{"id":17898,"date":"2021-04-20T06:15:17","date_gmt":"2021-04-20T04:15:17","guid":{"rendered":"https:\/\/donnexdiritti.com\/?p=17898"},"modified":"2021-04-21T23:16:30","modified_gmt":"2021-04-21T21:16:30","slug":"la-cultura-dello-stupro-coinvolge-anche-chi-pensa-di-esserne-fuori","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2021\/04\/20\/la-cultura-dello-stupro-coinvolge-anche-chi-pensa-di-esserne-fuori\/","title":{"rendered":"La cultura dello stupro coinvolge anche chi pensa di esserne fuori"},"content":{"rendered":"

Quando si parla dei modi in cui la violenza sessuale viene normalizzata all\u2019interno delle nostre societ\u00e0 si utilizza di solito un\u2019espressione eloquente: rape culture<\/em>, ovvero “cultura dello stupro”. Nominarla e denunciarla \u00e8 stata una delle azioni femministe pi\u00f9 importanti degli ultimi tempi ma anche una delle pi\u00f9 discusse e fraintese.\u00a0<\/strong><\/p>\n

\"\"Per comprenderne il significato \u00e8 necessario partire dalla distinzione tra colpa e responsabilit\u00e0<\/strong>: colpevole \u00e8 il singolo individuo che compie un\u2019azione riprovevole; responsabile \u00e8 l\u2019insieme degli individui che rendono possibile quell\u2019azione o addirittura la giustificano (ben pochi criminali han goduto e godono di tanto supporto sociale). Basta non aver mai alzato un dito su una donna <\/strong>per ritenersi estranei a quella cultura?<\/p>\n

Stereotipi<\/strong><\/h4>\n

In uno stereotipo che attraversa la storia, che arriva dalla mitologia l\u2019attributo della forza e della violenza \u00e8 considerato ingrediente irrinunciabile della virilit\u00e0<\/strong>. “Io posso fare di te ci\u00f2 che voglio e tu non puoi farci niente”: umiliazione, prevaricazione. Potere, insomma, se si pensa che il re dell\u2019Olimpo era uno stupratore seriale<\/strong>.<\/p>\n

In una cultura dello stupro uomini e donne danno per scontato che la violenza sessuale sia inevitabile come una calamit\u00e0 naturale<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Che l\u2019onnipotente testosterone, che gli attributi<\/em> siano prorompenti e incontrollabili (il cacciatore), mentre il desiderio femminile sia irrilevante, comunque tacito (la preda). Da un lato si raffigura un corpo invasivo in cerca di uno sfogo che somiglia pericolosamente a un diritto<\/strong>; dall\u2019altro un manichino inerte<\/strong> su cui si compiono atti che non sceglie. Non ci si aspetta che gli uomini si autocontrollino<\/strong> ma che donne e ragazze cerchino in ogni modo di proteggersi. Il 39,3% della popolazione italiana (Istat 2018) ritiene che una donna sia in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale “se davvero” non lo vuole.<\/strong> Pi\u00f9 della met\u00e0 attribuisce la recrudescenza della violenza all\u2019emancipazione femminile, alle nuove libert\u00e0 che abbiamo conquistato.<\/p>\n

Il maschio alfa<\/b><\/h4>\n

\"\"Non \u00e8 necessario essere uno stupratore per perpetuare la cultura dello stupro. Non \u00e8 necessario essere un convinto misogino per beneficiare della cultura dello stupro.<\/strong> Ci\u00f2 che le donne hanno dovuto attuare da secoli, la gestione delle relazioni che prevede saper accettare le decisioni dell\u2019altro, diventa impossibile per alcuni uomini. Molti oggi non vogliono aderire al modello virilista del maschio alfa, per\u00f2 hanno paura di perdere i riferimenti entro cui sono cresciuti,<\/strong> non trovano un altro modello e vivono una fase di transizione, dal rassicurante patriarcato all\u2019ignoto perturbante.<\/p>\n

Chi stenta a capire quale sia il fastidio, l\u2019imbarazzo, a volte lo schifo che si prova durante una molestia, \u00e8 ancora condizionato da una cultura sessista che induce a coprire, occultare, in sostanza colludere<\/p><\/blockquote>\n

La normalit\u00e0 dello stupro<\/strong><\/h4>\n

\"\"Nella cultura dello stupro le donne conoscono fin dall\u2019adolescenza un continuum<\/em> di esposizione a una violenza minacciata, che spazia dai commenti e dagli inviti sessuali pi\u00f9 volgari alle molestie fisiche, fino allo stupro stesso.<\/strong> Non esco da sola, torno presto la sera, mi vesto sobriamente, sono prudente: tutte queste tacite ingiunzioni autoimposte sono sintomo di un problema, o no? La mia percezione di esistere \u00e8 quotidianamente impastata alla percezione paralizzante di essere violabile da chiunque.<\/strong> \u00c8 gi\u00e0 violenza il solo fatto di aver paura. <\/strong><\/p>\n

\"\"L\u2019Istat (2016) ci dice che il 36% delle italiane la sera non esce di casa o si fa accompagnare se deve uscire: coprifuoco<\/strong>, come in uno stato di guerra permanente.<\/strong> Per un uomo prendere la metropolitana di notte significa solo spostarsi, per una donna equivale a stare col cuore in gola. Lui non si \u00e8 mai sentito rassicurato dal solo fatto che il passo affrettato per strada dietro di s\u00e9 appartenesse a una persona del suo stesso sesso<\/strong>. Lui non ha mai pensato che questo fosse un privilegio.<\/p>\n

Lui non si indigna per ci\u00f2 che vede accadere intorno, non lo ritiene assolutamente un suo problema<\/p><\/blockquote>\n

Nel 2013 in Gran Bretagna, in prossimit\u00e0 di Halloween, lo Scare Kingdom Scream Park riserv\u00f2 ai visitatori, con un piccolo sovrapprezzo, un\u2019ala speciale: lo Psychomanteum<\/em>, un percorso creato per \u201csperimentare l\u2019eccitante esperienza dello stupro\u201d.<\/strong> A parecchi \u00e8 piaciuto, dice il gestore del parco tematico.<\/p>\n

Lo sterminato mondo del web<\/strong><\/h4>\n

\"\"Il corpo femminile \u00e8 simbolicamente, sistematicamente violato sul web. A livello europeo una donna su dieci dai 15 anni in su \u00e8 stata oggetto di cyberviolenza. Che una scena di sesso in rete, per avere tanti clic, debba essere imbastita con un lui aggressivo e una lei non consenziente \u00e8 il leitmotiv<\/em> che ritorna. <\/strong>Le innumerevoli testimonianze di odio misogino nei social iniziano di solito attaccando la vittima con commenti di discredito del suo aspetto, per arrivare al post sprezzante<\/strong> che aggredisce specificatamente per il genere e raggiungere infine la meta della minaccia, con auguri di stupri e violenze<\/strong> fisiche di vario tipo. Qualcuno si sente nel giusto pubblicando su Facebook foto di ragazze in minigonna con la didascalia Questa qui sta pregando di essere violentata<\/em><\/a>. Ma anche:<\/p>\n

\"\"Una cagna dell\u2019Anpi nega le foibe. La andiamo a prendere e la stupriamo?<\/em><\/p>\n

Spero vivamente che alcune consigliere subiscano violenza e stupro da parte di qualche bel nigeriano \u2026 forse \u00e8 proprio quel che cercano <\/em>\u2026<\/p>\n

Le femmine sono carne da fottere e stuprare<\/em>.<\/p>\n

Il florilegio potrebbe continuare a lungo: non sono solo comuni cittadini ma leader politici, o rappresentanti nelle istituzioni. Ve lo ricordate: “Cosa faresti in auto colla Boldrini?”<\/strong>, un gioco provocatorio che sollecitava reazioni violente. Com\u2019\u00e8 puntualmente accaduto, con 70mila risposte<\/strong>: era il 2014.<\/p>\n

_________________________<\/p>\n

Le illustrazioni sono opere o frammenti di opere dell’artista Valeria Corvino<\/a>.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Quando si parla dei modi in cui la violenza sessuale viene normalizzata all\u2019interno delle nostre societ\u00e0 si utilizza di solito un\u2019espressione eloquente: rape culture, ovvero “cultura dello stupro”. 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