{"id":17452,"date":"2021-04-13T07:40:26","date_gmt":"2021-04-13T05:40:26","guid":{"rendered":"https:\/\/donnexdiritti.com\/?p=17452"},"modified":"2021-08-16T22:57:42","modified_gmt":"2021-08-16T20:57:42","slug":"voglio-fare-lamore-con-te-e-normale-tutti-i-padri-lo-sentono","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2021\/04\/13\/voglio-fare-lamore-con-te-e-normale-tutti-i-padri-lo-sentono\/","title":{"rendered":"“Voglio fare l’amore con te. \u00c8 normale, tutti i padri lo sentono”"},"content":{"rendered":"
“Ti voglio. Voglio fare l’amore con te. \u00c8 normale, tutti i padri lo sentono”. Queste sono le parole che ho sentito, quando mio padre si present\u00f2 nella mia stanza, sedendosi accanto a me sul mio letto, con una mano sulla coscia per iniziare il suo lungo monologo.<\/strong> Non ci sono pi\u00f9, dissociazione completa. Quel giorno, una parte di me mor\u00ec.<\/p>\n “Andiamo tesoro, vieni a dare un bacio al tuo caro pap\u00e0”. Queste sono le parole che, pochi giorni dopo, hanno accompagnato l’immagine di mio padre in soggiorno, sdraiato sul divano mentre lui si masturba<\/p><\/blockquote>\n Non avevo mai baciato nessuno, era la prima volta che vedevo un pene: sono scappata, sono andata due giorni dalla mia migliore amica. Poi sono tornata e ho continuato a vivere, a crescere, sotto lo stesso tetto del mio aggressore: mio \u200b\u200bpadre<\/strong>. Anche sentire queste parole \u00e8 un trauma. L’incesto dei gesti \u00e8 comunque un danno psicologico.<\/strong> Quindi, quando lui inizia con le parole, hai bisogno di un supporto serio e immediato. Qualcosa che non ho avuto la fortuna di avere.<\/p>\n \u00c8 uno tsunami sia del corpo che della mente, che arriva in un lampo. E lo vivo oggi, sola e isolata con i miei due figli a carico. Ma in realt\u00e0 inizia molto prima dei lampi. Ci vuole molto tempo per capire cosa sta succedendo dentro di noi.<\/strong> Tre anni fa, tutto si stava gi\u00e0 preparando nella mia testa. Il nostro corpo cerca di inviare segnali alla nostra mente.<\/p>\n Ricordo che ogni volta che abbracciavo mia madre o mio fratello maggiore, avevo una strana sensazione: Uno spiacevole solletico nella vagina che ho vissuto come un’intrusione. Il mio corpo si irrigidiva completamente<\/p><\/blockquote>\n E poi da grande c’\u00e8 questa infanzia cancellata. Nessun ricordo fino all’et\u00e0 di nove anni. Il vuoto completo. I miei ricordi d’infanzia sono stati costruiti attraverso album di foto di famiglia.<\/strong> E un anno fa, il mio primo flash. Mi torna un ricordo.<\/strong> Ero cos\u00ec sbalordita da queste immagini: le sentivo con tutti i miei sensi. E ho capito in quel momento che mi erano successe altre cose, molto pi\u00f9 delle parole.<\/strong><\/p>\n Oggi a volte mi sveglio nel vomito. Sento dolori fantasma nella vagina, come se mi avessero tagliato con lame di rasoio. Ho l’insonnia. Oscillo tra la bulimia senza vomito e una completa perdita di appetito. Mi ritrovo in lacrime, fino allo sfinimento. Ho pensieri oscuri<\/p><\/blockquote>\n Sto cercando di decifrare tutto questo come meglio posso, ma \u00e8 molto complesso. Le immagini sono mostruose, violente e crude. Non riesco ancora a pronunciare le parole, per paura di non poterle sfuggire. Poi dopo questi lampi, sulla scia, devi continuare a vivere la tua quotidianit\u00e0<\/strong> quando hai un solo desiderio: scappare.<\/p>\n A un certo punto ho anche avuto il coraggio di dire tutto a mia madre. Avevo sperato nella madre leonessa. In cambio, ho avuto la madre struzzo. La violenza distrugge, ma il silenzio uccide<\/strong>. Per me \u00e8 stato un abbandono, un rifiuto totale. Non ha mai fatto domande. Non ha mai voluto sapere come stavo o perch\u00e9 stavo male.<\/p>\n Per anni ho cercato di avere un dialogo. Ho chiesto aiuto. Un fallimento. Il silenzio di mia madre \u00e8 stata una seconda violenza<\/p><\/blockquote>\n “Ho sempre avuto dei dubbi su tuo padre. Non ti ho mai lasciata sola con lui”. Questa \u00e8 stata la risposta di mia madre quando avevo trent’anni: una mazzata per me. Non riuscivo a capire come una madre cos\u00ec gentile e materna potesse lasciare suo figlia in un tale pericolo.<\/strong> Perch\u00e9 alla fine, da sola con mio padre, c’ero stata eccome.<\/p>\n Dopo i miei primi flash, le ho detto: “Mamma, so tutto”, E lei mi ha risposto solo voltandomi le spalle<\/p><\/blockquote>\n Uno dopo l’altro, la mia cerchia ristretta mi ha abbandonato nel mio dolore. La mia famiglia, mio \u200b\u200bmarito, un gran numero di amici.<\/strong> Le persone scappano dal bruttezza della vita, le mette a disagio.<\/strong> Siamo arrabbiati, ma la gente ci chiama pazzi, non ci credono. Banalizziamo, minimizziamo, de-drammatizziamo.<\/p>\n Mi sono sentita rispondere con frasi che mi hanno stravolto:<\/p>\n “Ci stai stufando”.<\/strong><\/p>\n “Ferma il tuo cinema, non hai il cancro”.<\/strong><\/p>\n “Sei un’egoista. Abbiamo tutti dei problemi”.<\/strong><\/p>\n Le persone che si stanno intorno devono dedicarci del tempo, perch\u00e9 guardare dentro questo male ci permette di dare un senso alla nostra esistenza.<\/strong> Quando stai cos\u00ec hai bisogno di un supporto, un solido entourage intorno a te.<\/p>\n Sto bussando alle porte da due anni. Ho fatto di tutto, anche andando volontariamente in un ospedale psichiatrico per cercare di trovare soluzioni rapide<\/strong>. Facciamo due piccoli passi in avanti, e poi subito tre passi da gigante indietro. Non incolpo nessuno. \u00c8 colpa del sistema, a livello nazionale. Negli ultimi anni ho incontrato molte persone gentili che hanno fatto quello che possono, con i mezzi che avevano. Ma tra la situazione sanitaria e il deserto medico nelle zone rurali, faccio fatica a trovare una psicoterapia adeguata e regolare.<\/strong> Sono stata seguita per un anno da un infermiere-psichiatra del CMP prima di poter vedere uno psichiatra, perch\u00e9 la lista d’attesa era molto lunga. Avevo appuntamenti da strizzacervelli che duravano solo quindici minuti, dopo sei mesi di attesa.<\/strong> “Tutto questo per questo!”<\/p>\n Ho ricevuto prescrizioni per antidepressivi, sonniferi, ansiolitici e antipsicotici. Tutto ci\u00f2 mi impedisce di vivere la mia vita quotidiana, perch\u00e9 il cervello \u00e8 annebbiato<\/p><\/blockquote>\n In due anni non abbiamo mai pronunciato la parola “incesto” durante le mie sedute. La parola \u00e8 sostituita da “infanzia” o “passato” o “cosa ti \u00e8 successo con tuo padre”. “Lo vedremo dopo”, mi viene detto, quando parlo di quello che mi ha fatto mio padre.<\/strong> In due anni nessuno psicologo o psichiatra ha ancora voluto affrontare l’argomento. E nessuno era specializzato in traumi e violenza sessuale. <\/strong>In pi\u00f9 di 20 anni, non mi \u00e8 stato ancora detto “sei una vittima” , n\u00e9 all’interno del mio stretto entourage (famiglia e amici), n\u00e9 da quella della professione medica.<\/p>\n “Signora, se solo tenter\u00e0 il suicidio, smetteremo di prenderla sul serio”, mi ha detto un medico in emergenza. Devo uccidermi per essere ascoltata?<\/p><\/blockquote>\n Dovremmo formare meglio la professione medica per avere una maggiore empatia. Ho anche cercato di trovare un gruppo di discussione per incontrare altre vittime. Ma non ce ne sono vicino a casa mia.<\/strong><\/p>\n Aiuto. Non so pi\u00f9 a cosa aggrapparmi per andare avanti. Non ho pi\u00f9 appigli. Aiutami. Per i miei figli. Per dimostrare che in fondo dietro la tempesta esiste sempre un arcobaleno<\/p><\/blockquote>\n Possa la luce sorgere dopo l’oscurit\u00e0! E che la mia lotta non finisca in un enorme pasticcio. Per continuare a combattere, ho bisogno di due cose: trovare uno psicologo specializzato in traumatologia e amnesia traumatica nei Vosgi (o altrove, tramite video chiamata). Aiuto per creare un gruppo di confronto nei Vosgi.<\/strong> Se sei una vittima, unisciti me. (Scrivimi a incestevosges@gmail.com). Insieme siamo pi\u00f9 forti!<\/p>\n ___________________________<\/p>\nAmnesia traumatica, la conosci?<\/strong><\/h4>\n
La madre struzzo<\/strong><\/h4>\n
Bussa, c’\u00e8 qualcuno l\u00ec?<\/strong><\/h4>\n