{"id":18136,"date":"2021-04-27T08:00:28","date_gmt":"2021-04-27T06:00:28","guid":{"rendered":"https:\/\/donnexdiritti.com\/?p=18136"},"modified":"2021-08-16T22:58:32","modified_gmt":"2021-08-16T20:58:32","slug":"perche-nella-conta-dei-femminicidi-non-ci-sono-le-prostitute-uccise","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2021\/04\/27\/perche-nella-conta-dei-femminicidi-non-ci-sono-le-prostitute-uccise\/","title":{"rendered":"Perch\u00e9 nella conta dei femminicidi non ci sono le prostitute uccise?"},"content":{"rendered":"

Una settimana fa una donna \u00e8 stata uccisa ad Aosta: la gola tagliata con un coltello. I primi titoli accennavano al mondo della prostituzione, notizia poi confermata. Elena Serban Raluca, cos\u00ec si chiamava, \u00e8 stata uccisa da un \u201ccliente stupratore seriale\u201d, Gabriel Falloni, un uomo con precedenti per tentato stupro,<\/strong> e per avere derubato e picchiato due prostitute dalle quali \u00e8 era stato denunciato.<\/p>\n

La storia di Elena<\/strong><\/h4>\n
\"\"
Elena Serban Raluca<\/figcaption><\/figure>\n

Non \u00e8 chiaro perch\u00e9 il Corriere<\/a>, il giorno dell\u2019arresto dell\u2019uomo, decida di citare l\u2019ipotesi degli inquirenti di una rapina finita male, anche perch\u00e9 nello stesso articolo leggiamo: \u201cNel 2014 Falloni era stato condannato dal Tribunale di Sassari\u00a0<\/strong>a quattro anni di carcere per aver tentato di violentare una ragazza ventunenne e averla trattenuta con la forza in una casa dove l\u2019aveva attirata con un\u2019offerta di lavoro. Come riportano le cronache locali, era stato anche stato arrestato nel 2013 per aver tentato di violentare una donna sassarese mentre contrattava la locazione di un alloggio<\/strong> e nel 2012 era stato denunciato da due prostitute per essere state picchiate e derubate dopo un rapporto sessuale e anche in questo caso era stato condannato\u201d. Il Messaggero<\/a> riporta un\u2019ipotesi diversa dato che non c’era alcun segno di effrazione sulla porta dell’alloggio per cui:<\/p>\n

“la vittima ha aperto al suo carnefice che conosceva o con cui aveva un appuntamento. \u00c8 stata aggredita alle spalle ed \u00e8 morta per una profonda ferita alla gola: le modalit\u00e0 fanno pensare a un regolamento di conti piuttosto che a un omicidio d’impeto\u201d<\/p><\/blockquote>\n

Le prostitute e il fattore di rischio\u00a0<\/strong><\/h4>\n
\"\"
Gabriel Falloni<\/figcaption><\/figure>\n

Non si hanno molte notizie su come vivesse Elena: si sa che metteva annunci come escort<\/em>. Una notizia di cronaca nera della quale probabilmente si parler\u00e0 sempre meno e delle ragioni per cui \u00e8 stata uccisa importer\u00e0 poco. E invece dovrebbe importare. <\/strong>Abituate a contare le donne che vengono uccise da compagni e mariti, ne conosciamo la media in Italia, in Europa, nel mondo. Ogni anno le ricordiamo, ci adoperiamo perch\u00e9 le radici della violenza domestica vengano esposte e strappate, perch\u00e9 ci siano vie di uscita vere e concrete.<\/strong><\/p>\n

le donne che vengono uccise nella prostituzione non sono una categoria sulla quale ci soffermiamo, loro appartengono alla cronaca nera, perch\u00e9 non c\u2019\u00e8 accordo sulla natura di violenza misogina della prostituzione<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Forse perch\u00e9 c\u2019\u00e8 chi nel loro caso parla di \u201crischio occupazionale\u201d, come si legge in diversi studi che hanno cercato di raccogliere dati sul numero di donne uccise<\/strong> nella prostituzione. Uno studio, “Prostitute homicides: a descriptive study (Gabrielle Salfati,\u00a0<\/span><\/span>Alison R James,\u00a0<\/span><\/span>Lynn Ferguson) <\/span><\/a>del 2008 riporta la stima che le donne nella prostituzione corrano un rischio da 60 a 100 volte maggiore di essere uccise rispetto alle altre donne non coinvolte nella prostituzione.<\/strong> Gli omicidi nella prostituzione sono poi difficili da indagare e molti casi rimangono irrisolti. Nonostante il rischio cos\u00ec elevato, le ricerche su questo tipo di delitti sono poche, come le statistiche e le conoscenze.<\/strong><\/p>\n

Studi e ricerche<\/strong><\/h4>\n
\"\"
Teela Sanders<\/figcaption><\/figure>\n

Un’altro studio del 2019, “Prostitute homicides: A 37-year exploratory study of the offender, victim, and offense characteristics” (Heng Choon Oliver Chan,\u00a0<\/span><\/span>Eric Beauregard) <\/span><\/a>conferma la necessit\u00e0 (oltre alla difficolt\u00e0) di studiare a fondo l\u2019argomento e offre un identikit dei perpetratori, basato sull\u2019analisi di 244 vittime negli USA nell\u2019arco di 37 anni (1976-2012): si tratta di maschi trentenni che uccidono donne mediamente della stessa et\u00e0, usando armi da taglio o da fuoco, solitamente appartenenti agli assassini.<\/strong><\/p>\n

\"\"A parlare di \u201crischio occupazionale\u201d<\/strong> \u00e8 di solito chi si riferisce alla prostituzione come \u201csex work\u201d, come Teela Sanders<\/strong>, autrice di molte ricerche e sostenitrice della necessit\u00e0 di regolamentare o decriminalizzare la prostituzione. In un articolo Sanders riferisce che, basandosi sui dati di una organizzazione pro sex-work, National Ugly Mugs<\/strong>, su 180 omicidi tra il 1990 e il 2016 nel regno Unito, 110 erano da riferire a morti \u201csul lavoro\u201d. La maggioranza delle vittime erano donne (105), mentre due erano uomini e tre persone trans<\/strong>, una proporzione rimasta costante a fronte di un raddoppiamento delle morti nel decennio 2000-2009 rispetto a quello precedente.<\/strong> Di fronte a una apparente diminuzione del numero totale nel decennio in corso al momento dell\u2019articolo (2010-2016), si notava un aumento in percentuale delle uccisioni avvenute al chiuso anzich\u00e9 sulla strada. Viene notato inoltre un aumento della percentuale di vittime immigrate, legato probabilmente a un aumento del numero di donne migranti coinvolte nella prostituzione.<\/strong><\/p>\n

Uno studio americano del 2003 conclude che nella maggior parte dei casi a uccidere le donne in prostituzione sono i clienti, come vengono chiamati gli uomini che pagano per l\u2019accesso sessuale nella maggior parte dei casi a una donna<\/p><\/blockquote>\n

Il caso italiano<\/strong><\/h4>\n

\"\"Nello stesso studio si ammette la difficolt\u00e0 di individuare tutti i casi di omicidi nella prostituzione<\/strong> e si fa anche cenno al tasso di mortalit\u00e0 generale delle donne in prostituzione e alle altre cause di morte. I dati italiani non sono molto noti e diffusi, a dispetto dei numeri rilevati. In un articolo dell’AGI, “Cosa dicono i numeri sui femminicidi in Italia”<\/a>, si legge: \u201cIl quarto Rapporto Eures accende un cono di luce sui femminicidi con vittime prostitute<\/strong> (184 tra il 2000 e il 2016), ovvero su “quei femminicidi dimenticati che, nonostante l’efferatezza che spesso li caratterizza, raramente raccolgono, da parte delle Istituzioni, dell’opinione pubblica, della societ\u00e0\u00a0civile e dei media la necessaria attenzione<\/strong>, risultando anche per questo uno dei segmenti del fenomeno con la pi\u00f9\u00a0alta percentuale di casi irrisolti (il 44,6%, a fronte dell’11,4% dei femminicidi totali)”<\/strong>.<\/p>\n

Il 51% delle prostitute uccise \u00e8 censito ancora una volta nel Nord del Paese, seguito dal Sud (26,6%) e poi anche dal Centro (22,3%)<\/p><\/blockquote>\n

\"\"L’et\u00e0 media delle vittime risulta in questo caso pari a 30,5 anni (di 20 anni inferiore a quella censita per il totale dei femminicidi),<\/strong> con il 70,7% delle vittime 18-34enni.<\/strong> L’84,8% delle vittime \u00e8 straniera<\/strong>: le 156 prostitute straniere uccise in Italia tra il 2000 e il 2016 rappresentano il 24% di tutte le vittime di omicidio straniere. Tra le nazionalit\u00e0 delle vittime (sempre tra il 2000 e il 2016) prevalgono le nigeriane (25,3%)<\/strong>, seguite dalle romene (18%<\/strong>), dalle albanesi (11,3%)<\/strong>, dalle moldave (6,7%)<\/strong> e dalle brasiliane (5,3%)<\/strong>. Tutti gli autori noti di questi femminicidi risultano di sesso maschile, con una prevalenza di italiani (70,6% dei casi)<\/strong> rispetto al 29.4% di stranieri.<\/p>\n

La violenza contro le donne \u00e8 trasversale e gli uomini italiani hanno un triste primato per violenza contro le immigrate, anche considerando esclusivamente le uccisioni e lasciando fuori che chi paga una vittima di tratta commette sempre uno stupro, comunque la si pensi sulla prostituzione in generale<\/p><\/blockquote>\n

La lista degli ultimi anni<\/strong><\/h4>\n
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Altagracia Corcino Gil<\/figcaption><\/figure>\n

Il rapporto AGI si ferma al 2016, ma basta una ricerca su Google per rendersi conto della situazione. Bastino citare qui alcuni casi. Ci sono Altagracia Corcino Gil<\/strong>, la prostituta dominicana legata e uccisa in casa a via Parma, ad Alessandria, uccisa <\/strong>da un uomo di 47 anni,\u00a0Andrea Casarin, <\/strong>il cui caso \u00e8 stato chiarito 14 anni dopo. Il caso di Mariana Szerkeres<\/strong>, 19 anni, romena, uccisa e abbandonata in un campo da Carmine Ferrante<\/strong>, 39 anni, di Vietri, che aveva ucciso un\u2019altra donna, \u201cNikla\u201d la bulgara<\/strong>, che si prostituiva a Pagani. <\/strong><\/p>\n

\"\"
Andrea Casarin<\/figcaption><\/figure>\n

C\u2019\u00e8 Arietta Mata<\/strong>, la prostituta uccisa e gettata sui binari da un uomo nel gennaio del 2018 nel Modenese, il cui corpo \u00e8 rimasto per 18 mesi all\u2019obitorio perch\u00e9 la famiglia, che vive in un piccolo villaggio in Ungheria, non aveva i mezzi economici per pagare il rimpatrio della salma. E poi Benedicta Daniel, nigeriana, uccisa a Modena dove\u00a0il \u201cmovente\u201d era \u201cL’insoddisfazione dopo il sesso\u201d.<\/strong><\/p>\n

Stefania Maria Rosa Dusi, uccisa nel 2020 a Milano con un movente \u00e8 orribile: “la donna era diversa da come appariva dalle foto sui social. Un particolare che avrebbe portato l’uomo ad avere una forte lite con Stefania, culminata nello strangolamento. Un tragico appuntamento tra i due, peraltro anche in pieno lockdown\u201d<\/p><\/blockquote>\n

\"\"
Mariana Szerkeres<\/figcaption><\/figure>\n

C\u2019\u00e8 poi una quarantenne slovacca<\/strong> uccisa dal compagno: \u201cDi sicuro faceva la prostituta, ma non per scelta. Anche durante la pandemia. E di sicuro \u00e8 morta sola, uccisa a botte, il 12 maggio, dopo un giorno di agonia.<\/strong>\u00a0Ammazzata molto probabilmente dal compagno. Un fatto ignorato, rimasto invisibile per 25 giorni come la vita della donna, fino a oggi, quando i carabinieri hanno\u00a0arrestato il compagno, 41 anni, rumeno <\/strong>ed \u00e8 emerso che si chiamava davvero Maria. S\u00ec, Maria Drabikova<\/strong>, 40 anni, slovacca\u201d.<\/p>\n

\"\"
Carmine Ferrante<\/figcaption><\/figure>\n

La lista \u00e8 lunga. Si trovano donne straniere, donne italiane, donne giovani e meno giovani, donne trans.<\/strong> Probabilmente alcune non si troveranno, perch\u00e9 non saranno arrivate alla cronaca o forse non saranno nemmeno state trovate. Uccise dai clienti, dagli sfruttatori aguzzini, dai compagni: <\/strong>spesso anche sfruttatori e responsabili dell\u2019induzione alla prostituzione, come avviene nel caso di tante donne romene, attirate dalle reti criminali con la tecnica del lover boy, cio\u00e8 del finto fidanzato manipolatore.<\/p>\n

Gli altri paesi<\/strong><\/h4>\n
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Benedicta Daniel<\/figcaption><\/figure>\n

I dati e le notizie da altri paesi confermano la situazione. In Belgio<\/strong>, ad esempio, un articolo<\/a> su plus.lesoir.be<\/a> intitolato \u201cLa prostituzione uccide. \u00c8 ora di capire perch\u00e9\u201d<\/strong> riporta due uccisioni avvenute a distanza di un mese l\u2019una dall\u2019altra a Bruxelles. In Spagna<\/strong>, El mundo<\/a> riferisce di 31 donne che esercitavano la prostituzione uccise tra il 2010 e il 2015 da clienti, da altre donne, dalle mafie o per la loro condizione di donne transessuali. Sul sito feminicidio.net<\/a> si trova un\u2019analisi dei dati insieme ad alcune storie dettagliate raccolte dalla lettura degli articoli.<\/p>\n

Donne uccise a coltellate, martellate, pugni nella testa, da clienti spesso utilizzatori abituali di droghe, con precedenti per crimini simili, con la motivazione di diverbi sul prezzo o sulla prestazione<\/p><\/blockquote>\n

Si parla di femminicidi di quattro tipologie: per prostituzione, per tratta, delitti legati alle relazioni intime e per transessualit\u00e0, in tutti i casi caratterizzati da \u201cgrande furia\u201d, con i corpi delle donne trattati come rifiuti umani<\/strong>. Femmincidi invisibili per i mezzi di comunicazione, per le istituzioni dello Stato, per la societ\u00e0. Si leggono notizie simili a quelle italiane: ad esempio la storia di una donna spagnola madre di cinque figli, uccisa con 91 coltellate. Il \u201cmovente\u201d: un disaccordo sul compenso con un cliente abituale.<\/strong><\/p>\n

La Germania<\/strong><\/h4>\n

\"\"Uno studio recentissimo, “Murders In the German Sex Trade: 1920 to 2017”<\/a> (Manuela Schon, Anna Hoheide), si occupa della Germania<\/strong>, dove nel 2001 la prostituzione \u00e8 stata regolamentata allo scopo di migliorare le condizioni delle persone coinvolte nel mercato del sesso, con una legge entrata in vigore l\u2019anno successivo. Nel segnalare che mancano dati empirici, viene citato l\u2019unico studio ufficiale, condotto nel 2004 dal Ministero federale per gli affari della famiglia, gli anziani, le donne e i giovani, dal quale emerge che<\/p>\n

il 78% delle donne intervistate in germania ha dichiarato di avere paura dei compratori<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Solo qualche dato: il 35% ha dichiarato di essere stata rinchiusa contro la propria volont\u00e0 <\/strong>o limitata in altro modo nella propria libert\u00e0 di movimento; il 19% di essere stata ferita gravemente<\/strong> (ossa rotte, strappi muscolari, bruciature, ferite al volto; il 41% ha riferito di violenze<\/strong> sessuali o fisiche). Viene citato uno studio del 2009 sui traumi cerebrali subiti da donne e donne trans, dal quale risulta che il 61% ha subito traumi alla testa. <\/strong>Lo scopo dello studio tedesco, che \u00e8 indagare se davvero la legge ha avuto effetti positivi in termini di riduzione della violenza per le persone prostituite<\/strong>, non \u00e8 reso semplice dalla mancanza di dati ufficiali su tutte le forme di abuso, violenza e coercizione.<\/p>\n

\u201cL\u2019Ufficio federale per le indagini penali ha spiegato, in una email alle autrici, che i dati sugli omicidi non vengono pi\u00f9 raccolti, nel tentativo di non contribuire alla stigmatizzazione di queste donne\u201d<\/p><\/blockquote>\n

Svezia e Nuova Zelanda<\/strong><\/h4>\n

\"\"I dati dello studio sono pertanto incompleti, ma comunque costituiscono un inizio. Dallo studio emerge che tra il 1990 e il 2017 il numero di omicidi e tentati omicidi \u00e8 stato costante<\/strong>, e per quanto nell\u2019ultimo decennio siano diminuiti gli omicidi, il totale insieme ai tentati omicidi resta costante: 65 tra il 1990 e il1999, 62 tra il 2000 e il 2009, 59 tra il 2010 e il 2017. Si legge in “Remembering the murdered women erased by the pro-sex work agenda”<\/a> su Feminist Current che \u201cin Nuova Zelanda<\/strong>, la cui popolazione \u00e8 la met\u00e0 di quella della Svezia, diverse donne prostituite sono state uccise in modo cruento da clienti in seguito alla decriminalizzazione totale della prostituzione nel 2002\u201d<\/strong> (cio\u00e8 anche dello sfruttamento), sollevando meno proteste e attenzioni di quelle ricevute dall\u2019assassinio dell\u2019unica donna svedese prostituita uccisa (non da un cliente, ma dall\u2019ex compagno) in seguito all\u2019applicazione della legge abolizionista che in Svezia non criminalizza le persone prostituite ma punisce i clienti.\u00a0<\/strong><\/p>\n

Nel post si trovano le loro storie, basti qui citare Ngatai Lynette Manning, 27 anni, accoltellata, strangolata, violentata e picchiata a morte con un palo di metallo nel 2008<\/p><\/blockquote>\n

\"\"
Ngatai Lynette Manning<\/figcaption><\/figure>\n

e Suzie Sutherland<\/strong>, strangolata e gettata nuda in un terreno abbandonato da un cliente. \u00c8 ora di riconoscere che queste uccisioni sono femminicidi e non \u201crischi occupazionali\u201d,<\/strong> cio\u00e8 che alla loro base c\u2019\u00e8 l\u2019odio verso le donne, la misoginia, e il movente \u00e8 sempre di genere e la volont\u00e0 di controllo su quel corpo, sulla sua propriet\u00e0.<\/strong> Non \u00e8 lo stigma a ucciderle, ma sono uomini portatori di una mentalit\u00e0<\/strong> e una cultura sulla quale \u00e8 ora di volgere la nostra attenzione, se vogliamo smettere di contare donne morte, che siano mogli, fidanzate, prostitute o sconosciute.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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