{"id":1832,"date":"2012-12-09T01:02:31","date_gmt":"2012-12-09T00:02:31","guid":{"rendered":"http:\/\/blog.ilmanifesto.it\/antiviolenza\/?p=1832"},"modified":"2020-03-04T08:28:53","modified_gmt":"2020-03-04T07:28:53","slug":"lisa-un-altro-femminicidio-annunciato","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2012\/12\/09\/lisa-un-altro-femminicidio-annunciato\/","title":{"rendered":"Lisa uccisa dall’ex: un altro femminicidio annunciato"},"content":{"rendered":"

Lisa Puzzoli, 22 anni, \u00e8 morta venerd\u00ec 6 dicembre verso le 18.30 a Villaorba di Basiliano, un paese vicino Udine, accoltellata dal suo ex, Vincenzo Manduca, un macellaio 27enne residente a Santa Sofia, in provincia di Forl\u00ec-Cesena, con cui aveva una figlia di due anni. Lisa era rimasta incinta nella breve relazione avuta con l\u2019uomo e da cui era nata una bambina di cui Vincenzo, aveva messo in dubbio la paternit\u00e0 tanto da far iniziare un procedimento con verifica del dna.<\/strong> Alcune amiche, dopo la tragedia, hanno raccontato come Lisa fosse perseguitata dal suo ex da tempo, confermando che i problemi erano iniziati da dopo la nascita della piccola soprattutto per i contrasti sull\u2019assegno di mantenimento, e descrivendo quello che per Lisa \u00e8 stata una tortura: \u201cL\u2019ha picchiata, le ha rotto lo sterno, un giorno ha chiuso Lisa con la bimba in macchina.<\/p>\n

Per lei vivere era diventato un incubo, non usciva di casa\u201d<\/p><\/blockquote>\n

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Lisa Puzzoli<\/figcaption><\/figure>\n

Lei viveva con la bambina in una casa vicina ai genitori, e il suo ex l\u2019ha raggiunta con un coltello in tasca uccidendola davanti al fratello appena la donna ha aperto la porta di casa. Lui era andato da lei per parlarle, e lei aveva aperto la porta, come fece Stefania Noce, circa un anno fa, con il suo ex fidanzato che la massacr\u00f2 a coltellate, uccidendo anche il nonno che cerc\u00f2 di difenderla.<\/strong> Ma Lisa aveva segnalato la sua situazione, aveva denuciato il suo ex e aveva fatto come anche la ministra della giustizia Severino ha suggerito, alla vigilia del 25 novembre (Giornata internazionale contro la violenza sulle donne<\/em>), dicendo che chi subisce violenza deve denunciare e che \u201cla donna non reagisce perch\u00e9 non \u00e8 supportata, \u00e8 isolata, si vergogna e ritiene che l\u2019amore possa vincere tutto e questo \u00e8 un grande errore\u201d. Lisa invece questo errore non l\u2019aveva fatto e<\/p>\n

il suo ex lo aveva denunciato per tre volte e lo aveva portato in tribunale per avere l\u2019assegno di mantenimento per la bambina<\/p><\/blockquote>\n

Ed \u00e8 per questo che oggi i genitori di Lisa, il fratello, ma anche tutte noi ci chiediamo: a cosa serve tirare fuori il coraggio e denunciare, se poi le donne non vengono ascoltate, e se non vengono applicate le norme esistenti? Come la sorella di Carmela – la ragazza uccisa a Palermo un mese fa – che aveva chiesto aiuto ai carabinieri per fermare il suo ex che la perseguitava,<\/strong> anche Lisa non \u00e8 stata ascoltata in maniera adeguata, e il suo ex poteva avvicinarsi alla sua casa tranquillamente con una scusa che \u00e8 costata la vita di Lisa.<\/p>\n

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L’addio a Lisa<\/figcaption><\/figure>\n

Se oggi la piccola \u00e8 costretta a ritrovarsi senza una madre e con un padre assassino, la responsabilit\u00e0 non \u00e8 n\u00e9 di Lisa, n\u00e9 dei genitori, e lo stesso autore del delitto ne \u00e8 responsabile solo in parte, perch\u00e9 essendo stato segnalato il pericolo che la donna correva, il vero responsabile di questa morte, come di altre, \u00e8 lo Stato italiano. Lisa \u00e8 la 118sima vittima di femminicidio in Italia, comprese le vittime collaterali, dall\u2019inizio dell\u2019anno e fa parte di quell\u201985% di donne che hanno subito e subiscono violenza all\u2019interno di relazioni intime,<\/strong> ma soprattutto \u00e8 compresa in quel 70% di donne uccise che avevano gi\u00e0 segnalato episodi di violenza.<\/p>\n

Ed \u00e8 questo dato che ci fa capire che la vera responsabilit\u00e0 di questa morte \u00e8 lo Stato, le isituzioni, e in particolare un governo che seppur sollecitato da mesi sulla questione del femmincidio in Italia, non ha concretamente alzato un dito. A cosa serve che il governo italiano firmi la Convenzione europea di Istanbul contro la violenza domestica, se poi non solo non la ratifica ma soprattutto non la adegua alla situazione italiana nell\u2019applicazione di politiche dirette e immediate che abbiano l\u2019obiettivo di prevenire, pi\u00f9 che di punire, il femminicidio su scala nazionale?\u00a0<\/strong>Perch\u00e9 gridare e indignarsi \u201cdopo\u201d la morte di queste donne torturate e vessate per anni in casa, fuori casa, da mariti, ex, fidanzati, che si sentono liberi di compiere reati su donne che non godono di nessuna tutela e protezione, malgrado in Italia esistano norme che vanno in questa direzione? A che serve dare l\u2019ergastolo a chi uccide la moglie, se prima non si cerca di salvare le donne che sono in pericolo? La mamma di Lisa, Mariella Zanier, ha detto chiaro e tondo:<\/p>\n

\u201cSapevamo che prima o poi sarebbe successo qualcosa di terribile: Questa \u00e8 una morte annunciata\u201d<\/p><\/blockquote>\n

e il padre, conferma che \u201cC\u2019erano state denunce per maltrattamenti, poi la sentenza del tribunale, il mese scorso, per la bambina. Nonostante questo non \u00e8 stato possibile prevenire l\u2019uccisione di nostra figlia.<\/strong> A questo punto mi chiedo a cosa serva la legge se non tutela una ragazza dalla violenza, se non impedisce una tragedia come questa. Adesso io e mia moglie restiamo qui con una bambina di due anni da crescere\u201d.<\/p>\n

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Vincenzo Manduca assassino di Lisa<\/figcaption><\/figure>\n

L\u2019uomo che ha ucciso Lisa era stato denunciato per stalking,\u00a0minacce e lesioni,<\/strong> e si \u00e8 presentato da lei con la scusa di discutere aspetti legati al mantenimento della figlia, ma con s\u00e9 aveva un coltello con cui ha ucciso la donna, una premeditazione che Lisa<\/strong> non poteva sapere ma che poteva immaginare se qualcuno glielo avesse fatto notare. Chi? Le istituzioni a cui si era rivolta per essere tutelata, per esempio.\u00a0Lisa ha acconsentito di ascoltare il suo assassino, anche se malvolentieri,<\/strong> perch\u00e9 non era consapevole, fino in fondo, del pericolo che correva: ma questo \u00e8 un classico nelle dinamiche di femminicidio in ambito di relazioni intime<\/strong> perch\u00e9 se lo Stato non interviene in maniera adeguata, e consapevole del rischio che la donna pu\u00f2 correre, perch\u00e9 se ne deve rendere conto la donna che in fondo con quell\u2019uomo ha convissuto e che magari un tempo era anche diverso?<\/p>\n

Se le stesse istituzioni, che sono l\u00ec per questo, non sono in grado di valutare un rischio cos\u00ec alto, perch\u00e9 dovrebbe rendersene conto la donna, che vive gi\u00e0 una condizione di stress e di frustrazione grave dovuti alla violenza che subisce?\u00a0Quanti sono, ancora oggi, gli uomini che dopo maltrattamenti, persecuzioni, botte, violenza, torture e anche stupri, girano e perseguitano liberamente le ex, e si presentano a casa con la scusa di vedere i figli, o altro, solo per vessare e minacciare?<\/strong><\/p>\n

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I familiari di Lisa<\/figcaption><\/figure>\n

Nell\u2019incontro con i giudici che si \u00e8 svolto la scorsa settimana a Roma, \u201cFemminicidio: analisi, metodologia e intervento in ambito giudiziario. Per una strategia concreta di lavoro interdisciplinare\u201d, \u00e8 stato messo in evidenza da tutti i presenti, come la violenza nelle relazioni intime sia la forma pi\u00f9 estesa della violenza contro le donne, e come all\u2019interno della famiglia siano presenti reati come maltrattamenti,<\/strong> ingiurie, atti persecutori, violenza fisica ed economica<\/strong> ma anche sequestro di persona e tortura, con effetti devastanti nei confronti dei minori quando presenti.<\/p>\n

\n

alla Procura di Roma sono stati avviati circa 6.000 procedimenti in un anno riguardanti le varie forme di violenza contro le donne<\/p>\n<\/blockquote>\n

e in particolare Maria Monteleone, procuratrice aggiunta alla Procura della Repubblica di Roma, ha sottolineato come \u201cMolte delle realt\u00e0 familiari, all\u2019interno delle quali si scatenano forme di violenza indicibile,<\/strong> si caratterizzano anche per il fatto che queste violenze si protraggono nel tempo con conseguenze devastanti per le vittime che sono nella quasi totalit\u00e0 donne. Si consideri che molti dei fatti che poi evolvono in condotte aggressive di maggiore gravit\u00e0, spesso sono preceduti da episodi che vengono minimizzati e trascurati, e che anche dagli organi inquirenti sono trattati come banali liti, dando luogo all\u2019avvio di molti procedimenti che finiscono al giudice di pace rubricati come ingiurie, diffamazioni, minacce o lesioni volontarie semplici:<\/strong> il tutto con gli intuibili esiti.\u00a0Bisogna avere la capacit\u00e0 e la disponibilit\u00e0 per attenzionare ogni episodio di violenza che \u00e8 portato a conoscenza delle forze dell\u2019ordine.<\/p>\n

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Maria Monteleone<\/figcaption><\/figure>\n

E\u2019 un dato acquisito che in pochi casi la violenza si ferma a un singolo fatto, mentre risulta che molto spesso ci si trovi di fronte a un crescendo di gravit\u00e0, e un intervento tempestivo pu\u00f2 impedire che la situazione evolva in maniera ancora drammatica. Innanzi tutto si deve assicurare un\u2019effettiva e concreta assistenza legale alla vittima fin dal momento in cui deve presentare la querela o la denuncia<\/strong> \u2013 continua Monteleone – e bisogna introdurre modifiche legislative specifiche per la parte offesa anche nella fase delle indagini preliminari. In tale ambito rientra il ruolo fondamentale che deve essere riconosciuto alle associazioni a tutela delle donne che svolgono un ruolo delicatissimo e che vanno potenziate.<\/strong> E\u2019 innegabile come nei casi pi\u00f9 gravi, e sono molti, sia necessaria una strategia di sostegno e di presa di coscienza della vittima di tale sua\u00a0qualit\u00e0,<\/em>\u00a0ovvero di farle acquisire la consapevolezza che \u00e8\u00a0parte offesa<\/em>\u00a0nel processo e che deve riappropriarsi dei propri diritti in quanto persona\u201d.<\/p>\n

\"\"Monteleone ha insistito sul fatto che \u201cLa strategia\u00a0 nella quale occorre muoversi \u00e8 che la violenza su una donna non \u00e8 un fatto privato, non riguarda soltanto l\u2019autore e la sua vittima, ma \u00e8 un fatto che va a incidere sulle fondamenta di una societ\u00e0 civile<\/strong>, quindi impone l\u2019intervento dello Stato\u201d, indicando possibili modifiche che non vadano nella direzione della punizione, anche perch\u00e9 quando una donna \u00e8 morta poco importa che l\u2019uomo vada all\u2019ergastolo (come vorrebbe la coppia Bongiorno-Carfagna).<\/p>\n

\u201cE\u2019 auspicabile \u2013 dice Monteleone – che nel caso di lesioni volontarie sia considerata come circostanza aggravante la qualit\u00e0 di coniuge o convivente della vittima<\/p><\/blockquote>\n

e ci\u00f2 potrebbe avvenire attraverso la modifica del n. 2 dell\u2019art. 576 codice penale, al quale rinvia l\u2019art. 585, che attualmente contempla come aggravante l\u2019ipotesi del fatto commesso contro l\u2019ascendente o il discendente. A ci\u00f2 aggiungerei l\u2019introduzione di nuove e specifiche misure precautelari che consentano al pubblico ministero di disporre immediatamente e provvisoriamente l\u2019allontanamento dalla casa familiare e\/o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.<\/strong> Tra i reati\u00a0spia\u00a0<\/em>che devono essere attenzionati in modo particolare, non vi \u00e8 dubbio che debbano esserci gli atti persecutori\u201d.<\/p>\n

 <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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