{"id":19379,"date":"2021-06-08T07:10:24","date_gmt":"2021-06-08T05:10:24","guid":{"rendered":"https:\/\/donnexdiritti.com\/?p=19379"},"modified":"2021-06-08T07:46:37","modified_gmt":"2021-06-08T05:46:37","slug":"mads-mikkelsen-lantieroe-che-ribalta-lo-stereotipo-hollywoodiano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2021\/06\/08\/mads-mikkelsen-lantieroe-che-ribalta-lo-stereotipo-hollywoodiano\/","title":{"rendered":"Mads Mikkelsen: l’antieroe che ribalta lo stereotipo hollywoodiano"},"content":{"rendered":"

Un ristorante, quattro amici, Martin (Mads Mikkelsen), Tommy (Thomas Bo Larsen), Peter (Lars Ranthe) e Nikolaj (Magnus Millang). Tutti insegnanti.<\/strong> Et\u00e0 diverse, vite differenti, uniti per\u00f2 dalla stanchezza del vivere, dal tedio delle loro esistenze. Parlano, scherzano, bevono qualche bicchiere come fanno solitamente quando sono insieme. Ridono di uno studio secondo cui il fisico umano manca di alcune propriet\u00e0 che solo l\u2019alcol pu\u00f2 dare.<\/strong><\/p>\n

Servirebbe una dose \u201comeopatica\u201d, curativa alcolica. Saremmo migliori, tutto sarebbe pi\u00f9 sopportabile<\/p><\/blockquote>\n

La crisi dello stereotipo dell’uomo medio<\/strong><\/h4>\n
\"\"
Martin in \u201cUn altro giro\u201d<\/figcaption><\/figure>\n

Inizia da questo principio \u201cUn altro giro\u201d, il film di Thomas Vintenberg, <\/strong>padre assieme a Lars Von Trier del movimento Dogma (il suo primo film \u00e8 il bellissimo \u201cFesten\u201d), che ha vinto il premio Oscar 2021 per il miglior film straniero<\/strong>. A portare sullo schermo questa tragedia dell\u2019uomo moderno \u00e8 Mads Mikkelsen <\/strong>che grazie al suo grande talento e al suo indiscusso carisma, \u00e8 diventato il perfetto narratore di cicatrici e oscurit\u00e0, di drammi profondissimi, di terribili \u201cFrankestein\u201d di carne e ossa<\/strong>\u00a0dai passati misteriosi o dai presenti a volte ancora pi\u00f9 inquietanti. Mikkelsen \u00e8 il perfetto corpo per mettere in scena il cinema ossessivo del regista<\/strong>, con cui ha lavorato gi\u00e0 in \u201cIl sospetto\u201d. in “Un altro giro” \u00e8 al servizio dell\u2019ennesima gigantesca provocazione etica, morale, psicologica, dell’intossicazione leggera,<\/em> dell\u2019alterazione volontaria del vivere nella norma.<\/p>\n

Potrebbe essere un racconto su alcolismo e repressione, un atto d\u2019accusa contro una borghesia che vorrebbe mostrarsi per ci\u00f2 che non \u00e8, ma \u201cUn altro giro\u201d \u00e8 qualcosa di pi\u00f9<\/p><\/blockquote>\n

\"\"\u00c8 una fotografia spietata ma anche profondamente umana sullo stereotipo dell’uomo medio che va in crisi perch\u00e9 non si ritrova pi\u00f9 in quel ruolo, a partire dalla sua incapacit\u00e0 di stare al passo con se stesso e il \u201cproprio tempo\u201d<\/strong>: un inno alla vita tra le maglie di un canto di morte e tristezza. \u00c8 una ricerca che si fonda su riti tribali e dionisiaci feroci, su riti d\u2019iniziazione<\/strong>, di un mondo vichingo declinato nell\u2019oggi, che riporta alla mente il vichingo di \u201cValhalla Rising\u201d (Nicolas Winding Refn) in cui Mikkelsen <\/strong>combatte fino allo sfinimento con ogni parte del suo corpo, perdendo pezzi di s\u00e9 nella battaglia.<\/p>\n

\"\"I quattro amici decidono: proviamo, beviamo un paio di bicchieri al giorno per colmare il deficit d\u2019alcol con cui si nasce che ci fa stare sempre un passo indietro<\/strong>, implementiamo il buco nero e vediamo che cosa succede. I primi risultati sono eccezionali: Tommy, Peter, Nikolaj, Martin da fantasmi, da uomini \u201ca met\u00e0\u201d che riescono a fare poco, diventano professori migliori, compagni migliori, esseri umani migliori.<\/strong> Se basta uno 0,05 per essere pi\u00f9 amati, apprezzati, idolatrati, figuriamoci se il tasso alcolemico aumenta, e a quel punto lo schema cade o comunque vacilla.\u00a0 \u201cUn altro giro\u201d \u00e8 da una parte un racconto disperato di uomini disfatti, soli e schiacciati dalle fatiche, dalle quotidianit\u00e0 e dal senso di inadeguatezza<\/strong> che li opprime, dall\u2019altra \u00e8 un\u2019ode all\u2019amicizia, al superamento dei propri limiti, paradossalmente, nonostante tutto, alla vita.<\/p>\n

Martin-Mikkelsen \u00e8 un marito assente, un padre quasi inesistente non perch\u00e9 incapace ma perch\u00e9 \u00e8 ormai diventato pallida immagine di s\u00e9 stesso: per questo beve, per questo trova rifugio nelle bottiglie, dolce ambrosia di un maschio molto lontano dall\u2019essere un dio<\/p><\/blockquote>\n

Mikkelsen e la sua lista di antieroi<\/strong><\/h4>\n

\"\"Mikkelsen non ha mai avuto paura di interpretare personaggi fragili, in balia dei propri mostri. Indaga come pochi altri vizi, ossessioni, i confini pi\u00f9 infimi dell\u2019animo umano. \u00c8 un maschio diverso, moderno anche nel suo racconto delle emozioni. Martin nei primi minuti si mostra commosso di fronte ai suoi compagni di bevute, nudo in tutta la sua pi\u00f9 \u201ccrudele\u201d e \u201cmisera\u201d vulnerabilit\u00e0,<\/strong> niente maschera da macho<\/em>, niente frasi ad affetto, ma occhi lucidi e parole che si spezzano in gola. Non teme di mostrarsi meno uomo di fronte alla moglie quando si rende conto che sta per perdere tutto.<\/p>\n

D\u00e0 corpo a una mascolinit\u00e0 che rompe schemi e stereotipi, non \u00e8 l\u2019eroe classico, \u00e8 un antieroe con cui lo spettatore empatizza<\/p><\/blockquote>\n

\"\"
Tonny in \u201cPusher\u201d<\/figcaption><\/figure>\n

Per esistere Martin deve bere e solo nella sospensione alcolica riesce a sorridere, a essere felice, padre e marito, un eroe disperato che barcolla tra i corridoi della sua scuola.<\/strong> Si rende conto troppo tardi di aver vissuto da zombie, di aver perso molto, dimenticandosi quanto fosse bello vivere, ed \u00e8 proprio grazie a questo assurdo e folle viaggio nell\u2019alcol che si risveglia dal torpore, tornando a provare emozioni, a vibrare di dolore, di rassegnazione, che \u00e8 pronto a danzare e a liberarsi forse definitivamente da quella prigione in cui si era costretto negli ultimi anni.<\/strong> Un Martin che potrebbe essere fratello, amico, figlio del Tonny della trilogia \u201cPusher\u201d (Refn), uomo svirilizzato, depotenziato, ai margini.<\/strong> Uno che si droga perch\u00e9 non \u00e8 capace di avere un rapporto maturo col padre, che per sentirsi uomo \u00e8 costretto a usare uno slang da capo banda e un\u2019amante che \u00e8 un oggetto da usare per il proprio piacere.<\/p>\n

Il bel tenebroso che ribalta lo stereotipo<\/strong><\/h4>\n
\"\"
Le Chiffre in \u201cCasin\u00f2 Royale\u201d<\/figcaption><\/figure>\n

L\u2019uomo di celluloide di Mikkelsen abita lo schermo e si sente in tutta la sua carnalit\u00e0: il volto e i lineamenti forti, gli zigomi alti di uomo deciso, il corpo atletico, frutto degli anni da ginnasta e danzatore che gli conferiscono un aspetto elegante e un portamento fiero. <\/strong>Lui incarna ormai e sempre di pi\u00f9 l’antieroe, o meglio il cattivo con l’anima che, anche se dannata, presenta le tante sfaccettature dell’essere che trasforma anche il personaggio pi\u00f9 terribile in un uomo che ha il sapore di una umanit\u00e0 perduta ancora vagamente presente nel suo dna<\/strong>. Un profilo che in \u201cCasin\u00f2 Royale\u201d (Martin Campbell)<\/strong> gli fa vestire i panni del malvagio Le Chiffre, nemico di Bond<\/strong> (Daniel Craig), un uomo spietato e senza scrupoli con un bagaglio per\u00f2 intrinsecamente fragile.<\/p>\n

\"\"
Erso in \u201cRouge One: A Star Wars Story\u201d<\/figcaption><\/figure>\n

Una filmografia in cui i suoi “personaggi cattivi” non sono \u201cinfrangibili\u201d ma in trasformazione costante:uomini soggetti a cambiamenti incontrollabili che passano dal tossicodipendente al serial killer, fino ai protagonisti delle saghe pi\u00f9 famose. Come il Galen Erso di \u201cRouge One: A Star Wars Story\u201d (Gareth Edwards)<\/strong> ma anche il Kaecelius di \u201cDoctor Strange\u201d<\/strong> (Scott Derrickson), tratto dai fumetti della Marvel. Emblema di questa capacit\u00e0 trasformativa che rende anche il pi\u00f9 terrificante e crudele degli assassini in un uomo capace di sentire, non privo di fascino, \u00e8 il suo Hannibal Lecter<\/strong>, personaggio principale della serie tv \u201cHannibal\u201d<\/strong>.<\/p>\n

Un ruolo che gli ha dato la possibilit\u00e0 di entrare in un immaginario di genere, trasformando quello stesso immaginario attraverso l’interpretazione di quel personaggio stesso<\/p><\/blockquote>\n

Due facce della stessa medaglia<\/strong><\/h4>\n
\"\"
Hannibal Lecter in \u201cHannibal\u201d<\/figcaption><\/figure>\n

L’Hannibal di Mads Mikkelsen \u00e8 un dandy crudele, un killer che disprezza maleducazione e volgarit\u00e0: \u00e8 l’antieroe con tutte le caratteristiche dell’eroe (bello, elegante, razionale, intelligente, affascinante, colto), contrapposto all’eroe della serie, Will Graham che invece appare debole, fragile, insicuro<\/strong>. Eppure la capacit\u00e0 che l’eroe ha di calarsi nei panni dell’antieroe, quando ricostruisce le diverse scene dei complessi delitti, fa riflettere sul fatto che si tratti in fondo di due facce della stessa medaglia<\/strong>. Dato che senza l’antieroe, l’eroe si sgretola, non esiste, sparisce.<\/p>\n

\"\"Ed \u00e8 per questo che tra i due si instaura un rapporto speciale, intenso, omoerotico: due moderni Achille e Patroclo. Lecter \u00e8 un cannibale che si ciba delle carni di altri da lui uccisi e considerati scarti,<\/strong> impadronendosi cos\u00ec della loro essenza e trasformando se stesso in una versione sempre pi\u00f9 evoluta, tesa al divino. Vive la sua bestialit\u00e0 in modo normale e sublima la carne umana cucinandola con ricette gourmet<\/em> riposte gelosamente in uno schedario<\/strong>. Nella sua ordinatissima cucina, Lecter si muove come un raffinato chef riponendo e congelando cuori, intestini, fegati, polmoni e anche gambe umane di chi ha ucciso in modi del tutto imprevedibile, creando piccoli capolavori che offre agli ignari ospiti.<\/p>\n

Un ruolo in cui Mikkelsen mette la giusta dose di mistero, sensualit\u00e0, imprevedibilit\u00e0 grazie al suo aspetto algido dietro il quale pu\u00f2 celarsi qualsiasi sentimento<\/p><\/blockquote>\n

I prossimi “cattivissimi” film\u00a0<\/strong><\/h4>\n
\"\"
Gellert Grindelwald in “Animali fantastici e dove trovarli”<\/figcaption><\/figure>\n

Un ruolo interpretato cos\u00ec intensamente da essere richiesto nel cast del terzo capitolo di \u201cAnimali fantastici e dove trovarli\u201d (nelle sale il 15 luglio 2022) dove interpreta il cattivo per eccellenza: il potente e carismatico mago Gellert Grindelwald,<\/strong> amico e antagonista di un giovane Silente (Jude Law), sostituendo Johnny Depp (licenziato da Warner Bros. per le accuse di violenza domestica della ex moglie Amber Heard). Ma non basta, perch\u00e9 Mikkelsen sar\u00e0 anche in “Indiana Jones 5” dove sar\u00e0 ovviamente un cattivissimo\u00a0ex-scienziato nazista <\/strong>nell’ambito della “Operation Paperclip”: un programma segretissimo con cui gli Stati Uniti reclutarono menti naziste dopo la II Guerra Mondiale per contribuire al programma Apollo.\u00a0Il film, girato da James Mangold e la cui uscita \u00e8 prevista per il29 luglio 2022, <\/strong>si svolger\u00e0 negli anni ’60 sullo sfondo della corsa spaziale tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica<\/strong> per raggiungere la Luna.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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