di come non ci fosse solo quella imposta dai mariti secondo i loro bisogni ma anche la nostra.<\/p>\n Tante non sapevano neanche di possedere una clitoride, di poter provare piacere. Il primo tassello di una rivoluzione. I tempi sono cambiati, oggi un megafono sarebbe anacronistico, ma non \u00e8 cambiata la capacit\u00e0 del patriarcato di cancellare la nostra esistenza<\/p><\/blockquote>\n Qual \u00e8 allora il lavoro delle femministe? Chiediamoci piuttosto dove \u00e8. \u00c8 spesso sotterraneo, nascosto, nello sforzo enorme di tenere insieme la lotta e il rispetto per altre donne.<\/strong> Conosco uomini della politica che non hanno pudore nel farsi fotografare davanti al cancello di una fabbrica, sullo sfondo le operaie e gli operai in agitazione, anche se hanno ampiamente contribuito a promulgare leggi e contratti iniqui. Le femministe che sostengono donne vittime di abusi e violenze non le mettono in piazza, non fanno selfie, non usano le storie delle altre per farle diventare la propria storia.<\/strong> Giorgio Gaber in suo testo estremamente efficace diceva del resto: \u201cLa parola io \u00e8 uno strano grido che nasconde invano la paura di non essere nessuno. \u00c8 un bisogno esagerato e un po’ morboso, \u00e8 l’immagine struggente del Narciso\u201d.<\/p>\n Sappiatelo: ci sono donne che hanno messo a disposizione di altre la propria competenza professionale anteponendo l\u2019interesse di quelle donne al proprio, esponendosi, rischiando in prima persona<\/p><\/blockquote>\n Avvocate, giornaliste, psicologhe, giusto per citare i profili pi\u00f9 ovvi, che hanno ricevuto a loro volta minacce anche gravi proprio per essersi esposte.<\/strong> Che hanno avuto paura per s\u00e9 e per i propri familiari ma che hanno continuato a dedicarsi a ci\u00f2 che ritenevano necessario per le altre, sapendo che sarebbe stato a vantaggio di tutte. Ma perch\u00e9 tante donne sentono la necessit\u00e0 di premettere al proprio discorso di non essere mai state femministe?<\/strong> Rientra nella tendenza, che ho descritto in un altro articolo, di chiedere scusa anticipatamente per lo spazio pubblico che ci si prender\u00e0.<\/p>\n Rientra anche nel tentativo di mettere a tacere qualsiasi dibattito politico di chi sostiene che le posizioni opposte sono identiche: comunismo e fascismo hanno fatto danni allo stesso modo, cos\u00ec come maschilismo e femminismo sono sbagliati perch\u00e9 agli estremi. Peccato che il femminismo non sia affatto il contrario del maschilismo: il secondo si basa sulla \u201cnaturale\u201d differenza che rende gli uomini adatti al logos e al comando,<\/strong> le donne alla cura e alla riproduzione, con tutti gli stereotipi che questa visione binaria comporta. Il femminismo invece pensa che le donne abbiano gli stessi diritti degli uomini.<\/strong> Questo fermandosi a una definizione grossolana del movimento, che dai suoi inizi \u00e8 stato capace di grandi evoluzioni e approfondimenti, grazie alla costante opera di riflessione su di s\u00e9 di quelle femministe che chiss\u00e0 dove sono e cosa fanno.<\/p>\n Ma le femministe danno fastidio, con un lungo filo rosso che va da quando le si definiva frigide, mascoline, tutte peli e niente sesso, fino ad arrivare alle accuse pi\u00f9 recenti di grammarnazi<\/strong> o nazifemministe<\/strong> per la pretesa di essere nominate e di veder riconosciuta la nostra esistenza. La presa di coscienza femminista implica di assumere una posizione molto scomoda, chi lo \u00e8 lo sa.<\/strong> Il privato non pu\u00f2 prendere strade diverse rispetto al politico, quindi le nostre scelte personali che riguardano le relazioni, i ruoli lavorativi, le decisioni della nostra vita non possono che essere coerenti con quella strada che faticosamente liberiamo da detriti e ostacoli.<\/p>\n Le femministe vivono scomode e devono provocare scomodit\u00e0. Il patriarcato ha un\u2019abilit\u00e0 enorme nell\u2019appropriarsi dei nostri simboli, delle nostre azioni, e trasformarle in nuovi detriti di cui disseminare quella strada percorsa<\/p><\/blockquote>\n Dobbiamo essere molto vigili. Per esempio, \u00e8 stato necessario ideare simboli della lotta contro la violenza, ma se oggi alle inaugurazioni delle panchine rosse sono presenti i sindaci forse dobbiamo abbandonare quel simbolo e cercarne subito un altro che dia fastidio<\/strong>, che trasgredisca, che renda scomodo agli uomini quel loro camminare sicuri su strade ampie e ben lastricate.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Alcuni fatti di cronaca escono da quegli schemi che consentono di sfruttare la violenza e la discriminazione contro le donne per cavalcare temi politici. Si tratta in genere di temi che conducono ad altri pregiudizi ed esclusioni. In questi casi c\u2019\u00e8 sempre qualcuno o qualcuna che grida a gran voce: \u201ce le femministe dove sono? 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L’accusa di non fare mai abbastanza<\/strong><\/h4>\n
Il lavoro sotterraneo delle femministe<\/strong><\/h4>\n
Il femminismo non \u00e8 il contrario di maschilismo<\/strong><\/h4>\n
Donne che danno fastidio<\/strong><\/h4>\n